Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: LarryTranslations    08/01/2014    3 recensioni
Come può l’amore parlare, quando uno dei due non riesce nemmeno a spiccicare la parola?
La vita di Louis era uno scherzo attraverso le sue parole argute.
La vita di Harry era uno scherzo attraverso la sua assenza di parole.
Louis era stato classificato come un ragazzo normale, mentalmente e fisicamente.
Harry era stato classificato come un ragazzo anormale, mentalmente e fisicamente.
Louis riusciva a parlare.
Harry non poteva.
Harry era affetto da mutismo progressivo.
Louis non lo era.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nessuno dei personaggi reali citati mi appartiene, la storia non è in alcun moda intesa per offendere e/o danneggiare tali persone, i caratteri rappresentati non riflettono la realtà, la traduzione non è stata fatta a scopo di lucro.

Questa fanfiction, è una traduzione. Potete trovare l'originale a questo link.
Questo è il permesso dell'autrice.

image



___________

Capitolo 10

Sabato 11

Il calore irradiava il petto di Louis, ricoperto da una maglietta spessa, mentre era pacificamente sdraiato sull'erba. I suoi occhiali da sole erano posati sul suo naso, la sua pelle, grazie a Dio non aveva bisogno di essere ricoperta di crema solare. La crema solare era sempre stata un tormento nella sua vita: doverla spalmare ogni giorno in vacanza sulla pelle delle sue sorelle, bastava per fargli provare repulsione verso di essa, soprattutto quando insistevano nello schizzarla dappertutto.

Era sorprendente il caldo, quando il giorno prima c'erano stati acquazzoni intermittenti, cielo nuvoloso e la strana comparsa di tuoni rombanti. Ma Louis decise di approfittarne e fare uso del bel tempo per riportare Harry al parco.

Gli ricordò della prima volta che uscirono, beh, a parte l'incidente del concerto. I loro gelati erano già finiti e i loro stomachi erano allineati con il piacere cremoso che aveva reso le mani di Louis parzialmente appiccicose. I due non poterono evitare di salire su per la collina con un tipo di caldo fin troppo afoso per l'Inghilterra, così affermarono di trovare una fontana sotto la grande quercia, che aveva una fresca ombra dove potevano sdraiarsi. Quello però, non fermò il sole dall'insediarvisi attraverso, di arrampicarsi sulla pelle di Louis, nonostante non sembrò aggrapparsi allo stesso modo a Harry, nascosto dietro il tronco dell'albero.

Louis guardò il ragazzo: schiena sostenuta dal tronco, gambe allungate e incrociate alle caviglie, braccia avvolte tra di loro. Uno spicchio di sole passò attraverso le foglie e splendette su un pezzo del viso di Harry, illuminando una parte dei suoi occhiali da sole, una parte del naso e l'angolo delle sue labbra. La sua pelle color latte non era splendente, non era di un bianco luminoso, ma aveva un certo bagliore scintillante sul quale il sole vi si gettava addosso.

Il suo abbigliamento non era necessariamente il migliore per una giornata di sole, ma Louis gli aveva dato il beneficio del dubbio perché aveva semplicemente lanciato l'idea al ragazzo mentre si annoiavano nella sala climatizzata del piano forte. Segretamente, Louis desiderò che il caldo diventasse quasi troppo da sopportare per il ragazzo, così lui avrebbe dovuto togliersi innocentemente quella maglia dei Ramones e rivelare quel torso lungo, molto lungo, attraente, afferrabile, degno di venire toccato, di quelli che ti viene voglia di farci scorrere le mani sopra costantemente, che vorresti leccar- merda, okay, facciamo finta che non sia mai successo.

Sembrava così in pace, nonostante quell'osservazione lo facesse sembrare come se fosse morto, ma aveva davvero un aspetto calmo. Non potevi dire se i suoi occhi erano chiusi o spalancati per via di quei Ray-ban che gli stavano così bene. Sembrava quasi una rockstar che oziava al sole dopo un concerto stancante. I capelli selvaggi si aggiungevano al look, insieme all'abbigliamento, che adesso Louis era piuttosto compiaciuto che Harry stesse indossando. Quella era un tipo di visione che piaceva molto a Louis e improvvisamente, l'immagine di Harry in eyeliner comparve nella sua mente. Gli piacevano quelle immagini, forse fin troppo. Ma, davvero, il modo in cui la linea sottolineava il verde luminoso dei suoi occhi era qualcosa a cui non poteva resistere.

Le sue guance arrossirono istantaneamente e i suoi pensieri si dissolverono, quando si accorse che Harry aveva alzato gli occhiali da sole e lo stava fissando allarmato. Plasmando un sorriso fin troppo esaltato, Louis salutò con la mano entusiasta, provando a scoraggiare Harry dall'accorgersi che lo stava proprio mangiando con gli occhi. Gattonò verso do lui e si mise in una posizione simile alla sua.

"Allora" disse Louis, girando la faccia verso l'altro, mentre si toglieva gli occhiali da sole e li infilava nella sacca di Harry.

Harry fece lo stesso con i suoi occhiali e annuì con un breve sorriso, come per dire la stessa cosa in risposta.

Solo allora, Louis notò il piccolo carrello pieno di bevande fresche e si rese immediatamente conto di quanto fosse assetato. "Vado a prendere da bere, vuoi qualcosa?"

Harry scosse la testa, frugando nella sua sacca e tirando fuori una bottiglia d'acqua mezzo vuota. Louis annuì, disse a Harry un veloce "torno subito" e si diresse verso il carrello.

Tornò non più di qualche minuto dopo, la sua tasca svuotata di due pound, ma le sue mani riempite dalla birra ghiacciata. Si rimise vicino al ragazzo, prendendo un lungo e desiderato sorso, facendo un sospiro di sollievo, quando il forte gusto attraversò la sua gola. Poté sentire gli occhi di Harry rivolti verso di lui, diede una sbirciata di lato, per notare il ragazzo intento a fissare la bottiglia verde che sgocciolava.

"Oh, ti va bene che la beva? Lo so che tu non bevi, quindi se non vuoi che beva quando sono con te.." chiese Louis, che vedendo Harry fissare aveva avuto quel pensiero per la mente. Harry, tuttavia, negò e scosse la testa fermamente. Lo sguardo di Louis era curioso e interessato, guardò Harry sospettoso e questo rispose scrollando le spalle e un gesto della mano per fagli capire che non era assolutamente come credeva.

"Dimmi a cosa stai pensando" chiese Louis, tirando fuori dalla sacca di Harry un blocco che aveva preso dall'aula del piano prima che uscissero. Lo premette, insieme alla penna, sul grembo di Harry e sorrise trionfante, mentre Harry fece uscire un sospiro sconfitto e afferrò la pagina per scrivere.

Io..mi stavo solo chiedendo com'era, tutto qua

Le sopracciglia di Louis si accigliarono in confusione. "Che cosa, questa intendi? Il gusto?" chiese, scuotendo appena la bottiglia per gesticolare. "Puoi provarla se vuoi, non mi importa" avvicinò la bottiglia al viso di Harry, senza rendersi conto che stava praticamente toccando le sue labbra. Harry arricciò naso e spinse via la bottiglia, riafferrando il blocco.

No, non in quel senso, intendo bere in generale. Tipo ubriacarsi e cose così, solo questo

"Oh.." disse Louis delicatamente "Non ti sei mai ubriacato prima, vero?"
Il suo tono non stava padroneggiando, era più gentile e leggermente interrogativo, ma caratterizzato da più che confusione.

Harry guardò in basso, mordendosi l'interno della guancia e scosse la testa quasi solennemente.

"Vuoi che ti dica com'è? È quello che ti stai chiedendo?”

Harry alzò la penna velocemente e scrisse sul foglio che giaceva in braccio a lui:

Per favore

Guardò su attraverso le sue ciglia, iridi color giada illuminati alla luce del sole. Il suo sorriso non era triste, ma nemmeno felice. Non era come se si vergognasse di non aver mai bevuto, assolutamente, ma quella piega caratteristica, agli angoli delle labbra, dimostrava un leggero desiderio di possedere quel tipo di ricordo. Era vulnerabile alla sensazione di rimpianto, rimpianto di non aver provato abbastanza a comportarsi come un vero adolescente. Ma a Louis non piacevano le cose normali: gli piaceva Harry.

“Io.. non c'è qualcosa che senti in particolare, sai? Ad essere onesti, non c'è molto di bello. Cioè, ti dimentichi quello che hai fatto la notte prima; se diventi davvero ubriaco marcio, ti svegli con un mal di testa martellante, e certi alcolici fanno davvero schifo. Ma immagino che è solo per via della scossa che ricevi. Magari è per il fatto che sai che non ti fa bene, che ti ubriachi. Come io so che il giorno dopo starò di merda e so che probabilmente farò qualcosa di stupido, ma è un modo per allontanarsi da tutto ciò che chiaro e ordinato ed essere spericolato per una volta, quindi continuo a bere. Se devo essere sincero, mi pento di aver cominciato a bere da così piccolo. Non ero troppo giovane, ma penso di aver consumato alcol a un'età giovane e ora non è più così...beh, così emozionante. Quindi non ti stai davvero perdendo tanto, c'è ancora tempo comunque. Non sei nemmeno nell'età per bere legalmente, quindi questo farà la tua prima bevuta a diciotto anni più emozionante della mia quando ho iniziato.”

Harry rimase seduto, pensieroso per un minuto, i suoi occhi si abbassarono al foglio dopo aver ascoltato con attenzione il discorso di Louis.

Non pensi che io abbia mandato a puttane la mia infanzia non avendo fatto le cose normali che fanno i ragazzi? Io...vedo tutti questi teenager che vivono quel tipo di vita, come andare alle feste ogni settimana e ubriacarsi e mi sento come se dovessi sentire di star perdendo qualcosa..

“Cos- no, Haz, ovvio che no! Non pensare così, okay? La tua vita è tanto bella quanto la loro, forse anche meglio perché non passi ogni domenica accucciato nel bagno vomitando anche le budella. Seriamente, hai anni e anni per fare questa esperienza e comunque, lo fanno solo per sembrare fighi e la maggior parte del tempo sembrano tutto il contrario. Se mi riguardo indietro ora, in un'età in cui sono anni che posso bere legalmente, vedo solo un fallito per niente figo.

Harry ridacchiò all'immagine di un Louis più giovane, sfigato e ubriaco che si comporta da stupido, nonostante la sua immaginazione mantenne il bell'aspetto che possiede ora, piuttosto che immaginarsi i lineamenti di un Louis adolescente. Sembrò si sentisse un po' più sollevato, se quel piccolo tiramento sulle labbra, che non sembrava volesse sparire molto presto, era qualcosa su cui fare affidamento. Cominciò a scrivere sul pezzo di carta, ma non appena i suoi occhi si alzarono verso Louis e poi guardarono di nuovo sulle parole, un rossore si diffuse sulle sue guance.

“Oi!” protestò Louis mentre Harry cancellava le parole. La sua obiezione bloccò Harry, che lanciò uno sguardo sorpreso a Louis e quest'ultimo prese vantaggio della sua distrazione. Si lanciò verso Harry – per fortuna aveva prima poggiato la bottiglia per terra- e si buttò per prendere il foglio. Harry fu veloce a reagire e combatté con Louis per evitare che il foglio venisse preso. Ma ben presto, le gambe di Louis furono a cavalcioni su Harry e le sue dita fecero il solletico al più piccolo, finché il foglio non cadde dalla presa del ragazzo.

Stando sempre seduto sopra Harry, Louis portò il foglio al viso per leggerlo chiaramente:

Mi comprerai la mia prima bibita legale?

Harry stava arrossendo intensamente sotto Louis, un leggero color scarlatto a illuminare le sue guance.
Forse era per via della loro posizione e il fatto che Louis fosse sopra di lui, o forse era perché era imbarazzato delle parole che aveva scritto su quelle righe.

Haz” disse Louis, senza scherno nel suo tono, ma con una punta di incredulità e gioia.
“Lo vorresti davvero?”

Harry sembrò indeciso se confessare la verità o meno. I suoi occhi si girarono di lato, perlustrando la cupola accanto a loro, cercando lì la giusta risposta. Un'alzata di spalle fu tutto ciò che gli venne in mente, perciò rispose così. Non stava dicendo né no né sì, quindi pensò che così avrebbe potuto prendere in considerazione tutte le opzioni. Sperò che la sua faccia non rivelasse che nella sua mente stava urlando: sìsìsì.

“Beh...se è questo che vuoi, ne sarei onorato.” disse Louis diplomaticamente, senza lasciar sapere a Harry che poteva vedere, nascosto nei suoi occhi, quello che realmente il ragazzo voleva.


Quegli occhi lo tradirono di nuovo, nonostante Louis non stesse ancora guardando direttamente all'interno di essi, accendendosi con pura gioia e entusiasmo. Il sorriso che si ruppe tra le sue labbra sì aprì, rivelando un po' di quei denti, bianchi come perle, su cui Louis voleva passare la sua lingua sop- Dio, non di nuovo, è come se i miei pensieri non fossero più controllabili.

E fu lì che Louis si ricordò che era a cavalcioni su Harry. Non volendo trattenersi troppo sui fianchi dell'altro, rischiando di farlo sentire a disagio e non volendo diventare lui stesso a disagio con un certo tipo di problema, scese dal ragazzo e si sedette a gambe incrociate accanto a lui.

Non notò l'incupirsi dei lineamenti di Harry, quando fece così, le piccole sopracciglia si accigliarono e con un movimento delle dita il ragazzo più grande lo tirò su.


“Forza, mettiti seduto” ordinò Louis, aggrappando la mano di Harry per tirarlo in una posizione seduta. Questa volta, Louis non si perse un altro bagliore di rosso che comparve sui lineamenti del ragazzo, ma tuttavia fece finta di non accorgersene, nonostante internamente non riuscisse a sopprimere un ghigno di vittoria.

“Chiedimi qualcosa che vorresti sapere” disse, riporgendo il foglio a Harry.

Harry rimase immobile e meditò su una domanda da fare per un po', tenendo l'estremità della penna tra le labbra, pensosamente.

Mi racconti del tuo diciottesimo?

“Il mio diciottesimo? E' stato abbastanza tranquillo, a dir la verità. Perché il mio compleanno è la vigilia di natale e mia madre mi ha letteralmente infilato in testa che non ero autorizzato a ubriacarmi. Così ebbi solo uno o due drink con Zayn al pub, ma non feci nulla di diverso dal solito. Il barista ci lasciava bere lì da quando eravamo appena diciassettenni, quindi non era niente di speciale.”

Oh...beh i tuoi diciannove allora?

Il viso di Louis si accese con un sorriso, “Beh, il mio diciannovesimo fu molto meglio, credimi. Non era il giorno del mio vero compleanno, l'ho festeggiato attorno capodanno. Io, Zayn, Liam e Niall eravamo entrambi andati a Magaluf* e, mio Dio, non mi sono mai divertito tanto in vita mia. Fu del tutto casuale, del tipo che non avevo idea che ci saremmo andati fino al giorno in cui partimmo. Ad essere onesti, fu piuttosto crudele, perché finsero tutti di essersi dimenticati il mio compleanno, ma poi mi diedero i biglietti ed è stato così bello. Era tutto un bere, ubriacarsi ogni sera, ballare, nudismo-”

Harry sgranò gli occhi comicamente e la sua mascella si spalancò dallo shock.

Nudismo?!

Louis rise “Lo so, fu totalmente fuori dal mio controllo, ma in qualche modo riesco ancora a ricordarmelo. Fu esilarante, non so perché lo feci, lo facemmo solo io e Zayn, quindi non fu come se lo avessimo fatto tutti, cosa che è piuttosto strana, ma fu così...divertente. La piscina era così gelida che, lo giuro, il mio pisello era diventato praticamente insensibile, ma fu lo stesso un'esperienza elettrizzante.”

Harry scoppiò a ridere non appena Louis finì di parlare e Louis non riuscì a non ridere insieme a lui a quel ricordo. Harry tirò indietro la testa e le sue labbra erano aperte in un sorriso enorme, facendo risuonare quella sua bellissima risata. Continuò a far uscire piccoli risolini dopo essersi calmato, non riuscendo a togliersi quell'immagine di mente.

“Cambiamo discorso” rise Louis, schivando l'argomento per evitare altre risate rimbombanti a sue spese – non che a Louis importasse, visto che si trattava della risata di Harry che era diretta a lui.

Cos'altro hai fatto lì? Oltre che fare il bagno nudo..

“Hmm...fammi pensare... non credo sia successo niente di importante. Oh! Ho avuto una specie di storia estiva.” ammiccò Louis.

Davvero? Parlami di lui!

“In realtà era piuttosto noioso, se devo essere sincero. Ma, voglio dire, a quel tempo, tutto quello che volevo era una buona scopata, quindi non è che mi importasse molto se sapesse sostenere una conversazione o meno. Ci incontravamo ogni sera al locale e cominciavamo da lì. A pensarci bene, credo che non si possa chiamare una storia, era più una 'scopa-amicizia' estiva. Ma non suona molto bene, vero?"

Harry non stava arrossendo, non tanto quanto fece mentre scrisse la risposta, con una spolverata di rosa sulle sue guance. Teneva il labbro inferiore catturato in mezzo ai denti e con timidezza mostrò a Louis il suo blocco.

Anche a me piacerebbe una storia estiva, penso che siano dolci.

Louis avrebbe voluto fare un forte 'aw', ma non lo fece, mantenendoselo stretto in gola.

"Il mio non era tanto dolce però. Una sveltina sulla sdraio non è proprio la cosa più romantica che ci sia."

Harry rise un pochino assieme a Louis.

La vorrei comunque, però sceglierei un ragazzo che non sia noioso come il tuo, ovviamente.

Gli occhi di Louis lessero distrattamente la frase un paio di volte, ma continuarono a venir attirati da quell'unica parola: ragazzo. Non riuscì a impedire a quella parola di scorrere fuori dalla sua bocca.

"Ragazzo?"

Stavolta Harry arrossì decisamente, le sue guance avvamparono di un rosa acceso e sembrava che volesse nascondere il suo viso dall'imbarazzo. Annuì con ammissione e Louis sorrise rassicurandolo, per fargli capire che era okay. Sarebbe sempre stato okay per Louis, lui era probabilmente la persona più gay che Harry avesse mai incontrato, quindi non c'era alcuna possibilità che il ragazzo potesse trattarlo diversamente.

Ovviamente non avrebbe voluto farselo scappare di bocca, ma l'aveva fatto. Louis era piú o meno felice, scioccato, ma felice. Quella situazione era calma e non vi era alcun tipo di pressione. Non fece sembrare la confessione troppo grande e pesante, era semplicemente scappato - ipoteticamente- dalle labbra di Harry, come fosse stata una normale confessione di qualcosa di assolutamente irrilevante. Per Harry doveva essere stato più facile dirlo così che in una conversazione esclusivamente per quello, quindi Louis era contento che si fosse aperto. In più, ciò voleva dire che la cotta di Louis per il ragazzo non era sprecata con qualcuno di palesemente e totalmente etero.

Quindi, Megaluf è il posto più lontano in cui sei stato? Andando per locali, intendo.

"Oh sì, quella è l' ultima volta che ci sono stato, non posso permettermi di andarci ora. Sono sorpreso che i ragazzi se lo potessero permettere, era piuttosto cara la vita lì, con tutti i drink e cose varie. Mi pagarono il mio biglietto e tutto il resto quindi deve essere stato costoso per loro. Potrei andare a Londra, per quello posso cavarmela, ma non fuori dal paese. Tu pensi che potresti? Cioè viaggiare per andare nei locali. Se bevessi, ovviamente.”

No, probabilmente no. Cioè, non fraintendermi, amo visitare altri paesi in vacanza e tutto, ma non per una cosa in particolare. E poi non saprei la differenza tra andare nei locali qua e in altri paesi...c'è qualche differenza?

"Non proprio. Probabilmente solo una differenza di meteo e forse è meno caro. Tutti sono lì solo per stare nei locali, quindi credo che questo cambi un po' l'atmosfera, ma qui intorno è comunque bello. Se ci vai con l'intento di ubriacarti, puoi farlo tranquillamente nel locale in fondo alla strada. Andare per locali praticamente è: bere, ballare, bere di più"

È per quello che ti piace? Perché si balla? È quello che senti quando balli che ti piace?

Louis pensò alla sua risposta per un attimo. Quello non era davvero ballare, a parte lo spettacolino che aveva messo su l'ultima volta, non lo faceva normalmente. "Beh immagino che sia per quello, ma non lo sia allo stesso tempo, ha senso? Ballare su un palco è diverso, è routine, è ciò in cui metti tutto il tuo cuore, mentre nei locali è più..può sembrare grezzo, ma è solo strusciarsi contro gli altri, muovere il sedere, cose volgari insomma. Non devi metterci tanto sforzo, è l'alcol che ti da la scossa, più che la danza. È una cosa divertente da fare, ma non è la stessa cosa sai?"

Come quando io ho una sensazione diversa quando suono il tuo piano, rispetto a quando suono quello a casa? Al tuo piano mi sento nel posto giusto al momento giusto, ma nel mio a casa non riesco a suonare altrettanto bene.

Gli occhi di Harry erano sgranati e innocenti mentre fissavano Louis, cercando di aiutarlo a spiegare.

"Sì, immagino che sia come quello" gli offrì un sorriso e un cenno di incoraggiamento. Harry sorrise contento quando capì, facendo battere velocemente il cuore di Louis. "Dipende dalla situazione, sai?"

Harry annuì entusiasticamente, d'accordo con lui. Fu come se le orecchie di Harry punzecchiassero in quel momento e la sua attenzione si rivolse alla band davanti alla fontana. Avevano suonato dei brani classici nel sottofondo, approfittandosi del parco affollato e del bel tempo. C'era un chitarrista, un bassista, un cantante che aveva una tastiera di fronte a lui e due persone che suonavano la tromba. Non erano tanto male, secondo la memoria di Louis, ma non li aveva davvero notati tanto ad eccetto per il momento in cui erano arrivati al parco.

L'espressione di Harry si accese quando sembrò realizzare quello che stava dicendo il cantante. Un sorriso si stese sulla sua faccia non appena vide i musicisti preparare i loro strumenti e la musica per cui Harry era tanto emozionato.

Appena Louis stava per chiedergli cosa stesse succedendo, Harry scrisse sul foglio velocemente e glielo mostrò:

Stanno per suonare Stevie Wonder ed è pure la mia canzone preferita!

Louis guardò l'espressione luminosa di Harry, notando quanto fosse felice ed emozionato solo perché la band stava suonando la sua canzone preferita del suo artista preferito. La musica significava molto per Harry, quello era ovvio, ma Stevie Wonder significava molto di più. Louis non sentiva qualcuno balbettare su quanto fosse meravigliosa una persona da quando viveva con le sue sorelle, che mugugnavano su Justin Bieber. Ciononostante a Louis non importava, lo amava infatti. Harry adorava quell'uomo, era così folgorato che fu inspiegabile.
Il tono calmante di quella voce sembrò dargli sollievo. Anche se il ritmo della canzone era veloce, Harry entrò in uno stato di calma e beatitudine. Quella musica era tutto il suo mondo.

Appena Louis lesse quelle parole e notò quell'espressione felice, afferrò la mano di Harry e lo tirò su facendolo alzare da terra con uno sforzo. Non perse tempo e trascinò il ragazzo più piccolo - nonostante ci fosse una piccola resistenza da parte sua- verso la piccola folla che era radunata attorno alla band. Li raggiunsero non appena la prima nota venne suonata e l'espressione di Harry si trasformò all'istante nel sorriso più grande che Louis avesse mai visto.

Louis amava così tanto quando Harry sorrideva. Non sembrava forzato o fuori posto, non era troppo grande, né troppo piccolo, era sempre giusto. Era quando sorrideva in quel modo che il cuore di Louis era di più in adulazione. Esprimeva estrema felicità e gioia. A pensare che settimane prima vederlo sorridere a bocca serrata era una grande impresa, fu sbalordito di come le cose fossero cambiate. Era una sensazione dolce e amara allo stesso tempo. Louis non voleva che le cose cambiassero da quel momento. Harry sembrava veramente felice e questo era tutto ciò che importava, ma una piccola parte di lui continuava a strattonare il suo cuore per ricordargli di quei sentimenti con cui non voleva spaventare Harry.

La musica era contagiosa, ma il sorriso raggiante di Harry lo era di più. Louis stava sorridendo così tanto che le sue guance stavano quasi per fargli male, ma ciò non lo scoraggiò dall'esprimere la sua felicità. Restò in piedi vicino a Harry, che era perso nella musica, nonostante la voce dell'uomo non fosse ai livelli di Stevie - che poi, chi era al suo livello?- e avvolse le braccia attorno alla vita del ragazzo.

Harry non si tese molto, forse un pochino per via dello shock, ma appena sentì il mento di Louis sulla sua spalla e la sua voce cantare le parole nel suo orecchio, si rilassò nella stretta. Le sue mani si incrociarono per tenere le braccia di Louis mentre lui dondolava da una parte all'altra, ballando un pochino.

Si dimenticarono di ciò che gli stava intorno.
Si persero nella melodia gioiosa e la sensazione della testa dell'altro sul proprio corpo. Erano intrappolati in una bolla di felicità.


Il telefono di Louis vibrò e squillò fastidiosamente nella sua tasca, per fortuna quando la canzone era finita e aspettavano la canzone successiva, ma in ogni caso aveva interrotto i due dalla loro trance. Louis lo pescò dalla sua tasca e premette il tasto di risposta, senza importarsi di controllare chi era. Tutto ciò che voleva era finire la chiamata in fretta così che potesse tornare ad Harry e passare il resto del pomeriggio in pace.

“Pronto?” chiese. La band sembrò suonare un pezzo sconosciuto sia per Louis che per Harry, così con un cenno della testa, gli gesticolò di tornare al loro posto.

“Ehi amico”

Zayn.

Merda.

Louis controllò Harry che stava camminando lentamente poco più avanti di lui, non notandolo assolutamente. Louis non voleva per niente parlare con Zayn in quell'esatto istante, non era davvero il momento. Con tutto quello che era successo l'ultima volta, non voleva ripetere l'esperienza. Ovviamente aveva promesso a sé stesso che non avrebbe più fatto nulla del genere, quindi non l'avrebbe rifatto, ma non aveva idea di quello che avrebbe detto. Era stato in quella situazione un sacco di volte nella sua testa, trovando milioni di modi in cui avrebbe potuto cambiare ciò che voleva dire, ma, in quel momento, c'era solo il vuoto.

“O-oh Zayn- ehm, che succede?” balbettò prima di ricomporsi e convincersi a comportarsi con nonchalance.


“Niente di che, mi chiedevo che stessi facendo, tutto qua” c'era qualcosa di strano dietro al tono di Zayn che Louis non riusciva a riconoscere, non era davvero sicuro di volerlo scoprire, sarebbe stato meglio di no.

“Ehm- niente di che, sto solo.. oziando” Louis sussultò da quanto strano suonasse e, davvero, chi è che usava ancora il termine 'oziare' ?

“Davvero? Stai oziando? E stai 'oziando' in qualche posto carino?” Louis poteva praticamente sentire Zayn giudicarlo attraverso il telefono, poteva letteralmente vedere le virgolette fatte con le sue parole.

“Uh no, non proprio, solo al parco, niente di speciale” Louis mantenne gli occhi fissi su Harry che si avvicinava all'albero.

Mentre guardava, il ragazzo inciampò sui suoi stessi piedi e Louis dovette tapparsi la bocca con una mano per sopprimere la risata che stava per scoppiargli. Harry si raddrizzò e si guardò intorno, per controllare se qualcuno se ne fosse accorto e, nessuno l'aveva visto, finché i suoi occhi non finirono su Louis che stava tremolando con una risata silenziosa. Arrossì e gli fece il dito medio, cosa che fece venir voglia a Louis di ridere ancora più forte. Crollò sotto l'albero, facendo finta di tenere il broncio, ma quel ghigno simile a un sorriso tra le sue labbra lo resero poco convincente.

“Louis? Ci sei?” sentì attraverso il telefono. Louis si ricordò del ragazzo in linea e tossì goffamente, provando a sbarazzarsi dell'immagine di Harry che cadeva e la risata che ne seguì.

“Sì, certo, scusa. Che stavi dicendo?”

“Stavo dicendo che sono vicino al parco, potrei venire e ci potremmo vedere se ti va” si offrì Zayn, quel tono che continuava a persistere nella sua voce.

“No!” fece all'improvviso Louis, ma tossì per correggersi velocemente “Cioè, no, non c'è bisogno, me ne sto per andare comunque, quindi non ha molto senso..”

“Sicuramente potrai stare un po' di più per vedere il tuo migliore amico, no? Non ci vediamo da un sacco, non vieni più a trovarci al sabato..”

“Uhm, sono stato impegnato con l'università, tutto qua. Sabato è il giorno migliore per finire i compiti assegnati." mentì Louis, o beh, non era del tutto una bugia.
Tecnicamente andava nell'edificio universitario, solo che non lavorava.

"Ma hai tempo di andare al parco? Sì giusto.." Rispose Zayn per le rime, sarcasticamente.

"Sto.. Sto lavorando! Sì, sto finendo un saggio. Sto approfittando del bel tempo, sai?"

Louis sentì un mormorio nello sfondo, non era sicuro di chi fosse, ma non sembravano troppo felici.

"Quindi non sei con qualcuno in questo preciso istante?" Lo interrogò Zayn.

Louis si immobilizzò. Cosa avrebbe dovuto dire? Pizzicava dalla voglia di ammetterlo, ma qualcosa lo tratteneva, forse la voce dura di Zayn, che lo intimidì a stare zitto.

"Uhmm... Io... Beh.."

"Oh, piantala, Lou!" Ringhiò Zayn prima di buttare giù improvvisamente. Louis tolse il telefono dall'orecchio e lo fissò sorpreso. Quello non se l'aspettava. Zayn non era uno che chiudeva in faccia il telefono alle persone con facilità, era più uno che diceva all'altro ciò che pensava. Specialmente con Louis; glielo diceva sempre se era arrabbiato con lui e gli diceva anche il perché, chiaro e tondo. Non erano state tante le volte in cui era stato arrabbiato con il ragazzo, solitamente era tollerante nei suoi confronti, ma c'erano state volte in cui semplicemente non riusciva a passarci sopra e allora lo mandava a quel paese.

Quindi era questo il motivo per cui sta volta fu uno shock per Louis; il ragazzo aveva tranquillamente buttato giù il telefono, lasciando Louis sconcertato.

Mentre si avvicinava al ragazzo impigrito, con la fronte corrugata al pensiero della chiamata che ancora non voleva spostarsi dalla sua mente, senti qualcuno avvicinarsi velocemente dietro di lui. Credendo fosse un bambino dietro di lui che cercava di recuperare una palla o qualcosa di simile, Louis continuò a camminare dritto verso Harry, che, notando il suo ritorno, lo stava salutando con un sorriso.

“Ehi, Haz, ti piacer-” cominciò, chiamando il ragazzo, ma venne interrotto velocemente da una voce familiare dietro di lui, che fermò il suo discorso e lo fece arrestare.

“Haz?” La voce era ferma, dura e vendicativa, non simile a com'era solitamente. Quella parola era stata detta come se la faccia che si nascondeva dietro di essa avesse un'espressione interrogativa e giudicatoria, per nascondere lo sgomento che provava.

“Cazzo” mormorò Louis sotto al suo respiro, strizzando gli occhi strettamente e alzando la mano per strofinarla sul suo viso dall'angoscia. Ovviamente doveva succedere, non poteva passare una sola bella giornata senza che qualcosa andasse storto.

Si girò sui suoi talloni, trovandosi faccia faccia con la voce.

Zayn.

Niall e Liam gironzolavano dietro, ma era ovvio che Zayn era quello a cui infastidiva di più la situazione, stando in piedi direttamente di fronte a lui.

Louis si strofinò il retro del suo collo goffamente. “ Uh..ehi, amico, tutto apposto?” Il suo tono era cauto perchè Dio solo sa quanto potesse essere maligno in queste condizioni.



“Haz?” ripeté un'altra volta, quasi sputandogli le parole addosso.



“Senti, Zayn, posso spiega-”


“Quindi siamo alla fase dei nomignoli eh? Haz sta per Harry presumo, no?”


“Sì e quindi anche se fosse? Cosa ti cambia?” ribatté Louis sulla difensiva.



“Mi cambia quando mi dici le bugie!”


“Dai, non te la prendere per una cosa del genere. Non stavo nemmeno davvero mentendo visto che non mi hai nemmeno dato occasione di spiegare” provò a farlo ragionare Louis.



“Mi incazzo se voglio! Fanculo, Lou, non avresti spiegato proprio un bel niente. Ti ho dato un milione di opportunità per farlo e tu non hai colto nessuna di queste.”



“Non sapevo fossi qui, te l'avrei detto se l'avessi saputo!”


“Cosa, quindi mi avresti detto che eri con facciadaculo?” rispose subito Zayn a tono, facendo un passo avanti.



Era come se ci fosse un vulcano nel petto di Louis che era stato innescato con quell'insulto ed eruttava rabbia, che scorreva attraverso le sue vene, viaggiando velocemente dentro di lui e nutrendolo con le sue parole.


“Non chiamarlo così.” ruggì con un tono profondo. La sua postura era difensiva, i suoi pugni erano stretti ai lati. Naturalmente non sarebbe ricorso alla violenza, non con il suo migliore amico, ma doveva trattenere la sua rabbia in qualche modo.

“Ma è così che è, no? Questo è il ragazzo che non può parlare, no? Non vedo come possa essere altro se non un cretino di merda.” Zayn lo disse come se quello fosse l'unico nome con cui fosse possibile chiamare Harry, come se la sua opinione fosse chiaramente l'unica che tutti dovevano avere.


“E' mio amico, ecco cos'è. Ed è lontano da... quello.

Le parole di Louis sembrarono scioccare Zayn. Lo colsero un po' di sorpresa. I suoi occhi si allargarono comicamente, le sopracciglia si alzarono sulla fronte. Forse la sua reazione era abbastanza per dimostrare quanto Louis stesse venendo intensamente giudicato in quel momento, ma non se ne accorse. Dietro, Niall e Liam sembrarono scioccati anche loro, lanciando a Louis sguardi strani e stupiti.

“E' tuo.. amico?” disse Zayn con il disgusto che traspariva nel suo tono.

“Sì, lo è, che male c'è?” sparò Louis fiduciosamente, inclinando la testa all'indietro, in un modo che farebbe chi sta per cominciare una rissa. Non l'avrebbe fatto, ovviamente, ma stava quasi scommettendo sulla risposta.

“Tutto!” La risposta di Zayn era esasperata, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Le sue mani erano di fronte a lui, gesticolando alle cose intorno, come se fossero 'tutto'.

Niall fece un passo avanti, senza sorpresa, il suo accento irlandese era inspessito dallo scherno. “Beh, sicuramente se è tuo amico, possiamo incontrarlo allora?”

Le labbra di Louis si serrarono con una riga stretta e sottile. Sapeva cosa stavano facendo, sapeva che stavano ridicolizzando il modo in cui difendeva il ragazzo. Volevano che lui reagisse, volevano vederlo crollare un'altra volta e ammettere che era tutto uno scherzo.

Ma Louis non poteva più farlo, non voleva. Le due parti della sua vita dovevano restare separate, l'aveva deciso tempo prima. Harry era una parte della sua vita, i ragazzi erano l'altra. Non dovevano fondersi in una sola. Se fossero andati da Harry, sapeva che la linea che le sperava sarebbe stata spezzata e sapeva che non si preannunciava niente di buono per il caso di Harry. L'avrebbero sopraffatto, confuso e spiazzato. L'avvicinamento di persone così arrabbiate l'avrebbe scioccato, e sapeva che probabilmente Zayn l'avrebbe preso in giro cercando di farlo parlare.

Erano tutti dei bravi ragazzi, non sarebbe stato loro amico se così non fosse, ma erano adolescenti. Provavano rancore nei riguardi di persone che non avevano il bisogno di venir discriminate e avevano una visione in bianco e nero della vita. Louis immaginò che fosse la sua vita ad essere troppo aperta, il che significava che era diverso. Sin dall'inizio era stato vulnerabile, avendo una vita completamente diversa dalla loro per via della sua sessualità. Aveva visto come funzionava tra le persone che non venivano classificate come 'normali' e si era abituato, le preferiva – ad eccezione dei tre ragazzi di fronte a lui.


Era attirato a Harry perchè Harry non era il tipo di persona che pensa e basta. Lui esplorava la sua mente e tirava fuori teorie casuali e idee che persone come Zayn non farebbero. Lui era aperto a cose diverse.

Avrebbe voluto che loro andassero d'accordo, è ovvio che avrebbe voluto, ma sapeva che non sarebbe successo, specialmente se lo incontravano com'erano adesso. Erano suscettibili e frustrati,

e sapeva che Harry non sarebbe stato in grado di comunicare con gente con quel tipo di umore. Voleva solo proteggere il ragazzo, in parole povere. Voleva proteggerlo dai pensieri che avrebbe fatto dopo l'incontro. Zayn non avrebbe nascosto il suo disprezzo per il ragazzo, non in quelle condizioni comunque, quindi Louis sapeva che Harry si sarebbe continuamente chiesto perché lo disprezzassero e cosa avesse fatto di male. Harry era felice e non voleva compromettere ciò.

“No” iniziò Louis. “Non potete. Non posso rischiare che lo feriate, perché vi conosco e so che lo farete. Non vi permetterò di farlo. E' mio amico, okay? Non smetterò di essere suo amico solo perché voi non capite perché mi piace. Non dovete per forza conoscerlo o fare finta di essere amichevoli con lui, quindi potete semplicemente lasciare perdere e dimenticare che lo conosco. D'accordo?”

Le parole di Louis non erano particolarmente energiche o dure, ma erano severe e efficaci. Era ovvio che Zayn era stato preso alla sprovvista, Louis normalmente non era così interessato a una persona. Avrebbe potuto giurare che Louis era serio e che era al limite per diventare furioso se Zayn avesse fatto un altro passo in avanti. Louis arrabbiato era sfacciato, e nessuno poteva davvero competere con le osservazioni insolenti che avrebbe lanciato a loro. Zayn avrebbe ammesso che quasi voleva spingere Louis oltre il limite, ma sapeva che non era l'idea migliore. Lui stesso era arrabbiato, più per il fatto che Louis gli stesse mentendo che il fatto che fosse amico di qualcuno come Harry, ma, come aveva detto Louis, non erano affari suoi. Zayn stava solamente cercando il suo migliore amico, ma sapeva che sarebbe stato meglio se si fosse tenuto alla larga dalla situazione per il momento.


“D'accordo, d'accordo” si arrese, alzando le mani e facendo dei passi indietro. Louis sembrò sgonfiarsi con un sospiro di sollievo non appena Zayn gli lanciò un fugace e incerto arrivederci, prima di girarsi e andare via con gli altri due suoi migliori amici.

Louis strofinò le mani sulla faccia, infilando poi le dita tra i capelli. Andò meglio di come pensasse. Zayn sapeva quando fermarsi -glielo concedeva- quando si trattava di Louis. Sapeva che qualche volta probabilmente avrebbero dovuto risolvere la situazione parlandone, ma in quel momento non poteva fregargliene di meno.


Roteò sui suoi piedi, tornando da Harry che stava guardando attentamente. Il suo sguardo era leggermente incuriosito, ma l'espressione accigliata sul suo viso era la prova che sapeva che si era verificata una lite. Appena Louis si avvicinò, notò che il ragazzo non sembrò avere sofferenza nei suoi lineamenti e quel fattore lo fece sentire un po' più alleggerito. Harry, ovviamente, non aveva sentito la conversazione e Louis voleva ringraziare Dio per quello. Tutto ciò che sapeva era che qualcosa non andava bene tra Louis e il ragazzo, ma non sapeva cosa o perché.

Louis si piantò sotto l'albero, sistemandosi vicino all'altro. Il viso di Harry era girato verso di lui, gli occhi che domandavano cosa non andasse. Louis scosse la testa, dicendogli che non era niente e di non disturbarsi a chiedere, che non voleva approfondire il discorso. Ciononostante lo sguardo interrogativo di Harry non cessò. Non che si sarebbe disperato se non avesse saputo cos'era successo, era solo preoccupato per il ragazzo più grande e voleva assicurarsi che stesse bene.

Stai bene?

Scrisse Harry disordinatamente, mostrandolo a Louis, con preoccupazione nei suoi occhi.

Louis sorrise, mettendo un braccio attorno alla spalla di Harry e lasciando che la sua testa di ricci si posasse sulla curva del suo collo. “Tu sei qui, giusto? E' ovvio che sto bene, sto più che bene.”





*Hotel / Resort che si trova in Spagna, sull'isola di Mallorca.

 



__________________________________

Note: Qui trovate il nostro blog, con altre traduzioni! Alla prossima!
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: LarryTranslations