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Autore: Love_My_Spotless_Mind    09/01/2014    5 recensioni
Hyuk decide di studiare a Seoul insieme all'amico di suo fratello, HongBin. Cosa potrebbe nascere dalla loro particolare amicizia?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hongbin, Hyuk
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Conoscevo HongBin fin da quando ero bambino poiché era il migliore amico di mio fratello. Mi era capitato spesso di vederli giocare nel campetto  sotto casa e sentirlo scherzare. Lo avevo visto crescere giorno dopo giorno ed avevo potuto osservare il suo processo di metamorfosi in ogni minimo particolare. Anche se ero solamente il dongsaeng di mio fratello, conoscevo molte cose di lui ed avevo ascoltato molti dei loro discorsi importanti. Anche se non lo sapevano, condividevo i loro segreti. Mio fratello non mi aveva mai permesso di parlare con i suoi amici perché erano tutti più grandi di me e molti di loro mi avevano spesso utilizzato come bersaglio per i loro scherzi. HongBin non era mai stato come loro, non gli piaceva fare scherzi e si era sempre tirato fuori da questo tipo di faccende. Anche quando mio fratello aveva iniziato a fumare ed uscire con ragazzi non troppo raccomandabili, HongBin si era tenuto lontano da questo tipo di abitudini.


I miei genitori lo adoravano e si congratulavano sempre con mio fratello  per aver trovato un così bravo amico. Negli ultimi tempi HongBin aveva iniziato a frequentare la nostra casa sempre più spesso, fermandosi anche diverse volte a cena. Io restavo in silenzio, seduto al mio posto, senza interferire nei discorsi dei più grandi. Sebbene, ormai, fossi anch’io un adolescente, mio fratello continuava a vedermi come un bambino e non mi permetteva di “infastidire” i suoi amici. Una di quelle sere, mentre mangiavamo pollo fritto guardando la tv, HongBin mi sorrise e mi chiese come andasse con la scuola.


La sua domanda mi emozionò particolarmente. Forse anche lui si era accorto che stavo crescendo e, finalmente, iniziava a vedermi come un ragazzo al loro pari. Gli risposi timidamente, dicendo che era tutto apposto e che volevo impegnarmi particolarmente per l’esame d’inglese. HongBin mi rivolse un altro sorriso gentile ed anch’io ricambiai.



Arrivò l’estate e, dopo l’ultimo esame, terminai le medie. I miei genitori iniziarono a ricercare una buona scuola superiore dove iscrivermi. Scoprirono che l’unico istituto nelle vicinanze era stato chiuso e che gli altri non godevano affatto di una buona fama. Decisero, così, di iscrivermi in un istituto nella capitale. Non avevo nessun parente a cui chiedere ospitalità ed andare a vivere con qualche sconosciuto li avrebbe molto preoccupati. Così una sera, mentre HongBin era a cena da noi, ascoltando i discorsi dei miei genitori, mi offrì di condividere con lui l’appartamento in cui viveva a Seoul. Anche lui si era trasferito da appena un mese per studiare ed era alla ricerca di un coinquilino.


Mio fratello sosteneva che fossi troppo piccolo per andare a vivere lontano ma i miei genitori, fortunatamente, non gli diedero ascolto.


Il giorno della partenza HongBin mi aiutò a sistemare i bagagli sul treno e ci sedemmo vicini. Mi parlò della musica che ascoltava, della scuola e dell’appartamento. Era così amichevole da mettermi in imbarazzo. Per la prima volta nella mia vita non mi sentivo un bambino fastidioso che doveva semplicemente restare in silenzio e non disturbare gli amici del fratello. Di fronte agli occhi di HongBin quel giorno ero qualcos’altro: un semplice ragazzo con cui poter tranquillamente sostenere una conversazione. Pensando a questo mi sentii molto strano.


-Devi impegnarti molto – mi disse – Il periodo di passaggio tra le medie e le superiori è molto impegnativo. I primi test potrebbero stressarti molto, per me è stato così. I primi tempi sono sempre i più duri ma poi sarà tutto in discesa. –


Io annuii. HongBin era molto bravo a scuola e mio fratello lo aveva sempre invidiato per i voti eccellenti.


-Grazie per aver accettato di ospitarmi. – lo ringraziai parlandogli formalmente.


   -Lascia perdere i convenevoli, ci conosciamo da una vita. – mi rassicurò lui – Da oggi in poi potrai chiamarmi “hyung”, se ti fa piacere. –


-Certo che mi fa piacere! Grazie, hyung. –


Il viaggio in treno durò quasi quattro ore ed appena arrivammo ad una delle stazioni di Seoul, non potevo crederci. Non avevo mai visto così tanti treni in fila e così tante persone, di nazionalità diverse, che attendevano di fianco ai binari. Salimmo sulla metropolitana e durante il tragitto HongBin mi spiegò come aveva fatto a memorizzare alla perfezione il percorso da compiere per arrivare a casa.


L’appartamento non era molto spazioso, aveva solamente due stanze ed un bagno, ma era accogliente. L’arredamento era quello basilare: due futon, un bollitore, un frigorifero, una credenza, un fornello, un forno, un armadio ed una televisione. Posammo le nostre borse sul pavimento ed iniziai ad osservare la mia nuova casa.


-So che è molto diversa dalla casa dove vivevi, ma gli appartamenti in questa zona sono particolarmente piccoli e questo è uno dei più spaziosi. So anche che ci sono poche comodità ma trascorreremo poco tempo in casa, te lo assicuro, la vita alle superiori occupa quasi tutta la giornata. Staremo qui soltanto per dormire ed il sabato e la domenica mi piacerebbe approfittare per fare qualche passeggiata o andare in biblioteca. –


-Questo appartamento va benissimo. – lo rassicurai.


Quella sera mi portò in un ristorante in centro dove cucinavano carne alla griglia. Ci sedemmo in un tavolo insieme ed ordinò del soju e del maiale.


-Ti offrirò una vera cena da adulti. – scherzò.


Mangiammo bevendo soprattutto acqua poiché non riuscivo a mandare giù l’alcool senza che mi girasse la testa. Lui era molto divertito quando mi vedeva bere.


Standogli vicino mi sentivo davvero un ragazzino. Lui era così cool, qualsiasi cosa dicesse o facesse. Nel suo modo di fare c’era qualcosa che mi incuriosiva davvero. Sembrava una persona irraggiungibile ed ai miei occhi era davvero così, nonostante condividessimo lo stesso appartamento e stessimo cenando insieme.


-Ah! – gridò mentre mangiava, come se si fosse improvvisamente ricordato di qualcosa di molto importante – C’è una cosa che non sai di me. –



Addentai una frittatina appena cotta.


-Cosa? –


Lui sorrise sentendosi profondamente misterioso.


-Potrei anche non dirtelo e lasciarti nel dubbio… -


-Non essere perfido! –


Rise.


-Parli davvero come un ragazzino, lo sai? –


Arrossii leggermente, non sembrava che la sua affermazione volesse suonare come un insulto.


-Va bene, va bene, te lo dirò. Sono il cantante di un piccolo gruppo. È una cosa da poco, il chitarrista non è neanche bravo ma ho pensato che dovessi saperlo. –


  Trascorse una settimana prima che iniziassero le lezioni. HongBin mi accompagnò in libreria per comprare i testi scolastici, poi in cartoleria per accertarsi che prendessi l’attrezzatura giusta, poi mi accompagnò a scuola per ritirare la divisa e mi pagò l’abbonamento alla mensa.


Ogni sera quando i miei genitori mi telefonavano volevano parlare anche con lui. Gli chiedevano se mi stava tenendo d’occhio, se mi comportavo bene e se ero educato. HongBin gli parlava sempre molto bene di me e questo mi faceva molto piacere. Era un ragazzo molto responsabile e sapeva prendersi cura di me alla perfezione. Avrei voluto che mio fratello potesse darmi le sue stesse attenzioni ed essere premuroso quanto lui. Se avessi avuto un fratello del genere la mia vita sarebbe stata più semplice ed anche la mia infanzia sarebbe stata migliore.


Pensavo a questo ogni sera, quando mio fratello non voleva mai salutarmi al telefono e non mi inviava mai un messaggio. Odiavo il suo carattere e la sua abitudine di farmi sentire abbandonato. Per lui ero sempre stato un bambino fastidioso, una vera scocciatura. Avrei voluto che conoscesse un altro lato di me, che capisse che ero cresciuto e che anch’io avevo dei pensieri e delle opinioni. Avrei voluto scusarmi per tutte le volte in cui lo avevo fatto sentire in imbarazzo di fronte i suoi amici perché ero piccolo e perché ero una facile preda per i loro scherzi. Avrei voluto dirgli che stavo attraversando molte difficoltà che anche lui aveva passato e che volevo imparare tante cose da lui.


Mentre ero immerso nei miei pensieri HongBin spegneva le luci e  mi augurava la buona notte. Ero felice di essere arrivato nella sua casa e di star affrontando quelle difficoltà insieme a lui. Se non avevo altra scelta, avrei voluto che fosse lui ad insegnarmi tutto quello che avevo bisogno di sapere per sopravvivere alle superiori.


La classe a cui fui assegnato conseguiva dei risultati molto positivi ai test ed era una bella responsabilità non rovinare la media. Già dai primi test compresi che sarebbe stato molto complicato non arrivare ultimo nella classifica dei voti e che dovevo impegnarmi moltissimo. Io ed HongBin ci incontravamo solamente dopo le dieci di sera, quando rincasavamo da scuola.


Ci capitava di rado di incontrarci nei corridoi o in mensa ed il tempo per parlare era davvero poco. Nonostante questo mi sentivo sempre preso in considerazione. La mia nuova vita era molto impegnata ed anche la sua lo era, vederlo sempre così pieno di energie mi spronava a fare di più.


Era un ragazzo molto bello e a scuola si sentiva sempre parlare di lui. La divisa gli donava moltissimo. La camicia bianca lo faceva sembrare un  attore famoso o, comunque, una persona molto lontana da tutti gli altri. Ad ottobre iniziò a tingersi i capelli nerissimi di castano ed il risultato fu davvero impeccabile. Non c’era ragazza che non conoscesse il suo nome e che non lo spiasse mentre attraversava il corridoio.


Il sabato restavamo a dormire fino a mezzogiorno, poi pranzavamo in caffetteria, facevamo una passeggiata e a sera studiavamo. Di domenica adorava andare al cinema o al centro commerciale. Mi convinceva sempre a seguirlo e mi aveva anche presentato i suoi amici.


La sua comitiva mi trovava particolarmente simpatico. Nessuno di loro aveva provato ad escludermi perché ero il più piccolo, anzi, si divertivano a chiamarmi “maknae” e a riempirmi di attenzioni. Nel gruppo di amici c’era anche qualche ragazza, tutte carine, appassionate di musica e di vestiti stravaganti. Tra di loro Yoon He sembrava essere particolarmente interessata a me.



Me lo fece notare proprio HongBin una sera mentre eravamo a cena a casa.


-Credo che Yoon He si sia presa una bella cotta per te. – mi disse con un sorriso malizioso sul viso.


-Di me? No, non credo proprio. Yoon He ha due anni in più di me. –


-Si ma ha sempre avuto una passione per i ragazzi più giovani di lei e poi dice che l’ha colpita la tua gentilezza nei suoi confronti. –


-Con lei mi comporto normalmente… -


HongBin rise dandomi una pacca sulla spalla.


-Come sei carino, è la prima ragazza che si interessa a te, non è vero? –


La sua mano era ancora sulla mia spalla. Non mi era ancora mai capitato di essere toccato da lui. 
Continuavo a pensare alla sua mano contro il mio corpo ed ignorai la sua domanda.


-Comunque non devi preoccuparti di nulla, Yoon He non è troppo difficile da compiacere e se lei piace anche a te, il gioco è fatto. –


Scostò la sua mano ed io sentii i battiti del cuore rallentare.


Non avevo mai prestato troppa attenzione a nessuna di quelle ragazze ed anche di Yoon He avevo pensato solamente che fosse simpatica. Quella notte non riuscivo ad addormentarmi. Sapere che qualcuno aveva una cotta per me mi innervosiva, mi faceva sentire sotto esame. Non sapevo come avrei dovuto affrontare la faccenda e non sapevo nemmeno se lei mi piaceva.


Quella settimana ci pensai ininterrottamente ed arrivai alla conclusione che ero troppo confuso per affrontarla. Chiesi a HongBin se quella settimana avremmo potuto trascorrere il sabato e la domenica da soli perché non volevo incontrare Yoon He per un po’. Lui acconsentì.


Il sabato mattina andammo insieme al parco. L’aria autunnale si stava tramutando in inverno e presto avrebbe nevicato. Io ed HongBin camminammo fianco a fianco lungo il sentiero di breccia, ammirando le panchine vuote ed i cespugli di rose. Alcune persone facevano jogging, altre facevano salire i bambini sull’altalena. L’atmosfera era così piacevole da farmi rilassare.


-Hai preso proprio male la faccenda di Yoon He, non è vero? – mi domandò cercando di fare conversazione.


-Vorrei capire qualcosa in più per sapere come affrontare la situazione. – spiegai.


-Hyuk, non dovresti preoccuparti tanto. Non è una faccenda seria, lei ha soltanto una cotta per te. Nella vita ti capiterà tantissime volte e non c’è nulla di complicato da affrontare. –


Pensai un po’ alle sue parole prima di rispondere. Lui , forse, era abituato a piacere a qualcuno ma io no, io non ero mai stato la cotta di nessuno.


-Credo che se fossi in lei vorrei che la persona che mi piace pensasse molto a me ed io la sto pensando ininterrottamente in questi giorni. Vorrei sapere perché una ragazza come lei debba interessarsi proprio a me. – parlai guardando i miei piedi avanzare sul vialetto. – Cos’ho che le interessa tanto? Non lo capisco proprio. Siamo così diversi e non abbiamo nulla in comune. –


HongBin sorrise leggermente e si fermò.


-Da come parli capisco che lei non ti piace, sai? –


-Non ho mai detto questo! –


-Non c’è bisogno che tu lo dica, si capisce. –


Mi sentii quasi in colpa per non essere interessato a lei. Avrei voluto esserne follemente innamorato così da non crearle dispiaceri, ma la cosa non dipendeva da me, non potevo comandarlo. Mi divennero gli occhi lucidi ed abbassai lo sguardo. HongBin mi stava guardando ed io non riuscivo a reggere il suo sguardo.


Ero così dispiaciuto per lei, mi sentivo una cattiva persona. Più ci pensavo più i miei occhi si riempivano di lacrime e qualcuna mi scivolò lungo il viso. HongBin mi prese le mani.


-Ehi, Hyuk, non devi prendertela così tanto. –


Mi guardò negli occhi, desiderando che io gli dessi ascolto.


-Lei non morirà per questo, è soltanto una cotta, niente di più. Lascia perdere questa storia e rilassati, non voglio che tu sia preoccupato per questo. –


Abbassai nuovamente lo sguardo e continuai a piangere, in silenzio.


HongBin sfiorò con le sue dita il mio viso, asciugandomi le guance. Non potevo credere che lo stesse facendo, lo trovai incredibilmente dolce.


-Hyung… - cercai di dire, ma la mia voce apparì tremolante – Io non capisco nulla dell’amore e delle cotte. Sono troppo giovane per queste cose, è tutto così confuso… -


Lui mi guardò, restando in silenzio.


-Non voglio che qualcuno sia deluso a causa mia, non voglio che qualcuno stia male perché non so cos’è l’amore.  Voglio soltanto avere il tempo per imparare senza che nessuno si faccia del male… -
Le lacrime avevano ricominciato a scendere, grandi e numerose.
-…tu…mi insegneresti? –
Sorrise di nuovo, il suo sorriso era splendido. Lo guardai, le sue mani erano sulle mie guance, erano calde e grandi. Annuì continuando a sorridere ed io smisi di piangere.


-Te lo prometto. –

Grazie per aver letto la mia Fanfic^^ Non aspetterete troppo per il prossimo capitolo :P
-Autrice
  
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