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Autore: Salmcroe    12/01/2014    1 recensioni
Dormiva profondamente, ed era bellissimo anche così, sdraiato sul divano, che mi circondava con le lunghe braccia. Non ci pensai neanche, e mi allungai su di lui, così che il mio viso fu difronte al suo di qualche centimetro. Osservai le ciglia lunghe, il naso delicato e infine le sue labbra piene, e vi posai sopra le mie.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

Ero arrivata alla doccia numero tre quel giorno. Avere i nervi a fior di pelle non aiutava di certo, si aggiungeva solo alla lunga lista di problematiche che presentavo. Mi avvolsi i capelli, ora sciolti dal loro groviglio di nodi e ben lavati. Mi spogliai, indossai la biancheria pulita e scelsi con cura il vestito da mettere: optai per un abitino blu scuro a maniche lunghe, attillato ma comunque non troppo elegante. Misi un paio di calze spesse, non prima di essermi però fasciata stretta il piede destro, per riuscirmi poi ad infilare le scarpe. Venti minuti dopo ero sulle scale, vestita e truccata, pronta per uscire. -I tacchi ti slanciano, piccola...- Mi girai e vidi Zac, in jeans e camicia, intento a sistemarsi la sciarpa, ottenendo scarsi risultati. - Sta' fermo, te la metto a posto io. - Mi avvicinai per aiutarlo, quando mi prese una mano e lentamente se la portò sul viso. Se la premette dolcemente sulla guancia, ed espirando disse - ...amo il tuo profumo, da sempre. - . Arrossii a quell'affermazione, e in quell'attimo lui, con un movimento tanto repentino da non farmene quasi accorgere, mi spinse conto il suo petto. Sentivo i battiti accelerati sotto la mano che avevo aperto sul suo torace, attutiti solo dal rumore dei nostri respiri. Chiusi gli occhi. In un attimo il suo viso fu allacciato al mio, ed io mi sciolsi sotto il calore di quelle labbra piene, schiudendo le mie. Le lingue giocavano e le mani esploravano; le sue appena sotto i miei fianchi, mentre le mie intrecciati tra i capelli mossi e morbidi. Inutile dire che quella sera non uscimmo. Finimmo quasi subito nella mia stanza, dove Zac mi adagiò tutt'altro che delicatamente sulla scrivania. Mi tolsi le scarpe lanciandole dall'altra parte della camera, incurante di qualsiasi altra cosa non fosse la bocca del ragazzo, impegnata adesso a lasciare leggeri baci sulla pelle del mio collo. Si soffermò nell'incavo tra spalla e clavicola, e alzò la testa: -Finn..-, cominciò ansimante, - ...quanto in là vogliamo spingerci?-. Afferrandolo per il colletto della camicia lo attirai verso di me, fino a quando i nostri volti furono a meno di un centimetro distanti l'uno dall'altro. Insinuai una mia gamba tra le sue, strusciandola contro l'interno coscia, poco sotto il cavallo dei pantaloni. Sentii il respiro farsi irregolare, ed un rumore grave uscì da quelle labbra perfette. Zac mise le mani tra l'inizio dei miei polpaccio e la fine dalle cosce, e con uno scatto del polso mi avvicinò sé. Mi strinsi attorno alla sua vita, e allacciai le mani dietro la nuca. I nostri corpi aderivano perfettamente l'uno all'altro: sentivo i muscoli tesi dell'addome e del ventre; inutile dire che la cosa mi eccitasse da morire, e non solo perché il mio migliore amico fosse bellissimo e dotato di un fisico invidiabile da chiunque, ma soprattutto per il fatto che non avevo mai pensato di voler vedere Zac in questo modo. Eppure il mio corpo smentiva questa cosa, facendomi continuamente spingere il bacino verso quello del ragazzo. Mi buttò sul letto senza molti riguardi, e, messo a cavalcioni sopra di me, finalmente la sua bocca fu di nuovo sulla mia. Godemmo di quella vicinanza per qualche secondo, fino a quando non si sollevò per liberarsi dalla camicia, (che nel frattempo avevo già quasi completamente sbottonato), aiutando poi me con la cerniera del vestito. Le calze scivolarono via dalle mie gambe aiutate dalle mani di Zac, dopo di che finirono a terra assieme ai suoi pantaloni e a qualsiasi altro indumento che fosse rimasto addosso. Si alzò dal letto, e rimase in piedi difronte alla testata di legno. Rimanemmo quindi così, per secondi che sembrarono ore: ci fissavamo intensamente, ora negli occhi, ora lasciando che lo sguardo vagasse per trarre beneficio da ciò che vedeva. Io stesa sul letto, con indosso solo un completo intimo lilla, e lui in piedi, teso, con gli occhi lucidi, le guance rossastre e con indosso un paio di boxer che lasciavano tutto all'immaginazione. Non pensai. Lo volevo. Lo volevo con tutta me stessa, e non pensai quando, alzandomi, ripresi possesso di quel corpo caldo insinuandomi tra le sue braccia. Gli diedi una leggera spinta con le mani, quel tanto che bastava per farlo cadere nuovamente tra le lenzuola morbide, e quando, invertiti i ruoli, fui io stavolta sopra di lui, lo vidi risvegliarsi dalla calma che l'aveva invaso fino a poco prima. Un sorriso malizioso gli increspò le labbra. In un attimo non ci fu più neanche la biancheria a porre un freno tra noi, e a quel punto il lato migliore di entrambi venne allo scoperto.

  
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