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Autore: favouritesong    10/01/2014    3 recensioni
Quel pomeriggio Grace tornò alla spiaggia di Brighton e mai nella sua vita trovò luogo più suo di quello.
Quel pomeriggio Grace pianse e poté affermare, una volta che toccarono gli angoli della sua bocca e lei con un gesto secco le fece sparire, che le lacrime erano tanto salate quanto il mare.
Quel pomeriggio Grace trovò il mare più grigio del solito e quel pomeriggio Grace non se ne preoccupò.
Quel pomeriggio Grace non piangeva perché aveva litigato con Harry, come era capitato molte volte precedentemente, poiché Harry e Grace non parlavano da quasi cinque anni; da quasi cinque anni Grace non rivolgeva la parola a colui che da quasi cinque anni non riteneva più il suo migliore amico.
Quel pomeriggio Grace aveva motivi diversi e assai più bui e oscuri per trovare il mare più grigio del solito.
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Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"UNWRITTEN"

 
(mi raccomando, leggete le note a fine capitolo, grazie!)
Chapter 20



E lei mai lo amò così tanto.

E mai tanto si sentì così debole. Si staccò dall’abbraccio e neanche si preoccupò di sorridere.
O forse non sorrise perché era preoccupata?

Si sdraiò sul letto e diede le spalle all’amico, il cuore le batteva all’infinito e odiava quella sensazione, odiava quella sensazione di incompletezza che aveva provato una volta staccatosi dall’abbraccio di Harry.
Sentì lo sbuffo del ragazzo e il letto accanto a sé abbassarsi per il peso del ragazzo, mentre quest’ultimo si sdraiava accanto a lei.
Arricciò il naso per l’odore di alcool che emanava.
“Grace?”
La voce roca e fievole di Harry squarciò l’aria e Grace trattenne il fiato.
“Grace?”
La seconda volta aggiunse alle parole anche una mano sul braccio, che invitava la ragazza a voltarsi.
Lentamente girò il busto e subito dopo il viso, trovandosi così a pochi centimetri da quello di Harry che ne approfittò per puntare i suoi occhi smeraldini in quelli neri come la pece di Grace.
E furono, l’ennesima volta, Harry e Grace, Grace ed Harry.

Ad Harry Styles bastò un secondo per allungarsi sul materasso e posare le sue labbra rosee su quelle sottili di Grace Lewis.

Una scossa percorse i ragazzi e una sensazione di completezza li invase, come se quello era il posto giusto per loro, come se quella persona era quella esatta per l’altra.
Grace si staccò, qualche secondo dopo, un’espressione shockata sul volto.
Si girò di nuovo, in silenzio, le spalle al ragazzo, il viso rivolto al muro.

Non si diedero la buonanotte, non si guardarono negli occhi, si addormentarono così, quella notte, l’uno accanto all’altra.


 
***



Non aveva neanche svegliato Harry, avrebbe fatto in fretta e sarebbe tornata in tempo, prima del suo risveglio.
Camminava velocemente, l’aria mattutina era fredda e si strinse nel suo cappotto nero per evitare di congelare.
I pensieri la agitavano e gli eventi della notte passata le sembravano essere accaduti in un tempo lontano.
Guardò a destra e a sinistra e attraversò l’ultima strada che la separava dalla villa dei Tomlinson.
Arrivò davanti alla porta di vernice verde scuro e suonò il campanello, tre volte.
Una dopo l’altra, velocemente. Attese impaziente che qualcuno le aprisse la porta. Avrebbe pensato prima a questa faccenda e poi, al problema di Harry.
Sì, perché era un problema, no?

Louis apparve poco dopo, vestito esattamente come la sera prima, i capelli arruffati e gli occhi stanchi, anch’egli emanava un odore di alcool insopportabile. O era forse la casa che, dopo la sera precedente ne era impregnata?
“Buongiorno Louis” esordì lei, spostando leggermente il ragazzo assonnato ed entrando in casa.

“Grace? Sono le sette e mezzo ed è domenica” grugnì lui, chiudendosi la porta alle spalle.

“Dove posso trovare Liam?” lo ignorò completamente lei, guardandosi in giro e constatando che la casa era ridotta in uno stato pietoso.

“Grace, ti voglio bene ma non puoi presentarti-“ ricominciò lui, sfregandosi un occhio con la mano, mentre guardava la ragazza.

Lei, in tutta risposta, gli mise in mano un sacchetto piuttosto grande, che emanava un leggero fumo, causato dal calore del contenuto.
Brioche” rispose lei, allo sguardo interrogativo dell’amico “marmellata, cioccolato, crema. Più precisamente due tipi di cioccolato e tre di marmellata, dieci brioche”

Ed era così, Grace, quando scoccava una freccia, beccava sempre il centro esatto del bersaglio. E anche questa volta aveva centrato il bersaglio.

“Sei la solita” sorrise lui “camera dei miei” disse semplicemente, superando la ragazza e andando verso la cucina, dove avrebbe fatto buon uso del regalo dell’amica.

Salì le scale due per volte, Grace. Aprì la porta della camera dei genitori di Louis e vi trovò Liam, addormentato su una poltrona accanto al letto.
E si ricordò di quando, a tredici anni, si accorse per la prima volta di Liam.
 

Stava leggendo un libro, per l’ennesima volta, troppo difficile per una ragazzina di tredici anni e mezzo. Ma Grace ne comprendeva perfettamente ogni significato. Si dondolava sull’altalena del parco di fronte a casa, da sola e ogni tanto dava un leggero calcio alla terra sotto i suoi stivaletti.
“Ciao Grace!” le parole le fecero subito alzare lo sguardo dalla lettura di uno dei capitoli più interessanti del volume e sorrise a Zayn.
Con lui c’era un ragazzino, alto più o meno quanto lui, i capelli castano chiaro erano piuttosto corti e un sorriso simpatico gli adornava il viso.
“Lui è Liam” li introdusse Zayn e il bambino subito allungò la mano verso di Grace che esitò un attimo prima di stringerla.
“Grace” mormorò, timida. E subito riabbassò lo sguardo sul libro, mentre l’altalena accanto a sé veniva occupata dal suo migliore amico.
I due bambini chiacchierarono un po’ e poi Liam salutò entrambi, soffermando lo sguardo sulla bambina, dai lineamenti quasi perfetti e scappò via correndo, urlando all’amico che si sarebbero rivisti il giorno dopo.
“Sai” disse poi Zayn, quando i due erano rimasti soli “credo che Liam abbia una cotta per te”




Negli anni, Liam aveva sempre mostrato un lieve interesse per Grace, ma a quindici anni lei gli fece capire direttamente che la sua vita in solitudine era ciò che voleva e divennero amici, entrambi silenziosi, generosi, sempre un po’ per le loro: si erano sempre intesi.

Guardò qualche secondo il ragazzo: non si sarebbe mai aspettata che quei messaggi erano di Liam, non ci aveva mai provato con lei, dopo tutti questi anni.

Si abbassò e scosse la spalla del ragazzo, che aprì gli occhi di colpo.
“Grace? Cosa?”

Lei aspettò in silenzio che il ragazzo si sedette e poi parlò:
“Perché, quei messaggi, Liam?”

Era pronta a decifrare qualsiasi espressione che sarebbe comparsa sul viso dell’amico e quella che vide fu solamente un’espressione disorientata.
“Quali messaggi?” rispose poi, poco dopo.

“Ieri sera ti ho chiamato Liam e tu-“

“Non ricordo nulla di ieri sera, Grace” affermò sincero lui “ho bevuto un po’ troppo, quindi se mi hai chiamato non ricordo” le sorrise, confuso.

Grace si sentì presa in giro e senza aspettare neanche un secondo estrasse il telefono dalla tasca e richiamò il numero della sera precedente, sotto lo sguardo attento di Liam.
Il telefono dava libero e quello di Liam, che lui aveva da poco tirato fuori dalla tasca, non stava suonando.
Era possibile che si era sbagliata? No, era impossibile, pensò, lei non si sbagliava mai.
Chiuse la comunicazione, spazientita e tornò a guardare l’amico, che si massaggiava le tempie, preso da un forte mal di testa.

“I messaggi, Liam” disse, guardandolo negli occhi “quelli con le canzoni” specificò.

La faccia dell’amico le sembrava un grosso punto interrogativo. Le sopracciglia erano corrucciate e con i denti si torturava il labbro inferiore, tentando di ricordare.
“Quelli di cui parlavi in mensa settimane fa?” disse subito dopo, preso da un lampo di genio.
Prima ancora che Grace aprì bocca, lui continuò “Aspetta, quella persona ha continuato a mandarteli? Grace dovevi dircelo, dirmelo” specificò poi.

In quel momento Grace capì che Liam non c’entrava niente e gli sorrise, un sorriso dolce, un sorriso stanco. Conosceva Liam da anni e sapeva perfettamente con quanta poca facilità mentiva.

“Grazie Liam, stai tranquillo” gli rispose dolcemente lei, posandogli una mano sulla gamba, mentre lui la fissava ansioso. “Giù Louis ha delle brioche, comunque, corri prima che le finisca” aggiunse, sorridendo.
Uscì dalla villa e l’aria fredda la investì di colpo.

E si trovò di nuovo all’inizio dei giochi, quando era solo in cerca d’indizi.





Buonasera fanciulle,
visto che sono buona, ho aggiornato dopo sette recensioni, non ci credo, siamo già al ventesimo capitolo!
Ho un paio di cose da dirvi:
1- Cosa ne pensate del capitolo? Credete veramente che Liam sia innocente, dopo quel che provava a sedici anni o vi fidate dell'istinto di Grace?
2- momento Garry fogjdfojbohg ok
3- vorrei chiedervi un piacere, dato che - come vi ho già detto qualche capitolo fa- Unwritten avrà un sequel, vorrei sapere quali momenti della storia vi sono piaciuti di più e quindi vi chiedo di andare su twitter e di citare un pezzetto della storia (una frase, qualche parola) o solo di scrivere il vostro capitolo preferito e di usare l'hashtag #Unwrittenfanfiction - so che sembra una cosa stupida, ma ci tengo tantissimo a sapere i vostri momenti preferiti e visto che il seguito avrà numerosi flashback o ricapitolazioni, fatemi sapere, ve ne prego
4- mi aspetto sempre almeno una decina di recensioni dai, aw

grazie mille di tutto il supporto, siete fantastiche
xoxo
  
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