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Autore: The Odd Storyteller    12/01/2014    4 recensioni
Quante volte ci lamentiamo della nostra noiosa routine giornaliera? Quante volte ci sentiamo annoiati e svogliati? Quante volte ci siamo alzati dal letto con l'unico intento di tirare un pugno in faccia a chi ci ha svegliato?
Per farvi conoscere delle persone che stanno peggio di noi e stemperare le tensioni della giornata ecco a voi un interessante documentario sulla giornata tipo del truzzo qualunque!
Genere: Demenziale, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - Della Partita al Bar

Capitolo 3: Della Partita al Bar

Ed eccoli all'interno del bar, in cui regna una tiepida e accogliente atmosfera in grado di riscaldare corpi e menti e aleggia un piacevole profumo di pane e brioche appena sfornate. Dando una rapida occhiata intorno, notiamo che il luogo non è adibito solamente a bar: oltre al bancone, ai tavoli e alle sedie e al televisore con schermo piatto dalle dimensioni ragguardevoli c'è un corridoio che porta verso un locale dove si intravedono ragazzi seduti, chini sui libri, assorti nella lettura o intenti a scrivere appunti, in una pacifica atmosfera di rispettoso silenzio. Purtroppo i Nostri non hanno alcuna intenzione di unirsi a essi per una invidiabile esperienza di accrescimento culturale, anzi non guardano neanche per sbaglio gli infaticabili studiosi puntando all'istante verso la zona bar, che è semideserta con l'eccezione di un corpulento barista pelato intento a strofinare un bicchiere e di due uomini seduti a un tavolo con il viso contratto dall'attenzione e lo sguardo fisso nello schermo del televisore.

"Ciao ragazzi!" li accoglie il barista.

"Bella Lello!" lo salutano quasi i tre quasi in coro.

"Cosa vi porto?"

"Mah io...vabbè...una Red Bull" bofonchia Johnny.

"Red Bull anch'io e...quello" risponde a sua volta Sturbo indicando un panino con la cotoletta.

"Per me M&M's" bisbiglia Chicco.

"Ok...ok...cosa?" chiede Lello.

"M&M's" ripete Chicco alzando la voce, gli occhi fissi per terra.

"Va bene...sedetevi pure, ragazzi, ve la porto io la roba" dice Lello mentre infila il panino nel microonde e i tre prendono comodamente posto attorno a uno spartano tavolo metallico.

"Ok! Ooh Lello! Hai visto il Milan, ieri?" chiede Sturbo.

L. "Sì certo"

J. "Ha giocato di merda"

S. "Però ha vinto"

J. "Sì ma ha giocato di merda!"

S. "E vabbè ma capita..."

J. "Però Balotelli ha giocato bene"

S. "Figa! Balotelli ha giocato da sturbo...cazzo il gol che ha fatto..."

J. "Cazzo! Cioè c'erano due difensori che manco hanno visto la palla...cioè cazzo ha fatto un numero che se li è ciulati entrambi..."

S. "Hai visto la partita?"

J. "Sì certo"

S. "Ah io no"

J. "Come no? Non avevi visto il gol?"

S. "Sì li ho visti dopo la partita"

J. "Ma la partita no?"

S. "No zio ero con la mia tipa..."

J. "Aah capito..."

"Hey ragazzi" interviene Lello, appoggiando sul tavolo vivande e bevande "se volete metto su Sky, fanno la partita..."

S. "Quella di ieri?"

L. "Sì, Milan-Marsiglia due a zero di ieri"

S. "Woo bella! Così me la guardo"

J. "Bella Lello!"

L. "Di niente, ragazzi..." dice Lello mentre torna al banco

J. "Hey e il mio panino?"

L. "Sta in forno! Quando è pronto te lo porto, tranquillo"

J. "Bella!"

E a questo punto i tre cedono la parola alla televisione: lo schermo ha catturato l'attenzione dei presenti, gli occhi dei quali sono come incollati a quella piccola lente distorcente sulla realtà, la cui attrazione fatale è in azione con lo straordinario potere ipnotico del calcio, lo sport sicuramente più celebre e seguito nel mondo intero nonché nella nostra patria.

Ma perché? Perché, mi chiedo, il calcio è lo sport più seguito in Italia? Ho cercato a lungo la risposta a questo quesito – in realtà non molto a lungo, ho cose più importanti da fare – e ho evidenziato un elemento in particolare che distingue il calcio dagli altri sport: la semplicità, sia delle regole sia della pratica. Vince chi segna più punti, i punti si segnano quando la palla entra nella porta avversaria, ma non si possono usare le mani. Aggiungeteci le regole secondarie, come gli undici partecipanti, il fuorigioco, stabilire quando la palla viene considerata fuori dal campo o oltre la linea di porta, il rigore, e avrai lo sport più elementare sulla faccia della Terra. Inoltre è facilmente giocabile, dato che, usando un minimo di fantasia, si possono ricavare le porte e la palla di gioco da quasi qualsiasi oggetto.

Prendiamo come esempio un altro sport, a mio parere molto più eccitante ma decisamente meno diffuso: il basket. Già abbiamo un aumento delle regole: oltre a quelle di base – si segna facendo entrare la palla nel canestro, non si tocca la palla con i piedi – ci sono molte più regole secondarie: non puoi fare più di due passi con la palla in mano; non puoi palleggiare con due mani; non puoi rimetterti a palleggiare dopo che hai già palleggiato e ti sei fermato; dopo la rimessa dal fondo devi superare la metà campo in otto secondi e dopo averlo fatto non puoi più tornare nella tua metà campo; la rimessa laterale va effettuata entro cinque secondi; non si può sostare più di tre secondi nel pitturato avversario; non puoi bloccare la palla in parabola discendente; i canestri valgono due punti, tre se tiri fuori dalla linea dei 6,25m e uno nei tiri liberi; le azioni non durano più di ventiquattro secondi. E queste non sono nemmeno tutte! Riguardo la sua praticabilità, poi, siamo costretti ancora ad ammettere una maggiore difficoltà rispetto al calcio: serve un canestro, o qualcosa di simile, posto a una certa altezza, e serve una palla che rimbalzi.

Se prendete in considerazione qualunque altro sport sarete costretti ad ammettere che esso sarà più complicato del calcio in almeno uno dei due punti sopra descritti.

Che la semplicità del calcio sia anche la chiave del suo successo? Io sono convinto che contribuisca in larga parte, assieme naturalmente al potere mediatico di cui gode, grazie a una quasi eterna presenza sulla maggior parte dei canali d'informazione più diffusi; potere mediatico che, però, non è semplice causa ma anche sintomo del fenomeno, così come accade ogni volta che la diffusione di una moda alimenta sé stessa semplicemente con la propria presenza.

Del potere dei media e delle caratteristiche delle mode potremmo andare avanti a parlarne per ore, se non giorni; ma non è questo l'argomento della nostra indagine. È Jonathan il nostro protagonista! E in questo momento egli è seduto sulla sua sedia, sorseggiando di tanto in tanto la sua bibita e seguendo con somma attenzione la partita, che tra l'altro ha già visto, stando alle sue parole. In questo caso l'ipotesi che vuole che la durata dell'attenzione selettiva decada rapidamente con il tempo sembra andare a sbattere conto il palo dell'evidenza, in quanto il nostro eroe non sembra perdere un singolo dettaglio nonostante siano passati già quindici minuti dal fischio d'inizio. E i suoi compagni sembrano comportarsi allo stesso mod...

“Ooohh!” “Ma che cazzo...?” “EEEH?”

Le concitate voci degli spettatori si sovrappongono in un'armoniosa manifestazione di contrariato stupore: sembra che sia accaduto qualcosa non di loro gradimento.

S. “Arbitro coglione!”

Chissà perché avevo il sospetto che il responsabile dell'ignobile misfatto fosse proprio lui.

J. “Figa ha fatto un fallo della Madonna...”

La Madonna gioca a calcio? Me l'ero persa.

S. “Ma ci vedi, arbitro di 'sto cazzo? Ma cazzo gli ha segato le gambe!”

J. “Sì infatti! Cazzo era da giallo”

Grazie al replay abbiamo modo di rivedere l'azione incriminata: un lentissimo Balotelli cerca di allungare la palla oltre il suo marcatore, il quale però allunga il piede appena in tempo per deviare la sfera facendo al contempo inciampare l'avversario, che cade con il viso contratto in un'espressione di autentica sofferenza a causa dell'improvviso sollevamento dei propri piedi dovuto a una misteriosa forza invisibile che gli fa perdere l'equilibrio.

“Ma si è buttato!”

I due sollevano uno sguardo omicida verso lo sventurato che ha avuto l'ardire di intervenire, uno dei due sconosciuti che assistono lì vicino.

S. “Che cazzo dici? Minchia da espulsione era!”

Espulsione, multa, squalifica a vita, arresti domiciliari, detenzione in carcere, ergastolo, forca, damnatio memoriae! Ecco quel che ci vuole.

J. “Ma hai visto? Era fallo!”

No, si è palesemente tuffato. È questo che fanno i calciatori: si tuffano nel verde mare del campo di calcio novanta minuti a settimana per tuffarsi nel verde mare dei soldi per il resto della vita. Ah, il duro lavoro del calciatore.

“Macché fallo? Sì è tuffato, dai!”

J. “Ma vaffanculo! Oh ha rischiato di farsi male!”

“Mavà, mavà...”

I due difensori della povera vittima schizzano in piedi con uno stridore di sedie metalliche.

“Oooh ragazzi” alza la voce Lello da dietro il bancone “calmi, eh? Niente risse qui dentro”

“Sì, sta' tranquillo Lello...” risponde rilassato Sturbo, che si siede con tutta calma e afferra il suo panino ormai freddo.

“Coglione...” borbotta controvoglia Jonathan lasciandosi andare sulla sedia.

S. “Dai sta' bbono! Tanto il Milan vince”

J. “C'hai ragione anche tu...”

Detto questo nel bar ritorna il silenzio che aveva preceduto la tempesta, interrotto solamente dagli occasionali commenti degli spettatori e dalle esultanze in corrispondenza dei gol, e dalla breve pausa tra primo e secondo tempo. I novanta minuti passano molto lentamente, in quanto la partita è particolarmente noiosa – come dicevo, reputo decisamente più interessante il basket – e priva di emozioni. Finalmente giunge il termine, e i tre decidono di alzarsi per lasciare quel luogo.

L. “Dunque...sono cinque euro per il panino, due e cinquanta per la RedBull e un euro per gli M&M's”

Una volta finita la danza delle monetine i tre lasciano finalmente il bancone salutando Lello, e si avvicinano alla porta d'uscita.

Ma ora, un piccolo break! Ci vediamo tra poco!




- BREAK -

Anziana signora ben vestita e seduta su un divano: “Salve! Vi do il benvenuto al primo break di questa storia. Io sono Madame Poux-Poux, e sono...”

Voce dal pubblico: “Madame come?!”

“Ho detto Madame Poux-Poux, signorino.”

“Mi prende in giro?”

“No, signorino, ma se continua così sarà la sicurezza a prenderla e a gettarla in un posto che dubito troverà piacevole. Ha altre domande da fare?”

“N-no, scusi.”

“Benissimo. Dicevo, benvenuti al primo break di questa storia. 'Che cos'è un break?', vi state chiedendo. I break sono una geniale invenzione dell'Autore per coprire quei momenti della narrazione in cui non sa cosa scriv...”

“Ma no, mannaggia, non doveva dire così”

“Pardon? Cosa ha detto, Signor Gobbo?”

“Ho detto che non doveva dire quello! Doveva dire che è una 'pausa per fare riposare il pubblico' eccetera eccetera!”

“Oh, che sbadata...dunque, dimenticate ciò che ho detto: questo break è pensato per concedere al gentile pubblico di questa sublime opera un momento per riposarsi, andare a prendere da bere, controllare la mail e via dicendo. Inoltre, dato che l'Autore è un comunista anticapitalista spietatamente avverso alle pubblicità, sono qui anche per informarvi della presenza di altre storie scritte dal Sommo e per invitarvi a leggerle!”

“Boo, abbasso” “Basta pubblicità!” “Ho smesso di guardare la tv per non guardare la pubblicità, non voglio trovarmela anche qui!” “Buffone!” “Al Sommo io dico 'suca'!” “All'Autore un autorevole 'vaffanculo'!”

“Signori! Un minimo di contegno! Era un semplice e inoffensivo spot! Se non vi piace vi basta saltare qualche riga, però sappiate che così vi perderete anche l'opportunità di partecipare al nostro speciale spazio-proposte.”

“Spazio proposte? E che è?”

“Vedo che ho ricatturato la vostra attenzione e me ne compiaccio. Dunque, lo spazio-proposte, come è intuibile...o almeno lo è da persone semidotate...è un'opportunità che diamo agli spettatori di avanzare richieste sul futuro svolgimento della trama...”

“Richieste? Del tipo?”

“Del tipo che se lei per caso è interessato a introdurre un particolare elemento all'interno della storia può avanzare delle proposte in questa occasione.”

“Tipo un po' di sesso?”

“Ero sicura che qualcuno lo avrebbe detto. Sì, era esattamente quello che intendevo. Dunque, uno spettatore propone “un po' di sesso”. Altre idee?”

“Azione!” “Sesso per me va bene” “Vogliamo un po' di sangue!” “Sesso, sesso!” “Suspence! Manca di suspence!” “Altro sesso!”

“La vostra fantasia mi meraviglia. Dunque, sembra che il sesso riscuota molto successo...oh, chiedo scusa per la rima...e poi mi sembra di aver capito anche “sangue” e “suspence”. Vado errata?

Il pubblico intero scuote vigorosamente la testa.

“Molto bene, dunque le proposte sono “sesso”, “sangue” e “suspence”. Vedrò di informare l'Autore di queste tre simpatiche s.”

“Evvai! Un po' di sesso!”

“Conteniamoci, prego...ho detto che l'Autore sarà informato delle proposte, non che le accetterà di sicuro...”

Il pubblico borbotta contrariato.

“Mi spiace, ma non posso assicurarvi nulla. Ma...ohibò! Mi accorgo ora che il nostro tempo è scaduto; devo restituire la parola. Vi saluto, cari lettori! Buona continuazione!”

- FINE DEL BREAK -




Grazie, Madame. Salve, pubblico! Siete rilassati? Non vi preoccupate, non vi siete persi granché. I tre infatti hanno quasi raggiunto l'abitazione di Sturbo, dopo aver passato tutto il tragitto a parlare di cose relativamente inutili e poco interessanti.

S. “Allora me lo dai il numero di tua madre?”

Ecco, appunto.

J. “NO!”

S. “Sei un bastardo...”

Detto questo, spalanca con un calcio la porta del suo palazzo.




A.A.: Salve a tutti e benvenuti al terzo capitolo della storia di Johnny, in cui i tre amici passano una eccitante mattinata a guardare una interessantissima partita di calcio.

Ringrazio tutti i lettori e i recensori e vi do appuntamento al prossimo aggiornamento (che non so quando sarà)! 

Odd

  
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