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Autore: la luna nera    10/01/2014    1 recensioni
Io non volevo combattere. Volevo essere semplicemente Urania. E basta.
Ma mi resi conto che fuggire faceva di me una codarda e quella parte di me rimasta assopita per tanti anni mi stava continuando a chiamare.
Ed io dovevo rispondere.
Estrellon, luogo al di fuori del tempo e dello spazio, era la mia casa. Lì avrei ritrovato il mio passato, la verità su me stessa e la forza per annientare quel nemico contro cui le altre essenze di stella già combattevano. Estrellon, mondo magico in cui crescono piante dagli straordianri poteri, fra le quali si nascondono i dink e si intrecciano storie, amori, passioni che una volta accarezzate non si dimenticano mai più.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA BATTAGLIA FINALE
 
 
 
Negli attimi meravigliosi del suo risveglio, ripercorsi con la mente tutti gli istanti che come le tessere di un mosaico avevano dato vita alla nostra storia.
Mi prese il viso fra le mani, asciugò un’ultima lacrima e mi baciò delicatamente le labbra. Si guardò intorno con aria smarrita. “Scusa,  ma non siamo ad Estrellon.”
“No. Siamo sulla cima di un vulcano delle isole Aleutine.”
“Cosa?!”
“Non ricordi nulla di quanto è accaduto?”
Mi strinse forte le mani tentando di ripercorrere con la mente gli ultimi periodi. “Ricordo Yona, quella tipetta che non mi è mai piaciuta più di tanto. Io e te stavamo finalmente insieme, questo non posso assolutamente dimenticarlo.” Mi baciò con gli occhi pieni di stelle.
Quelle parole mi illuminarono viso e cuore: il suo amore per me è sempre stato sincero.
“Yona ci provava in continuazione con me e più che la rifiutavo, più lei si comportava in modo strano.” Si interruppe, mi guardò. “Poi ho come un vuoto di memoria.”
“Te lo riempio io…” E gli raccontai di tutto quello che era accaduto fra me e lui, di come aveva rivelato a tutti della storia segreta fra Zac e Marik, di come avevamo salvato Zenit e di come a quel punto ci accorgemmo della scomparsa sua e di Yona.
Da parte sua non ci fu una sola parola.
“Non devi sentirti in colpa amore mio, eri sotto l’influenza del nemico, non hai agito di tua spontanea volontà.”
“Lo so, ma ti ho fatto soffrire. E se c’è una cosa che mi manda su tutte le furie è farti soffrire.” Mi abbracciò forte.
Affondai il viso nel suo petto, avevo ancora bisogno di ascoltare il battito del suo cuore e di respirare ogni molecola di profumo proveniente da lui.
Restammo immobili, stretti l’un l’altra per minuti e minuti.
Non riuscivamo ad allontanarci, il contatto dei nostri corpi c’era mancato terribilmente.
La sua mano non smetteva di accarezzarmi i capelli.
“Se veramente siamo in questo luogo sperduto, come sei riuscita a trovarmi?”
“E’ stato Zac ad individuarlo. Questo è il nascondiglio della stella spenta.”
“E le ragazze?”
Il mio sguardo si fece cupo. Sfiorai con le dita la pietra stellare che reagì con scintille di mille sfumature.
“Non mi dirai che…”
Annuii. “Hanno raggiunto il culmine dell’energia delle loro stelle.”
Heeron rimase in silenzio, sbigottito.
“Ho giurato loro di portare a termine la missione. E lo farò, a costo della mia stessa vita.”
Mi strinse di nuovo forte a sé. “Non te lo permetterò. Sconfiggeremo insieme quella strega e torneremo a casa tutti quanti, te lo giuro. I nostri poteri sono complementari e sono gli unici in grado di avere la meglio sul nemico. Insieme ce la faremo. E troveremo anche il modo di far tornare le ragazze, vedrai.”
Le sue parole risvegliarono in me la speranza che si era spenta sette volte durante la scalata verso la vetta. Sette volte come sette erano le mie compagne d’avventura.
Ma il tempo a nostra disposizione fu interrotto: Osborv era tornata all’attacco.
Ci guardammo negli occhi, ci scambiammo un bacio velocissimo e ci catapultammo fuori.
E quella rideva.
“Ah ah ah! Ma quanto siete carini insieme!”
“Non ci fai paura!”
“Lo so bene.”
Sghignazzava soddisfatta. Vidi il suo braccio destro disegnare dei cerchi che andarono a posizionarsi attorno al suo corpo (o quello che poteva essere).
“Guarda, Cielo Stellato! Guarda quanto è potente l’energia del sorriso dei tuoi mocciosi!”
La nube di oscurità che l’aveva sempre contraddistinta scomparve, lasciando il posto a Yona.
Le mie gambe iniziarono a tremare: ora tutto era chiaro!
Lei, la Osborv, aveva assunto le sembianze di Yona per intrufolarsi ad Estrellon e colpirci dall’interno.
Che stupida! Come avevo fatto a non capirlo prima?!
L’unica ad aver baciato Heeron oltre a  me era stata proprio Yona!
L’aveva reso schiavo del suo potere in quel modo e sotto i miei occhi!
“Ah ah ah! Visto, Cielo Stellato? Guarda! Osserva quanto può fare il sorriso di un insulso bambino! Rende bello, piacevole e meraviglioso anche quello che a tutti sembra orribile! Voi mi avete sempre temuta, grazie all’energia dei sorrisi invece mi avete accolta senza paure. Siete stati magnanimi nell’aiutarmi a completare la mia vendetta!”
Quella maledetta continuava a ridere, convinta di aver conseguito la vittoria finale. Cosa provavo in quei momenti?
Smarrimento forse, o forse rabbia e incredulità.
Non lo so.
Quello che sicuramente rispondeva al vero era che il sorriso dei bambini rendeva davvero tutto più bello. Ricordo che quando, nelle giornate di pioggia, venivo invasa dalla malinconia, bastava un piccolo sorriso di Marija o di Sonjia e il cielo mi sembrava meno grigio. O quando dopo l’ennesima discussione, Toshio si presentava a me con un mazzolino di fiori di campo e un luminoso sorriso stampato sul volto, tutta la rabbia scompariva come per magia. Ecco: questo era il potere del sorriso. E non avevo bisogno di altre spiegazioni.
“Maledetta strega…. Ti serve quell’energia solo per renderti guardabile, non è vero?!”
“Cosa ne sai tu? Sei sempre stata circondata da un sacco di gente per il tuo bel faccino! Non hai idea di quanti si incantino nel guardare il cielo stellato dalla Terra, quanti sogni, quanti amori nascono e quanta poesia evoca! Chi si è mai curato di me?! Avanti, dimmelo se hai coraggio!”
“La tua sete di potere ti ha consumata in tutto e per tutto. Non ti sei accontentata di essere una stella del cielo ed hai disperso la luce che avevi per ridurti a quello che sei!”
“Taci Cielo Stellato! Dovevo esserci io al tuo posto! L’energia del sorriso dei mocciosi  mi ha fatta rinascere, mi ha resa bella come la stella più luminosa ed ora manca solo l’ultimo passo per raggiungere il mio obiettivo. Ho sconfitto i tuoi genitori che ti hanno nascosta per proteggerti da me, ho addormentato quel vecchio mago, ti ho portato via il tuo bellimbusto e tutti quello che avevi accanto! E solo perché non vuoi cedere la tua essenza a chi veramente spetta! Ancora non ti vuoi arrendere?!”
“Mai! Dovrai passare sul mio cadavere!”
“E allora sia! Se non vuoi consegnarmi l’essenza del cielo stellato, la prenderò da sola!”
Scagliò contro di me un bolide di potere nero pazzesco. Come lo sferrò, Heeron mi prese per la vita e insieme rotolammo giù per un crepaccio facendo un volo di alcuni metri.
“Tutto bene?”
“Si… almeno credo… Maledetta strega…”
“Guarda che non è così furba come crede.”
Mi voltai verso di lui, non capivo cosa volava dire. Ma capivo benissimo quanto era bello!
“La nostra cara stella spenta ha dimenticato un piccolo particolare: nelle sue vere sembianze solo tu potevi vederla, ora che ha ripreso i connotati di Yona la vedo anch’io!”
Non solo era bello il mio Heeron, era pure un genio!
Lo abbracciai forte e lo baciai. “Hai ragione amore.”
Afferrò la sua spada e, mano nella mano, ci catapultammo fuori.
“Avanti Urania, facciamole vedere di cosa siamo capaci! Attacco!!!”
I nostri poteri si unirono dando origine ad un fascio di energia stellare che illuminò a giorno tutta l’area del cratere. Potendo individuare la sua posizione, Heeron aveva la possibilità di concentrare il potere dell’arma in quel punto ben preciso. E potevo farlo anche io con il risultato che tutta la nostra concentrazione era rivolta all’intensità del colpo.
L’effetto fu devastante: Yona-Osborv era a terra.
Noi avevamo il fiato corto. Quello scontro era stato tanto breve quanto intenso.
“L’abbiamo sconfitta?”
“Non lo so… E’ lì che non si muove.”
Ne approfittai per respirare.
Dalla mia pietra iniziarono a provenire strani bagliori: sembrava che le essenze di stella fossero in agitazione. “Cosa succede? Ragazze!”
“Ah ah ah…! Credevate di farmi fuori con così poco?”
“E’ ancora viva?!”
“Certo, bello mio, cosa credi?” Yona-Osborv si rimise in piedi. “ E se questo è il massimo che potete dare insieme, vi confesso di essere molto delusa. Dalle vostre parole mi aspettavo molto, molto di più.” Congiunse le mani. “Bene, ora è il mio turno.”
Si mise in posizione di attacco, riconobbi il micidiale bolide che ci stava preparando da come aveva posto le mani.
“Ci vuole lo scudo supremo per tentare di contrastarla!”
Anch’io presi la mia posizione, Heeron poggiò le sue mani sulle mie spalle e le ragazze fecero confluire tutti i loro poteri nelle mie mani.
L’impatto fu di una violenza inaudita, si generò una scossa sismica che sicuramente avranno avvertito a parecchie migliaia di kilometri di distanza.  Mi facevano male le braccia e le mie gambe iniziavano a dare i primi segni di cedimento.
Fummo tutti sbalzati a una buona distanza dal punto dell’impatto fra i nostri poteri. Nessuno di noi aveva avuto la meglio.
“Niente, non c’è verso. Non riusciamo a piegarla….” Heeron era preoccupato. “Urania, come ti senti?”
Lo guardai con le lacrime agli occhi. “Il mio fisico sta cedendo… Inizio ad essere stanca sul serio… La scalata del vulcano, le battaglie….”
Mi abbracciò fortissimo. “Lo so amore mio. Tieni duro però, ti prego. Forse ti sto chiedendo troppo, ma devi farti forza. Io e te siamo insieme e ci resteremo per sempre. Quando tutto questo sarà finito, torneremo a casa e… ti farò conoscere la mia famiglia. Mia madre mi diceva sempre che ero troppo scapestrato e che non avrei mai trovato una brava ragazza. Invece si sbagliava di grosso.” Quelle parole mi strapparono un sorriso. “L’ho trovata la brava ragazza e non ho nessunissima intenzione di lasciarmela portare via.” Mi baciò come solo lui sapeva fare.
Quanto lo amavo….
E di nuovo dentro di me avvertii quella strana sensazione.
Desiderio di lui?
Quasi sicuramente si.
Com’era dolce… Tentava di tirarmi su e di farmi ridere anche in una situazione come quella! Che senso avrebbe avuto la mia vita senza di lui?
 
Nascosta da un blocco di ghiaccio, osservai Yona-Osborv: anche lei ne aveva risentito, infatti si stava rialzando da terra solo allora. Bene, un altro punto a nostro favore. Quello che avevo visto, unito alle dolci parole di Heeron mi infusero nuove forze.
“Ma cosa…? Heeron, ti sembra questo il momento di farmi il solletico?! Giù le mani dalla mia schiena!”
“Tesorino, non ti sto facendo il solletico.”
Mi voltai: le sue mani erano incrociate. Quel prurito sulla schiena però c’era!
“Urania, Heeron non c’entra nulla.”
“Phaes!!!”
“Non proprio in carne ed ossa, ma si, sono io.”
“Come sono felice di sentirti…”
“Bando alle malinconie. Ti faccio dono delle Ali dell’Aquila, con quelle potrai muoverti senza gravare ancora su braccia e gambe.”
“Grazie amica mia….” Vidi spuntare delle ali sulla mia schiena.
“Vedi che i miei allenamenti ti erano utili?!”
“Non l’ho mai dubitato…” Mi stavo commuovendo.
“Ora vai! Ricordati che noi abbiamo fiducia in te!”
Quanto adoravo le mie amiche….
 
“Senti Urania, quella inizia a cedere. Attacchiamola simultaneamente da due parti opposte. Usciamo di qui insieme e fingiamo di attaccarla, poi tu voli dietro di lei e la cogli di sorpresa alle spalle.”
“Credi che funzionerà?”
“Proviamoci!”
Non ero molto convinta, ma diedi ascolto alle sue parole. La stella spenta doveva essere eliminata del tutto: ne andava del sorriso dei bimbi che avrebbe continuato a rubare, ne andava dell’esistenza del cielo stellato, ovviamente non riferito a me, ma a quel meraviglioso spettacolo che si accende sopra le nostre teste quando tramonta il sole.
La Osborv doveva essere spenta a qualunque costo.
 
Io uscii velocissima seguita da Heeron che correva con la spada pronta all’attacco.
La strega fu colta di sorpresa quando mi vide balzare in aria e librarmi in volo sopra di lei! Lanciammo entrambi contemporaneamente un primo attacco che fu neutralizzato. Presi a girarle intorno per tentare di confonderla e dare ad Heeron la possibilità di preparare un secondo attacco. Lei però non si lasciò ingannare e scagliò una saetta di luce contro di lui che fu centrato in pieno. La spada cadde a terra e si spezzò. Lo afferrai al volo e, schivando tutti i suoi colpi, ci rifugiammo in un anfratto poco distante.
Heeron aveva perso i sensi, ma era ancora vivo.
Gli poggiai una mano sul cuore, batteva forte, segno evidente che a breve avrebbe riaperto gli occhi. E così avvenne.
“Amore mio che spavento mi hai fatto prendere!”Gli circondai il collo con le braccia quando lo vidi tornare a me.  “Come ti senti?”
“….frastornato direi…” Si massaggiò la fronte.
 
 
Si, in effetti mi sentivo in quel modo. Quella botta che avevo preso mi aveva messo a dura prova. Leggevo negli occhi di Urania una grandissima preoccupazione e, mi duole dirlo, anche io iniziavo ad essere preoccupato sul serio. Ancora non avevamo individuato un punto debole per poter colpire quella maledetta stella spenta.
La strinsi forte a me. Sentii le sue braccia passare dietro la mia schiena, aveva bisogno di me come io di lei. Avrei voluto dirle qualcosa per confortarla, per incoraggiarla, per farle capire che ce l’avremmo fatta….. anche se io per primo iniziavo a dubitare.
Quando si metteva in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto, Urania mi faceva paura: aveva qualcosa in mente e se non mi diceva nulla c’era da preoccuparsi.
Le baciai  i capelli e in quel momento lei alzò la testa e mi guardò fisso negli occhi.
“Quando mi guardi così, mi spaventi.”
Mi sorrise. “Stai tranquillo, andrà tutto bene. So quello che devo fare.”
“No, ferma lì. Cosa vuoi dire?” Le afferrai le mani. “Io e te dobbiamo combatterla insieme.”
“Certo. Lo abbiamo fatto. E l’abbiamo indebolita come nessun’altro avrebbe potuto fare. Più in là non si può andare.”
“Cos’hai in mente?”
“Tu resta qui. Ora tocca a me.”
“No, ora mi spieghi tutto! Altrimenti non ti lascio andare!” Strinsi ancora di più le sua mani fra le mie.
“Non mi lasceresti andare comunque.”
“Urania…”
“Devo spengerla io. E tu resterai qui nascosto qualunque cosa accada. In te vive il potere della rinascita, l’unico in grado di dare nuova vita alle stelle…. E  pure a me.”
“Non pensare neanche lontanamente ad una cosa simile! Sai benissimo che senza di te la mia vita non ha più senso!”
“Sei l’unico in grado di ridonare la vita alle stelle. Se quella ti annienta come ha già tentato di fare, siamo tutti spacciati. Ognuno di noi ha il suo posto nel cielo.”
“Lo so, ma come credi possa vivere io se tu…se tu….”
Le mie parole fecero comparire delle lacrime nei suoi occhi, quelli che mi avevano stregato fin dal primo istante in cui si erano imbattuti nei miei. Ma in quegli occhi vedevo anche la determinazione di chi non vuole tirarsi indietro. E mi facevano paura.
Allentai leggermente la presa sulle sue mani, una di esse si liberò, mi accarezzò il viso dolcemente. Mi baciò e quando si allontanò dalle mie labbra, mi sussurrò un dolcissimo “Ti amo” e mi sfuggì come un fiocco di neve che cade da un ramo.
 

 
 

 
Ciao a tutti!
Finalmente ci siamo: la battaglia finale è iniziata. Molte cose ora dovrebbero essere più chiare, compresa la vera identità di Yona. Per caso qualcuno lo aveva intuito?
So che la storia si è rivelata piuttosto lunga, vi chiedo solo un’altra po’ di pazienza, alla fine manca davvero poco. Spero di non aver deluso nessuno e rinnovo tutti i miei ringraziamenti a voi che leggete e soprattutto a voi che recensite.
Prima di lasciarvi vorrei dirvi una cosa: ho da poco pubblicato una OneShot dal titolo “Un fiocco di neve fra i capelli”. E’ una storia romantica e non troppo impegnata, se avete voglia di leggerla ne sarei onorata.
A presto!
La Luna Nera.

 
  
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