FANTASMI DEL
PASSATO
Era ormai
gennaio inoltrato, e Harry non aveva ancora trovato un modo (ammesso
che ne
esistesse uno) per guardare i ricordi di Regulus. Non che lui, Hermione
e Ron
avessero il tempo materiale di abbandonare un attimo la biblioteca; a
dire la
verità, Harry e Ron avrebbero volentieri dedicato ai ricordi
la maggior parte
del loro tempo, ma, chissà come, in presenza di Hermione la
scuola conquistava
sempre la pole position. Soprattutto in quel periodo, quando gli
insegnanti
iniziarono a ricordare loro che alla fine dell’anno li
attendevano i M.A.G.O..
-E comunque noi dovremmo
già essere fuori di
qui- continuava a ripetere Hermione –E se neanche
quest’anno riesco a
diplomarmi, giuro che mi suicido-
Personalmente,
Harry non si era mai sentito tanto sotto pressione per dei motivi
scolastici;
gli insegnanti non facevano altro che caricarli di nuovo materiale da
studiare,
e lui e Ron coglievano ogni occasione favorevole per escogitare nuovi
piani per
conquistare u Pensatoio. Ovviamente, potevano farlo solo quando
Hermione non li
seguiva; in bagno, ad esempio.
Ron era appunto appoggiato
ad un lavandino, e
fissava la parete davanti a sé, riflettendo. Harry camminava
avanti e indietro.
-Dunque- disse, per
l’ennesima volta –Ci sono
due Pensatoi in questa scuola. Uno è nell’ufficio
della McGranitt, uno era di
Piton. Probabilmente adesso ce l’ha Lumacorno; questo
è il più accessibile,
secondo me…-
-Anche perché se
osservò
Ron.
-A meno che…-
continuò Harry –Parlo con
Silente. Ma ci sono un’infinità di ritratti
lì dentro, sempre pronti ad
origliare…-
-Eppure deve esserci un
posto in cui vendono
Pensatoi. Magari da Magie Sinister…-
-Non voglio più
entrarci, mai più!- replicò
Harry.
-Hai ragione. E comunque, ad
Hogwarts ci sarà
un modo per…Harry!- esclamò,
all’improvviso -
Harry
alzò
la testa di scatto.
-Se chiediamo alla Stanza un
Pensatoio…-
iniziò Ron, ma Harry si era già precipitato fuori.
Un quarto
d’ora dopo Ron e Hermione stavano aspettando Harry nella Sala
Comune di
Grifondoro.
-E comunque, Ronald,
vi concedo al massimo mezz’ora. Se entro trenta minuti non
troviamo niente, torno in biblioteca, perché a me, a
differenza di voi,
interessano i M.A.G.O., e non voglio
passare un altro anno qua dentro!-
-Hermione, te l’ho
già detto, l’anno scorso
abbiamo sconfitto Tu-Sai-Chi anche se ci mancava un anno di scuola.
Sinceramente,
non è che Storia della Magia mi sia servita a
molto…-
Hermione
sbuffò e si abbandonò sullo schienale della
poltrona.
Ron,
inspirò.
-E, comunque, qualcosa di
buono c’è stato, no?-
chiese, guardando per terra.
Ecco il momento che Hermione
temeva e aveva
sempre temuto, da quando era finita la battaglia. Ricordava benissimo
del suo
slancio verso Ron, e aveva cercato di evitare l’argomento in
ogni modo
possibile. Ma sapeva benissimo che non avrebbe potuto fuggire per
sempre. Il
punto era che neanche lei sapeva cosa voleva veramente Non aveva
pensato alle
conseguenze che avrebbe potuto avere quel gesto, era troppo convinta
che
sarebbero morti tutti…
-Senti…- disse,
ma in quel momento Harry
comparve in cima alla scala che portava al Dormitorio.
-Li ho trovati!-
esclamò, agitando la
fiaschetta piena di vischiosi, trasparenti ricordi.
I tre
corsero fino al corridoio con l’Arazzo di Barnaba il Babbeo,
poi, senza dire
niente, iniziarono a percorrerlo avanti e indietro. Ormai, erano
allenati.
‘Mi serve un
Pensatoio ’ pensava Harry ‘Mi
serve qualcosa dove poter guardare dei ricordi…’
Ad un
certo punto, Hermione si fermò.
Una porta
era comparsa nella parete di fronte, una porta che loro tre conoscevano
fin
troppo bene. Senza aspettare, Harry la spinse ed entrò.
Dopo due passi, si
bloccò, incredulo.
Era un
Pensatoio, senza dubbio. Ma non come quelli di Silente e Piton, che un
normale
uomo spostava senza problemi. Era enorme, come una fontana o una
piscina
rotonda. E il suo contenuto turbinava e illuminava i loro volti. Era
come
guardare una sezione di cielo liquido.
Harry
guardò Ron, che annuì leggermente.
Aprì la bottiglia e versò i ricordi nel
Pensatoio; questi raggiunsero la superficie e vi si unirono, iniziando
a vorticare
più velocemente. Poi, Harry estrasse la bacchetta e
toccò la massa liquida e
luminosa.
Dal punto in cui la
bacchetta era entrata in
contatto con la superficie, sia allargarono una serie di cerchi, come
se una
pietra fosse stata lanciata proprio lì. Poi, i cerchi si
diradarono e il
Pensatoio si spalancò su un parco innevato: il parco di
Hogwarts.
Hermione allungò
una mano, subito imitata
dagli altri due; insieme, immersero la mano nel cristallo liquido e vi
entrarono, vorticando come i ricordi informi di poco prima.
Finalmente,
i tre atterrarono nel parco della scuola, cadendo fra la neve,
insensibili al
freddo. Nessuno aveva ancora detto niente.
-E’
Hogwarts…- disse Hermione, guardandosi
intorno.
Era senza
dubbio il Castello, ma quell’ epoca apparteneva al passato.
Si capiva dai tagli
di capelli degli studenti, traspariva persino dal loro comportamento.
E,
ovviamente, in riva al lago non c’erano tombe di marmo o
fontane.
Harry si guardò
intorno, e scorse il protagonista
di quei ricordi: Regulus Black era appoggiato al tronco di un albero, e
doveva
avere all’incirca diciassette anni. Più basso di
Sirius, con la carnagione un po’
più scura, ma gli stessi capelli neri, sembrava
perfettamente a proprio agio
nella divisa verde e argento ed era sicuramente l’anima del
gruppetto che lo
circondava.
Poco lontano,
c’era Desdemona Blount,
bellissima, con la pelle color avorio e i lunghi capelli color platino.
Ma
Desdemona non era sola: accanto a lei c’era una persona che
Harry non si
sarebbe mai aspettato di trovare fra i Serpeverde: Icarus Scrimgeour.
Harry si
avvicinò, seguito da Harry e Hermione.
-Dai, Dedy- stava dicendo
Scrimgeour –Devo studiare
Pozioni, o Lumacorno non sarà molto clemente-.
-Ma figurati!-
esclamò
-Bè, che
c’entra- ribattè Icarus, leggermente irritato
–Non credo che alla commissione dei M.A.G.O.
fregherà qualcosa del lavoro di mio
fratello. Lui è diverso da me, era un Grifondoro-
-E se rimanessimo ancora
due, massimo tre
minuti?- chiese Desdemona, con finta aria da bambina.
Dopodichè, lanciò un’occhiata
verso il gruppo di Regulus. Anche Icarus guardò da quella
parte, e sembrò
capire qualcosa all’improvviso.
-Oh, ok…-
mormorò, e distolse lo sguardo. Qualcosa
lo aveva demoralizzato. Il giovane Icarus non era molto diverso da
quello
attuale, ma i capelli erano completamente neri, senza parti dorate
vicino alle
tempie.
-E comunque-
continuò Desdemona –Anche
Icarus
sembrò
lusingato dal complimento; in quel momento, però, Regulus e
i suoi amici si
allontanarono, parlando e ridendo rumorosamente.
-Scommetto che adesso
possiamo andare…-
osservò Icarus.
-Direi di
sì…- sospirò Desdemona –E
comunque,
piantala con le tue insinuazioni-
-Quali
insin…- rispose Icarus, ma la voce cominciò a
sbiadire, insieme a tutto il
resto. Il bianco della neve scomparve, sostituito da un vortice nero.
Poi la
situazione si stabilizzò,e Harry, Ron e Hermione si
trovarono nella Sala Comune
dei Serpeverde. Harry non capì se era giorno o sera, dal
momento che si trovava
nei sotterranei. Doveva essere ancora inverno, comunque,
perché il camino di
pietra era acceso, e illuminava
A poca
distanza da lui, anche Desdemona sedeva da sola. Teneva in mano
Harry si guardò
attorno, ma non scorse Icarus;
in compenso, riconobbe un giovane Antonin Doholov, che teneva banco
all’altro
capo della sala. Era circondato da studenti più giovani;
potevano frequentare
al massimo il secondo anno. Probabilmente li stava convincendo ad
unirsi a
Voldemort; a quel pensiero, Harry rabbrividì e distolse lo
sguardo.
Regulus, lanciò
un’occhiata a Desdemona e alzò
le sopracciglia, ma non sembrava infastidito. Osservandolo bene,
notò Harry,
non sembrava neanche che stesse leggendo; al contrario, pareva molto
interessato alla conferenza di Dolhov, e stava cercando di coglierne
più parti
possibili.
Ma a quel
punto,
-Wow…-
esalò –Icredibile…-
Harry annuì, in
silenzio. I ricordi non l’avevano
aiutato per niente, anzi… erano serviti solo ad aumentare la
confusione.
Continuò a
pensarci per tutto il giorno, anche
se Hermione, molto vicina all’isterismo, insistette nel voler
continuare a
studiare. Era davvero difficile concentrarsi, dal momento che la sua
mente era
continuamente attraversata dalle immagini di quello che aveva appena
visto. Quella
sera impiegò molto tempo ad addormentarsi, e nei suoi sogni
rivide il volto
pallido di Dohlov che lo osservava da una foto appesa in una vetrina.
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Schivando
le Maledizioni Cruciatus che sicuramente mi strarete lanciando, sono
riuscita a
scrivere un nuovo capitolo. Credo che le scuse siano
pressoché inutili, e che
molti di voi gradirebbero colpirmi con una delle mosse di Miss Blount,
ma
sappiate comunque che per me è stato davvero impossibile
concentrarmi su questa
fiction, ultimamente… spero di non avere perso troppi
lettori, durante la mia,
ehm… prolungata assenza e, ovviamente, spero che questo
capitolo sia di vostro
gradimento. Per cercare di farmi perdonare, ho inserito la scena del
Pensatoio,
svelandovi alcuni dei ricordi di Regulus, che in realtà
avrei dovuto mostrare
verso la fine, ma per i Lettori, questo e altro… Come al
solito, un
ringraziamento particolare alle carissime ragazze che, fedelmente,
recensiscono
ogni capitolo… spero che il numero di recensioni aumenti, in
futuro! Grazie
davvero a voi e a tutti quelli che continueranno a seguirmi!
Alla prossima,
Chiara.
P.S.:
Dato che la scuola sta per finire, dalla prossima settimana
avrò molto più
tempo per scrivere!