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Autore: Fidia    30/05/2008    1 recensioni
Cosa succederebbe se Luna, ormai quasi trentenne, ricevesse una lettera anonima nella quale un mittente misterioso la invita a recarsi a Manchester? Come reagirebbe se diventasse la pedina inconsapevole di un piano efferato?
Centinaia di engimi si accavallano, dando vita ad un intreccio astruso. Omicidi, amori, ritrovamenti, segreti svelati, strani oggetti preziosi, realtà che si ribaltano.
Per Luna, i Ricciocorni Schiattosi non esistono più. Ben presto l'eterna sognatrice si troverà costretta ad aprire gli occhi sul mondo, ad abbandonare la sua connaturata ingenuità e a guardarsi intorno con ragionevolezza.
La mia prima Fan Fiction, spero che vi piaccia... Accetto tutti i tipi di commenti, naturalmente!
-Un omaggio alla regina del giallo, Agatha Christie...
Genere: Malinconico, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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E grazie, Water. Sì, devo ammettere che sei un tipo molto perspicace. E lo vedrai anche qui. Comunque hai visto giusto: il crepaccio era quello sotto cui hanno trovato il corpo di Joe Event (quello di Jane era vicino alla casa di Scott). Vi lascio all’epilogo. Sto progettando un’altra fan fiction, come dicevo è una storia d’amore condita con un bel giallo che non guasta mai, e sarà (udite udite!) a quattro mani, perché ho chiesto la collaborazione dell'utente Alaide (l'autrice de "L'indagine" su EFP, per intenderci). Probabilmente la nostra Fan Fiction sarà pubblicata col suo nick, ma preciseremo che ne siamo entrambi autori. Continuerete a seguirmi? Intanto vi lascio all'epilogo. Buona lettura


EPILOGO

Un fruscio appena percettibile si udì fuori dalla stazione di Cormon Village. Luna, i cui sensi si erano stranamente acuiti dopo le rivelazioni della madre, tese le orecchie e rimase in ascolto. Dall’ombra emerse una figura che nessuna delle due donne si sarebbe mai aspettata di vedere: il dottor Ive, in giacca e camicia scura.
<< E’ straordinario! >> disse, ripulendosi i pantaloni dal terriccio. << Non speravo di trovarvi con tanta facilità. >>
Emily Lovegood fissò il medico con stupore. << Lei che ci fa qui? >>
<< Oh, io… ero venuto per incontrare la signorina Lovegood. Mi perdonerete se ho ascoltato la lunga discussione. Vi porto notizie interessanti: la polizia di Manchester è arrivata alla vostra stessa conclusione dopo aver letto il testamento di Scott, signora. Rolf Scamandro è stato fermato con l’aiuto di un collaboratore di polizia, un certo Dubois. Accusato di omicidio premeditato, dovrà vedersela in tribunale. Inoltre, >> fece una pausa, poi riprese, << hanno trovato nella tasca dei pantaloni di Anthony Follin un biglietto in cui l’uomo riportava le generalità e le foto dei membri del Ragno Nero. Gli Auror incastreranno Jack Wander il prima possibile. >>
Luna chinò la testa, con atteggiamento malinconico.
<< Su, Luly, >> disse Emily Lovegood, << non accoglierai con così grande tristezza il dottor Ive, venuto qui per te, vero? >>
<< Chiamatemi pure Bob >> disse il medico, nascondendo il rossore.
<< E’ strano che finisca così >> esclamò Luna all’improvviso. << La storia sembra quasi… >>
<< …incompleta >> concluse Emily, scoccando due occhiate repentine alla figlia e a Robert Ive.
<< Sì >> disse Luna. Fissò il medico con intensità e sorrise. << Ma forse… forse è così che doveva finire. >>
Bob annuì.

* * *

<< Geniale, Hottersby, davvero geniale! Ti invito stasera per una bella cenetta a quattro. Porta pure chi vuoi. Offro io. >>
Il commissario Mercury non era mai stato tanto felice, in vita sua. I casi risolti meravigliosamente lo mettevano di buonumore.

Rolf Scamandro e Jack Wander, insieme con altri membri del Ragno Nero, furono portati in Inghilterra. Il primo si dimostrò un po’ riottoso e stentò ad ammettere la verità.
Jack Wander, invece, ammise tutto con una punta di amarezza. Fu rinchiuso in una cella, dove, alla luce tenue della luna, rimase a meditare. Gli fu data la possibilità di specchiarsi. Lesse nei propri occhi una tristezza mai provata. Non sentiva di essere Jack. Ormai, si era abituato al nome di Terence. E forse, col tempo, il suo ego era davvero cambiato. Non avrebbe mai ucciso Luna. L’amava. Ma era troppo tardi, ormai.
Prese a piovere. Per un attimo, Terence Lymstock pensò che il cielo stesse piangendo con lui.

* * *

La stanza del comune magico di Randywick, arredata sontuosamente, ospitava un gran numero di invitati. In prima fila se ne stava Emily Lovegood, sotto le spoglie di Skali. Di seguito tutti i parenti del marito.
I primi due testimoni, in giacca e cravatta, avevano accettato di buon grado l’incarico. Louis Jefferson sembrava il più esitante. Forte della sua mole imponente, Walter era invece sicuro di sé. Dall’altra parte della stanza si trovavano invece le testimoni: Hermione e Ginny sfoggiavano abiti distinti e raffinati e sorridevano allegramente.
I raggi di un sole cocente, pronosticatore di una imminente rinascita, trapelavano attraverso i vetri del municipio di Randywick. L’atmosfera era placida e serena.
Un coro di applausi esplose quando Luna, con il suo lunghissimo vestito bianco, entrò nella camera, muovendosi con contegno regale.
Robert Ive si avvicinò alla sposa e il sindaco diede via alla cerimonia nuziale.
<< Vuoi tu, Robert Ive, prendere in moglie Luna Lovegood? >>
<< Lo voglio. >>
<< E vuoi tu, Luna Lovegood, prendere come tuo legittimo sposo Robert Ive? >>
<< Lo voglio. >>
<< Lo sposo, >> sorrise il sindaco di Randywick, << può baciare la sposa. >>
FLASH!
Il piccolo Matt Canon, figlio di Dennis Canon, immortalò la scena con la sua macchina fotografica.

+ + + +

La viglia di Natale, Luna e Bob trovarono una missiva nella teca delle lettere.

Caro Robert, probabilmente non ti ricordi di me. Sono un vecchio amico di tuo padre e mi farebbe piacere rivederti, dopo tanti anni. Ti invito nella mia residenza di Middlesbrough, in Mike Fortress Street, numero 435. Te ne sarei grato se mi raggiungessi al più presto. Ho molte cose da dirti.

Basil Malthus


Bob guardò la lettera, la sollevò e si rivolse alla moglie. << Dobbiamo fidarci? >>
Luna lanciò un’occhiata eloquente al fuoco che scoppiettava nel camino.
<< Ma sì! >> esclamò Bob, lanciandola tra i ceppi ardenti. Risero come matti, mentre le luci dell’albero di Natale luccicavano nel semibuio della vecchia abitazione di mister Scott.

FINE





Vi ringrazio per avermi seguito. Divorando “Il mistero della Luna di vetro” avete inconsapevolmente capito (si spera!) il significato di cinquantaduemilacinquecentoquindici parole, letto duecentosettantunomilacentosettantanove caratteri e milleseicentosette paragrafi circa. Un bacio a tutti, spero che continuerete a seguire me e Alaide nelle prossime Fan Fiction. Useremo il nick "Fidaide" :)
Bye Fidia
  
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