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Autore: Hipys    10/01/2014    1 recensioni
''Amburgo è una città troppo piccola per i miei sogni, i miei desideri.. Dicono che la famiglia ti sarà sempre accanto e che ti supporterà per tutta la vita, perchè io non posso dire lo stesso?'' Mia è una ragazza che vive tutto al massimo, i suoi genitori hanno programmato il suo futuro da ormai anni.. ma a lei piace questa situazione? Cosa accadrebbe se non ascoltasse i suoi genitori se infrangesse tutte le loro 'regole'? ...
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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                                                                        Il colore dell'amore
Capitolo 2: 'Dimmi cosa devo fare


‘Quella notte non riuscì a prendere sonno, pensavo e ripensavo alle parole dei miei genitori, al futuro che mi aspettava.
Riuscirò mai veramente a vivere la mia vita a modo mio e soprattutto riuscirò mai a realizzare il mio sogno?’
Passò una settimana io oramai avevo abbastanza ‘confidenza’ con il mio appartamento.
Quella sera sarebbero venute Dorothy e Debby a dormire da me, ma Dorothy si è trovata un inconveniente e non è potuta venire.
Squilla il telefono, sgrano gli occhi in direzione del cellulare posato sul letto, riesco a leggere il nome del mittente prima che il messaggio si togliesse, era Debby.
‘MiaMiaMia sto per arrivare’
Non rispondo e vado nel salone per aspettarla.
Dopo un quarto d’ora finalmente il citofono suona. Io non chiedo manco chi fosse aprì e basta.
Bussano alla porta, stranamente Debby non aveva suonato come fa di solito. Vado ad aprire alla porta e rimango sbalordita dalla figura che mi è difronte.
>> Che ci fai tu qui? << dissi con aria stranita
>> Io.. questo è.. << rispose lui confuso
>> Abel, cosa? << continuai impadronendomi della situazione
>> Scusami, davvero. La cosa è alquanto strana.. << disse lui passandosi una mano dietro al capo.
Ma qual è il suo problema?
>> Dovevo andare all’appartamento numero quindici.. ci dovrebbe abit.. <<
>> No << lo interruppi io >> Qui ci abito io, avrai confuso numero <<
Scoppia a ridere >> Scusami <<
>> Tranquillo << risposi secca.
>> Adesso vado, ci si vede << mi schiaccia l’occhiolino >> Comunque ben a sapersi che abiti qui << Scese le scale in modo silenzioso e veloce.
Chiusi subito la porta, che stupida che sono stata. Sempre fredda.
-
Mia: >> Non riesco ad essere me stessa con i ragazzi che mi piacciono << affermai io a Debby dopo che le raccontai della visita di Abel >> Non so, non so se sono gli occhi verdi o i suoi capelli ricciolini neri che mi fanno impazzire di lui, non so ma.. <<
Debby: >> Ma Mia, devi cercare di essere più socievole. Non puoi mostrarti fredda << cerca di farmi capire lei
Mia: >> Lo so, lo so.. Ma è più forte di me <<
Debby: >> Che poi, tu sei sempre così socievole e simpatica con gli altri, ma con i ragazzi che ti piacciono.. <<
Mia: >> Sembra quasi una barzelletta.. <<
Debby: >> Mia, non preoccuparti << cerca di tirarmi su di morale >> Non è una malattia o chissà cosa.. è un tuo piccolo difettuccio che ti rende insicura <<
Mi limitai a sospirare >> Vado a preparare dei panini << mi diressi verso la cucina mentre Debby rimase sul mio letto.
 
DEBBY’S POV
Mi sdraiai sul lettone di Mia. Lei è andata in cucina a preparare qualcosa da mangiare, l’aspetto qua.
>> Come lo vuoi? << sento una voce gridarmi dalla cucina
>> Solito, prosciutto e mozzarella << risposi urlando verso la porta
>> Vieni è pronto <<
Mi alzai con malavoglia da quel lettone morbido e scesi in cucina.
Presi il panino che c’era sul tavolo e gli diedi un morso. Mia era strana, così cerco di capire cos’avesse.
>> Mia, non mangi? <<
>> Si, scusa stavo pensando.. << disse lei frettolosa
>> A cosa? << l’osservai attentamente io
Mia si morse il labro, non lo faceva quasi mai ma quando accadeva era perché gli frullava qualche idea in testa
>> Ti ascolto << l’incitai a raccontare
Lei diressi i suoi occhi in modo deciso verso di me >> Stamattina in televisione ho visto uno spot pubblicitario, dall’altra parte della città si è appena aperta una sorta di scuola. Ma non è proprio una scuola. Sono dei corsi, cinque mesi di corsi che ti permettono di avere una licenza per fare il parrucchiere, l’estetista o il cuoco.. << finì lei
Io rimasi sbalordita, conosco Mia, la conosco bene. So che è sempre così lei, che lotta sempre per i suoi sogni, ma non andando contro i genitori. E questo sinceramente trasgrediva tutte lo loro leggi.
>> Sai come la penso. Ognuno ha il diritto di far quello che vuole nella sua vita, domani mattina andiamo a iscriverti a questi corsi <<
 
MIA’S POV
Sapevo che mi avrebbe appoggiata, ma non per farmi contenta, no no. Perché lei sa quanto significhi per me fare la parrucchiera. Debby ha sempre dovuto sopportare questa mia passione sin da piccola, le facevo sempre i capelli, ricordo quella volta dove a cinque anni le tagliai la frangetta e per una settimana dovette portare il cappello per non mostrare il gran spazio vuoto che le avevo lasciato.
L’indomani la sveglia suonò alle otto in punto.
>> E’ il gran giorno << disse Debby mezza addormentata >> Ansiosa? <<
>> Si, tantissimo << ero così in ansia che sentivo le mie budella in festa. Avevo tantissima paura, e non so manco di cosa.
Oggi il traffico era più fitto, sarà il destino?
>> Dai, stai tranquilla << cerca di rassicurarmi Debby al volante
Sospirai >> Sono curiosa di vedere questa scuola <<
Dopo un lunghissimo tragitto finalmente arrivammo. Fortunatamente trovammo un posto libero sotto le scalinate di questa scuola.
>> E’ proprio come ho visto in televisione << dissi io mentre scesi dalla macchina seguita da Debby
>> Entriamo << disse lei
Il portone era ancora chiuso, c’era un cartello sopra con scritto:
‘Le iscrizioni saranno effettuate dalle 10.00’
Guardai l’orologio erano le 9.40, mancavano venti minuti.
C’era un enorme folla, tutti volevano iscriversi.. Chissà chi mi sarei ritrovato nei miei corsi.
Debby: >> Guarda Mia, c’è la tabella con i corsi <<
‘Benvenuti nell’istituto Wandesth i nostri corsi sono i seguenti:
-Corso per parrucchieri
-Corso culinario
-Corso estetico.
Tutti i corsi vi daranno la licenza lavorativa.’

Ho ansia, ho tantissima ansia. Controllo l’orologio sono le 9.55 manca poco, veramente poco.
>> Stai tranquilla << cerca di rassicurarmi ancora una volta Debby
C’era tantissimo brusio, dopo un po’ da dentro la porta si poteva scrutare la figura di una donna che si avvicinava sempre di più al portone, stavano per aprire. Tutte le persone che erano lì ad aspettare si affollarono aspettando la povera signora che pian piano apriva la porta.
Controllo l’ultima volta l’orologio sono le 9.59 e sono appena scattate le 10.00 in punto.
Eravamo in fila da ormai mezz’ora, Debby aveva sete e io le consigliai di andare a comprarsi una bottiglia d’acqua al panificio che c’era difronte all’istituto, ma lei non volle. Non voleva lasciarmi sono la, è sempre così lei.
Eravamo in fila per l’iscrizione, Debby mi faceva compagnia e fino all’ultimo mi diceva qualche parola di conforto. Era appena entrato nell’ufficio il ragazzo che era in fila davanti  a me, dopo era il mio turno.
>> Allora hai tutti i documenti? << mi domanda frettolosa Debby
>> Sisi, tranquilla << risposi sicura io
>> Vorrei tanto entrare con te li dentro.. <<
>> Tranquilla, devo entrare solo io.. tu intanto vai a prenderti una bottiglia d’acqua <<
>> Non se ne parla, io rimango qui dietro ad aspettarti <<
Si sentì una porta scricchiolare, il ragazzo era uscito e sembrava un po’ abbattuto.
>> Buona fortuna << mi disse Debby.
Cominciai a camminare verso l’ufficio, mi sentivo strana, l’ansia mi aveva immobilizzato ma per fortuna tutto questo che a me sembrò durare un secolo non durò che un secondo, io mi ricomposi ed entrare nella stanza, c’era una cattedra d’ufficio, ovviamente. Con un uomo di mezz’età in giacca e cravatta seduto
>> Buon giorno << dissi io spontanea sedendomi nella sedia che si trovava dall’altra parte difronte alla cattedra, dovrà essere il preside o una sorta di figura importante in quest’istituto.
>> Salve << disse lui in modo formale.
>> Sono qui per iscrivermi al corso di parrucchieri <<
>> Mi dia i suoi documenti, prego <<
Diedi i miei documenti al signor Aron Nicolosi il direttore dell’Istituto.
>> Benvenuta tra noi << si alzò in piedi e mi diede una stretta di mano formale >> Le lezioni cominceranno lunedì prossimo alle 8.00 ci sarà la prima lezione.Alle 11.00 potrà decidere se restare fino alle 13.00 e continuare a fare un lavoretto magari per conto proprio o andarsene direttamente << mi spiegò lui
>> Va bene, la ringrazio molto signor Nicolosi, a rivederla <<
Uscita dall’ufficio mi ritrovai Debby difronte con aria sclerata, voleva raccontato.
>> Gli ho consegnato i documenti insomma queste cose formali. Ah sai che il direttore va Nicolosi di cognome? <<
>> Nicolosi? << disse Debby >> E’ italiano? << continuò lei
>> Molto probabilmente, comunque le lezioni iniziano lunedì << dissi io dopo che diventai subito cupa
>> Cos’hai? << notò il mio stato d’animo cambiare di colpo Debby
>> Niente, solo che.. <<
>> I tuoi genitori? <<
Aveva centrato il punto.
>> Si.. io, io non so cosa potrebbero pensare << dissi preoccupata
>> Mia. Non farti problemi << disse in modo sicuro lei >> Tu gliel’hai sempre detto a loro che non avevi intensione di diventare un dottore, no? <<
>> Si, questo è vero <<
>> Ecco, allora ti prego Mia, non farti ulteriori problemi <<
>> Ma preferirei che loro non sapessero dell’Istituto, voglio vedere come va <<
>> Va bene, non lo sapranno <<
Quella settimana sembrava non finire mai, eppure era già domenica. Domani avrei iniziato le lezioni, aiuto.
Sentì il telefono squillare, era Stefan.
>> Ehi Mìì che fai? <<
>> Sono davanti alla televisione <<
>> Ti dispiace se vengo un po’ a tenerti compagnia? <<
>> No, affatto, vieni pure <<
 
STEFAN’S POV
Sapevo che mi avrebbe detto così.
Posai il telefono sul letto e andai a sistemarmi i capelli, il ciuffo si era scompigliato, misi un po’ di gel.
Tornai nella mia stanza presi il telefono mi infilai un giacchetto, afferrai le chiavi del motorino, il casco e mi diressi verso casa di Mia.
Suonai il citofono, era strano leggerle ‘Mia Mùller’ lei aprì subito.
L’ascensore era al secondo piano, mi annoiavo ad aspettare e decisi di prenderlo direttamente al secondo piano. Cominciai a correre ma per mia solita sfortuna qualcuno chiamò l’ascensore e mi toccò salire quindici piani a piedi. Dal tredicesimo piano sentivo una risata, una risata familiare, quella di Mia.
>> Cosa ridi? << urlo giocosamente dal quattordicesimo piano affannato
>> Vedi?pigrone se solo avessi chiamato l’ascensore che si trovava al secondo piano << ride di gusto.
Ride con quella bellissima risata che la fa sembrare una bambina, quella risata che adoro.
Feci una smorfia e incrociai le braccia anche questo in modo giocoso, lei scoppia a ridere ancora di più
>> Dai, entra buffone <<
Entrai in quell’enorme appartamento.
>> Vediamo un film? << propone lei
>> Che film hai mammoletta? <<
>> Il tuo film preferito, ma dato che mi hai chiamata mammoletta non lo vediamo << sorrise soddisfatta mentre andava a posare la custodia del mio film preferito
>> Crudele << mi accasciai sul tappeto
>> Dai, povero.. lo vediamo su <<
Io salto da terra e l’abbraccio
 Ride >> Ordiniamo la pizza? << propose lei
>> Si, ordinala ho un certo languorino.<<
Passammo la serata tra chiacchere, scherzi, risati, il film e la pizza.
Quando sono con lei mi sento bene, adoro vederla sorridere, vedere il suo bellissimo sorriso formarsi sul suo bellissimo volto e l’adoro ancor di più quando sorride per me. Non so cosa mi capita ma quando sono con lei tutte le cose cambiano, tutto il mondo prende una piega diversa.
 
MIA’S POV
E’ stata una bellissima serata, Stefan è fantastico il miglior amico che possa esistere. Sapeva che ero in ansia per domani ed è venuto a tenermi compagnia, è un ragazzo d’oro. Con lui sono me stessa, non mi preoccupo di niente. Magari riuscirei ad essere così anche con Abel..
 
L’indomani.
Sono le 7.00 la sveglia suona. Io mi alzo di scatto, stranamente.
Mi preparo sono già le 7.30 è ora di andare..
 

 
Spazio autore:
Come potete vedere il secondo capitolo è un po’ più lungo del primo.
Innanzitutto volevo ringraziarvi per le visualizzazioni e le poche ma buone recensioni.
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensare di questa fan fiction, magari dandomi qualche consiglio.
Aggiorno presto.

 
  
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