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Autore: PhoenixQuill    09/01/2014    7 recensioni
Lord Voldemort è morto, durante la Seconda Guerra Magica.
Ma, alcuni suoi seguaci minacciano ancora la tranquillità di casa Weasley e dell'intero mondo magico. Una Long incentrata su una Fremione non proprio semplice, con, gravitanti intorno a loro, GeorgexAngelina, PercyxAudrey e un pizzico di HarryxGinny.
Spero vi piaccia!
Dal capitolo 7:
"Hermione, vorresti uscire con me?" Chiese Fred, a pranzo del giorno dopo. George, colto alla sprovvista, ingerì male il boccone di pane che stava mangiando e, così, iniziò a tossire convulsamente, seguito dalle risatine di Angelina e Ginny.
"Uscire con te, Weasley? E perché mai?"
Mantieni un profilo alto. Mantieni un profilo alto.
"Beh, perché sono affascinante, divertente e tante altre cose che non sto qui a dirti. Perderemmo troppo tempo, sai?" Ghignò e, alzandosi da tavola, continuò: "Fatti trovare pronta per le otto."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Angelina/George, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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                                                       8 - Sono qui.


“Allora?” Chiese Ginny, una volta arrivata nella stanza.
“Allora cosa?” Le chiese Hermione, placidamente. Meglio farla rosolare ancora un po’, penso lei, sorridendo sorniona tra sé e sé.
E, infatti, con le braccia incrociate al petto e un’espressione alla “Ho capito il tuo trucchetto”, la schernì: “Allora cosa?” Esclamò, imbronciata.  “Il tuo appuntamento con Fred, no? Il vostro grande amore è scoppiato o dobbiamo aspettare che i Falcons vincano il Campionato?”
Hermione, che aveva cautamente riposto il vestito blu che aveva indossato nella parte dell’armadio dell’amica, osservò ancora la pagina del libro che stava leggendo, apparentemente presa dalle lettere accuratamente decorate.
“Era solo una cena.” Si spicciò subito.
Ginny, che non era certo campionessa di pazienza, prese in mano il libro che la ragazza stava analizzando e lo sollevò in aria. E, come progettato, riuscì finalmente ad avere l’attenzione dell’amica.
“E va bene, va bene!” Sbuffò lei. “Ti dirò tutto!”
Ginny , compiaciuta, glielo restituì e Hermione strinse al petto il suo tesoro. “Quindi?” 
“Non voglio farmi illusioni, per cui… Mi devi aiutare.”
L’altra la guardò stranita, come se l’avesse appena colpita uno Schiantesimo. “Ovvero?”
“Ecco…” Hermione piegò il volto, per nascondere il rossore. “Ho avuto l’impressione che fosse geloso.”
Le raccontò di come erano arrivati al ristorante, di come avesse iniziato a puntigliarla e di come abbia quasi litigato con il cameriere che la stava osservando.
“Non sarò certo un’esperta, ma questa è vera e propria gelosia!” Rise Ginny, immaginando suo fratello –il grande e libero Fred Weasley!- bollire nel suo brodo, geloso più di un Otello.
 
 
“Oh, non nella mia stanza.” Biascicò Fred, quando, rientrato dalla serata, vide George e Angelina accoccolati nel letto di lui.
Si sorrisero insieme e il gemello gli rispose: “Non stiamo facendo nulla, Freddie. Sicuramente, non in questa stanza.” Angelina nascose il suo volto nell’incavo della sua spalla e inspirò a fondo il profumo di George. Sapeva di protezione, di sicurezza. “Tu, piuttosto.” Lo rimbeccò ancora. “Concluso nulla con la Granger?”
Angelina si sollevò dal suo cantuccio, stranita, ed esclamò: “Hermione?!”
Fred sollevò gli occhi al cielo, mentre George spiegava alla sua neo-fidanzata come stavano le cose. “Oh, sì, mi ha esplicitamente detto di amarla.”
Angelina ridacchiò, attenta a non farsi vedere. Con la cravatta sfatta, Fred puntualizzò: “Ringraziami, ragazza. Se non gli avessi detto così, staresti ancora ad aspettare la tua serenata sotto la finestra da parte di questo qui.”
“Sì, come no.” Ironizzò George. Continuò ad accarezzare i capelli di lei, ancora stupita della nuova scoperta. “Sarebbe una bella cosa, che tu e Hermione vi metteste insieme.” Confessò.
Fred, che tentava di afferrare ciò che restava del profumo della sua accompagnatrice, le chiese come mai. In fondo, lei non aveva fatto altro che guardare George per tutta la sua vita, puntualizzò.
“Davvero divertente.” Rispose secca. “Ma tu potresti mettere la testa a posto, una volta tanto. E lei potrebbe essere felice.”
“E’ già felice. Ha Ron.” Biascicò.
Angelina superò il suo fidanzato e chiese al gemello di lui: “Cosa?”, con un tono che non ammetteva certo repliche.
“Lei e Ron si sposeranno, fine della storia. Io non sono altro che il fratello del suo grande amore. Non certamente una cosa seria. Sono quasi sicuro che sia per far ingelosire Ron.” Con un gesto di stizza, tolse la cravatta dal suo collo e poggiò la giacca sulla poltroncina. Quei pensieri lo stavano divorando da quando le aveva augurato la buonanotte e averla vista dirigersi verso la stanza del fratello, per accertarsi che le costole si stessero ricomponendo.
“E questi studi scientifici deriverebbero da…?”
“Dai miei occhi.” Sbottò lui, stanco di quella conversazione. “Li ho visti a Hogwarts.”
Angelina credette di potergli ridere in faccia per tutta la vita. “E’ vero, si sono baciati, ma… Fred, sei proprio una zucca vuota! Ecco perché ho sempre preferito George.”
George, dal suo letto, fece un segno di pseudo-scuse al fratello.
“Che vorresti dire, donna?”
“Voglio dire che se ci fosse qualcosa tra lei e Ron, non sarebbe certamente uscita con te. Per lo meno, Ron ti avrebbe lanciato uno Schiantesimo.”
Fred guardò ancora Angelina ridacchiare e tornare da George.
Forse, non ha tutti i torti. 
 
 
I primi raggi del sole colpirono gli occhi di Audrey e la fecero svegliare.
Non si era mai sentita così bene come quella mattina. La sera prima, Percy l’aveva portata nella biblioteca del Ministero e, poi, in una locanda molto carina, dove avevano passato la serata.
Accarezzò dolcemente il viso di Percy, che fece una smorfia, seguita subito dopo da un sorriso.
“Qualcosa mi dice che qualcuno si è svegliata.” Aprì gli occhi e incontrò quelli di Audrey. “Il miglior risveglio che abbia potuto avere in tutta la mia vita.”
“Non avrei mai pensato che voi inglesi foste così… romantici.” Diede dei lievi baci al collo di lui, che rideva compiaciuto.
“Oh, no. Non gli inglesi, solo io.” Si alzò repentinamente e, presa per i fianchi la sua –quanto gli piaceva questo nuovo aggettivo affianco al suo nome!- Audrey, la inondò di baci.
 
 
“Cosa succede?” Chiese Harry, scaraventato giù dal letto da Charlie.
“Nuova ronda, amico. Non avrai mica pensato di liberartene così presto, vero?” Rispose, lasciando con un sorriso lui e Ron, ancora mezzi intontiti dal sonno.
 
 
“Dunque, questo è il nostro piano.” Il signor Weasley, buffo in quelle sue vesti da comandante in pigiama giallo, aveva dispiegato sul tavolo la sua solita mappa, con segnate le località di Sheffield, Peterborough, Luton e Gloucester. Anche Birmingham era segnata, con un segnalino diverso. Lì, avevano attaccato Ron e, subito dopo, era morto uno studente. Babbano, come dai canoni.
“Le truppe saranno sempre le stesse. Solo che, questa volta, la zona pattugliata da Ron, Harry e Ginny non verrà perlustrata.” Asserì, serio, il signor Weasley.
Di fronte a lui, tutta la famiglia lo osservava, chi un po’ assonnato, chi con una tazza di caffè in mano, pronto a svegliarsi.
“Che cosa?” Esclamò Ron, stupefatto. “E cosa dovremmo fare, noi, qui a casa?” E indicò anche i suoi due amici.
“Ha ragione.” Lo appoggiò Harry, con i capelli più scompigliati del solito e il pigiama a righe bianche e verdi. “Non voglio rimanere qui.” Anche Ginny si rifiutò di aspettare a casa e Ron, trionfante, esibì un bel sorriso.
Il signor Weasley, invece, assunse un’aria più preoccupata del solito. “Harry e Ginny possono aggregarsi al gruppo di Fred e George. Tu dovrai rimanere a casa, Ronald.”
Il ragazzo, scomparso il sorriso e sfumato il trionfo, accennò un secco: “Perché?”
Il padre, con molta calma, gli spiegò che era passato troppo poco tempo dall’attacco; le sue ossa non erano del tutto apposto e, in più, se lo avessero attaccato di nuovo, non se la sarebbe cavata con un paio di cucchiaiate di Ossofast.
“Io voglio andare.” Disse, piatto, lui. Era un Grifondoro, per la miseria! Aveva distrutto un Horcrux e combattuto la battaglia di Hogwarts! Non gli avrebbero impedito di combattere anche allora, proprio quando ce n’era più bisogno.
“Ron, tuo padre ha ragione.” Si inserì Molly. “Non sarei in grado di curarti, se dovessi essere colpito un’altra volta.”
Ron cercò con lo sguardo il supporto dei suoi amici. Questa volta, però, non lo trovò e fu costretto a sedersi sulla poltrona che stava occupando, a braccia conserte.
Percy, vicino ad Audrey, si alzò e, con il suo solito cipiglio da professore, disse: “Se la teoria di Hermione è giusta, come ci è stata confermata dall’ultimo attacco, i prossimi ad essere presi di mira, saremo noi.”
Josh, che stava beatamente bevendo una tazza di tè, sollevò il sopracciglio, come a dire: “Ci è arrivato, il professorino.”
“Siamo Auror e voi due siete ben qualificati nella Difesa, vero?” Chiese Audrey, con un sorriso che non negava certo la bella notte che aveva passato. Sia Percy che Charlie, a quella domanda, annuirono. Così Josh, elevandosi in tutta la sua mole, blaterò qualcosa come “Non riesco a vedere il problema, allora.” e, scusandosi con i signori Weasley, disse che aveva alcune faccende da sbrigare e se ne andò dalla Tana.
Il salotto fu così invaso dal silenzio, spezzato quasi subito dalla voce di Fleur, che domandò: “Perché abbiamo desciso di fare la ronda proprio oggi? Cosa sci assicurava prima che i Mansciamorte non attaccassero?”
Arthur, sorridendo a quella domanda, diede prova del suo acume. “Ho visto che i Mangiamorte attaccano solo quando la Polizia del Ministero sgombera le aree scandagliate per cercarli. Quando è morta quella donna anziana, esattamente alle undici della mattina, la Polizia aveva smontato alle dieci. Giusto un’ora prima. E!” Arthur indicò la zona di Birmingham. “Quando hanno attaccato Ron, più precisamente alle nove e mezzo di sera, la Polizia aveva tolto le tende alle otto dello stesso giorno.”
“Sorprendente.” Sussurrò Hermione.
Arthur diede un sorriso mesto e dichiarò: “La Polizia se ne andrà alle tre dalla zona pattugliata. Quindi, noi, alle tre e un minuto, saremo proprio sopra quei cieli.”
“Allora, è deciso! Facciamogli vedere i sorci verdi, a quei Mangiamorte!” Decretarono Fred e George, che iniziarono a urlare come i matti alcuni urli da guerra, imparati chissà dove.
 
 
“Ron!” Arthur fermò suo figlio per le scale. “Ron, aspetta! Ho un compito per te!”
Ron, visibilmente contrariato, chiese: “Compiti come pulire il giardino dagli gnomi?”
Il signor Weasley fece una risata smorzata e disse: “No, niente di questo genere. Devi andare alle sedi della Polizia.”
 
 
“Granger, hai ancora paura?” Ridacchiò Fred, vedendola traballare sulla scopa.
Chissà che gli era successo, giorni fa. Aveva invitato a uscire lei. Quella strega che ora stava lottando con un manico di scopa più vecchio di lei.
“Non ti godrai lo spettacolo, Weasley!” Hermione  sfoderò la bacchetta e, dalla punta, ne uscì un vapore bianco, che, presto, circondò i loro amici.
Tossendo, Ginny chiese che la smettesse. “Faccio notare che siamo in pieno giorno. Non vorrai farti vedere dai Babbani. E poi, abbi un po’ di pazienza.”
E, in pochi minuti, fu tutto visibile. Il cielo azzurro sopra di loro, la città grigia sotto.
“Ammirevole, davvero ammirevole.” La prese in giro Harry.
“Siamo avvolti da una nuvola, caro il mio Bambino Sopravvissuto. I Babbani non ci possono vedere. Ma noi possiamo vedere loro.” E, con una spinta goffa, riuscì ad allontanarsi da Fred ed Harry, per mettersi affianco alla sua amica.
“Che ci fai qui? Hai ancora un Weasley da conquistare!” Le sussurrò, una volta vicina.
Hermione fece per urtarla con il manico, ma la loro discussione fu disturbata da un suono metallico.
Tutti, nessuno escluso, si voltò, sentendo il sangue freddo percorrergli le vene. Il rumore proveniva dalla scopa di George. Era il Rilevatore di Marchi Oscuri. Lui, alzando la testa, sillabò tre secche, ma inesorabili sillabe: “Sono qui.”
 
 
-SPAZIO AUTRICE- 
Ho aggiornato prima di quanto mi aspettassi *-* Allora, ho un po’ di ringraziamenti da fare u.u 
Prima di tutto, tutti coloro che mi seguono, o che hanno inserito la storia tra le preferite o le ricordate :3 
E un ringraziamento particolare a tutti quelli che recensiscono! :D Siete spettacolari!
In più, ho un blog Tumblr :3 Perché non ci date un’occhiata e mi dite che ne pensate? :D Sono questa: 
http://improudtobeapotterhead.tumblr.com/
Grazie mille, a tutti quanti!
Un abbraccio,
PhoenixQuill
   
 
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