Foxface.
Sempre così anonima.
Anonima e inutile, tanto che anche in
questi maledetti giochi nessuno riesce a ricordare il mio nome.
Foxface.
Così mi chiamano. Perché sono furba, calcolatrice. Perché ho i capelli rossi.
Mi davano tutti per spacciata, dai favoriti che uno dopo l’altro stanno morendo come marionette a quelli stupidi strateghi che mi hanno regalato un misero cinque e nessuno sponsor.
Ma pagheranno.
Nessuno riesce a stanarmi, a sentirmi. Sono veloce e silenziosa.
Appena avverto le voci allontanarsi mi tuffo velocemente nella caverna e frugo fra le cose lasciate dai due innamorati. Rubo un po’ di tutto, perfino le bacche che poco prima il ragazzoo aveva raccolto, e me ne torno nel mio nascondiglio più veloce che posso.
Ho una gran fame. Prendo un po’ di bacche nerastre fra le mani.
Sorrido. Le conosco, sono i “morsi della notte”. Bacche velenosissime, conosciute nel mio distretto.
Me le rigiro fra le mani.
Come sarebbe l’idea di suicidarsi?
Rimanere imbattuta, né perdente né vincitrice. La più furba, sempre. Perfino più furba della morte.
Mi alzo in piedi, continuando a fissare le bacche.
Tanto lo sai che non vincerai mai, vero Foxface?
-Mi chiamo Amanda!- alzo lo sguardo e lentamente metto in bocca le bacche.
“Amanda..”
E il cannone spara.