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Autore: Jane The Angel    09/01/2014    1 recensioni
Non c'è stata nessuna pistola rubata e, quindi, nessuna prima volta. Mickey è ancora convinto che Ian sia il ragazzo di Mandy e non ha motivi per sospettare il contrario, almeno finché non si incontrano in un locale che nessun ragazzo del Southside dovrebbe frequentare.
"Mickey Milkovich odiava i club gay.
Ci era entrato una sola volta, quando aveva iniziato a nutrire I primi sospetti sulla sua sessualità, e non ci era più tornato.
Odiava la musica commerciale e forzatamente allegra, i cocktail davvero troppo costosi e scarsamente carichi di alcool e, soprattutto, tutta quella marmaglia che sembrava considerare la propria omosessualità un segno distintivo di cui vantarsi. "
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 1 – Incontro/scontro

 

 

Ian si stava davvero divertendo, quella sera.

La mezzanotte era arrivata e passata e gli avevano offerto un numero considerevole di drink: non abbastanza da fargli girare la testa, era un Gallagher dopotutto, ma sufficiente a farlo sentire allegro senza una reale motivazione.

L’ultimo drink gli era stato offerto da un ragazzo biondo, alto e piuttosto carino che in quel momento stava ballando contro di lui, facendo sfiorare i loro bacini ad ogni movimento. Ian non ricordava il suo nome, in realtà non era nemmeno sicuro di essersi presentato, ma non gli importava granché. Si lasciò spingere in direzione dei bagni, ridendo mentre il biondo gli baciava il collo. Improvvisamente sentì la sua schiena sbattere contro qualcosa e prima che riuscisse a lamentarsi uno scocciato –Ma che cazzo!- risuonò a poca distanza dal suo orecchio.

-Scusa.- sorrise, voltandosi verso l’occupante del tavolino contro cui erano andati a sbattere. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco il ragazzo che si era trovato davanti –Oh merda…-

-Gallagher?-

La voce di Mickey era bassa, simile a un ringhio, e i suoi occhi erano infuocati. Il ragazzo biondo si staccò immediatamente da Ian, preoccupato e decisamente spaventato da quello strano ragazzo dallo sguardo selvaggio.

-Che cazzo fai qui?- berciò Mickey, alzandosi in piedi e afferrando Ian per il colletto della maglia con tanta furia che quasi lo sollevò da terra –Tradisci mia sorella, brutto stronzo?-

-No!- esclamò Ian, senza provare a liberarsi –No, ascolta, lei… lei lo sa, non la sto tradendo, davvero!-

Immediatamente Mickey si immobilizzò, sbarrando gli occhi. Raramente Ian aveva visto un’espressione diversa dalla rabbia e dall’indifferenza sul volto del ragazzo più grande, ma di sicuro mai l’aveva visto confuso come in quel momento –Mandy sa che il suo fottuto fidanzato si scopa un figlio di papà senza palle?-

Ian scosse il capo, registrando a malapena che in effetti il bel biondo era come evaporato non appena le cose si erano fatte poco divertenti –No, non stiamo insieme. Lei sa che sono…- esitò appena, perché lo sapeva, sapeva che ammettere davanti a un Milkovich di essere gay era una condanna a morte, ma ormai non poteva più fare tanta differenza –Sa che sono gay.- concluse, la voce a malapena abbastanza alta da essere udita sopra la musica ridondante –Siamo amici, lei… aveva bisogno di qualcuno che le tenesse lontano i coglioni a scuola e io… beh.- aggiunse, lasciando in sospeso la frase e rimanendo in attesa dell’inevitabile pugno.

Tuttavia, non arrivò.

Mickey si passò il pollice sul labbro, guardando ovunque tranne che verso di lui per diversi secondi. Quando finalmente lo fece, Ian riuscì a stento a non sbarrare gli occhi davanti a ciò che vi lesse: era paura?

Mickey Milkovich era davvero spaventato?

-Senti… vedi di non dirlo a nessuno.- sbottò il bruno, ma il tono arrogante sembrava sfumato da un’incertezza di fondo piuttosto evidente.

Fu solo in quel momento che qualcosa nella testa di Ian fece click. Concentrato sulla minaccia che il ragazzo rappresentava, si era quasi dimenticato di dove si trovavano. E se Mickey era in un locale gay…

-Oh. Oh.- riuscì solo a dire, decisamente sbalordito. Tra tutti, lui era decisamente l’ultimo a cui avrebbe mai pensato –Tu… sei…-

-Prova a dirlo a qualcuno e sei morto, Gallagher. Chiaro?- ringhiò Mickey, afferrandolo per il braccio e sbattendolo contro la parete.

-Certo. Certo io… comunque non potrei dirlo a nessuno, no?- gli fece notare Ian, ancora troppo sconvolto dalla scoperta per poter essere spaventato –Se lo facessi capirebbero che ero qui anche io.-

Mickey esitò per un istante prima di capire che il ragazzo non aveva torto –Bene, allora.- sbottò, burbero, lasciandogli il braccio e facendo un passo indietro –Allora… torna pure da quel frocetto, se lo ritrovi.- concluse, e poi si allontanò senza uno sguardo.

Ian lo osservò per qualche istante, ancora confuso.

Mickey Milkovich era gay.

Mickey. Gay.

-Cazzo.- mormorò, scuotendo la testa, prima di voltarsi e recarsi nuovamente in pista.

 

***

 

Mickey era seduto al bancone, la bottiglia di vodka svuotata da un pezzo. Aveva comprato una birra assurdamente costosa e la stava sorseggiando lentamente.

Stava li su quello sgabello, la schiena contro il banco e gli occhi sulla pista mentre studiava i vari ragazzi, cercandone uno che fosse adatto a ciò che voleva quella notte.

Troppo basso.

Troppo grasso.

Troppo effemminato, cazzo: a lui piacevano gli uomini, non voleva fottere una donna con il pisello.

Ian Gallagher.

Troppo elegante, dove cazzo pensava di essere? Fottuti figli di papà del Northside.

Troppo effemminato, di nuovo.

Ian Gallagher.

Troppo delicato, avrebbe passato tutto il tempo a piagnucolare.

Ian Gallagher.

Troppo donna.

Ian Gallagher.

Ian Gallagher.

Ian Gallagher, Ian Gallagher, Ian fottuto Gallagher.

-Cazzo.- sbottò, bevendo in un sorso solo metà della bottiglia.

Com’era possibile che il rosso passasse costantemente lì davanti, e sempre stretto a un ragazzo diverso? Il locale era fottutamente enorme, non potevano andare a strusciarsi da qualche altra parte?

Non che gli importasse. Non gli interessava, ma era strano vedere il ragazzo di sua sorella… così. Era solo per questo che il suo sguardo continuava a posarsi su di lui.

Solo per questo.

Ricominciò la sua analisi degli uomini presenti, forzandosi di ignorare ogni lampo di rosse che disturbava la sua visuale. Dieci minuti dopo individuò finalmente un tizio interessante: non era particolarmente attraente, ma almeno era un uomo, non una specie di donna travestita. Era piuttosto alto e sembrava abbastanza duro da apprezzare ciò che piaceva a Mickey. Il ragazzo si voltò verso di lui e gli rivolse un sorriso incoraggiante, così Mickey bevve un altro sorso e fece per alzarsi.

-Cosa prendi, Ian?-

-Seriamente, quante cose hai intenzione di offrirmi sta sera?-

-Quelle che serviranno per convincerti a tornare in hotel con me, ovviamente.-

Mickey non riuscì a trattenersi. Perse la connessione visiva con il tipo che aveva notato e si voltò verso la sua sinistra.

Individuò Ian immediatamente, appoggiato al bancone a meno di un passo da lui, ed emise un verso sarcastico quando notò l’uomo con cui era: doveva avere almeno cinquant’anni, i tratti marcati e i capelli già grigi.

Lo sconosciuto continuava ad avvicinarsi, cercando di abbracciare Ian, facendogli scorrere le mani sulla vita e sulla schiena, e Ian continuava a sottrarsi senza però sembrare eccessivamente infastidito. Sembrava più che altro divertito e, in realtà, anche Mickey lo era.

-Fottuto pedofilo.- esclamò con sarcasmo, la voce abbastanza alta da farsi sentire da entrambi –Complimenti Gallagher, punti in alto. Con l’età, almeno.-

Lo sconosciuto sembrò incerto per un istante, ma poi Ian scoppiò a ridere e anche lui si rilassò –Un tuo amico, Ian?-

-Diciamo così.- annuì il rosso lanciando a Mickey un’occhiata incuriosita.

-Bene. Cosa prendete, ragazzi? Posso offrirvi un’altra birra?-

Mickey si strinse nelle spalle, gli occhi ancora fissi su Ian che nel frattempo sembrava essere diventato ancora più divertito. Aveva voglia di chiedergli per cosa cazzo stava ghignando, ma invece gli indicò con un cenno lo sgabello vuoto al suo fianco. Fu quasi sbalordito quando Ian colse il suggerimento, prendendo posto mentre l’uomo ordinava due birre per loro e uno scotch per sé stesso.

Bevvero lentamente, Ian e l’altro tizio, Lloyd, chiacchierando mentre Mickey evitava di lasciarsi coinvolgere dalla conversazione, limitandosi a sbirciare il rosso di tanto in tanto. Sembrava a suo agio in un modo che Mickey non capiva e, soprattutto, sembrava… sé stesso. Non era diverso dall’Ian Gallagher che aveva conosciuto come il ragazzo di sua sorella: era allegro, solare, con un sorriso aperto e vincente. Lo stesso Ian del Southside. Non era effemminato, delicato, non era un frocio, anche se ammetteva di essere gay ad alta voce, e questo in qualche modo scolpiva Mickey nel profondo.

-Allora… torniamo a ballare, Ian?- domandò a un certo punto Lloyd, posando il bicchiere sul balcone.

Mickey distolse lo sguardo. Per qualche motivo lo infastidiva l’idea che Ian se ne andasse con quel tizio, e questa era decisamente una cazzata, quindi non voleva che il rosso leggesse qualche segno di fastidio sul suo viso.

-Io resto ancora un po’ qui… tu vai, ti raggiungo dopo.-

Mickey si voltò nuovamente verso di loro, sollevando un sopracciglio.

-Posso restare anche io, se vuoi.-

-No, vai, tranquillo. Davvero, arrivo tra un po’.- assicurò Ian, e con uno sguardo decisamente poco soddisfatto l’uomo più anziano si allontanò, scomparendo rapidamente tra la folla.

Ian e Mickey rimasero soli al bancone e quest’ultimo sorseggiò distrattamente la sua birra, cercando di evitare di guardare il ragazzo seduto accanto a lui. Ian, da parte sua, non si faceva problemi e studiò per diversi istanti il profilo di Mickey prima di decidersi a parlare –Posso chiederti una cosa?-

-Dipende.-

-Da quanto tempo?-

Mickey si mosse a disagio sul suo sgabello –Da quanto tempo cosa?- domandò, più che altro per prendere tempo.

-Da quanto tempo sai di essere gay?- domandò Ian, con una tale innocenza che Mickey proprio non riuscì a essere incazzato per quella domanda. Invece si strinse nelle spalle e finì la birra in un sorso –Ho bisogno di una sigaretta.- disse, sentendo all’improvviso la necessità di allontanarsi dal rosso. Perché, se qualcuno poteva chiedergli da quanto tempo era gay senza fargli venire voglia di spaccargli la faccia, non era un buon segno.

-Già, buona idea.- concordò però Ian, e balzò giù dal suo sedile seguendolo.

Mickey si avviò rapidamente verso la porta che dava sul cortile del locale, ma nonostante i suoi passi fossero rapidi come una fuga non riuscì a evitare di lanciare uno sguardo alle proprie spalle per assicurarsi che Ian l’avesse seguito.

 

______________L’angolino di Jane

Ed ecco il primo/penultimo capitolo di questa miniminiminilong, ovvero il momento dell’incontro. Non ho potuto fare a meno di inserire Lloyd e, soprattutto, di farlo andare in bianco, perché seriamente, come fa Ian?? Detesto quel personaggio, l’unica cosa per cui l’ho apprezzato è stato il farsi pestare da Mickey!

Noooon sono certa di aver mantenuto bene l’IC dei personaggi… soprattutto Mickey… ma beh, ho fatto del mio meglio giuro xD

Fatemi sapere cosa ne pensate, in bene o in male!!

Jane

  
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