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Autore: LalieDalton    10/01/2014    0 recensioni
Oh non me ne vogliate, non riesco a stare lontano da questa coppia.
Rose&Scorpius.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Era assurdo.
Il giorno prima tutto filava liscio, il mondo andava avanti senza intoppi... avevi addirittura ritrovato il sole, e il giorno dopo ecco che il tuo coinquilino ti avvisa che il proprietario della casa ne ha bisogno per l’imminente matrimonio del figlio maggiore.
Assurdo.
Nell’arco di 48 ore era cambiato tutto.

Henriette andava in giro per casa borbottando qualcosa riguardo a qualche incantesimo per tenersi l’appartamento, ma sapeva bene che non avrebbe fatto nulla – non faceva mai nulla, Henriette. Can che abbaia non morde.
Sophie le ripeteva che l’avrebbe ospitata lei, che poteva anche passarci tutta la vita a casa sua, ma Rose non ci teneva affatto. Le voleva bene, la adorava, ma una convivenza avrebbe rovinato tutto.

Con il Profeta della Domenica tra le mani e il giornale babbano disteso sul tavolo, la rossa controllava gli annunci affittuari, un pennarello rosso tra le dita ed il tappo di quest’ultimo tra le labbra. Aveva cerchiato molti appartamenti, senza però decidersi a telefonare o ad inviare un gufo. Non voleva lasciare la sua casa, l’aveva trovata con tanta fatica ed adesso doveva andarsene? I matrimoni causavano solo problemi. Quello si sposava e quattro persone dovevano sloggiare. Ah, la mentalità babbana!
Fortunatamente al lavoro procedeva tutto come al solito, non avrebbe sopportato una doppia crisi. Ma forse non avrebbe tardato ad arrivare. Steven ancora non si era fatto vivo.
 
 
 
 
 
 
[ Casa di Sophie – mattina ]
 
Un bussare incessante alla porta costrinse la biondina ad uscire dall’ammasso di coperte formatosi nel suo letto. Strisciò letteralmente giù dal letto, provocando un tonfo sordo, gattonò per tutto il pavimento della stanza prima di alzarsi – appoggiandosi al pomello della porta – e si avviò stancamente e scompigliata fino alla porta, spalancandola. La visione non era delle migliori ma la persona dietro la porta di mogano l’aveva vista in momenti peggiori.
«Sei sempre un fiore, Sophie. »
« Steven,  pezzo di sterco. »
« Boccuccia di rosa. »
La porta fu sbattuta sul naso del ragazzo, che in tutta risposta la riaprì con un veloce “Alohomora”.
« Dovresti essere più ospitale con il tuo unico fratello, Soph. Insomma, torno da un lungo viaggio e non mi abbracci neppure.»
« Devi lasciare Rose, Steven. Lasciala e sparisci. » Sbottò la biondina, tornandosene a letto.
« Credevo fossi felice della nostra relazione. »
« Sì, quando tu contavi più di lei, per me. »
« Adoro sentire del tuo affetto per me. »
« Lasciala. »
« Non lo farò. »
« Allora non abbiamo nulla da dirci. Vattene. »
Steven osservò la sorella maggiore. Il loro rapporto era cambiato da quando era entrata Rose nella loro vita, la ragazza aveva preso possesso di una parte del cuore di Sophie che nessuno prima era riuscita a raggiungere. Era diventata una sorta di sorella, per lei, e questo gli aveva sempre fatto male. Tra i due, Sophie avrebbe finito per preferire la sua ragazza – e questo non poteva accettarlo.
Forse era per questo che non la lasciava, che la pregava costantemente di non lasciarlo, che ci sarebbe stato. Si umiliava con Rose per non perdere la sorella. Ma era troppo tardi, ormai, e lui ancora non lo aveva compreso.
Uscì da quella casa così com’era entrato, solo più arrabbiato e deluso.
 
 
 
[ Appartamento C4 – qualche ora più tardi. ]
“Rose, c’è qualcuno per te!”
La voce di Paulie la raggiunse fino al bagno, e Rose – avvolta nel suo accappatoio lilla – lasciò fuoriuscire la testa dalla porta, sbirciando fuori.
“Se è mio fratello digli di aspettare.”
“Non sono tuo fratello, devo aspettare lo stesso?”
Rose sgranò gli occhi, spalancando la porta ed uscendo in corridoio. Si sentirono i suoi passi umidi e frettolosi sul pavimento, il frusciare dell’accappatoio ed un piccolo urletto di felicità. Un balzo e Rose finì tra le braccia di Steven, stringendolo forte a sé. Il ragazzo sorrise, mantenendo la presa salda e inebriandosi del profumo della sua fidanzata. Paulie – terza incomodo di quella riunione, scivolò nella propria stanza ridacchiando.
“Non mi hai avvisata! Perché non mi avvisi mai?”
“Mi piace sorprenderti!”
Si baciarono a lungo finché non dovettero riprendere fiato. Rose odiava le sorprese, ma era un peccato ribattere, Steven era tornato da lei, di nuovo.
“Mi vesto e usciamo.”
“Usciamo? Non possiamo rimanere qui?”
“No, usciamo. Aspetta due minuti.” Borbottò, correndo di nuovo in bagno.
I due minuti si dimostrarono dieci, ma ne valse la pena.
 

[ Direzione del Profeta – stesso orario ]
“Malfoy, guarda qui.” Frank sventolò un mazzetto di buste sigillate con un ghigno sul volto. Erano le lettere delle sue fan, per la rubrica e chissà per cos’altro.
Il biondino per tutta risposta lo ignorò, consapevole che lo avrebbe solo fatto infuriare di più. Ma di quell’hippie non doveva importargli, era lì per svolgere il proprio lavoro e non si sarebbe fatto coinvolgere da diverbi con gli altri colleghi, soprattutto se questi si spacciavano donne.
Si mise davanti alla macchina da scrivere ed estrasse gli appunti dal cassetto alla sua destra. La sua scrivania era piena di lettere ed interviste, ma non era interessato a quello.
Era andato a vedere il nuovo appartamento, quella mattina, ed era consapevole che lì dentro – da solo – non poteva viverci. L’appartamento si estendeva su un solo piano, ma che occupava tutto il perimetro dell’attico di un palazzo babbano. Un “loft” aveva commentato il babbano che lo aveva aiutato con il trasloco. Lui, che dopo il Perù si era abituato ad abitare in una capanna di legno, lo aveva trovato esagerato. E per uno che era cresciuto a Malfoy Manor, ce ne voleva.
Ed eccolo lì, davanti alla macchina da scrivere, a stilare un annuncio.
 
“Cercasi coinquilino ordinato, discreto, serio, interessato ad un appartamento in ...
Palazzo interamente babbano, permesso di tenere animali domestici.
Astenersi perditempo e soggetti rumorosi.
Mandare un Gufo al ...”


Tolse il foglio dal rullo e si alzò diretto alla scrivania di Billie Harper.
Mentre sorpassava la scrivania della Civetta, una lunga pernacchia accompagnò il suo passaggio.
Cretino.
   
 
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