LOUIS POV.
Stavamo camminando per Londra e le stavo spiegando come usare il cellulare, in quel momento mi sembrava come se ci conoscessimo da sempre, la guardavo nei suoi occhi e vedevo una ragazza normalissima. Mi stavo divertendo con lei quando ad un certo punto si fermò di colpo -perché ti sei fermata?- le chiesi gentilmente -siamo sotto casa tua- alzai lo sguardo e mi accorsi di essere arrivato alla mia meta ma non volevo lasciarla, volevo passare la notte con lei (non pensate male! Volevo solo parlare di più in sua compagnia!) così mi inventai una scusa -hem...oh no! Ho lasciato le chiavi in casa! Ma il mio amico Will ne ha una copia, peccato che...che...fa il turno di notte in una fabbrica!- aggrottò le sopracciglia ok...
non ci aveva creduto. Mi guardò storto e mi rispose -beh se vuoi venire da me non c'è bisogno di inventarsi scuse, vieni pure ho una camera per gli ospiti- avevo fatto una grande, grande, grande figura di m***a ma almeno avevo ottenuto ciò che volevo -grazie- le risposi un po' imbarazzato.
Non aggiunse altro e ci incamminammo verso la sua villa -però mi devi promettere una cosa- interruppe il silenzio con quella frase non sapevo cosa volesse da me ma sputai fuori un semplice -ok- a quel punto si girò verso di me iniziando a camminare all'indietro poi disse qualcosa ma ero troppo impegnato a guardare i suoi morbidi capelli muoversi controvento sul suo chiarissimo volto -allora?Me lo prometti?- c***o! Osa avrà detto??? Non volevo cacciarmi nei guai così le chiesi di ripetere -ho detto che mi devi promettere che non mi farai del male!- scoppia in una fragorosa risata. Credeva ancora che le avrei fatto del male? Ho la parola “maniaco” scritta in faccia?
-dai non prendermi in giro- smisi di ridere all'istante. L'avevo offesa ridendo? La sua voce era fredda e tremolante, c'era rimasta male, pensava che la stessi prendendo in giro -scusami...davvero te lo prometto non ti farò nulla- fece un semi sorriso e riprese a camminare più serena.
Arrivammo alla casa tirò fuori dalla borsa un piccolo mazzo di chiavi e con quello aprì la porta , prima di entrare mi fermai a guardare il luogo da fuori, sembrava il casello di uno scienziato pazzo!
Ma non feci commenti ed entrai nella sua dimora e un brivido percorse la mia spina dorsale: sicuri che prima di lei non ci abitava davvero uno scienziato pazzo?
Era tutto molto freddo e angosciante – Frankestain dov'è?- fanculo a me e alla mia bocca che non sta mai zitta! Dovevo proprio dirlo? Lei non disse nulla ma sbuffò rumorosamente -vieni!- mi fece cenno con la mano di seguirla e così feci.
Mi portò in una stanza in fondo al corridoio che doveva essere il soggiorno -oh no- disse inginocchiandosi davanti al camino -si è spento- concluse -tranquilla ho io un accendino!- tirai fuori dalla borsa il mio accendino feci girare la rotella e la fiamma si accese, sono proprio pessimo.
Vidi le sue pupille dilatarsi le sue gambe iniziarono a tremare si appoggiò al muro e si lasciò scivolare giù fino a sedersi sul pavimento.
Era davvero stranissima tremava tutta e sembrava spaventata –hey che succede?- le chiesi spegnendo l'accendino e avvicinandomi a lei
-ho come un ricordo- la guardai storta e poi continuò -sono di nuovo lì!- sembrava che stesse come “rivivendo” un ricordo -dai butta fuori tutto dove ti trovi? Cosa succede?- la invogliai così a parlare poi iniziò -sono a casa nella mia cameretta, c'è il mio fratellino, lui sta giocando a terra con un pupazzo io invece sono seduta sul letto a guardarlo, ecco un rumore sulle scale-
la sua voce tremava e aveva gli occhi lucidi e uno sguardo di una bambina che fissa il vuoto -dai continua che succede?- le dissi cautamente per non farla agitare
– entra mio padre, ha un accendino in una mano e un sigaretta nell'altra, mi dice che devo andare con lui. No, non posso devo controllare mio fratello glielo dico e mi risponde che ci pensa lui. Prende un cuscino e lo schiaccia sulla faccia del piccolo. Ecco è morto. Non capisco cosa succede prende l'accendino vedo il fuoco accendere la sigaretta poi la appoggia sulla mia pelle, sulla spalla destra mi lascia un doloroso segno. Poi mi porta in un altra stanza ci sono altri uomini e...e..- le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento iniziarono a scendere così la abbracciai -shhht è tutto finito...stai calma.- gli dissi stringendola più forte.
Allora non dovevo usare l'accendino perché lo associa a quel giorno da annotare.
Ad un certo punto non la sentì più piangere la guardai, aveva gli occhi fissi sulla mia giacca -come stai?- le chiesi per interrompere il muto silenzio che si era formato -ok sto bene ma ti prego non usarlo mai più!- annuii rassicurandola. Si alzò da me e si tolse la giacca appendendola su un attaccapanni dietro di lei così feci lo stesso -vieni ti porto nella tua camera per questa notte- disse incamminandosi sulle scale e tentando di sorridere.
Mi portò in una camera con un grande letto matrimoniale e una grande finestra su un lato, c'era un armadio di fianco al letto ma il resto della camera era spoglia.
Ok sì era il castello di uno scienziato pazzo! -la mia camera è qui di fianco sono le 5:30 del mattino meglio dormire- disse incamminandosi fuori dalla stanza -buona notte!- le dissi prima che uscisse dalla camera.
Mi tolsi la felpa e i jeans rimanendo con la maglietta e i boxer.
Appoggiai i miei vestiti sull'armadio e mi sedetti sul letto che cigolò pericolosamente, sbuffai e mi infilai sotto le coperte -aiuto- sussurrai ridacchiando, faceva davvero paura quel posto! Ma non ostante quello riuscì comunque ad addormentarmi.
Eccovi il capitolo che spero sia di vostro gradimento! Aspetto i vostri commenti (positivi e negativi) un bacio a tutti ciao!
IO RESTO IN VITA