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Autore: smile r    09/01/2014    5 recensioni
e se Oscar avesse sposato Girodel cosa sarebbe successo?
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti, Victor Clemente Girodelle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Sono seduto sulla poltrona vellutata, vicino alla scrivania, di fronte allo sguardo glaciale di tuo padre.
Abbasso lo sguardo, ricacciando le  lacrime. In questo momento provo tristezza, confusione e smarrimento allo stesso tempo. Non capisco perché tuo padre mi abbia  invitato a cena e non comprendo il perché ti sposi con Girodel, ma la cosa che mi fa star  più  male è  perché non mi hai detto niente. Non ti importa la mia opinione?  Oppure non mi hai detto niente perché sapevi che io soffrissi a questa notizia?
Sento le lacrime risalire e cerco di calmarmi,ma ora la mia vista è offuscata e sento una lacrima scendere lentamente  e  la blocco prima che mi righi metà guancia. Inizio a stropicciarmi l’occhio destro e cerco di ricacciare nuovamente le lacrime, questa volta con successo.  I miei pensieri sono rivolti di nuovo a te, che ti trovi a pochi passi da me; vorrei chiederti delle spiegazioni,vorrei farti capire quanto soffro,ma non lo farò non ne ho il diritto.
Tuo padre mi  distoglie dai miei pensieri richiamandomi  per più di una volta .Alzo il mio unico occhio dal pavimento e  cerco di mettere a fuoco il suo  volto, non con  poca fatica.
“tutto bene Andrè?”
“si,signor Generale”
“sembravi tra le nuvole, ma va bene lasciamo stare. Immagino che sei venuto nel  mio studio per chiedermi  perché  ti ho invitato, vero?”
“si”
“C’è una proposta per te,ma  la persona della proposta non è ancora arrivata, lo saprai più tardi.”  si ferma e poi pronuncia con tono autoritario ”Ora puoi andare.”
Annuisco dirigendomi verso la porta e prima di uscire mi congedo con un semplice “con permesso” facendo una specie d’inchino. Una volta uscito fuori  dallo studio mi avvio verso la mia umile camera, per sfogarmi e per versare tutte le lacrime che ho  trattenuto.
                                                       
E’  quasi ora di cena e sono ancora nel mio letto. La nonna sta gridando a squarcia gola da un bel po’ e così vado a controllare cosa sta succedendo.
Le grida provengono dalle cucine e inizio a preoccuparmi perché il nome che  sta  gridando è il mio. Appena entro nelle cucine vedo la nonna correre verso di me con un mestolo tra le mani  e  inizia a colpirmi sul sedere.
“ AHI  cosa ho fatto?” le chiedo con  voce offesa
“ cosa hai fatto? Cosa  hai fatto?  Mi hai fatto gridare  a squarcia gola per più di un quarto d’ora.” Dice  colpendomi ancora più forte “ devi portare  i piatti a tavola il conte De Girodel sta per arrivare”
Appena sento pronunciare quel cognome vado nel panico più totale, dovrò cenare con l’uomo che sposerà l’amore della mia vita, non so se riuscirò a essere rilassato...
Dopo aver apparecchiato la tavola è  subito arrivato il conte  che si è già accomodato nella sala da pranzo insieme al generale e a me aspettando l’arrivo di Oscar.
Nel frattempo iniziamo a chiacchierare:
“come va Andrè?”
“bene. Grazie signor conte”
“mi fa piacere” un sospiro”immagino che il mio futuro suocero ti abbia già accennato una proposta” poi rivolge il suo sguardo al generale continuando a parlare “vero?”
“si, si ho accennato qualcosa” risponde con voce un po’ irritata  come se fosse stato infastidito dalle  frasi appena produciate, o meglio dire da tre semplici parole
“Andrè” inizia il conte “vorrei che tu facesti parte della mia servitù, sai a Oscar farebbe molto piacere”
Annuisco scioccato da quelle parole dovrei vedere la mia Oscar per il resto della mia vita tutti i giorni con il conte
“allora??”
“mi dispiace signor conte, ma non posso accettare, ho sempre servito la famiglia De Jarjeyes e poi ora sono un soldato della guardia metropolitana di Parigi”
“però faresti felice Oscar”
“ per favore non insistete”
“ e va bene Andrè,ma se cambi idea le porte del mio palazzo saranno sempre aperte”
All’improvviso la porta si spalanca e appare Oscar in tutta la sua bellezza; si siede accanto al conte e questo gesto mi stringe il cuore facendomi riaffiorare in mente che loro saranno legati in matrimonio tra meno di un mese. Sento le lacrime pungermi, ma le devo trattenere, non posso piangere davanti a tutti mi prenderebbero per un pazzo.  
                                                            ***
 
E’ notte fonda e tutto il palazzo è avvolto nel sonno, tranne io  che sento Pierre russare dall’ altra stanza e mi ricorda tutta le notti insonni passate in caserma per mezzo di tutti i soldati che ronfavano.
Penso a tutta la mia giornata  che sembrava una come tutte le altre: svegliarsi presto, turno di guardia e risse in caserma;ma  mi sbagliavo è stata una giornata straziante, ormai Oscar ti devi sposare ma non riesco ancora a comprenderne il motivo.
Inizio a piangere, calde lacrime mi rigano il volto, ho preso una decisione: devo andarmene via, via da palazzo, via dalla caserma, via da questa Francia che si trova sull’orlo della rivoluzione, per dimenticare tutto il mio passato, questa è la mia decisione; preparo in fretta una sacca per partire, ma prima ti devo salutare. Dopo aver preparato tutto  mi dirigo verso la tua camera e senza accorgermene mi ritrovo davanti alla porta di legno massiccio, abbasso la maniglia e entro senza far rumore. Tu stai dormendo e mi ricordi una divinità greca. Mi  avvicino lentamente e poso un bacio sulle tue labbra  “Addio Oscar”
   
 
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