Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Chains_    12/01/2014    33 recensioni

N= {a, i, l, n} A= {a, i, l, n}
Allin guardò il pezzo di carta passatole dal suo compagno di banco e si accigliò, non capendo subito le sue intenzioni.
“A meno N...” Sussurrò Niall scrivendo l'operazione d'insiemistica.
“Uguale insieme vuoto.”
“I nostri nomi!” Esclamò sorpresa la ragazza.
“Sì, sono composti dalle stesse lettere.”
“E se uno viene sottratto all'altro...”
“L'altro si annulla.” Concluse Niall sorridendo.

Quando Allin ebbe la possibilità di frequentare il liceo di Mullingar, non avrebbe mai pensato che la sua vita sarebbe stata sconvolta dalla presenza di un ragazzo. Per sfortuna gitana, acrobata nel circo di famiglia, non avrebbe voluto né potuto innamorarsi di un irlandese. Eppure fu grazie a Niall che Allin iniziò a credere in un futuro in cui essere zingara sarebbe stato solo un ricordo. Ma il peggio doveva ancora venire. I due dovevano ancora esser separati.

"Sai cosa c'è, cugina? C'è che è sempre stato A-N, non N-A. Chi vieni sottratto a chi? Ora lui sta ad XFactor ed io qui, distante chissà quanto!"

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=t652GzFXWqc
La Fanfiction prende ispirazione dal vero.
[Personaggisecondari: LittleMix, 5Sos...]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"I'm yours."

Buonasera! Vorrie ringraziare anche qui tutte le lettrici che hanno recensito il precedente capitolo e vi invito a leggere, come sempre, le note a fine pagina. Che dire, spero che il capitolo vi piaccia!


“Dai, dobbiamo sbrigarci.” Hannah, correndo, raggiunse Allin appena fuori dal tendone del circo, insieme ad Leena.

Le ragazze avevano mentito ai genitori, inventandosi la banale scusa che sarebbero andate insieme a vedere un film al cinema di Mullingar. Nessuno sapeva che, invece, le due avrebbero accompagnato Allin da Niall.

“Sono agitata. Da morire.” Dichiarò la bionda guardandosi intorno, nel buio delle nove di sera. Il vento le scompigliava leggermente i capelli, rilassandola un po'.

“Andrà bene, ne sono sicura.” Mormorò la maggiore delle tre ragazze.

“Grazie Leen, grazie Hannah.” L'acrobata abbassò lo sguardo e sorrise amorevolmente. Senza l'appoggio delle due cugine non sarebbe potuta andare da nessuna parte, ne era consapevole.

Loro stavano rischiando per lei, loro lo avrebbero fatto sempre.

"Se fossimo nella tua situazione, tu faresti lo stesso per noi. Che poi, io, come anche Han, non sia d'accordo con te, che io non disprezzi vivere in questo modo, non implica che non mi importi della tua felicità, cugina." Affermò Leena con dolcezza, iniziando ad affrettare il passo.

Infondo, a suo parere, Allin meritava di esser felice e se l'unico ad capace a farla stare così era Niall, allora avrebbe fatto di tutto per farli stare insieme.

* * *

“Quindi, cosa facciamo?” Dopo una camminata di circa venti minuti le tre zingare si ritrovarono davanti all'entrata di un pub dall'aria vecchia e malsana.

“Se volete, seguitemi, altrimenti ci ritroviamo qui tra due ore e mezzo, anche tre.” Allin guardò il portone in legno dietro di sì e storse la bocca, leggermente intimorita. Era la prima volta in cui sarebbe andata in un posto simile a quell'ora.

“Han, vuoi andare?” Chiese Leena alla sorella minore.

“Sinceramente no...”

“Allora noi andiamo a farci un giro per conto nostro, in bocca al lupo cuginetta!” Così, dopo un abbraccio caloroso, Allin si ritrovò sola.

* * *

Quella sera il locale era decisamente più affollato del solito. L'esibizione libera di alcuni cittadini della zona aveva creato un certo scalpore. Chi per ascoltare un proprio parente o amico, chi per sghignazzare un po', sperando in esibizioni indecenti, aveva deciso di passare lì il dopocena. Allin, con un po' di timore, entrò nel pub, chiudendosi la porta alle spalle. Per un attimo si beò dell'indifferenza delle persone, poi cercò tra la folla volti conosciuti, facendosi spazio tra di essa. Sapeva, infatti, che Mark ed Elizabeth ci sarebbero stati, così come buona parte della sua classe. Qualche minuto dopo una mano si posò sulla spalla dalle zingara. La ragazza conobbe il forte profumo al pompelmo della sua compagna di classe.

“Ely!” Esclamò quindi voltandosi. Un sorriso sghembo spuntò sul suo volto porcellana quando ebbe la certezza di aver riconosciuto l'amica.

“Buonasera bionda!” Le rispose questa abbracciandola.

All'inizio, inutile negarlo, Elizabeth non aveva visto di buon occhio Allin. “Mi ha rubato il mio migliore amico”, continuava a ripetersi. Ci volle un mese per far sì che lei cambiasse idea, che capisse che il legame tra Niall e Allin si sarebbe presto trasformato in una relazione che sarebbe andata ben oltre la semplice amicizia.

“Vieni, stiamo in prima fila.” Spiegò la giovane, afferrando il polso destro della zingara, per evitare di perderla tra la mischia. “...Ti avviso: è venuta anche Emily.” Aggiunse infine facendo una smorfia quasi disgustata.

“Che bello!” Allin mostrò il suo lato ironico, alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa.

Emily era una delle sue compagne di classe. Odiosa, montata, non c'era giorno in cui non ci provava con qualche povero malcapitato. Come se questo non bastasse, la sua vittima preferita sembrava essere Niall.

“Allin!” Mark si avvicinò all'acrobata, non appena la vide arrivare al fianco di Elizabeth.

Il castano, essendo d'indole per niente invadente, aveva subito lasciato stare l'aura di mistero che sembrava avvolgere costantemente la bionda, cercando, con successo, di esserle subito amico.

I tre ragazzi, insieme ai loro compagni di classe, parlarono del più e del meno, chi con una limonata, chi con una birra in mano, con l'intenzione di ammazzare l'attesa che li divideva dall'esibizione di Niall.

“Dove sta il biondino?” Chiese Allin alzandosi sulle punte per guardarsi intorno con più facilità.

“In una stanzetta laggiù, vicino all'angolo bar.” Spiegò Benjamin, un altro compagno di classe nonché amico d'infanzia dell'irlandese, indicando un punto dalla parte opposta a quella in cui stava la comitiva.

“Non preoccuparti per lui, Allin: è solo un po' agitato perché è la prima volta che si esibirà fuori scuola. Poco fa è arrivato Greg, sta con lui adesso.” Aggiunse Mark, abbozzando un sorriso alla giovane, con la speranza di tranquillizzarla.

“Mah. Io sono andata da lui, povero Niall: la sua ragazza non si degna neanche ad augurargli neanche un “Buona fortuna”. Forse è il caso che Niall cambi orizzonti, prima di rimanere deluso.” Intervenne con acidità Emily.

La giovane detestava Allin. Con quei suoi lineamenti leggeri, le guance perennemente imporporate, gli occhi chiari, la bionda risultava essere, infatti, più bella di lei, cosa non accettabile a suo parere.

“Torno subito.” Mormorò l'acrobata, allontanandosi dal gruppo, con la sola voglia di raggiungere Niall.

Le parole di Emily l'avevano scossa profondamente. Lei non aveva voluto di cercare il biondo solo perché non voleva disturbarlo. Non poteva perderlo, non per una cosa simile. E poi, la sola idea che l'irlandese la lasciasse stare, la terrorizzava, letteralmente. In quella città il ragazzo era diventato il suo unico appiglio, l'unica cosa che la faceva vivere davvero serenamente. Allin non non aveva mai considerato la possibilità di legarsi così a qualcuno, ma più volte si era già ritrovata ad ammettere che, per quanto questa fosse stata una novità, questo non le dispiaceva affatto. La zingara, infatti, amava l'idea di aver qualcuno a cui mandare un messaggio quando si sentiva sola e, da una parte, amava anche l'attesa nel ricevere una sua risposta. Inoltre, come poteva odiare il sentire il cuore accelerare ogni volta in cui Niall le scriveva un cuore a fine messaggio?

Allin finalmente riuscì a farsi spazio tra la gente, riuscendo a raggiungere la sala in cui, oltre al biondo, c'erano numerose persona in attesa di esibirsi. L'acrobata non riconobbe subito Niall e, quando lo vide intento ad accordare nervoso la sua chitarra, non poté evitare di sorridere mettendo in mostra i suoi denti bianchi che, essendo leggermente distaccati, le davano un'aria da bambina.

Greg, riconoscendo la ragazza, diede una gomitata al fianco del fratello, seduto accanto a lui su una panca di legno. Il ragazzo allora alzò lo sguardo con aria confusa, finché non incrociò gli occhi della zingara.

“Allin, sei venuta!” Niall posò in fretta la chitarra e si avvicinò a lei.

“Come ha fatto Emily...” Mormorò questa, abbassando lo sguardo.

“Sbaglio o qualcuno è geloso?”

“Io gelosa?”

Gelosa Allin? Sì che lo era. La giovane si morse il labbro, infastidita dal suo stesso comportamento. Perché aveva dovuto rispondere male all'irlandese? Perché aveva dovuto nominare Emily? Perché non aveva, invece, tenuto la bocca chiusa?

La gelosia. Un sentimento tanto umano, quanto animale, se portato all'eccesso. Uno stato d'animo struggente, distruttivo sia per chi lo vive, sia per chi lo subisce.

“Io non vorrei esserlo... Ma lei è così...” Si trovò a sibilare Allin, grattandosi nervosa lo smalto ancora semi fresco passato sulle unghie poco prima.

“Assillante, egocentrica, falsa e superficiale al punto che si infastidisce se qualcuno le ruba un suo probabile pretendente?” Concluse Niall alzando un sopracciglio e facendo incrociare di nuovo gli occhi azzurri di Allin ai suoi.

Un mormorio incomprensibile fuoriuscì dalle labbra della bionda quando fu di nuovo faccia a faccia con l'irlandese, quando si sentì afferrata da lui per i fianchi, quando si ritrovò, infine, stretta al suo torace.

Incredibile come con poco Niall riusciva a calmarla e ad aiutarla con la sua autostima, ricordandole con piccoli gesti che, in fin dei conti, per lui, era una persona meravigliosa sebbene avesse i suoi difetti, le sue manie e le sue paranoie.

“Allin, Emily è venuta a fare la classica gatta in calore con me prima che arrivasse Greg, ma io l'ho cacciata.” Spiegò infine l'irlandese, assumendo un tono di voce dispregiativo.

Odiava letteralmente le ragazze che abusavano della loro femminilità, risultando solo petulanti e fuori luogo.

“Scusami se sono gelosa, ma ho avuto così poco dalla vita. Per questo, forse, tendo a tenermi strette le poche cose belle che questa mi ha dato. Tipo te.” Ammise con rammarico Allin.

“Sono pronto per le manette. Promettimi, pero', che una volta incatenato non mi abbandonerai più. Allora sì che sarò davvero tuo. Ovunque e per sempre.” Niall sciolse l'abbraccio con la ragazza, poi accostò le mani, facendo in modo che i polsi si toccassero tra loro, proprio fosse stato un carcerato un istante prima di essere ammanettato.

La bionda, allora, non esitò e strinse le mani del biondo tra le sue. Da qualche giorno, la ragazza aveva preso l'abitudine di spalmarsi molto spesso una crema idratante sulle mani, per evitare che queste, essendo screpolate, dessero fastidio all'irlandese. Il giovane si accorse del cambiamento e sorrise, poggiando la fronte sul quella della ragazza che, intanto, aveva incominciato a sfiorare con delicatezza gli avambracci di Niall, per poi scendere a giocherellare con i polpastrelli delle sue dita, affascinata dalla sensazione che provava avendo un qualsiasi tipo di contatto fisico con lui.

* * *

“Adesso è il turno di Niall Horan! Accogliete questo giovane ragazzo come si deve!” Appena finì l'esibizione di un complesso rock, il capo del locale salì sul palco, presentando il biondo.

Questo, quando scese l'uomo barbuto, vi salì sopra. Il suo corpo fu scosso da brividi. Era assurdo, per lui, cantare davanti a tanta gente. A scuola, nelle recite o nelle esibizioni, era diverso. Certo, c'erano molti studenti, molti genitori a vederlo, ma non erano del tutto estranei. La prima cosa che il ragazzo fece, sedendosi sullo sgabello posto al centro del palco, fu cercare Allin. Solo quando la trovò, vedendola in prima fila, il ragazzo poggiò la chitarra sulle gambe ed incominciò a suonare la base di “I'm yours.” Perché aveva scelto di non cantare più “Haven't met you yet”? Per il semplice fatto che voleva ribadire ancora una volta ad Allin che lui, essenzialmente, era suo. Solo suo.

“Well you done done me
and you bet I felt it
I tried to be chill
but you're so hot that I melted
I fell right through the cracks
Now I'm trying to get back.”

Allin, con la prima strofa della canzone non poté evitare di tornare, per un istante, indietro nel tempo. Quei versi le ricordavano decisamente il suo atteggiamento quando Niall si sedette vicino a lei, cercando di conoscerla. La bionda aveva infatti provato ad esser fredda e distaccata, ma il calore di Niall l'aveva sciolta ben presto.
 

“Before the cool done run out
I'll be giving it my bestest
And nothing's gonna to stop me
but divine intervention
I reckon it's again my turn
to win some or learn some.”

Niall abbassò lo sguardo dalla sua chitarra, spostandolo sul volto della zingara. La vide sorridere così intensamente che i suoi occhi risultavano esser semichiusi. Allora, anche lui, tra una verso e l'altro, fece lo stesso, facendole anche un occhiolino.

“But I won't hesitate
no more, no more
It cannot wait, I'm yours.”

“Io sono tuo.” Allin sentì quella dichiarazione, sapendo che questa era rivolta unicamente a lei. Il suo cuore scalpitò dalla felicità. Se era valsa la pena mentire al padre e stare lì? Assolutamente sì. “Io non esisterò più.” Recitava inoltre la canzone. Niall alzò leggermente gli occhi al soffitto quando ripensò inevitabilmente alle parole dette da lui stesso durante la prima lezione di matematica, durante la quale capì di aver quantomeno guadagnato la fiducia della ragazza.

“Well open up your mind
and see like me
Open up your plans
and damn, you're free
Look into your heart
and you'll find love love love love
Listen to the music of the moment
people dance and sing
We're just one big family
And it's our God-forsaken right
to be loved loved loved loved loved.”

Niall mise tutto l'impegno possibile per cantare questa strofa. “Dannazione, tu sarai libera.” Questa frase, in particolare, ebbe la capacità di riscaldare il cuore di Allin, risultando come un implicito invito a non smettere di sognare, a non smettere di sperare nel futuro che lei voleva vivere.

“So I won't hesitate
no more, no more
It cannot wait I'm sure
There's no need to complicate
Our time is short
This is our fate, I'm yours.”

“Abbiamo poco tempo.” Non solo l'irlandese, ma anche la zingara, sussultò a queste parole. Certo, facevano parte della canzone, Niall non avrebbe potuto cambiarle, ma faceva strano sentirle e cantarle. Davvero avrebbero avuto poco tempo per stare insieme? Forse la sensazione spiacevole che entrambi i ragazzi provarono in quell'istante non era altro che un avviso, una risposta affermativa a quella domanda che si erano posti.

“Please don't, please don't,
please don't
There's no need to complicate
'cause our time is short
This, oh this, oh this is our fate, I'm yours.”

Dopo altre strofe, l'esibizione si stava chiudendo con un ultimo ritornello. “Sono tuo.” Ogni particella del corpo di Niall sembrava urlare questa frase. Il ragazzo concluse la canzone con un'ultima strimpellata, poi si poté godere il boato del pubblico. Era andata bene e una lacrima di gioia scese lungo il suo volto quando saltò giù dal palco, atterrando accanto ad Allin. Il biondo strinse la ragazza a sé, così forte che questa restò senza parole. Elettrizzato la fece volteggiare in aria, ridendo insieme a lei per quell'istante di pura felicità.

“Sono tuo.” Le gridò poi, per sovrastare la voce dell'improvvisato presentatore che si era apprestato a raggiungere un'altra volta il palco.

“Niall, devo andare!” Allin guardò il suo cellulare ed impallidì. Sullo schermo comparvero gli avvisi di ventuno chiamate perse e quattro messaggi ricevuti. Era mezzanotte passata e Allin a quell'ora sarebbe dovuta stare già al circo.

“A domani biondina.” L'irlandese le diede un breve bacio sulle labbra, godendo del tocco della ragazza, così soffice e delicato, poi restò imbambolato, guardandola uscire dal locale, di corsa.

“E' fantastica.” Mormorò, pensando a quanto aveva rischiato andando a vederlo cantare.

* * *

“Allin!” Esclamò Hannah, andando incontro alla cugina quando questa si ritrovò all'aperto.

“Dobbiamo muoverci: siamo in ritardo di mezz'ora rispetto al previsto!” Leena afferrò il polso della bionda, incominciando a camminare alla svelta.

“Ci ammazzeranno.” Esordì la minore delle due cugine in preda al panico.

“Han, rilassati.” La sgridò tranquillamente la sorella. Allin, infatti, era visibilmente dispiaciuta del ritardo e, a suo parere, era inutile renderla ancora più avvilita.

“Piuttosto, come è andata la serata?” Le domandò poi, visibilmente interessata.

“Alla grande!” La bionda fantasticò sull'esibizione di Niall, sospirando amorevolmente.

“Canta bene?” Chiese Hannah, calmandosi un po'.

“La sua voce potrebbe fare invidia agli angeli, non scherzo.” Le rispose Allin. In quel momento, la ragazza ebbe la certezza che Niall avrebbe fatto strada come cantante.

* * *

Dopo un tempo che sembrò esser interminabile le tre ragazze raggiunsero il terreno in cui era stato montato il circo. L'area a loro riservata era delimitata da una ventina di grandi camion con cui erano stati trasportati impianti, attrezzature e animali. Questi poi si alternavano a camper e roulotte, in cui soggiornavano i venti artisti facenti parte della compagnia circense. Oltre al tendone principale, all'interno di questa sorta di mura, ve ne erano anche altri che, uniti ad esso tramite corridoi coperti, contenevano il bar, la biglietteria e uno spazio riservato all'intrattenimento dei più piccoli visitatori. Hannah e Leena appena arrivarono vicino al loro camper, che condividevano tra sorelle, lasciarono sola la cugina. Allin tremò di paura, quando entrò nella roulotte in cui solitamente si rilassava il padre ascoltando musica spagnola. La giovane sperò che la madre fosse stat a lì, ma evidentemente era già a dormire. Allora pensò che forse sarebbe stato meglio andarsene, ma prima che potesse muovere un passo, il padre si accorse di lei, alzandosi dal divano in cui era sdraiato.

“Ah, eccoti, disgraziata! Ma brava, Allin! Mi spieghi cosa dovrei fare con te? Sei solo un grosso fardello da mantenere, ragazzina! Se domani non eseguirai a dovere tutti gli esercizi mattutini, saranno affari tuoi!” Tuonò Gonzalo dando uno strattone alla bionda che impallidì.

La rabbia che la ragazza vide negli occhi dell'uomo fu così tanta da farla rabbrividire.

“Per esempio, potresti comportarti da padre!” Gridò questa in tono disperato.

“Va' a dormire!” Gonzalo diede un forte schiaffo sulla guancia destra della figlia.

Il segno della sua grande mano comparve subito sulla pelle chiara e delicata di Allin. La ragazza serrò le labbra, poi scappò via da lì, con gli occhi gonfi di lacrime.

* * *

Allin entrò così nella piccola roulotte che usava come camera da letto, come rifugio, nido. Era un ambiente piccolissimo, circa un metro e mezzo di larghezza per due e mezzo di lunghezza, ma era davvero caldo ed ospitale. A partire dall'esterno in legno laccato di rosso, con tanto di finestrelle azzurre su cui Allin aveva intagliato alcuni cuori, che davano al tutto un che di fiabesco. L'interno poi era arredato in modo essenziale, ma molto particolare. Ad un lato c'era un piccolo materasso, sostenuto da una rete in acciaio, non troppo resistente. Dalla parte opposta a questo c'era una cassettiera in legno di ciliegio, nella quale Allin aveva disposto ordinatamente tutti i vestiti, seguendo i loro colori. I costumi da scena, così come ogni cosa che riguardava il circo, erano stati sistemati in una cassettiera che la zingara apriva solo quando ne aveva bisogno. Al centro della roulotte, la bionda aveva sistemato da poco un piccolo tavolino basso, sul quale fare i compiti il pomeriggio. La “camera” era inoltre arricchita da numerosi e simpatici soprammobili e colorati cuscini con inserti in pizzo lasciati stare sulla moquette che ricopriva il pavimento o sul letto. C'erano poi vecchie foto, alcune piantine grasse ben curate, braccialetti e collane sparse un po' ovunque, piume colorate per scrivere, alcuni fogli color crema sparsi ovunque in cui Allin appuntava tutto ciò che le accadeva, post-it di varie forme e colori in cui la ragazza aveva scritto tutti i motivi per i quali voleva andare via e ricominciare da sola la sua vita. Ma la cosa che più caratterizzava l'interno della roulotte della giovane era sicuramente la presenza di un grande block-notes appeso alla parete destra. Sulla prima pagina di questo, l'unica visibile, era scritto un grande numero in nero, preceduto da un segno meno, il numero cinquecentosettantanove. Eh sì. Mancavano quasi seicento giorni, presto Allin sarebbe diventata maggiorenne. Mattina dopo mattina, la ragazza avrebbe staccato ogni pagina e così, prima o poi, lo zero sarebbe arrivato, come sarebbe iniziata anche la sua libertà.

La bionda non poté evitare di guardare speranzosa quel numero, portandosi, senza neanche pensarci, una mano al cuore. Poi, si avvicinò alla cassettiera, sopra la cui sua mamma aveva lasciato un piccolo carillon di porcellana. La giovane si lasciò calmare da quel suono, dolce e ripetuto.
Infine, pur non volendo, incominciò a piangere. Odiò farlo, perché merito di suo padre. Era assurdo per lei esser trattata così da quell'uomo.
Non capiva cosa avesse fatto di male, quale fossero le sue colpe da espiare. La ragazza afferrò un cuscino e lo strinse forte a sé, tra il petto e le ginocchia. Aveva bisogno di Niall. Passarono cinque minuti, alla fine, dopo essersi domandata più volte cosa sarebbe stato meglio fare, l'acrobata provò a chiamare il ragazzo. Questo rispose al primo squillo, un po' assonnato.

“Allin.”Mormorò con tono impastato e poco squillante.

“Ti ho svegliato...” Costatò avvilita Allin, sentendosi in colpa.

“Stai piangendo, hai fatto benissimo a chiamarmi.” Niall sentì un piccolo singhiozzo trattenuto dalla bionda e capì che questa non stava bene.

“Secondo te, può un padre odiare sua figlia?” Domandò l'acrobata in un sibilo, con voce stridula e spezzata dal pianto.

“E' incomprensibile il comportamento del tuo, Allin.”

“Io non sopporto più questa situazione. Sarà che adesso sto diventando meno menefreghista, sarà che ho cominciato a piangere di nuovo, ma ci sto troppo male.”

“E per questo ci sono io. Adesso pero', devi dormire. Domani sarai troppo stanca se continui a piangere, capisci?” Niall cercò di essere il più dolce possibile e ci riuscì, tant'è che Allin non seppe cosa rispondere.

“E' il suono di un carillon quello?” Aggiunse poi il ragazzo, sentendo un suono simile a quello di una ninna nanna.

“Mh mh.”

“Fai una cosa: mettiti sotto le coperte, ci penso io a farti addormentare.”

“Lo faresti davvero? Anche se stai crollando dal sonno?” Allin spalancò la bocca, asciugandosi le lacrime e seguendo ciò che le aveva detto Niall.

“Finché non ti sentirò russare.” Confermò questo.

“Io non russo!”

“Certo Allin, certo.” Niall rise tra sé e sé, cercando di ricordare le parole di “A new whole world.”, la canzone Disney preferita dalla sua amata biondina.

Bastarono poche strofe e qualche minuto per far sì che un leggero russare fu udibile al giovane. A quel punto questo chiuse la chiamata e, sorridendo, si rimise a dormire, cullato dalla dolce sensazione di essere importante per la sua Allin.

19 Giugno 2010
Finalmente è arrivato il giorno del mio compleanno. Sono una diciassettenne adesso. Dovrei essere al settimo cielo, ma non ci riesco. Ormai è da un mese che mia madre non fa altro che star male. E' debole, pallida, costantemente preda di una febbre altissima. I dottori mi hanno detto che si riprenderà, ma sembra stare sempre peggio. Mio padre poi, in tutto questo, non dice nulla. Nessuna emozione. Ancora una volta non riesco a capire cosa gli passi per la testa. L'unica cosa che noto è che è sempre più nervoso, soprattutto con me. Tutta la compagnia, invece, è palesemente giù di morale. Sembra che sia calato un velo di tristezza su di noi, su quella combriccola che, almeno all'apparenza si mostra sempre allegra. Sarà, ma anche durante gli spettacoli non siamo più gli stessi. Ho così paura per mia madre, ho il terrore. Se non ci fossero Mark e Elizabeth... Se non ci fosse Niall, penso che mi sentirei persa. Eh sì, Niall. Non c'è giorno che passo lontana da lui. Ancora non abbiamo pensato a dare un nome alla nostra relazione, anche se sono passati circa sette mesi da quel pomeriggio di Novembre, in cui sono andata a casa sua per la prima di innumerevoli volte. Come dice lui, noi viviamo di istanti, viviamo alla giornata. Infondo siamo giovani ed inesperti. Vivere così è la scelta giusta. Oggi, poi, sono usciti i quadri. Ho scoperto di non esser stata rimandata in nessuna materia. Questo è un miracolo, direi. Anche Niall, come me, è passato con successo. Merito mio se quell'adorabile biondino ha una piena sufficienza in Matematica. Sai che c'è? Sono proprio scema. Sono davvero scema. Niall verrà tra poco, approfittando del fatto che oggi mio padre è partito con la compagnia al completo per andare ad una fiera fuori città e anziché prepararmi mi ritrovo a scrivere. Sai, resterà qui tutto il pomeriggio... Sinceramente? Spero che resti anche la notte. Voglio stringerlo a me il più possibile. Ho la sensazione che presto scomparirà dalla mia vita, che presto la sottrazione A-N si avveri, cosa che spero non accada mai. Spero di farmi condizionare dal fatto che tra qualche mese proverà ad entrare ad X Factor. Sì dai, sicuramente è questo. Devo andare a vestirmi adesso.
Allin. (-trecentosessantacinque giorni.)
 

Spazio autrice

Che dire di questo capitolo. Per prima cosa ho dovuto riscriverlo interamente. Stamattina stavo correggendolo quando Open Office è letteralmente impazzito. Mi ha cacellato tutto. Ho provato a trovare un modo per ripristinare il file, ma niente. Per questo vi prego di scusarmi se il capitolo è uscito uno schifo. L'uniche due parti che mi piacciono sono quella in cui Allin spiega a Niall che se è gelosa di lui è perché infondo non ha avuto molto dalla vita e quella in cui viene descritta la sua "camera". Per il resto... Potrei vomitare. Che poi io l'abbia fatto davvero avendo acidità di stomaco è una cosa a parte... Comunque non prendete sotto gamba il diario di Allin. La malattia della madre, le sue sensazioni saranno decisive. Inoltre il balzo temporale è stato fatto dopo una lunga riflessione. Nei prossimi capitoli, ve lo anticipo, mi impegnerò ad inserire alcuni missing moments vissuti dai due protagonisti.
Che altro dire, mancano circa due capitoli, poi la storia prenderà tutt'altra piega. Godetevi questi capitoli di dolcezza, perché poi scarseggeranno un po'... Ultima cosa che mi sento in dovere di fare è ringraziarvi. Una media di così tante recensioni a capitolo non me la sarei mai aspettata. Ve lo giuro. Per favore, non perdetevi per strada. Continuate a recensire, fatelo anche per questo capitolo. Magari fatemi sapere qualche canzone romantica che vi piace e qualche momento che vorreste leggere inserito nella fanfic. Inoltre, se avete idee riguardo a cosa farà separare Allin e Niall, non esitate a dirmelo!
Sappiate che vi adoro, dalla più estroversa e quella più silenziosa.
Giorgia.

 

   
 
Leggi le 33 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Chains_