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Autore: The Odd Storyteller    26/01/2014    4 recensioni
Quante volte ci lamentiamo della nostra noiosa routine giornaliera? Quante volte ci sentiamo annoiati e svogliati? Quante volte ci siamo alzati dal letto con l'unico intento di tirare un pugno in faccia a chi ci ha svegliato?
Per farvi conoscere delle persone che stanno peggio di noi e stemperare le tensioni della giornata ecco a voi un interessante documentario sulla giornata tipo del truzzo qualunque!
Genere: Demenziale, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Della casa di Sturbo

Capitolo 4: Della casa di Sturbo


I tre superamici best friend 4ever <3 – 'mazza quanto so' ironico! – salgono tumultuosamente le scale.

“Woo! Bella Chicco! 'Nnamo!”

Ehi! Ma che maniere...! Un po' di rispetto per i nostri esperti! L'urlo a pieni polmoni di Sturbo mi ha colto totalmente alla sprovvista: non sembra esserci nessuna motivazione dietro a tale gesto, o almeno una motivazione evidente; forse ha semplicemente delle difficoltà a trattenere i propri impulsi primordiali. A questo punto mi domando cosa farebbe davanti a una potenziale partner sessuale.

“Dove cazzo ho messo le chiavi mannaggia alla M****** ...”

...ehi! Fermi tutti! Aspettate un attimo! Mi vedo costretto dalle circostanze a compiere un intervento di censura. È una misura che non mi piace adottare perché la odio visceralmente, in quanto stupida e inutile – sono convinto che ostacolare la diffusione di qualsiasi idea usando la censura “è come cercare di curare la forfora tramite la decapitazione”, come disse Frank Zappa – e inoltre, essendo questo una sorta di studio naturalistico caratterizzato da un'osservazione oggettiva e imparziale, non dovrei permettermi di intervenire sui dialoghi dei miei soggetti di studio!

...

Ok, è vero, ho infarcito questo “studio oggettivo e imparziale” di acidi commenti personali, ma non è questo il punto. Il punto è: ho dovuto modificare il dialogo. Perché?

Perché c'è una bestemmia! E io mi rifiuto di riportarla, al diavolo l'imparzialità. Perché le bestemmie sono un'offesa gratuita ai sentimenti religiosi dei credenti e perché mi danno fastidio. Non si discute!

Oh, vacca fetusa! I tre stanno entrando! Ecco, guardate cosa mi costringete a fare, dannazione...whew, appena in tempo! Eccomi all'interno dello spazioso e aerato appartamento: vengo accolto da una fragranza di pino silvestre mentre il mio sguardo percorre la sala davanti a me, arredata con un bianco divano a penisola posto di fronte a un televisore e a un armadio, e arriva alle finestre alte fino al soffitto che illuminano tutto lo spazio circostante.

J. “Che figata casa tua”

C. “Già”

S. “Tu ci sei già stato, Chicco?”

C. “No, mai”

S. “Ah...”

J. “Che facciamo?”

S. “Mmm...sesso a tre?”

J. “Ma piantala, frocio di merda”

S. “Scherzavo!”

J. “Io no. Si guarda la tv?”

C. “Ok! Che fanno?”

J. “Il Grande Fratello”

Oh cacchio!

S. “Sì! È sul sei!”

E così Sturbo accende il televisore, lanciando poi il telecomando sul divano, che si schianta in modo violento ma sicuro sul soffice divano, presto seguito da Johnny e Chicco più o meno con la stessa grazia.

S. “Oh io vado di là, torno subito...” dice Sturbo prima di oltrepassare una porta situata sulla parete della televisione.

Il Nostro comunica di aver capito producendo con la gola uno strano suono gutturale: basta un'occhiata per capire che è già avvenuta la trasformazione – testa reclinata in avanti, bocca semiaperta, occhi sbarrati e pressoché totale mancanza di battito di ciglia – che avviene quando la televisione prende possesso delle menti dei suoi interlocutori, ipnotizzandoli come l'incantatore con i suoi serpenti.

Dato che due dei nostri personaggi sono fuorigioco e l'altro è scomparso per motivi ignoti, possiamo operare con tutta calma una analisi dell'abitazione. Notiamo che la televisione è un Panasonic da 50'', probabilmente con risoluzione in HD (conclusione n.1: la Sturbo family ha parecchi dindini); l'armadio che lo contiene è spartano, color panna, semplice nelle linee: sembra essere il tipico moderno mobile Ikea, montaggio a prova di idiota e solidità di un castello di carte a nove piani edificato su un tavolino sorretto da tre gambe di diversa altezza. Ah, gli armadi di una volta! Quelli sì che erano fatti come si deve! Più difficili da scalfire di un'armatura completa medievale, talmente solidi che per spaccarli bisognava saltarci sopra minimo in tre (non uno di meno)! Ma lasciamo da parte i luoghi comuni da simpatico vecchietto reduce dei bei tempi andati e torniamo all'analisi dell'armadio: possiamo vedere dietro un'antina di vetro alla sinistra della tv degli alcolici e dei bicchieri di cristallo con un sottile strato di polvere; sulla mensola alla nostra altezza invece possiamo notare (gioia per gli occhi) dei libri ordinatamente schierati uno di fianco all'altro, la maggior parte dei quali con coste scolorite e consunte e tutti (immensa tristezza per gli occhi) coperti da uno strato di polvere spesso un dito (conclusione n.2: sono più impolverati dei bicchieri, quindi o non vengono toccati da tempo immemore o Sturbo ha una donna delle pulizie nana); il resto del contenuto è celato in cassetti e scomparti chiusi da antine in legno.

Diamo un'occhiata al resto della stanza: sul pavimento giace un maestoso tappeto, forse provenente dall'esotico Iran, ma più probabilmente dalle mani di operai cinesi sottopagati di un'azienda di Quarto Oggiaro; alla sinistra del divano e a ridosso del muro si innesta un piccolo tavolino tondo con la superficie di cristallo e due sedie dalle forme bizzarre e non facilmente definibili, il genere di cosa che sono solito definire “robaccia moderna”, essendo io un ignorante riguardo la nobile arte dell'arredamento di interni (conclusione n.3: Sturbo & family hanno talmente tanti dindini che non sanno proprio come spenderli).

Le mie elucubrazioni vengono bruscamente interrotte dal tonfo di una porta che si apre annunciando ai presenti l'ingresso del padrone di casa, talmente solenne e trionfale da attirare persino l'attenzione dei suoi due compari.

“Oh ma...che cazzo hai fatto?” chiede Johnny spalancando gli occhi.

“Figata, eh?” ghigna soddisfatto Sturbo.

mmppffHAHAHAHA!!

S. “Ho comprato questi vestiti nuovi”.

AHAHAHAHAH!! Ahahah! Ahah...ehm...uhm chiedo umilmente scusa per la mia perdita di autocontrollo. La mia è stata una debolezza imperdonabile e prometto che non ricapiterà. Ma a quanto pare Sturbo era andato a cambiarsi i vestiti, poiché è tornato indossando: canottiera aderente color oro, pantaloni in pelle neri e oro aderenti fino all'inverosimile e sorretti da delle improbabili bretelle, i quali sconfinano senza soluzione di continuità in scarpe Converse dello stesso colore e (mie amate Converse, quale supplizio è per me vedervi in tale stato) addobbate con strani aggeggi sbrilluccicanti; dato che però in questo modo la vista dell'osservatore è soltanto stesa a terra priva di sensi, Sturbo ha ritenuto necessario darle il colpo di grazia definitivo aggiungendo sulla propria testa un bizzarro cappellino dei Los Angeles Lakers girato sulla destra, sul proprio collo una collana di gigantesche perle bianche e quelli che sembrano i resti di ermellino scuoiato, una cintura con la fibbia dalle fattezze della faccia di una delle Superchicche e, per concludere, quelle che probabilmente sono delle autoreggenti rosa sulle sue bianche braccia.

S. “Sì...ho deciso che faccio i provini per il Grande Fratello...”

J. “Ma c'è adesso, zio”

S. “Eh?”

J. “Il Grande Fratello c'è adesso, i provini li hanno già fatti”

S. “Sì cioè per l'anno prossimo”

J. “Aah ok! Ma dove li fanno!”

S. “No devi mandare un video!”

J. “Eh?”

S. “Eh zio per iscriverti devi mandare un video!”

J. “Un video? Che video?”

S. “Un video tuo! Cioè ti fai un video in cui fai delle cose e poi glielo mandi e loro decidono se vai bene”

J. “E cosa fai nel video?”

S. “Boh quello che vuoi...cioè io mi presento e metto su la musica e ballo un po'”

J. “Figata!”

S. “Eh sì e allora ho comprato questi vestiti”

J. “Te li metti nel video?”

S. “Sì metto questi...cioè sono fighi”

J. “Già”

S. “Metto anche i pantaloni stretti per far vedere il pacco”

J. “Sei uno zio!”

Speriamo che il nipote non lo conosca mai...

S. “Eh lo so”

J. “Ma perché li hai messi?”

S. “Eh per farveli vedere...”

J. “Ah”

S. “Poi zio perché c'è il Grande Fratello! Cioè mi sono vestito per l'occasione.”

È mentre dice queste parole che si avvicina ai compagni e si siede a fianco a loro, per dedicarsi alla contemplazione del diletto programma televisivo con l'abbigliamento acconcio, consapevole come lo era Machiavelli che per le attività culturali è necessario creare la giusta atmosfera indossando gli abiti appropriati onde riviverla nel modo più efficace e assaporare in prima persona il piacere della conoscenza; e da qui, il nulla pressoché completo per lungo, lungo tempo.

Infatti, sembra che Il Grande Fratello si limiti a trasmettere la noiosa e monotona vita di un gruppo di persone all'interno di una casa piena di telecamere che li spia in ogni momento e in ogni luogo; gli spettatori quindi stanno davanti alla tv a guardare altre persone che non fanno nulla. La domanda sorge spontanea: è più inutile l'esistenza dei “protagonisti” o quella degli spettatori? Io credo che sia quella degli spettatori, perché loro non si limitano a perdere tempo – quello che fanno i protagonisti – ma addirittura guardano interessati altre persone che perdono tempo; di conseguenza, si potrebbe dire che la loro è una perdita di tempo al quadrato.

Qualcuno potrebbe far notare che, dato che io sto descrivendo questa scena, la vostra sarebbe una perdita di tempo al cubo, ma non è così, state tranquilli! Voi siete qua perché interessati allo studio di questa fauna urbana, come direbbe qualcuno di voi. E forse anche per vedere le scene di sesso che qualcuno ha richiesto. Bene, su queste ultime non ho ancora deciso se inserirle. Ma riguardo la fauna urbana, cosa possiamo dire adesso, per riempire questo vuoto?

Potremmo discutere su programmi come il Grande Fratello. Programmi che hanno un pubblico molto vasto, programmi che sono insieme causa ed effetto del degrado intellettuale a cui assistiamo impotenti negli ultimi sfortunati tempi. La domanda a cui si giunge di solito è: è nato prima l'uovo o la gallina? È nato prima lo stupido o è nato prima il programma?

Secondo me è una domanda che non ha molto senso. Pensare all'imbarbarimento culturale come a un fatto a sé, un evento improvviso che piove dal cielo è una semplificazione mostruosa: la crescente stupidità odierna e la presenza di programmi come il Grande Fratello sono da analizzare come un processo continuo, in cui piccoli cambiamenti avvengono uno dopo l'altro non come i gradoni di una scalinata, ma come una strada in lieve salita, rinforzandosi a vicenda.

Sicuramente la televisione è stato il principale amplificatore del fenomeno: dato che i programmi vivono a seconda dello share, è naturale che si scelgano argomenti che piacciono a tante persone. Il problema di scelte come queste è che vengono “tagliate le ali”, vengono ignorate le minoranze, e si prendono in considerazione solo gli argomenti più seguiti, che quindi diventano gli unici presenti sugli schermi.

C'è da dire anche che l'ignoranza è sinonimo di facilità e felicità. Infatti essere ignoranti è terribilmente facile, poiché è sufficiente non conoscere, non fare nulla, rimanere chiusi nel proprio piccolo io senza affrontare il multiverso di idee che popolano il mondo; invece il sapere necessita di una ricerca attiva, è un amore che richiede tempo e sacrifici. In più genera sofferenza, poiché è solo affacciandosi sull'infinità del sapere che si intuisce la propria misera piccolezza; ed è prendendo atto delle interminabili questioni che affliggono l'uomo che si rischia di essere travolti dalla disperazione, di vivere nell'amarezza dell'impotenza. L'ignorante invece non sa, non conosce cosa c'è là fuori: è libero dalle preoccupazioni che non riguardano il suo piccolo mondo personale, ed è felice, stupidamente felice.

Ma vallo a spiegare a gente come loro! Vallo a spiegare ad amebe in grado di rimanere per ore seduti davanti al Grande Fratello e alle pubblicità, un altro grande male delle televisioni. Male che è ancora più potente e subdolo quando gli spettatori non sanno ragionare con la propria testa, quando giacciono inerti davanti a spot che mostrano prodotti davanti a cui l'unica cosa saggia da dire sarebbe un sonoro “Ma che cazzo è quella roba? Ma cosa mai ci potrò fare?”.

Alla luce di questo, quindi, diventa abbastanza chiaro il motivo per cui la televisione diffonda l'ignoranza più enciclopedica e generalizzata.

Purtroppo però i tre non accennano a muoversi, e per un periodo non inferiore alle due ore e mezza rimangono incatenati alla diabolica stregoneria di quella malefica scatola, intervenendo ogni tanto con commenti che tralascio per pietà; due ore e mezza che sono un inferno che vi risparmierò, con una simpatica ellissi che ci porterà direttamente alle fasi finali della tortura.

Sento una pancia che borbotta. E per una volta non è la mia.

J. “Mmmhh”

S. “Figa che cazzo era?”

J. “Il mio stomaco...ho faaameeee”

S. “Andiamo a mangiare?”

J. “Oh sì”

S. “Dove andiamo?”

J. “Ma non stiamo a casa tua?”

S. “Eh no zio che cazzo facciamo cucino io?”

J. “Mmh”

S. “Non so mica cucinare, è roba da donne”

Secondo una concezione medievale, sì.

J. “Allora dove andiamo?”

S. “Andiamo da McDonald's”

J. “Bella! Sì andiamo al Mac.”

S. “Ok mi cambio poi andiamo”

Detto questo Sturbo raccoglie con enorme sforzo di volontà le forze necessarie ad alzarsi, per poi gettarsi in piedi e scomparire dietro la porta che conduce alle sue stanze. Gli altri due rimangono ancora con lo sguardo fisso nello schermo, finché il loro compare ritorna vestito in modo meno appariscente di prima.

“Dai su in piediiii!” li incita Sturbo urlando come un hooligan.

“Arriviamo...” esala Johnny mentre si trascina in piedi con il vigore di un anziano zoppo e raggiunge l'amico vicino alla porta.

J. “We comunque...”

S. “Sì?”

J. “Quei vestiti sono da zio”

S. “Lo so zio da sturbo!”

Detto questo, apre la porta di casa e la oltrepassa assieme agli altri due.




A.A.: Salve! In attesa di terminare il periodo degli esami pubblico questo capitolo, che è pronto già da un po' di tempo. Non ne ho altri pronti, quindi il prossimo aggiornamento arriverà sicuramente dopo il 12 febbraio!

Ringrazio i recensori e i lettori e vi do appuntamento a sabato prossimo con l'ultimo canto dell'Inferno!

Odd


  
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