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Autore: MikWrong    09/01/2014    0 recensioni
"Avevo scritto un centinaio di testi e li avevo accompagnati tutti, ma nessuno si degnava di ascoltarli tranne Katlin, le volevo un bene dell’ anima lei c’era sempre per me, ma io no…"
"Era la mia migliore amica e con lei mi sentivo vivo..."
"Le feste non mi piacevano molto ci andavo solo per bere e per non pensare a niente, nei miei diciassette anni di vita ne avevo passate tante,le botte di mio padre la dipendenza dall’alcol di mia madre e le sue urla ad ogni ora del giorno e della notte i miei amici di infanzia che mi menarono e voltarono le spalle; non pensare era l’unica soluzione per stare “Bene”…"
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era già un ora che ero seduto su quella fottutissima sedia … L’unica cosa che volevo era vedere il primario che usciva per darci buone notizie. Mia zia era vicino a me, mi stringeva forte …Non riuscivo più a stare seduto, mi alzi di colpo,mia zia cerco di fermami ma non ci riuscì.
 “Dove vai?” Mi disse
“Dove cazzo vuoi che vada eh! Sto qua! Mi alzo qualche problema?!” Urlai.
Le persone che erano li si erano girate verso di noi, mia zia non rispose e chinò la testa… Il tempo passava ma da quella porta non usciva nessuno i miei occhi erano rossi pieni di lacrime, non riuscivo più a stare così.
 Mio zio era tornata aveva portato un caffè a mia zia , approfittai della loro distrazione per avvicinarmi alla porta d’ingresso delle sale operatorie cominciai a dare pugni e calci alla porta con tutta la forza che avevo.
“Fatemi entrare, cazzo!Fatemi entrare!”
 Mio zio corse verso di me, mi prese alle spalle,li diedi una spinta  per allontanarlo mi lascio, la gente era ferma immobile osservava con paura la mia rabbia, la porta di apri era un infermiere mi prese chiamò altri medici che mi bloccarono mi trascinarono con forza.
“Vaffanculo lasciatemi, voglio mio padre! Cazzo! Pezzi di merda!” Urlai con tutta la forza che avevo.
“Silenzio, fai silenzio” Mi disse uno di loro.
 Mi portarono di peso in una stanza i miei zii ci avevano seguiti con spaventati dalla mia rabbia. I medici mi misero su un lettino uno di loro si allontano torno con un bicchiere di plastica.
 “Bevi” Mi disse
 “Cosa è questa merda?” Dissi io.
“Un calmante bevi”
Mi avvicinarono il bicchiere, mi tapparono il naso per farmi aprire la bocca, ingoiai quasi tutto il calmante i medici si stavano allontanando uno si girò verso di me, li sputai addosso quel poco calmante che non avevo ingoiato.
 “Vaffanculo!”
Lui non fece niente,usci con gli altri… Il calmante aveva fatto effetto , ero disteso sul lettino e guardavo il soffitto, mio zio mi fissava impaurito. Nessuno arrivava, l’attesa diventava straziante sia per me che loro. La mia testa fu invasa da un solo pensiero, uno bello.. La mia prima partita dei Lakers ci eravamo andati tutti e tre per la prima e anche ultima volta..Ma ancora una volta non riuscivo a ricordare perchè “odiavo” cosi tanto i miei genitori..
Sentii la porta aprirsi  lentamente, i miei zii si alzarono io mi sedei sul lettino…Era il primario.
La porta era ormai completamente aperta e il dottore era gia entrato, non parlo subito..
“Mi dispiace..” Disse lui.
“No No No!” Ulrai,ulrai ancora più forte con tutta la forza che avevo in copro.
Mi zia venne da me e mi strinse forte.
“Non è vero, dimmi che non è vero..”
“Andiamo…” Disse lei con le lacrime agli occhi, mi fece alzare lentamente.
Uscimmo dalla stanza, i miei occhi erano quasi chiusi mi appoggiavo a mia zia, feci tutti i corridoi dell’ospedale con gli occhi socchiusi che guardavano il pavimento, mio zio non aveva detto una parola era li dietro a noi che ci seguiva. Arrivammo alla macchina, sali loro dopo di me, mio zio si mise alla guida.
Ero solo, veramente solo, non avevo più nessuno i miei genitori non c’erano più tutti i miei famigliari erano spariti ormai da anni, i miei zii, dopo che questa storia sarebbe finita se ne sarebbero andati, che gliene fotteva di me?!
 Ero solo e l’unica cosa che volevo era dormire, dormire per sempre… Appoggiai la testa al finestrino  e chiusi gli occhi…
“I couldn’t save your soul I couldn’t even take you home I couldn’t feel at home…Alone …”
 
“Josh”
Era mia zia, aprii gli occhi, eravamo davanti casa…
“Vai a casa, noi torniamo indietro…” Continuo lei.
Scesi a testa  bassa, non dissi, la macchina riparti dietro di me. Vidi una persona vicino al muretto di casa mia, era una ragazza vestita di nero e rosso, non riuscii a riconoscerla avevo la vista offuscata dalle lacrime.
“Ehy Josh!” disse lei, riconobbi la voce, era Mischa.
Si avvicino a me e mi abbracciò
“Cosa è successo?” Disse lei con un filo di voce.
“No-n..Non ci sono più…” Risposi io, ricominciai a piangere.
“Mi dispiace tanto..” Mi teneva stretto, come una cosa preziosa, come il suo nuovo vestito preferito,o un suo nuovo gioiello.
“Ti va di entrare?” Le chiesi, lei annui.
Le presi la mano e li feci strada. Entrammo in casa accesi le luci e dissi:
“La c’è la cucina se vuoi magiare qualcosa”
“Grazie”
Lei si sedette sul divano, non parlava.Io andai nell’altra stanza dove c’era il mobile con gli alcolici, provai ad aprirlo, era chiuso, diedi un pugno al vetro che si frantumo in mille pezzi, la mia mano era piena di sangue.
“Cosa è stato?!” Grido Mischa
Subito dopo era vicino a me.
“Cosa hai fatto, fammi vedere la mano!” Disse e mi prese la mano. “Sei pieno di schegge di vetro!”
“E che sarà mai?”Dissi io. Con l’altra mano presi la prima bottiglia che vidi.
“Ma che fai? Dammi qui!” Disse lei.
“C’è il David Letterman Show sta sera, vallo a guardare,se ti va!”
“Stronzo!” Si girò, e torno in salone, o almeno era quello che speravo.
Aprii la bottiglia di Rum, e andai verso le scale bevendo, mi bruciava la gola, ma continua a bere per le scale, entrai in camera, la bottiglia era già mezza vuota, vidi il sacco da box, lascia cadere la bottiglia che si frantumo in mille pezzi. Mi scagliai contro il sacco, lo presi a pugni segua guantoni.
“Vaffanculo!” Urlai. Continuai a prendere a pugni il sacco, mi feci male, sentii Mischa correre sulle scale.Entrò in camera e urlò:
“Basta Josh!Ti prego basta!”
Mi fermai, mi buttai sul letto e lo sporcai di sangue con la mano con cui avevo rotta la vetrina dell’armadietto.Mischa si avvicino a me. Mi sentivo male, mi alzai di botto e corsi in bagno, mi avvicinai al water e cominciai a vomitare, vomitai l’anima.
“Non vedi che cosi ti fai solo male,cazzo!” Mi disse ed entro nel bagno.
“Non me ne frega un cazzo! Non sai come mi sento!”  Mi girai verso di lei.
“Si forse non lo so…Ma non voglio vederti cosi.”Disse lei quasi piangendo.Si girò e scese le scale.
“Ti prego non andartene resta qui, con me..” Ulrai.
Non rispose, mi lavai la faccia,e  tornai sul letto. Presi il cellulare,  sette chiamate perse e un nuovo messaggio, era Katlin.
Babe, ho saputo da mia madre, mi dispiace tantissimo…”
Gia sapeva,qui le notizie volano in fretta…
“Vieni domani mattina a casa mia..” Risposi al messaggio.
Sentii Mischa risalire le scale, alzai la testa, aveva in mano delle bende.
“Dammi la mano” Mi disse.
Le porsi la mano, me la fasciò con delicatezza.
“Sta sera resto qui” Continuò.
“G-razie” Dissi.
Lei si sdraio vicino a me,chiusi gli occhi…
 
Mi risvegliali, ero abbracciato a lei, le tenevo la mano, speravo che non se ne era accorta, mi alzai , guardai la sveglia, erano le cinque e mezza. Aprii l’armadio presi la tuta e scesi di sotto feci un caffè, lo corressi con della vodka. Andai all’ingresso mi misi le scarpe da ginnastica e usci.
Arrivai fino in spiaggia camminando li comincia a correre,correvo più forte che potevo,perché correvo? Corsi fino al masso, mi tolsi la maglietta e le scarpe entrai in acqua,era stupenda, cominciai a nuotare e pensavo, pensavo ai miei genitori e a tutte le cose che gli avevo detto, gli insulti le minacce…Ero solo, non c’erano più…Mi fermai, guardai la riva e poi il sole che stava sorgendo, scesi giù in apnea, scendevo, scendevo ancor, non mi fermavo,l’aria che avevo accumulato nei polmoni stava finendo. Nella mia testa si focalizzo un’immagine, io che abbracciavo Mischa sul letto.
”Che cazzo sto facendo!?” Pensai
Mi rigirai e iniziai a risalire, non avevo più aria, vedovo la superficie, diedi un colpo con le gambe come un pesce fa con la coda, ero uscito! Cominciai a boccheggiare,ero stanchissimo. Cercai di tornare a riva, con le ultime forze mi trascinai sul bagno-asciuga. Avevo il fiatone, non sentivo più le gambe, la testa mi faceva male, le orecchie mi stavano scoppiando, chiusi gli occhi, persi i sensi…
 
CONTINUA…  
  
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