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Autore: Sara_delfina    31/05/2008    2 recensioni
Kaori è appena tornata a casa dopo aver lavorato con Mick, dopo il caso Kaibara...e deve fare i conti con quello che prova e con Ryo
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ryo aveva passato tutta la giornata a bighellonare in giro, si stiracchio e si diresse verso casa, con la mente impegnata a cercare di non pensare a Kaori, e alla scelta che aveva fatto.

Entrò in casa e sentì chiaramente che la casa era vuota, non avvertiva la presenza di Kaori

Che sia tornata sul terrazzo?

Pensò, mentre lo sguardo andava al soffitto; aprì la porta e guardò il salotto, notò subito il bigliettino appoggiato sulla tavola, si diresse verso di esso, mentre si avvicinava la salivazione prese a farsi rada e aveva difficoltà a deglutire, immaginava già quello che poteva esserci scritto.

Prese in mano il foglio e lo aprì. La scrittura di Kaori era grande e non molto ordinata lo colpì anche se sapeva bene cosa ci avrebbe trovato scritto.

 

Caro Ryo,

Ho preso le mie cose e me ne sono andata, ho capito che di me ti importa poco, purtroppo la memoria mi è tornata e mi sono ricordata tutto quello che è successo, quello che abbiamo passato ma soprattutto quello che mi hai detto e che ho provato.

Tu in tutte queste settimane non hai detto nulla e non hai fatto niente per farmi capire, come al solito sei tornato sui tuoi passi, per paura o per qualcosa forse…magari quello che c’è stato quella sera era solo un atto di disperazione.

Io so quello che ho provato e non riesco più a restare in casa a vivere con te, quindi mi licenzio da questo lavoro con te.

Mi muore il cuore a fare questo passo e non so se puoi capire.

(qui la scrittura era tremolante)

Ti amo

Addio per sempre

Kaori M.

 

Ryo rimase fermo immobile con la lettera tra le mani a fissare quelle 3 parole tremolanti, scritte dalla persona forse più importante della sua vita, ma che aveva cercato di salvare allontanandola da lui.

Strinse la lettera tra le mani, chiuse un attimo gli occhi e il viso di Kaori comparve, li riaprì, il volto scuro, si voltò e scese al poligono.

Prese in mano la sua Phyton e la caricò con i colpi, chiuse di scatto il tamburo e sparò, sparò, sparò per lenire il dolore che sentiva.

Sparò per tutta la notte, ma il dolore non accennava a diminuire.

 

Kaori, con le sue borse era arrivata al Cat’s eye, si tirò meglio sulla spalla la borsa più grande che le stava scivolando e suonò il campanello.

Non sentì i passi di Miki arrivare, ma era difficile poterla sentire.

- Ciao, ma cos….-

Kaori stava guardando per terra, all’apertura della porta aveva alzato la testa guardando l’amica.

Doveva avere un aspetto orribile per far zittire in quel modo Miki.

-          mi dispiace presentarmi qua a quest’ora, ma avevo bisogno di un posto, per questa notte. –

Le disse timorosa

-          ma figurati Kaori, puoi stare qui quanto vuoi, vieni entra-

Salirono le scale che portavano sopra al locale e la fece sistemare nella camera degli ospiti, una camera molto semplice con un letto morbido e un armadio, tutta la stanza era bianca e le dava un senso di, tranquillità, che però dentro di se non sentiva molto.

Appoggiò le borse a terra e si voltò a guardare la sua immagine allo specchio attaccato vicino all’armadio; una ragazza con i capelli corti castano-rossi e due grandi occhi nocciola gonfi la osservava, gli angoli della bocca rivolti verso il basso e con i segni del pianto non erano ancora andati via, voltò le spalle a quell’immagine e guardò Miki che la osservava dispiaciuta.

Miki le prese la mano e la guidò a sedersi sul letto.

-          cosa è successo? –

Le chiese con voce dolce.

Kaori portò le mani in grembo e spostò lo sguardo su di esse e con un sospiro cominciò a raccontarle un po tutto, Miki sapeva che aveva già riacquistato la memoria, lei e Mick erano gli unici, quest’ultimo l’aveva capito e lei gli aveva chiesto di non dire nulla a Ryo anche se era il suo migliore amico.

Miki ascoltò tutto quello che Kaori le disse, la confortò, ma non le disse molto, a tarda nottata vedendo l’amica provata dalla stanchezza le disse di andare a letto, e le assicurò che stava molto meglio grazie a lei.

Miki andò a dormire chiudendosi la porta alle spalle, Kaori non aveva sonno, aveva dormito anche troppo quel giorno, ma non poteva uscire piano, i sensi di Umibozu e Miki erano all’erta come sempre e se lei non voleva disturbarli più del dovuto.

Così aprì la finestra della camera e si mise a osservare la notte, poi prese una sedia posta di fianco al letto e la portò di fronte alla finestra, si sedette e appoggiò i gomiti sul davanzale, si prese la testa tra le mani e cercò di rilassarsi, cercò di trovare la risposta alle sue domande.

Cercò di non focalizzare sempre Ryo, ma di trovare una soluzione per la sua situazione, guardò chiuse gli occhi e inspirò l’aria calda della notte, l’odore degli alberi in fiore le arrivò come un ondata di calma.

Senza rendersene conto si addormentò delicatamente inspirando ancora quell’odore.

  
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