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Autore: Homu    11/01/2014    5 recensioni
Yuki è una ragazza gentile, ma non lascia avvicinare nessuno più del necessario. In passato è stata ferita gravemente e non vuole ripetere l'esperienza. Nuove e vecchie amicizie, primi amori, riusciranno a farle dimenticare il suo triste passato?
Corro, corro, senza pensare, senza sentire la musica anche se il mio mp3 è acceso, corro, corro per dimenticare. Solo in questi momenti la mia vita torna a potersi definire tale. Corro e sono finalmente me stessa, quella vera, quella di due anni fa, quella senza pensieri , quella che non sa cosa il futuro le avrebbe riservato.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico, Universitario
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Note dell'autrice
Mi prendo una pausa dalle fanfiction per  buttarmi a capofitto in una storia originale. Ambientata in Giappone ai nostri tempi, con termini giapponesi che se vorrete tradurrò, scritta come piace a me, in prima persona. Se notate una somiglianza con l'anime/manga Kaichou wa Maid-Sama, lo ammetto ho preso spunto da lì ^_^. Perdonatemi se compariranno errori di battitura.
E come al solito, perfavore commentate, ho bisogno di sostegno per questa storia!


 
CUORE INNAMORATO

Cap 1

Sono le 5:00 del mattino e come al solito suona la sveglia, peccato che io già mezz'ora fa ero scivolata via dal tepore delle lenzuola e mi ero alzata, ancora a causa di quel sogno.
Decisi di mettermi la tuta per andare fuori a correre: maglietta a maniche corte, pantaloncini e felpa, senza dimenticare i pesi da 2k sia ai polsi che alle caviglie. Mentre mi allaccio le scarpe lo sguardo mi cade sul calendario: oggi è il 5 febbraio, il giorno del mio 18esimo compleanno... il mio secondo senza le persone più importanti della mia vita, i miei genitori e mio fratello minore.
-E' inutile stare a pensarci ora, quel che è stato è stato- questo è ciò che penso sempre, ma in verità la morte della mia famiglia, in quel tragico incidente aereo, ha lasciato un buco incolmabile nel mio cuore...e ogni notte il mio subconscio ne approfitta per ricordarmi che io non ho più nessuno al mondo, perché i miei nonni sono morti prima che io nascessi e i miei genitori erano figli unici. Ma ogni giorno che passa mi rendo conto che sono io che non voglio più avvicinarmi a nessuno. E forse, mi dico, è meglio così.
Prendo il mio mp3 ed esco di casa per incominciare a correre, come ogni giorno.
Corro, corro, senza pensare, senza sentire la musica anche se il mio mp3 è acceso, corro, corro per dimenticare. Solo in questi momenti la mia vita torna a potersi definire tale. Corro e sono finalmente me stessa, quella vera, quella di due anni fa, quella senza pensieri , quella che non sa cosa il futuro le avrebbe riservato.
Dopo un'ora, grondante di sudore, torno a casa e mi faccio una doccia veloce, poi mi vesto e vado a scuola a piedi.
In quel posto che è la scuola non c'è nessuno, a parte i miei sensei, che non mi chiami Mikage-sama, infatti loro mi chiamano Mikage-san. A scuola infatti sono la persona più ammirata, nonché Presidente del Consiglio Studentesco. Non chiedetemi perché lo sono, non saprei cosa rispondervi perché non faccio nulla per esserlo. Faccio solo il mio meglio per dare alla mia vita un significato ed il risultato è che sono la prima della scuola sia per quanto riguarda lo studio, sia per quanto riguarda le attività fisiche.
Arrivo a scuola alle 7:45, come sempre in anticipo per occuparmi dei miei doveri di presidente del consiglio studentesco.
Alle 8:00 il cortile incominciò a riempirsi, quindi uscii da scuola per dare il benvenuto a tutti gli studenti.
Appena mi videro uscire incominciarono le solite grida:
- Guardate, Mikage-sama!!!-
- Eccola, Mikage-sama!!!-
-Salve ragazzi, entrate pure- dissi io sorridendo
Ogni ragazzo si diresse verso la propria classe, mentre le ragazze mi circondarono, continuando a dire le solite cose:
-Ohh Mikage-sama, com'è bella, cosa fa per mantenere così i capelli?-
Ed io come solita risposta:
-Questo non è il momento, ne il luogo per discutere di queste cose, ragazze, andate in classe-
Mi dirigo anche io verso la mia aula per passare un'altra, monotona giornata.

Durante il mio abituale giro di ronda sento delle ragazze bisbigliare in un angolo del corridoio, quindi mi avvicino per ascoltare meglio:
-Fatti coraggio Sakura, finora nessuno è mai riuscito ad avvicinarla veramente, anche se è così gentile. Con te che sei così tenera forse...- disse Aoi-san, una ragazza del secondo anno, come me, a Sakura-san, del primo.
Capii subito che stavano parlando di me.
-Ma..... ma...- riuscì a balbettare Sakura-san prima che Aoi-san la spingesse fuori dall'angolo dicendo:
-Dai, sta arrivando!-
Io allora continuai a camminare verso di loro, quando Sakura-san trovato un po' di coraggio mi disse:
- Ehm.... ecco.... Mikage-senpai.....ecco....vorrebbe... si, insomma... vorrebbe tornare a casa insieme a me, oggi?- appena ebbe pronunciato l'ultima parola chiuse gli occhi e abbassò la testa, come una bambina che aspetta si essere sgridata.
-Certo Sakura-san, oggi a che ora finisci?-dissi sorridendo
Appena pronunciai questa frase Sakura aprì gli occhi e mi guardò come se le avessi fatto il più bel regalo del mondo.
- Ehm... ecco... finisco alle 15:00- disse felice
-Ok, ci vediamo all'uscita allora- dissi incominciando a camminare.
Quando mi fui allontanata un po', sentì Aoi-san dire:
-Visto, è gentile, adesso prova a scoprire di più sul suo conto!-
Sempre la stessa storia... ma è questa l'amicizia? voler sapere tutto della vita privata dell'altra persona? Io... non lo ricordo più... le mie vecchie amiche hanno lasciato la scuola e dopo che sono morti tutti, anche se loro mi scrivevano e-mail ogni giorno, io non rispondevo a nessuno.
Da quel giorno il mio cuore... è diventato una distesa ghiacciata, dove i miei cari riposano... eppure non ho mai versato una lacrima, neppure quando il pilota dell'aereo, l'unico sopravvissuto di quella catastrofe,venne a casa mia dicendomi che i miei genitori e il mio amato fratellino erano morti, mentre lui era ancora vivo, e nemmeno al loro funerale... niente di niente, mai nemmeno una lacrima.
Da allora solo falsi sorrisi perché il mio volto non esprimeva più alcuna emozione.
Sentii Sakura bisbigliare qualcosa, ma il mio pensiero era troppo distante per afferrare le sue parole.
Finite le lezioni mi diressi verso l'uscita e lì trovai ad aspettarmi Sakura, i suoi capelli biondi legati in due code laterali svolazzavano mentre girava la testa a destra e a manca cercandomi.
-Scusa il ritardo, Sakura-san- dissi avvicinandomi a lei- il preside mi ha intrattenuto per parlare di fatti inerenti il consiglio studentesco-
-Non si preoccupi- mi disse sorridendo.
Ci incamminammo senza parlare e dopo cinque minuti Sakura disse, guardando il terreno:
-Ehm... in un certo senso è... imbarazzante il silenzio, non lo pensa anche lei?-
-No, io non sono di questo parere. Il silenzio è la più bella sinfonia, racchiude tutti i suoni, ma al tempo stesso, non racchiude niente. Prova ad ascoltare- dissi io sorridendole.
Sakura alzò lo sguardo, si fermò e chiuse gli occhi, dopo un paio di minuti disse guardandomi:
-Ha ragione Mikage-san, si può sentire tutto, il vento tra i rami degli alberi, il cinguettare degli uccelli... non ci avevo mai fatto caso!-
Le sorrisi, poi guardando un uccello volare verso il suo nido le chiesi:
-Allora, c'è qualcosa che vuoi sapere sul mio conto? o meglio, che Aoi-san vuole conoscere?-
In pochi secondi ebbe svariate reazioni: mi guardò scioccata, poi arrossì, sapendo che l'avevo sentita parlare, guardò per terra e infine mi guardò, negli occhi una luce di decisione che non le avevo mai visto, e mi disse alzando un po' la voce:
-E' vero che Aoi-senpai mi ha chiesto di scoprire di più sul suo conto, ma io ho risposto dicendo che non l'avrei fatto! Deve essere lei, di sua spontanea volontà a dirmi quello che vuole, non devo essere io a costringerla!-
Dopo un suo grande sospiro si rese conto di aver urlato, e subito guardò i suoi piedi, arrossendo. Allora io non resistetti più e incominciai a ridere, quella ragazza era davvero buffa e ancora di più lo erano le sue reazioni! Le sue... reazioni... .
Smisi immediatamente di ridere e incominciai a camminare.
-Su, Sakura-san, i tuoi genitori ti staranno aspettando!-
-Ah, si è tardissimo!- esclamò lei.
Dopo pochi metri metri mi fermai e le chiesi:
-Scusa Sakura-san... vorrei farti una domanda... dove abiti? Puoi anche non rispondere, non sentirti obbligata.-
-Mi sono trasferita da poco, abito vicino al parco.- disse lei sorridendo
-Be', allora siamo vicine di casa, anche io abito da quelle parti.- dissi a mia volta sorridendo
Anche lei mi guardò, per un solo istante, ma non disse niente. Due minuti dopo arrivammo davanti a casa di Sakura che, titubante, mi chiese:
-Ehm... Mikage-senpai... vorrebbe...- era diventata più rossa di un pomodoro e visto che non riusciva a completare la frase, io le misi una mano sulla spalla e le chiesi:
-Vorrei... cosa? Lei abbassando lo sguardo e anche la voce, continuò: -... studiare insieme a me, sempre se i suoi sono d'accordo.-
Impietrii. Solo per qualche istante mi si gelò il sangue nelle vene, poi quando tornai lucida, dissi:
-Mmhh dovrei organizzarmi... allora facciamo domani... e poi... si, fino a che ora posso stare?-
-Tutto il tempo che desidera!- disse lei felicissima- ma è sicura che i suoi accettino?-
Ancora. Impietrii di nuovo. Mi riscossi quasi subito anche questa volta le dissi:
-I... miei... cioè, la mia... famiglia... non c'è più, quindi non c'è problema... a domani allora-
Incominciai ad incamminarmi verso casa mia, sentendo gli occhi di Sakura che mi guardavano, poi la sentii entrare in casa e dire:
- Sono tornata. Mamma, papà, domani può venire a casa a mangiare una mia senpai?-
Non sentii cosa le risposero loro, pensavo ad altro. Precisamente all'ultima volta che salutai i miei genitori e mio fratello.
  
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