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Autore: Birra fredda    11/01/2014    2 recensioni
“Dimmi Matt” disse.
“Brian Val... Val... oddio...”
Brian si mise a sedere. Matt era emozionato, quindi o Valary gli aveva detto di sì per il matrimonio o era uscita la nuova versione di Call Of Duty.
“Matthew, respira. Calmati, rimetti in ordine le idee, costruisci un discorso sensato nella testa e poi parla” continuò Brian mettendo il vivavoce per far sentire la conversazione anche agli altri che si erano raccolti attorno a lui, curiosi più che mai.
“Avanti Matt non tenerci sulle spine” lo esortò Jimmy. “Cos’è successo?”
“Valary è incinta.”
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'You will always be my heart.'
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M. Shadows si stava godendo la giornata. Sebbene quel giorno Jimmy avrebbe dovuto compiere trentuno anni, aveva deciso di starsene tranquillo a casa per rilassarsi. Sapeva che se Jimmy fosse stato lì con loro in quel momento sarebbe stato a casa sua, a dormire ancora per via dei postumi della sbronza della sera prima, passata tutti insieme attendendo la mezzanotte.
Ma Matt non aveva voglia di pensare a cosa sarebbe successo in quel giorni con Jimmy, poiché finalmente poteva godersi un po’ di tranquillità e non se la sarebbe di certo fatta scappare. Negli ultimi giorni, infatti, non aveva fatto altro che districarsi tra Zack e Brian, il primo depresso per via del matrimonio che stava organizzando e il secondo incazzato col primo sempre per via del matrimonio.
E a chi toccava consolare i due?
Sempre a lui. Mai che uno dei due, per una fottutissima volta, si fosse ricordato anche della presenza di Johnny che, per quanto potesse essere inutile, esisteva comunque. Né Brian né Zacky avevano deciso di sfogarsi una volta solo col più piccolo o di chiedergli un aiuto.
E va bene che Johnny si era fidanzato, ma lui era un uomo sposato con una donna incinta e aveva una figlia, aveva molto meno tempo dello Gnomo per star dietro ai due chitarristi complessati.
Tra l’altro, Brian aveva anche parlato a tutti loro, comprese Val e Mich, di Denise, e da quando l’aveva fatto non aveva smesso un momento di pensare a lei.
Quella ragazzina sembrava averlo, in qualche modo, stregato.
Matt non aveva mai visto Synyster Gates fissare il vuoto per un quarto d’ora consecutivo e sentirlo giustificarsi dicendo che stava pensando a qualcuno che non fosse se stesso.
“Amore!” urlò improvvisamente Valary dalla cucina, facendo scattare in piedi il cantante che se ne stava allungato sulla poltrona a osservare la figlia fare un disegno seduta sul tappeto.
“Sì?”
“Ti vogliono al telefono” disse lei affacciandosi dalla porta. “È la polizia” aggiunse sottovoce.
La prima cosa che Matt pensò fu che Brian e Zack avevano fatto pace e, nella foga del momento, avevano fatto sesso in un luogo pubblico.
Rispose al telefono pronto a scoppiare a ridere nell’orecchio di uno dei due chitarristi che gli avrebbe mestamente chiesto di andarli a riprendere, ma capì subito che la situazione non era poi così leggera.
“Il suo amico, Jonathan Seward è stato coinvolto in una rissa” gli comunicò l’agente. “Sta bene, ma la persona che ha picchiato purtroppo no: l’uomo è stato ricoverato in ospedale.”
Addio relax pensò Matt.
“Posso parlare con lui?” chiese con un sospiro.
“Certo. Poi può venire a riprenderlo alla centrale di polizia e...” Matt sentì l’agente trattenere per un momento una risatina. “Vorrei tanto sapere come il suo amico, così piccolo, sia riuscito a ridurre in quel modo un uomo grande e grosso.”
Il cantante sorrise. “Vorrei avere una risposta anch’io, agente.”
Matt attese che Johnny prendesse il telefono e, non appena lo sentì respirare, esplose come una bomba a orologeria.
“Ma si può sapere che cazzo ti è saltato in testa?! Facevamo queste cose quando avevamo vent’anni, Jonathan, adesso ne hai quasi trenta e ancora ti metti in mezzo alle risse? Me ne frego del motivo, cazzo. Me ne frego se stai bene o se ti sei fatto male! Dovrei lasciarti a marcire lì dentro, emerita testa di...”
“Ha tentato di violentarmi” biascicò Johnny nella cornetta, togliendo il fiato al cantante.
Matt dovette appoggiarsi al muro.
“Cosa?” chiese in una sorta di rantolo.
“Ieri sera stavo uno schifo, non riuscivo a togliermi di dosso il pensiero del compleanno di Jimbo e sono andato... insomma, cercavo qualcuno che mi vendesse della marijuana, era buio, lui mi ha preso da dietro e... eravamo a terra, me ne sono reso conto solo quando ha cercato di togliermi i pantaloni...” Johnny ritirò indietro le lacrime, non voleva mostrarsi così debole. “Non ci ho capito più niente. Non ero io, Matt. Non volevo...”
“Johnny...”
“Giuro, non volevo...” borbottò il bassista lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
Matt cacciò una bestemmia tra i denti. “Arrivo, prendo i soldi per pagare la cauzione e arrivo” disse cominciando a sudare a freddo. “Tu... cerca solo di calmarti.”
Matt osservò Valary che puliva la cucina e gli lanciava occhiate preoccupate. Come dirle ciò che era successo? Matt non trovò le parole. La guardò negli occhi per un momento, poi sospirò e disse: “Il solito coglione che non sa tenere le mani a posto. Vado a salvagli il culo, di nuovo.”
Valary sorrise appena e gli lasciò un bacio sulle labbra prima di vederlo salutare con la mano Alicia tutta impegnata a disegnare e poi scomparire fuori casa.
Matt ci mise più tempo del previsto ad arrivare alla centrale di polizia. Quasi non si rese conto delle sue azioni mentre le svolgeva, come se non ne fosse il protagonista ma solo uno spettatore.
Avevano tentato di stuprare Johnny.
La cosa a pensarla sembrava surreale.
Dopotutto era logico cercare di abusare di qualcuno piccolo come lui, ma che potesse succedere una cosa del genere proprio a lui era davvero assurdo. Lui, Johnny, il nano da giardino che veniva sempre preso in giro e che tutti trattavano come un piccoletto un po’ idiota. Proprio lui, cazzo.
 
Johnny mandò giù un lungo sorso di Jack Daniels lasciando vagare lo sguardo sul mare sconfinato che si distendeva davanti ai suoi occhi con solo il vetro dell’auto del cantante a fare da schermo.
“Quanto è costata la cauzione?” chiese.
“Non importa” rispose velocemente Matt senza guardarlo. Non era riuscito a guardarlo negli occhi da quando lo aveva abbracciato appena usciti dalla centrale della polizia.
Era stato un abbraccio lunghissimo, quello che il bassista gli aveva riservato non appena si erano ritrovati da soli. Un abbraccio intenso che era valso molto più di milioni di ringraziamenti verbali.
“Ma...”
“Cazzo Johnny hanno tentato di stuprarti e tu pensi alla fottutissima cauzione?!” strepitò il più grande trattenendosi dal tirare un pugno contro il volante dell’auto.
Il bassista sospirò e buttò giù un’altra sorsata alcolica. Matt aveva ragione, e far finta di niente non avrebbe certo migliorato le cose. Le sentiva ancora addosso, le mani di quel gorilla, dopotutto.
“Quando mi stava tenendo schiacciato a terra e stava cercando di togliermi i pantaloni è successo qualcosa di strano” disse in un bisbiglio il più piccolo. “Non volevo picchiarlo in quel modo. Volevo solo impedirgli di farmi del male. E invece... non lo so, avevo paura di averlo ucciso...”
Matt lo fermò con un gesto della mano. “Devi capire che la tua è stata legittima difesa. Okay, magari sei stato un po’ troppo manesco” aggiunse con un sospiro, “ma se tu non avessi fatto nulla avrebbe abusato di te.”
Johnny rabbrividì, a sentire quelle parole. Un uomo avrebbe potuto abusare di lui. Il solo pensiero gli dava la nausea. Sebbene ormai fosse abituato a sentir parlare di sesso gay grazie ai due chitarristi, il metterlo in pratica non era certo tra le sue volontà.
“Ti va di venire a pranzo da noi?”
“Ieri ho lasciato Kate.”
“Perché?”
“Lei voleva una relazione seria, mentre io voglio solo del sesso” spiegò Johnny stringendosi nelle spalle. “Guarda un po’, oggi me lo avrebbero dato e...”
“Smettila” lo fermò Matt prima che potesse dire qualcosa di cui, poi, si sarebbe sicuramente pentito. Ormai lo conosceva bene, e sapeva che quando era frustrato sparlava.
Johnny bevve un altro lungo sorso di Jack Daniels.
“E basta bere, non è neanche mezzogiorno” lo rimbeccò Matt prendendogli dalle mani la bottiglia semivuota.
Da quando era diventato padre, Matt si era molto responsabilizzato, a differenza degli altri due chitarristi. Non che il cantante non fosse sempre stato il più maturo tra loro, ma dalla nascita di Alicia aveva assunto droga solo a capodanno, e ciò era molto strano considerando quello che facevano, e che faceva anche Matt, prima.
“Ma che cazzo, Matthew, non darmi ordini” si indispettì il più piccolo, cercando di riafferrare la bottiglia dalle mani del cantante.
“Intanto l’alcol è mio” precisò Matt, intrappolando i polsi dell’amico con una mano, “e poi ti ricordo che non voglio darti ordini solo per il gusto di farlo, ma solo fare in modo che tu stia bene. Come sempre.”
Johnny si liberò dalla presa dell’altro con uno strattone, lanciandogli un’occhiata di fuoco.
Sapeva benissimo che Matt aveva ragione. Se non fosse stato per la sua capacità di dare ordini e di restare inflessibile, probabilmente molti anni addietro lui sarebbe diventato un tossicodipendente.
Si ricordava di tutte le occasioni in cui il cantante gli aveva strappato dalle mani la droga di troppo o gli aveva impedito di iniettarsi nelle vene qualcosa di troppo forte.
“Cosa vuoi che faccia?” borbottò dopo un po’ il bassista, incrociando le braccia al petto.
“Sfogati” rispose semplicemente l’altro. “Tirami un pugno, incazzati, dai una testata contro il finestrino, urla. Quello che ti pare, Jonathan, ma fai qualcosa.”
Johnny capì. E colse al volo il consiglio. In meno di un minuto stava urlando, pugni serrati e voce acuta. Finalmente stava tirando fuori tutto quella che era successo quella mattina, le mani enormi di quell’uomo contro la sua pelle, la sua voce languida, la sua bava che colava. Urlò quello che era successo, gridò a pieni polmoni di quanto si fosse sentito libero togliendoselo di dosso e riempiendolo di pugni, di quanto si fosse sentito bene vedendolo sanguinare e sputare un paio di denti, di come si fosse sentito soddisfatto vedendolo soffrire dopo aver tentato di far soffrire lui.
“Sono una brutta persona?” chiese alla fine dello sfogo, lasciandosi ricadere pesantemente con le spalle contro il sedile.
“Hai solo impedito che ti facesse del male” replicò Matt. “Sei un guerriero.”
“Avrei potuto ucciderlo...”
“Ma ti sei fermato in tempo.”










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*si schiarisce la voce* questo capitolo devo spiegarvelo. Non è colpa mia se fa... beh, schifo. Lo so, la storiella di Johnny che viene quasi violentato fa pena, non è plausibile e blablabla. Avete ragione. Non cercherò neanche di evitare i pomodori marci che già vi vedo tra le mani.
Però oggi è stata una giornata orribile. Ho un mal di pancia senza precedenti, nausea, un gatto tutto rincoglionito appena fatto castrare che gira per casa barcollando come un idiota e stamattina ho scoperto che ieri ho studiato tutto il giorno gli argomenti sbagliati di storia e quindi ho fatto anche un compito in classe da 4.

Insomma, perdonatemi, ma cercherò di far meglio col prossimo capitolo. Per ora questo resta dov'è.
Echelon_Sun

 
  
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