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Autore: xitsgabs    12/01/2014    1 recensioni
«DRACO MALFOY?» ringhiò papà e mi guardò intensamente, con uno sguardo così serio da farmi paura. «Appena arrivi ad Hogwarts, lavati con impegno. Non vorrei che tu avessi la puzza di un codardo.»
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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2° Capitolo: “Autostima” 

Il tavolo del Grifondoro mi accolse con un forte applauso, accompagnato da tanti sorrisi. Mi sedetti in mezzo ai miei cugini, James e Albus, e li abbracciai tutti e due. Ero così felice, sentivo di aver evitato una grande delusione a papà. Eppure c’era qualcosa che mi spingeva a guardare fisso il tavolo del Serpeverde. Forse, avevo evitato una delusione a mio padre, ma rischiavo di dargliene un’altra.

Abbassai lo sguardo velocemente, poi lo rialzai guardando quelli che sarebbero stati miei compagni per molto tempo. Risi, iniziando a mangiare quella meravigliosa cena di benvenuto che, grazie a una magia, non finiva.

Quella serata mi resi conto del fatto che la mia Casa era una vera e propria famiglia: nonostante io e Albus ne facessimo parte da poco, tutti sembravano così gentili con noi e facevano le battute migliori, intenti a farci ridere. Mi sentivo già, in un certo senso, ‘accettata’ e ‘voluta’ da loro.

Una volta finito di mangiare, quindi in tarda serata, tutto il tavolo si alzò e i prefetti ci accompagnarono nella nostra Sala Comune. Il prefetto disse ad un quadro la “parola d’orine”: ‘Quidditch’, permettendoci così di entrare. Entrai nella camera assegnatami e subito mi buttai immediatamente sul letto, sospirando felicemente. Già non vedevo l’ora di prendere parte alle prime lezioni. Sorrisi leggermente, prima di alzarmi e infilarmi nel letto. Passai la notte tranquillamente, prima di svegliarmi prestissimo per prepararmi alle prime lezioni dell’anno. Mi feci uno shampoo e mi lavai, poi infilai la divisa rosso-oro e in quel momento vidi le mie due compagne di stanza svegliarsi. Ci misero un po’ ad aprire completamente gli occhi e ad alzarsi col busto, ma dopo riuscirono a salutarmi con un sorriso.

«Buongiorno, sono Rose.» mi presentai con uno sguardo dolce e cordiale.

La ragazzina alla mia destra aveva dei lunghi capelli castani ed il colore della sua pelle era abbastanza abbronzato, infine aveva due grandi occhi blu. Mi sorrise in modo dolce. «Sono Cassandra. Ma tu chiamami Cassy.» annuii e guardai l’altra, che sembrava aver ripreso già a dormire. Soffocai una risata. «Lei è Elizabeth.» la presentò Cassy e io annuii un’altra volta. Mi alzai dal letto e guardai l’ora, mancava poco alla colazione e io dovevo andare a prendere l’orario, così la salutai e scesi giù. C’erano già altri studenti, tra di loro anche mia cugina Dominique, del mio anno. Lei era stata smistata in Corvonero.

Mi avvicinai a lei, che subito mi abbracciò. Accanto a lei c’era una ragazzina era una ragazza a me sconosciuta: aveva lunghi capelli biondi, ma non un biondo chiaro da sembrare quasi bianco, quel tipico biondo vivace che le incorniciava in modo eccezionale il viso, latteo come la sua pelle, con gli occhi azzurro chiaro, le labbra carnose e rosee. Sembrava una Veela.

Sentii una morsa allo stomaco a guardarla. Ero sempre stata gelosa di Dominique per tutto: lei era stupenda, aggraziata. La degna figlia di Fleur Delacour. Ma quella ragazza al suo fianco era tutto ciò che io sognavo di essere. Io ero così goffa, con una pelle bianca ricoperta da lentiggini e dei capelli crespi, che di bello avevano solo il colore: rosso. Adoravo i miei occhi, azzurro cielo. Ma oltre quelli, cosa mi restava di bello? Non ero nemmeno così alta ed ero anche abbastanza corpulenta, ai miei occhi.

«Piacere di conoscerti, io sono Juliet.» fu lei a presentarsi, porgendomi la mano educatamente. Io gliela strinsi, abbozzando un sorriso insicuro.

«Rose. Il piacere è mio.» non l’avevo vista allo Smistamento, eppure una bellezza come la sua avrebbe dovuto fare piuttosto scalpore.

«Sono del secondo anno, Serpeverde.» sottolineò, come se avesse letto i miei pensieri.

Annuii leggermente. «Capisco, io sono del primo anno, Grifondoro.»

Parlammo per poco, perché subito dopo andai a ritirare il mio orario e mi sedetti al tavolo, in mezzo ad Albus e James.

«Buongiorno.» mi salutarono all’unisona ed io feci un semplice gesto della testa, con ancora l’autostima sotto ai piedi. «Tutto okay, Rosie?» mi domandò Albus premuroso ed io annuii di rimando, non del tutto convinta.

«Cosa abbiamo alla prima ora?» domandai per cambiare argomento mentre cominciavo a mangiare la colazione.

«Pozioni, subito dopo Trasfigurazione. Poi due ore di Difesa Contro Le Arti Oscure, non vedo l’ora!» esclamò entusiasta e io sorrisi. Tutto suo padre.

***

La lezione con Lumacorno fu sorprendentemente piacevole, nonostante io avessi sempre pensato che Pozioni sarebbe stata una tortura. Avevo preparato una pozione semplicissima – dato che era comunque il nostro primo incontro – ma l’avevo comunque fatto senza confondermi o altro. Era un buon risultato, contando che era la prima pozione della mia vita.

Trasfigurazione fu meno stimolante, anche se la professoressa McGranitt era una deliziosa insegnante, molto competente. Ci misi un po’ prima di capire a pieno l’argomento studiato, ma avrei capito meglio quel pomeriggio, quando avrei studiato e fatto il tema di quindici centimetri, assegnatoci come compito in classe.

Poi ci furono le due ore di Difesa Contro Le Arti Oscure: l’insegnante era Aberforth Silente, fratello del conosciutissimo ex preside di Hogwarts. Quelle due ore furono, per me, insopportabili. Non perché non mi piacesse la materia, anzi! Era interessantissima. Il problema era che con noi c’erano i Serpeverde. Nel banco accanto al mio c’era Scorpius, che sembrava trovare l’argomento abbastanza stimolante.

Per tutta la lezione provai a non voltarmi verso di lui, con scarsi risultati. Almeno avevo scoperto che anche lui mi fissava, ma non sapevo dire quanto la cosa fosse incoraggiante.

A fine lezione, tardai un po’ ad uscire per mettere tutti i libri nella borsa e Malfoy si avvicinò a me, approfittandone. La classe era ormai vuota, meglio così. Avrei evitato pettegolezzi inutili e un terzo grado dai miei cugini.

«Rose.» mi chiamò con lentezza. Aveva una voce profonda, armoniosa. Bella, esattamente com’era lui.

«Malfoy.» sottolineai il suo cognome, più per me stessa che per lui. Ricordavo ancora le parole di mio padre:  ‘battilo in tutte le materie’, ‘nonno Arthur non ti perdonerebbe mai se sposassi un Purosangue’ e le varie informazioni che mi aveva dato negli anni: ‘i Malfoy sono feccia. Una famiglia altezzosa e razzista, che prova odio per chiunque non risponda agli appellativi di ‘Purosangue’ o ‘Serpeverde’.’ Forse un po’ di ragione papà l’aveva. Voglio dire, io non potevo sapere com’erano davvero i Malfoy.

Eppure non riuscivo a non pensare che Scorpius Malfoy fosse bellissimo. Quegli occhi di ghiaccio, che riuscivano – stranamente – a darmi calore, quelle labbra carnose, il viso latteo, i capelli biondi. No, non riuscivo a reggere il suo sguardo, così abbassai la testa, riprendendo a posare i libri nella borsa. Scorpius fece la stessa cosa, aiutandomi e subito dopo uscimmo entrambi. Pensai a cosa mi aspettava in Sala Grande, nel momento del pranzo. Avrei sicuramente incontrato Dominique e la sua stupenda amica, Juliet. La mia autostima tornò a farsi un giro.

«Rose!» mi chiamò nuovamente il ragazzo dagli occhi di ghiaccio e mi voltai istantaneamente verso di lui. Il suo viso era impassibile, nemmeno l’ombra di un sorriso. Sembrava tormentato da qualcosa che era costretto a portarsi con sé per tutta la vita. Il suo cognome, forse? Probabile. «Sei davvero bella.» ammise e rimasi stupita da tale confessione. Nessuno – oltre a mamma e papà – mi aveva mai detto d’essere bella. Ma in quel momento, sentii davvero di esserlo.

«Grazie, Malfoy.»

Mi rivoltai, andando nella Sala dove si sarebbe tenuto il banchetto.

A testa alta, ora che avevo momentaneamente ritrovato la mia autostima.

LUMOS!
Chiedo scusa per l’immenso ritardo: ho avuto il computer in assistenza e l’ho riavuto solo pochi giorni fa. Stamattina ho trovato l’ispirazione per questo capitolo che ha avuto un finale forse troppo melenso, ma che comunque adoro. Spero sia piaciuto anche a voi. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito il primo capitolo o che hanno comunque letto o messo fra i preferiti la storia.

Spero di ricevere qualche altra recensione per questo capitolo, anche critiche vanno bene – ma ovviamente non troppo –.

Cos’altro dire? Vi auguro un buon anno anche se in ritardo. Buona giornata. :)

  
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