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Autore: rhys89    12/01/2014    1 recensioni
Una raccolta di flashfic e one-shot sui più disparati personaggi che circondano Castiel e Nathaniel in Nothing else matters.
L'occasione per osservare il loro mondo attraverso gli occhi di qualcun altro.
Ogni volta che vuoi giudicare qualcuno, cammina prima per tre lune nei suoi mocassini. _Proverbio indiano_
1) Daniel Dupont: “Sono uscito con Martin.” Questo, avresti dovuto scrivergli.
2) Lysandre Ainsworth: Il che ti riporta al punto di partenza: far ragionare quello zuccone.
3) Amelie Faure: Eppure non riesci a farne a meno, perché sai già che quel frugoletto ti mancherà da morire.
4) Lysandre Ainsworth #2: Poi, dopo un momento di esitazione, si toglie le cuffie e si siede al tuo fianco.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Castiel, Lysandro, Nathaniel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing else matters'
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Angolino dell'autrice

Buonsalvesalvino e buon anno a tutti (in ritardo, ma vabbé)! ^-^
Come promesso, rieccomi qui con questa piccola raccolta/suicidio, stavolta con una flash su Amelie Faure, ovvero la mamma di Cass.

Informazione di servizio: non mi sono dimenticata della tua richiesta, Euphoria__, tranquilla. Anzi, la tua storia è in fase di elaborazione! ;)

Dicevamo... sì, Amelie. Potrei scrivere un'enciclopedia su quella donna, ma mi limiterò a riferirvi le informazioni basilari: stando a quanto si sa dal gioco italiano (e da quanto ho letto su un sito inglese di Candy Love), è un'hostess di volo e, come il marito (pilota di aereo), ha dei turni di lavoro che le impongono di passare molto tempo lontano da casa. In particolare credo sia una hostess di linea e, secondo alcune ricerche che ho fatto, dovrebbe avere, in alternanza, un mese di lavoro e due settimane di riposo.

Questa flash si colloca molto prima dell'inizio di NEM, quando Cass aveva poco meno di un anno. Siamo in una notte vicina al termine della maternità (il periodo in cui alle donne che hanno partorito è concesso di restare a casa col figlio continuando a ricevere una percentuale più o meno alta di stipendio), e del conseguente rientro di Amelie a lavoro.
Un'altra cosa: secondo la mia personalissima interpretazione degli eventi, Amelie e Patrik si sono conosciuti a lavoro e ancora lavorano insieme, sugli stessi voli, con gli stessi turni. Non so quanto questo sia possibile nella realtà, ma vabbé, chiamatela licenza poetica :P

Mi fermo qui, altrimenti rischio di diventare logorroica come al solito, ma sarò sempre e comunque a disposizione per qualsiasi tipo di domanda e/o richiesta.
Ringrazio doverosamente tutti voi che mi seguite e spero di non deludervi.

Ps. La Mathilde di cui si parla in questa flash è la stessa Nanà che abbiamo incontrato nel capitolo sette.

Pps. L'ottavo capitolo di NEM è già a più di metà stesura, e aggiornerò entro gennaio come promesso ^_-

Nota importante anti-spoiler: Leggere questa flash preferibilmente dopo aver letto il capitolo 7 di Nothing else matters

Buona lettura a tutti! ^_^



Categoria: Giochi di ruolo
Fandom: Dolce Flirt
Titolo: Amelie Faure
Rating: verde
Genere: sentimentale, malinconico, introspettivo
Avvertimenti: flashfic
Personaggi: nuovo personaggio, Castiel
POV: Amelie
Localizzazione: Quando la maternità sta per finire e Amelie deve tornare a lavoro
Note: Amelie Faure e Patrik Gauthier sono rispettivamente la mamma e il papà di Castiel.
Disclaimer: I personaggi e la storia di Dolce Flirt non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Amelie Faure

Guardi Castiel dormire al tuo fianco, il respiro regolare e l’espressione beata. Forse sta facendo un bel sogno.
Lo accarezzi piano, sorridendo. Poi gli scosti i capelli dalla fronte e lo baci dolcemente, inspirando quel suo delicato odore di neonato. Un profumo indefinito, un misto di talco, creme e qualcosa a cui non hai mai saputo dare un nome – ma in effetti non ci hai mai neanche provato.
Senti le lacrime pizzicarti di nuovo gli occhi, fastidiose ed insistenti, ma le ricacci indietro: non vuoi piangere. Non ne hai il diritto.
Perché in fondo nessuno ti obbliga a riprendere il tuo lavoro: Patrik guadagna bene, molto bene, e sai che, se volessi, potresti restare a fare la casalinga, oppure trovare un part-time; uno vicino casa, che ti permetta di rientrare presto ogni sera e stare con tuo figlio.
Il punto è che tu non vuoi.
Forse – sicuramente – è una scelta egoista, ma tu hai solo ventiquattro anni – anzi, ventitré e mezzo – e ancora un sacco di sogni nel cassetto. E hai faticato tanto per entrare finalmente tra le hostess di linea, così da viaggiare in tutto il mondo, e adesso proprio non riesci neanche a pensare di rinunciarci così presto.
Perché, anche se ami quel bambino con tutto il cuore, una parte di te sa che, se diventassi una mamma a tempo pieno, lo rimpiangeresti per tutta la vita.
Tiri un po’ su col naso e ti maledici in silenzio, per essere così debole.
Eppure non riesci a farne a meno, perché sai già che quel frugoletto ti mancherà da morire.
Lo stringi a te – piano, non vuoi svegliarlo – e ti concentri sul suo respiro per calmarti.
In fondo non è la fine del mondo. Certo, starete lontani per un mese intero, ma poi avrete anche due lunghe settimane da passare insieme. Tutti e tre: tu, Cass e Patrik.
Patrik… il pensiero che, tra poco, tornerete a lavorare insieme riesce finalmente a strapparti un sorriso: ti è mancato davvero tanto, in quest’ultimo anno.
E poi Castiel non sarà da solo, ti dici. Insomma, Mathilde non è certo la sua mamma, ma è davvero una brava donna, gentile e paziente. Inoltre quei due vanno già molto d’accordo, quindi sei sicura che il tuo bambino si troverà bene, con lei.
Lo senti mugulare nel sonno e lo accarezzi dolcemente.
«La mamma è qui.» Gli sussurri sui capelli, per poi depositarvi un bacio leggero.
E vederlo calmarsi immediatamente, la testa ora appoggiata sul tuo petto, ti stringe il cuore in una morsa di ghiaccio, mentre la tua determinazione rischia di crollare come un castello di carte mal costruito.
Ma poi fai un profondo respiro, ti asciughi le lacrime con la manica del pigiama e chiudi gli occhi, cercando di prendere sonno: ormai è tardi per cambiare idea, se pure volessi farlo.
Speri solo di non pentirtene mai.
   
 
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