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Autore: Tomocchi    12/01/2014    12 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 12
Serenata

 
 

 

Dublino, Fitzgerald School, Lunedì mattina

Niklas era a dir poco incavolato nero. Ora capiva tutto! Perché Jackie gli fosse finita tra capo e collo così a caso e chi era la causa di tutti i suoi problemi.
Daniel Hill. Tutta colpa di quel maledetto nano da giardino! Ah, quanto avrebbe voluto dissanguarlo, anzi, anche solo fargli male e farlo soffrire quanto lui in quell’ultimo mese e mezzo. Stramaledetto ragazzo!
Aveva passato il Sabato notte e tutta Domenica chiuso in casa, a masticare col nervoso carote, sedani e zucchine: Jackie era stata molto seria e gli aveva ripulito frigo e dispense, per evitare che ricadesse nel baratro delle schifezze e piatti pronti.
Jackie che aveva cercato di parlargli, ma l’aveva cacciata: non ne aveva avuto proprio voglia di sentire squittire quella ragazza.
Entrò in classe e si sedette al banco, trucidando con lo sguardo chiunque si avvicinasse o lo guardasse.
Fulminò con gli occhi anche Jackie, la sua compagna di classe/life coach/sottospecie di amica/boh, non aveva idea di come definirla, che si avvicinò a lui in tutta fretta.
“Niklas! Tutto bene?”, domandò preoccupata, sottovoce.
“Va’ via, non ho voglia di parlare.”, ringhiò lui, mostrando i denti.
“Ehi, calmati un po’!”, lo reguardì, agitando l’indice, prima di bloccarsi e fissarlo a bocca aperta. “Non ti sei fatto la barba! E senti come puzzi, hai messo roba sporca?”, chiese ancora, cominciando ad agitare la rosa canina – che portava sempre – davanti a sé, con il naso tappato.
“Sì, è così. Problemi?”, rispose l’altro, ritraendosi appena per evitare il fiore, ma con un tono di sfida.
Che importava tutto questo? Erano cavoli suoi di come si tenesse.
La brunetta stava per ribattere con ferocia quando entrò la professoressa Walsh di scienze, che li richiamò all’ordine per iniziare la lezione.
Ringraziò mentalmente l’anziana donna, che iniziò subito a scrivere alcune nozioni delle letture che avrebbero affrontato quel giorno nel libro.

Tornò a casa cinque ore dopo, per poter riposare come doveva.
L’avrebbe fatta pagare a Daniel in qualche modo: l’avrebbe annientato su The War of Past, il gioco in cui andava forte. Sì! Premendo la freccetta destra, la F e il CTRL lo avrebbe piegato in due!
Sorrise, pregustandosi il momento in cui prima lo avrebbe distrutto mentalmente e poi fisicamente.
Potendo, lo avrebbe sottoposto allo stesso programmino che lui aveva sopportato con Jackie.
Si buttò a letto, stanco, sistemando con noia le tende del baldacchino per poi spogliarsi.
Doveva riposare e smettere di pensare a quel cretinetto biondo…

***

Jackie era un po’ preoccupata per Niklas. Da quella sera del compleanno di Rogan, dopo l’incontro con quel demente di Daniel, lui non era più come prima. Sembrava avercela con il mondo intero! Certo, era sempre stato così, ma ultimamente più del solito. Doveva rimetterlo in riga prima che potesse succedergli qualcosa.
Qualcosa cosa, ad esempio? Beh, ne aveva avuta la prova quella mattina.
Di nuovo mal tenuto, coi capelli unti, una leggera barba e vestiti dismessi, sporchi, che puzzavano. No, non l’avrebbe fatto tornare come prima.
Non tanto per lei, che aveva conosciuto Niklas e aveva imparato ad accettare certi suoi aspetti ma per Rogan: se voleva piacerle, doveva tenersi bene! Li aveva visti sabato sera parlare, li aveva lasciati soli apposta, ma nell’allontanarsi aveva sentito una stretta al petto, un malessere mai avuto prima che l’aveva lasciata un po’ spiazzata.
Scosse il capo, liberandosi da quei pensieri. Seduta sull’autobus per andare a casa dell’austriaco era decisa a tirarlo fuori da quella situazione in cui lui si stava adagiando.
Arrivata davanti alla porta, la aprì con la chiave che lo stesso Niklas gli aveva dato qualche mese prima ed entrò, trovando un silenzio quasi inquietante.
Camminò per tutta casa, sbirciando nelle prime stanze, fino ad arrivare alla camera da letto, dove lui dormiva.
Si avvicinò, silenziosa, scostando appena la tende per guardarlo. Oh, che carino quando riposava! Che peccato non poter fare una foto… Si riscosse da quei pensieri, richiudendo le tende.
Non lo avrebbe disturbato, avrebbe aspettato il suo risveglio verso sera.
Si era portata via anche una borsa con un cambio, segno che era decisa a dormire da lui.

***

Niklas si svegliò nel tardo pomeriggio, leggermente intontito. Si alzò, mettendosi i pantaloni della tuta e una maglia per poter stare più comodo. Sarebbe uscito solo verso sera per fare uno spuntino.
Ad un tratto gli arrivarono delle voci, come se la televisione fosse stata accesa. Subito si allarmò, pensando a “Dei ladri?” ma si ricordò che anche Jackie aveva le sue chiavi di casa, e infatti la trovò  sul divano, con un piatto di carotine tagliate alla julienne sulle gambe.
“Ben svegliato.”, salutò lei, senza staccare lo sguardo dallo schermo della tv. Subito lui alzò gli occhi al soffitto, esasperato. Che rottura…
“Che ci fai qua?”, domandò scazzato, andando a prendere l’ennesimo gambo di sedano per poterlo addentare con rabbia.
“ Ti tengo d’occhio. Non ti lascerò ricadere in quella spirale di anonimato, bruttezza, e… sì, tutte quelle cose lì.”, disse la ragazza, indicandolo con un circolare cenno della mano.
“E se devi mangiare, esci ora perché poi stasera c’è la finale di X-Factor. Voglio che mi aiuti a votare i concorrenti...”, lo avvisò, prendendo il cellulare in mano.
“Che roba è? Ics…Factor?”, domandò Niklas, mentre si grattava la testa.
Jackie alzò lo sguardo prima di lanciargli contro un cuscino.
“ Vai a farti una doccia, esci a mangiare e poi sii di ritorno per le nove, che inizia il programma! Non voglio uno scarafaggio puzzolente nerd seduto al mio fianco!”, esclamò, lanciando un secondo cuscino che l’austriaco schivò.
“Ehi, calmati, pazzoide! Io stasera gioco al computer, hai capito? Non sarai tu a costringermi a lav…” Un altro cuscino lo prese in faccia e la ragazza sospirò.
“ Fai come ti dico, Niky, è per il tuo bene.”, disse lei alzando un sopracciglio e indicandogli il corridoio con l’indice,  agitando la rosa come minaccia.
Niklas sospirò, esasperato. Era meglio eseguire l’ordine… tanto veniva sempre sottomesso da quella pazza.

Dopo essersi fatto una doccia, rasato la barba, vestito e preso su la borsa con il solito cibo e succhi, andò dai barboni da cui andava di consueto e si nutrì del loro sangue, cercando di trattenersi anche se era nervoso. Dopo aver applicato un cerotto sul loro collo, tornò a casa, trovando Jackie sempre stesa sul divano, intenta a fissare il solito schermo.
“ Rieccomi.”, borbottò, raggiungendola e sedendosi con la sua solita delicatezza.
“ Mamma mia, sembra che si sia seduto un orso!”, si lamentò la brunetta, spostando la borsa che teneva sul sofà al tavolino. Purtroppo, nel farlo, scivolò fuori un foglio piegato in quattro.
“Lascia fare, prendo io..!”, aggiunse subito, ma Niklas fu più lesto e lo afferrò. Vista quella sua disponibilità, si insospettì e lo aprì, rivelando una lista.
Recitava:
Il programmino per Niky

-Fase 1
•Mettere a posto i capelli
•Cambiare occhiali
•Comprare vestiti nuovi
•Tonificare il fisico

-Fase 2
•Acquisire charme
•Avere un buon portamento e parlare bene
•Abituarlo a tenersi in ordine

-Fase 3
•Combattere contro i licantropi
•Comprare un animale da compagnia
•Imparare a nutrirsi di animali
•Prova del bacio

Trasformazione completata, yay!

Man mano che leggeva era sempre più sconvolto. Credeva che lei andasse a caso, e invece… aveva davvero stilato un programma per lui!
E poi…
“Prova del bacio… Prova del bacio?!”, lesse, ripetendo la frase due volte come per capirne bene il significato.
Si voltò a guardare Jackie, paonazza in viso, prima che lei gli strappasse dalle mani il foglio e lo ripiegasse per rimetterlo nella borsa.
“ D… devo verificare le tue capacità! Metti che baci Rogan e fai schifo, non posso permettere che il vostro primo bacio sia rovinato! D-deve essere indimenticabile, capisci?!”, rispose, come a giustificare la cosa.
Bacio! Jackie, è un bacio! M... mica ti sei innamorata di me vero?!”, chiese con orrore, spiaccicandosi contro il bracciolo e parte dello schienale del divano.
“Ah! Ma figuriamoci! Io amo solo Harry degli One Direction!! È assurdo pensare… andiamo dai!”, rispose subito con voce acuta prima di scoppiare a ridere in modo esagerato.
“Ah ecco… meno male, insomma!”, concluse lui, passandosi una mano sulla fronte. Miseria ci mancava solo… no, non ci voleva proprio pensare.
“ Però devi comunque provare il bacio, sappilo!”, gli ricordò la compagna, piantandogli l’indice sul petto. “Chiaro?”
“Per forza?”, mugolò lui, esasperato.
“Niklas! Sacrifico il mio primo bacio per te!”
“Primo bacio? Hai 18 anni e non hai ancora mai baciato?”, domandò lui sorpreso prima di sogghignare con superiorità. Che sfigata!
“ Ah, zitto! E sentiamo, parla il grande esperto! Perché tante storie allora?”, sbottò Jackie, ancora rossa in viso.
“ … P… Perché anche io non ho ancora mai baciato.”, borbottò a bassa voce il vampiro, a testa bassa.
“Pfff! Tu sei peggio di me!! 313 anni e non hai mai baciato!”, lo prese in giro lei, beffarda. Si vedeva che era più che soddisfatta della cosa…
“ Ok, smettiamola.” Era inutile continuare quella farsa. “Che cosa… facciamo?”, domandò Niklas, leggermente a disagio.
Non gli piaceva quel discorso.
“Senti, io non ti lascio andare da Rogan senza aver prima sentito come baci, mettitela via e ora vieni qui…  Dammi un bel bacio, su!”, ordinò, mettendosi in ginocchio sul divano e sedendosi sui talloni, in modo di stare di fronte a lui.
Niklas la guardò con una smorfia ma Jackie, con un’occhiataccia, lo convinse ad avvicinarsi.
“Su. Baciami.”, impose la ragazza, con le guance leggermente rosse, gli occhi chiusi e le mani sulle gambe.
“Nemmeno per sogno.” Perché avrebbe dovuto farlo?
“Mh… Vuoi qualcosa in cambio?”, domandò lei, senza aprire gli occhi.
Qualcosa in cambio? Ci poteva fare un pensierino. Poteva chiederle…
“…poi mi fai bere il tuo sangue? “ buttò là, incrociando le braccia al petto.
Bere quel buon nettare rosso come dessert era un ottimo compromesso.
“Di nuovo?” Effettivamente glielo stava domandando spesso, ma ne era davvero estasiato.
“Sì.”
“…. Ok. D’accordo...”
Niklas si avvicinò al viso di Jackie, un po’ titubante. Il suo primo bacio a una matta. Che tristezza. Si morse il labbro inferiore e chiuse gli occhi, sporgendo le labbra fino a sentire la punta del suo naso.
Ops.
Jackie lo rimproverò: “Niky, più in basso… e poi chiudi gli occhi assicurandoti di aver prima beccato il bersaglio.”
Se avesse avuto ancora del sangue umano sarebbe arrossito per la vergogna. Riaprì gli occhi e stavolta la baciò sulle labbra… immaginandosi un rospo al posto della ragazza.
Un brutto rospaccio grinzoso. Jackie non era una bellezza e contando il carattere che aveva…
Quando si staccò, si passò il dorso della mano sulla bocca e la compagna fece lo stesso, delusa.
“ Uno schifo. Non so se è per me o cosa, ma non è stato un granché. Devi allenarti, fare qualcosa!”, sentenziò, tornando a guardare la televisione col broncio.
“Beh, certo non sei tu quella che…” iniziò lui, ma la brunetta gli fece segno di star zitto, mentre sullo schermo iniziava la sigla del famoso talent il cui scopo era trovare la nuova stella del mondo della musica.
Con uno sbuffo lui prese il proprio telefono e iniziò a giocare a Candy Crush. Proprio non riusciva a capire cosa ci trovasse lei in quel programma. Tutte le voci che sentiva erano uguali, alcune delle vere e proprie lagne, altre invece avevano una leggera nota sbagliata, e altre ancora parevano copie di voci già sentite.

Alla terza pausa pubblicitaria, Jackie gli tirò appena la manica della felpa.
“ Nik, ce l’hai l’app di X-Factor UK, vero?”, domandò, mostrando un’icona con una X rossa e nera presente sullo schermo del suo cellulare.
“Una che?”
“ App! Applicazione! È questa cosa sul cellulare… comoda… tipo i software che hai tu sul pc, solo che sono ridotti e stanno anche sul cell, ecco! Vedi… ce ne sono di tutti i tipi, c’è un app per tutto…”
“Anche un app per farti stare zitta?”, domandò lui interessato.
“Ma smettila! Dai, aiutami a votare Frank Fav, ha una voce così bella, un tono particolare…”, lo pregò, congiungendo le mani con il telefono in mezzo a esse.
“Per particolare intendi che non si sente?”, domandò lui, stranito. Quello si teneva sempre sulla stessa nota.
“Ma cosa dici! Abbiamo bisogno di cantanti come lui!”, insistette la bruna, indicandosi il cuore “Lui sa trasmettere qualcosa!”
“ Certo. Sonnolenza.”, mormorò il ragazzo, fingendo uno sbadiglio. “Io saprei fare di meglio.”
“Ah sì? Fai sentire!” lo sfidò la compagna, con le mani sui fianchi.
Niklas la occhieggiò per un po’, prima di alzarsi e andare nella camera da letto; Jackie lo seguì, chiedendogli “Ma dove vai?”, curiosa. Si bloccò sulla soglia della stanza dove lui riposava, vedendolo aprire il famoso e fantomatico baule.
Quel baule del sedicesimo secolo che aveva provato ad aprire la prima volta senza risultato; quel baule per cui Niklas l’aveva buttata fuori di casa la prima volta: finalmente avrebbe scoperto cosa conteneva!
Leggermente agitata lo guardò tirare fuori carte, alcuni vecchi vestiti di epoche risalenti al ‘700, ‘800,’ e ‘900 e infine una custodia, che rivelò contenere un bellissimo violino.
“Tu lo sai suonare..?”, domandò sorpresa, avvicinandosi per ammirarlo. Non ne aveva mai visto uno dal vivo, ed era stranissimo.
“No, lo tengo come fermaporte.”,  commentò lui con sarcasmo, prendendolo in mano.
“Uno Stainer, un regalo di mio padre. Questo è un originale, fatto poco prima che Stainer morisse. Non aveva allievi.”, mormorò, prendendo l’archetto e passandolo delicatamente sulle corde, producendo un fine suono soave.
Jackie lo ascoltò, rapita, prima di scuotere il capo.
“ Oh! Piano, piano, piano! Questo suono… Vuoi dirmi che eri stato tu a svegliarmi all’improvviso con quella tremenda steccata, Sabato?”, domandò accigliata, improvvisamente memore dell’accaduto proprio grazie al suono prodotto dallo strumento.
“Vuoi dire questo?”, domandò Niklas con un ghignetto, steccando ancora, seguito da un urletto di Jackie.
“Dai, smettila! Fammi sentire come suoni, piuttosto.”
L’austriaco annuì e socchiuse gli occhi, ispirando profondamente prima di iniziare a suonare.
Forse l’essere vampiro aveva un lato positivo: in tutti gli anni aveva avuto tempo di esercitarsi e migliorare, fino a divenire quasi un perfetto esecutore di ogni singolo brano conosciuto.
Questo era anche il segreto del suo successo con The War of Past: ci giocava da quando era appena uscito.
Le melodia del violino era perfetta, rilassava e faceva sentire vivo l’ascoltatore, sognare col solo suono.
Jackie aveva un’aria spaesata, ma all’improvviso parve ridestarsi.
“ Una serenata! “, gridò, facendo steccare Niklas di nuovo. Ma che diamine…
Lui la fissò malissimo.
“Che hai da urlare?”, la rimproverò con un tono un po’ duro; mica poteva fare certe uscite all’improvviso!
Ripose il violino nella custodia e proprio quando stava per rimetterlo nel baule la brunetta lo bloccò: “Niky! Potresti fare una serenata a Rogan, proprio stasera! Ti ricordi della domanda di Ask.fm? A lei piacciono i tipi che sanno suonare uno strumento! Questo ti aiuterebbe a... entrare nel suo cuore.” mormorò, con un tono via via più mesto nelle ultime parole.
Chissà che le prendeva…
L’idea non era male, in fondo.
“ D’accordo.” Era roba d’altri tempi, nessuno faceva più serenate, sarebbe stato imbarazzante ma avrebbe potuto dare la colpa a Jackie. Sì, colpa sua. Dopotutto era stata lei ad averlo proposto.
“Forza! Vestiti bene, come Venerdì quando siamo usciti, farai un figurone!” cinguettò lei, prendendogli il bordo della maglia per tirargliela via a forza senza nemmeno chiedergli il permesso.
Ma era scema?!
“ Jackie, faccio da solo, grazie! È imbarazzante che sia tu a spogliarmi, vai fuori!”, esclamò lui, coprendosi il petto con le braccia, imbarazzato. Diamine, era davvero troppo strana come cosa!
Parve rendersene conto anche Jackie, visto che strinse le labbra, rossa come un peperone, e annuì, uscendo dalla stanza prima di chiudere la porta dietro di sé.
Il moro sospirò e si cambiò, rimettendosi camicia, gilet e pantaloni grigi, scarpe eleganti. Non ne era proprio convinto, ma ne valesse la pena.

***

Cosa le era preso? Spogliare Niklas in quel modo! Mica era sua madre, che lo vestiva e… nemmeno la sua ragazza…
In effetti per una volta lui aveva ragione, non era per niente normale quello che aveva fatto.
Accidenti, che vergogna, che imbarazzo! Ma doveva recuperare la sua spigliatezza, avevano una missione da fare! La serenata non era nel programmino e mancavano ancora alcuni punti da fare prima di aver completato la trasformazione… Ma non era una cattiva idea. Rogan iniziava a interessarsi a Niklas. Se si fosse innamorata, era sicura che sarebbe stata più che contenta di sapere che lui era un vampiro, un vampiro bello come quelli delle serie tv e dei libri. Già…

Appena l’austriaco fu pronto, con il violino in mano, uscirono e andarono verso la casa della compagna, la stessa dove si era tenuta la festa di Sabato.
Quando furono davanti ad essa, giunse il panico.
“ … Dobbiamo suonare il campanello?”,  domandò Niklas, incerto. Pareva un palo, rigido, con lo strumento stretto al petto.
“Dobbiamo? No, no… Tu! Niente plurale, sei tu quello che deve agire, io sono come una ninja, nell’ombra…”, sussurrò Jackie circospetta, gesticolando un po’: “Comunque sarebbe bello trovare la sua stanza e lanciargli un sasso contro la finestra, fare la serenata proprio lì sotto… ah, sarebbe il massimo! “
La faccia del vampiro non era delle migliori.
“Certo. Un sasso. E se rompo la finestra?” sbottò, cinico.
“Ma oh, parliamo di un sassolino! Non può fare niente!”, si difese la ragazza, con le solite guance gonfie da criceto.
“ D’accordo. L’idea è tua, quindi è compito tuo cercare un sassolino al buio.”
“Ma… I vampiri non vedono al buio?”, domandò sorpresa.
“Certo, ma ripeto che l’idea è tua, quindi tu fai il lavoro.”, commentò maligno.
Jackie sbuffò, chinandosi a cercare un sassolino. Ma niente. Erba, erba, erba, vialetto… uhm, non era il caso di staccare un mattoncino.
“Allora, trovato?”, la canzonò Niklas. Probabilmente stava pure sorridendo, il cretino.
“No, non ancora!”, sbuffò, risentita.
“… Ma… se la chiamassi?”, domandò lui, prendendo il cellulare in mano.
“No, no, no! Il lancio del sassolino è più romantico!”, pigolò lei, senza smettere le ricerche.
“Seh… Sei ridicola, tirati su.”, borbottò il ragazzo, pigiando il tasto della chiamata rapida.
“Ehm… ciao. Sono Niklas Reiter, il tuo com…sì, sì. – Ah, aveva risposto subito… e senti com’era impacciato lui! La dolcezza fatta a persona. Magari fosse stato così carino anche con lei… ma perché doveva sentirsi così triste? – Vedi vorrei… farti vedere una cosa… se ti affacci dalla finestra di camera tua… sì, sono qui fuori… No, no, non entro dentro – e lanciò un’occhiata a Jackie: che non volesse entrare per far sapere che era venuto con lei? – , sì, ti aspetto. Ciao.” Chiuse la chiamata, rimettendoselo nella tasca del cappotto, leggermente su di giri. Si vedeva da come si dondolava appena sulle gambe. Com’era contento…
“Esce tra poco?”, mormorò Jackie, strofinando le proprie mani tra loro.
“Già.”
Dopo una trentina di secondi, Rogan aprì la finestra, mostrandosi con una sciarpa al collo e un maglioncino verde pesante che le risaltava le forme. Diamine, era bella anche in tenuta da casa, che invidia!
“ Ciao.”, salutò lei. Il suo sorriso andava da un orecchio all’altro. Allora era felice di vedere Niklas…
“Ciao. Cioè, buonasera. Uhm… volevo… ecco… farti sentire questo.”, mugugnò il vampiro, tirando fuori il violino: lo appoggiò sulle clavicola, sostenendolo con il braccio e, tenendolo in posizione con la mascella, stette dritto con la schiena.
Lo vide mettere l’archetto circa a metà, socchiudere gli occhi e… produrre un suono meraviglioso.
Era una musica dolce, intensa, malinconica. Era sicura di averla già sentita, da qualche parte… solo poi si rese conto che era “Per Elisa” di Ludwing van Beethoven.
Jackie, nell’ombra, ne era totalmente rapita, così come Rogan, che stava alla finestra con la bocca semi aperta, le guance rosse – non era dato sapere se per il freddo o per la bella melodia – , fino alla fine del pezzo, quando Niklas sollevò delicatamente l’archetto e alzò lo sguardo prima verso Jackie, e poi verso Rogan, in silenzio.
“ Io… non so cosa dire…”, soffiò la ragazza, mettendosi le mani sulle guance. Jackie in quel momento sentì la rabbia montargli come mai prima di allora.
Non sapeva cosa dire?! Niklas era stato bravissimo! C’erano tante cose da dire, scema! Era stato passionale, bravo, professionale; la sua musica aveva scosso il cuore di entrambe: ne era certa! Ma soprattutto era da ringraziare per quello spettacolo romantico e notturno. Rogan era certo più intelligente e brava di lei a scuola, ma in quel momento era davvero stupida.
Niklas strofinò un piede a terra, fissandolo con interesse. Ecco, ora si era scoraggiato.
“ … Ti è piaciuto?” domandò lui, rialzando lo sguardo.
“Sì, certo…” E basta. Non sapeva dire altro? Sveglia, ragazza!
Jackie avrebbe voluto strapparsi i capelli. Possibile che dopo tutto il lavoro per renderlo bello, un “Sì, certo” era tutto quello che otteneva? Ma va a quel paese!
Era un po’ delusa dall’algida reazione di Rogan, si era aspettata qualcosa di più.
“ Beh… bene allora…”
Oh, povero Niky! Deciso. A casa lo avrebbe fatto giocare al pc e dato un po’ di sangue per tirarlo su. Era colpa sua, lo aveva costretto a fare quella serenata con chissà quali aspettative…
“ Io… allora vado.”
“ Va bene. Magari… sì, ci vediamo domani a scuola.”, salutò Rogan, agitando una mano.
“ Certo.” Il vampiro la salutò a sua volta e si avvicinò a Jackie a testa bassa, in totale silenzio.
Alla ragazza si strinse il cuore nel vederlo così. Gli diede subito una pacca, cercando di essere incoraggiante.
“ Dai, Nik, è andata benissimo, sei stato grande, davvero! Ora torniamo a casa e magari ci facciamo una partitina a Zombie Hunter, che dici? Sì, hai capito bene, voglio provarci anche io a fare fuori qualche infetto non-morto! E poi, come promesso, il mio sangue! Ma come al solito, modalità succo di frutta, eh!”
Lo vide sorridere un pochetto e quello le fece piacere. Sapeva come prenderlo, ormai.
Gli diede un altro colpetto e camminarono fianco a fianco, leggermente a testa bassa, senza dire una parola, per tutto il tragitto, con le mani nelle tasche dei soprabiti e solo un leggero alito di vento a far loro compagnia nella notte.
Doveva essere molto tardi.
Quando furono quasi davanti a casa Niklas si bloccò, imitato da Jackie.
Quando la bruna alzò la testa per guardare cosa lo aveva fermato notò una figura seduta proprio davanti all’ingresso dell’abitazione dell’austriaco.
 Un uomo, di circa trent’anni o poco più, dai capelli neri e raccolti in una coda un po’ disordinata, con qualche ciuffo che gli ricadeva sul viso, vestito con un impermeabile nero, jeans scuri e scarpe eleganti pareva davvero bizzarro, lì adagiato per terra. Aveva una fisionomia tipica delle persone dell’est Europa; forse era l’altro barbone da cui il vampiro andava?
“Tu.”, ringhiò Niklas, rigido, a denti scoperti.
“Ciao, Niklas! Quanto tempo.”, salutò l’uomo misterioso, con un sorrisetto gioviale.
“Niklas, lo conosci?”, domandò Jackie, preoccupata.
“Purtroppo sì… lui è…”

 


 

AskAnotherWay
(per altro grazie, grazie grazie! Abbiamo ricevuto una marea di domande divertenti, e non vediamo l’ora di rispondere ad altre! xD)

 

Note Finali: Capitolo un po’ così, è stato molto difficile scriverlo per il bacetto tra Nik e Jackie… miseria che difficoltà, giuro! xD Poi la serenata… awww che carineria vero? E infine, la parte che più mi premeva era proprio questa finale, la comparsa dell’uomo misterioso… 
Troverete l'indovinello qui  sul gruppo Facebook
Comunque iniziano i primi sviluppi nuovi… spero continuate a seguirci!
Ringrazio sempre PinkyRosie, lovelymangaka e Mojita_Blue per le recensioni x3 vi adoro! È importantissimo per me <3 e un grazie anche a J85 per aver letto la storia e aver espresso la sua opinione *-*
E una tirata d’orecchie a me, mia sorella e tutti voi… perché come mi ha fatto notare il mio amico J85…nel capitolo 9 ‘’Allergie’’ quando Nik è al corso di nuoto…si specchia e guarda la sua cicatrice! Errore maddornale mio, lui non può specchiarsi!! E nessuno me lo ha fatto notare 8’’’D vabien, comunque l’ho corretto.
alla prossima! *O*
P.S. a momenti sono più lunghe le note del capitolo stesso….ma sono una gran chiacchierona purtroppo!xD



 

 

   
 
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