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Autore: Seryka    14/01/2014    1 recensioni
[Attenzione: Questa storia non l'ho scritta io, ma la mia carissima amica Angel_15, che l'ha pubblicata nella categoria SHINee. Lei mi ha PERSONALMENTE DATO IL PERMESSO di One Directionizzarla (?) e pubblicarla in questa sezione.]
"Wong Jilin: Una cameriera che lavora nel ristorante Cinese della sua famiglia, giá da un paio di anni emigrata in Inghilterra. Questa vorrebbe rispedirla in Cina, convinta che in quel paese sarebbe impossibile per lei trovare un ragazzo cinese con cui sistemarsi e mettere su famiglia.
Harry Styles: Un semplice diciassettene. I genitori (Proprietari di una catena di alberghi) vorrebbero che intraprendesse una relazione con la figlia del proprietario di una catena di ristoranti. Cosicché un giorno le due imprese possano unirsi.
***
Lui inglese, lei cinese. Due culture così diverse.
Niente li accomuna. Le tradizioni, lo stile di vita, le abitudini, il taglio degli occhi. NIENTE!
La sola cosa che li lega è l'autorità di due famiglie estremamente tradizionaliste.
Cosa accadrebbe se il destino facesse incrociare due strade così differenti? Nascerebbe qualcosa da quest'enorme differenza culturale? E Le famiglie, riuscirebbero a superare ed accettare tutto ciò?"
~
Questa è una storia un po' diversa dalle altre. Se non apprezzate, nessuno vi costringe a leggere.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Innaturale


 


 

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"You and I
We don’t wanna be like them
We can make it till the end
Nothing can come between you and I
Not even the Gods above can separate the two of us"

[One Direction - You And I]

 




 

< Insomma, non mi hai ancora detto come è andata ieri sera >

< Come vuoi che sia andata, è stata una rottura > Rispose Harry finendo di consumare la sua colazione.

< Quindi non è successo nulla di interessante? >

" Ho rincontrato quella tizia asiatica, sono riarrossito guardandola e mi sto ancora scervellando sul perchè "

< No nientè >

Si alzó e dopo aver riposto la tazza nel lavandino si diresse nel corridoio.

< Io esco >

Gli occhi di Anne si dilatarono e per poco il caffè che stava sorseggiando le andó di traverso.

< T-tu e-esci d-davvero? >

Non poteva crederci. Harry non usciva MAI di sua spontanea volontá, se non per andare a scuola.

< Si, ma torno presto >

< No no. Fai pure con calma, stai fuori tutto il tempo che vuoi! > Esclamó euforica.

< Si... Ok mamma ma tu prenditi un calmante eh? > Disse uscendo di casa, chiudendosi la porta alle spalle.

Si guardó intorno e fece un lungo respiro prima di estrarre un oggetto dalla tasca. Quell'oggetto che aveva trovato la sera prima al pub dopo che quella ragazza se n'era andata. Quella ragazza che gli aveva appena fatto rompere la sua abitudine di non uscire mai, per andare da lei a portarle il portafoglio.

Se lo rigiró nelle mani poi si decise ad aprirlo alla ricerca di un qualche contatto o indirizzo.

La carta d'identitá indicava il suo nome "Wong Jilin"e la sua data di nascitá "24 ottobre 1994".

"Ha la mia età" Pensó continuando a cercare.

Fú incuriosito da una piccola foto che ritraeva lei con in mano una chitarra e altre quattro ragazze, ma intanto non trovó niente che indicasse un indirizzó, finchè non saltó un bigliettino verde con su una scritta: " Ristorante Cinese in via *** "

"Ma certo, lei lavora lí!"

Ripose l'oggetto in tasca e si incamminó nella direzione indicata sul biglietto da visita.

" Speriamo che ci sia "


 

***


 

< Mi scusi davvero, vado a prenderle qualcosa con cui ripulirsi > Disse Jilin scusandosi col cliente a cui aveva appena fatto cadere addosso della salsa.

Si diresse in cucina e la madre la afferró per un braccio.

< Jilin è la terza volta in due giorni, che cos'hai? >

< Niente mamma, mi sono solo distratta >

Si liberó dalla presa e tornó dal cliente porgendoli dei fazzoletti.

Quando tornó in cucina notó lo sguardo pensieroso della madre che non prometteva nulla di buono.

< Forse dovremo anticipare la partenza >

< Ma mamma avevi promesso che prima di partire mi >

< Jilin ti cercano > La interruppe un dipendente del ristorante.

< C'è una ragazzo per te all'entrata >

" una ragazzo?! " Non conosceva nessun ragazzo se non i compagni di classe, che sicuramente non la venivano a cercare d'estate. Non che non fosse una tipa socievole, o meglio non lo era piû da un paio di anni, ma di certo l'autoritá dei genitori non le permetteva la libertá di uscire con dei ragazzi, per di piú inglesi.

Si avvicinó all'entrata e vide una figura girata di spalle, gli bastó uno sguardó per capire chi fosse e non appena lo realizzó inspiegabilmente si irrigidí.

< Ciao > Esclamó lui girandosi leggermente imbarazzato.

< C-ciao > Rispose lei.

Harry non sapeva cosa dire, semplicemente estrasse il portafogli dalla tasca e lo porse alla ragazza.

< I-ieri ti è caduto al "Brack Mountain" >

< Oh, grazie. Non me ne ero nemmeno accorta >

< Di niente, ti piace la musica? >

Oh, cavolo. Perchè l'aveva detto? Avrebbe pensato che era un curioso che non sa farsi gli affari suoi.

< C-come lo sai? >

< È che, cercavo qualcosa che mi desse un indicazione su come trovarti e per caso ho visto questa > Si giustificó indicando la foto che aveva visto poco fá.

< Ah si. Diciamo che la mia musica è un po' la mia passione >

< E suoni la chitarra? >

" Ma che te ne frega? Cos'è tutto questo interesse per un estranea? Perchè non torni a casa nella tua bella camera? " Continuava a domandarsi, senza sapersi dare una risposta.

< Piú che altro compongo canzoni e canto, una volta suonavo anche con loro > Indicó le quattro ragazze < Ma da quando sono qua ho smesso >

< Oh, peccato. Cioè smettere di fare una cosa ti piace... >

< In realtá avevo deciso di rifarlo >

< Ah si? >

< Si beh, non so se hai presente il concorso musicale di fine estate. Mi sono iscritta e volevo cantare una mia canzone, ma al piano. Il problema è che non ho una tastiera per esercitarmi >

< Io conosco un negozio non molto lontano da qui. S-se vuoi ti ci accompagno quando puoi >

" Eh??? Sto invitando un ragazza??? Che neanche conosco??? "

< Oh, grazie. Ma, non vorrei essere di disturbo >

< No ma figurati. Nessun disturbo >

< Va bene allora, io stacco tra un paio d'ore. Ci vediamo qui alle 12.00? >

< Ok >

< A dopo >

La cameriera tornó alle sue mansioni e il ragazzo, dopo essere uscito dal ristorante, rimase immobile sul ciglio della strada.

" Cosa ho fatto?! Perchè l'ho fatto?! Cosa ho fatto?! Perchè l'ho fatto?! "

Continuava a chiedersi.

Da un paio di anni ormai era diventato una tipo estremamente asociale. Da quando una persona molto importante per lui aveva abbandonato la sua vita.

Non aveva amici, non voleva piú farsene. Non si era minimamente dedicato alle questioni sentimentali che tutti gli adolescenti affrontano a quell'etá. Non era una brutto ragazzo, ma non gli importava assolutamente curare il suo aspetto. Specialmente per le ragazze.

E allora perché sentiva l'impulso di andare a casa e mettersi qualcosa di decente (al posto della tuta estiva che indossava in quel momento) per potersi presentare due ore dopo all'appuntamento con quella tipa?

" Beh é normale che uno voglia vestirsi bene per uscire in pubblico no? "

Ma quella spiegazione non lo convinceva piú di tanto.

Si avvió ancora un po' perplesso verso casa e quando entró la madre lo raggiunse con sguardo deluso.

< Giá di ritorno? >

< Si ma tra un po' riesco >

< Davvero?! > E le si illuminarono gli occhi.

< Si > Disse salendo le scale.

< E, se posso saperlo. Dove vai? >

< Mah, con una ragazza >

< Cosa?!?! >

Anche lei salì le scale e raggiunse il figlio che si stava avviando in camera sua.

< E chi è? La conosco? È Katerine? >

< No mamma, non è lei >

< Allora chi è? >

< Mah, una tipa >

< La conosco? >

" Tecnicamente, di vista si"

< No non la conosci >

< Chi è allora? Come si chiama? >

< Oddio mamma che assilo. È solo una ragazza che vuole sapere dove sta un negozio. Ora puoi uscire, devo studiare > Disse esasperato spingendola fuori dalla stanza.

< Ok ok. resti a pranzo? >

< Non credo. Ciao > E chiuse la porta.

Si avvicinó all'armadio e tiró un lungo sospiro. Aveva mentito, e lo sapeva. Non doveva studiare, o meglio in circostanze normali lo avrebbe fatto.

Ma adesso qualcosa dentro di lui gli stava dicendo di aprire quell'armadio e mettersi addosso qualcosa di quanto meno carino.

Una sensazione che non provava assolutamente mai.

Lo aprí e scrutó attentamente i suoi vestiti casual.

Scelse un paio di pantaloncini di jeans e una canotta nera che abbinó ad un paio di converse nere anch'esse.

Si guardò allo specchio ma non sapeva se stava bene, non se ne intendeva di vestiti.

Scese le scale e si avvió incerto in cucina dalla madre.

< M-mamma? >

< Si > Rispose di spalle, con lo sguardo rivolto ai fornelli.

< S-sto bene? >

< Cosa? > Non era abituata a sentirsi rivolgere quella domanda.

Si giró perplessa e guardó il ragazzo scrutandola attentamente.

< Li hai scelti tu i vestiti? >

< Si, fanno schifo? >

< No, no. Anzi! A cosa è dovuto questo cambio d'abbigliamento? >

< A niente, te l'ho detto che esco >

< Con una ragazza... >

< Si. E quindi? >

< No niente. Sono solo contenta che tu abbia sentito la necessitá di farti carino per un appuntamento >

< Ma non è un appuntamento. Devo solo accompagnarla in un negozio >

< Allora perchè non mi vuoi dire chi è? >

< Non è che non te lo voglio dire è che... > " È che sto per uscire con un estranea, l'ho invitata io e non riesco neanche a spiegarmi il perchè"

< È che...? > Lo incintó la madre a continuare.

< È che... È tardi, dovevo giá essere lá > Mentí mentre si avviava alla porta d'ingresso.

< Si certo. Tanto lo scopriró caro mio >

Harry non rispose, si affrettó ad uscire di casa senza dire una parola.

Mancava ancora un sacco all'ora prestabilita con Jilin. Si avvió ad un parco ed una volta arrivato si sedette su una panchina.

Preferiva passare il tempo rimanente lí seduto a non fare nulla piuttosto che stare a casa con sua madre che gli avrebbe continuato a fare mille domande a cui neanche lui avrebbe saputo dare una risposta.

Anche perchè, cosa c'era da sapere? Stava solo accompagnando una ragazza in un negozio di strumenti.

Di sicuro sua madre giá si stava facendo mille filmini mentali su di lui e una possibile relazione segreta con qualche ragazzetta, infatti Harry si maledisse subito di aver detto che usciva con una ragazza.

E poi non era un uscita! Ma un semplice "accompagnamento".

E allora perchè era tornato a casa e si era cambiato?

Ecco, quella era la domanda che veramente doveva porsi.


 

E cosí, mentre lui stava lì su quella panchina a tormentarsi di domande e ad aspettare l'ora stabilita, una giovane cameriera stava riprendendo a svolgere le sue mansioni normalmente.

Da quel loro piccolo incontro avvenuto un ora prima Jilin aveva ripreso a lavorare in modo discreto e senza distrazioni e in men che non si dica il suo turno mattutino era giunto al termine.

< Finalmente. Questa è mia figlia. Nelle ultime due ore sei stata proprio brava. Si puó sapere cosa ti era preso prima? >

< Bho, non saprei >

Ed era sincera, non lo sapeva davvero.

Si disfó della divisa da cameriera e salutó la madre con un cenno della mano.

< Io vado mamma >

< Ma come, non mangi qui? >

< Scusa non posso. Un ragazzo si è offerto di accompagnarmi in un negozio di musica. Cosí potró comprarmi una tastiera per il concorso >

< Una ragazzo?!?! > Esclamó stupita.

" Accidenti a me e alla mia boccaccia " Si maledisse Jilin.

< S-si un ragazzo >

< E... E chi è? >

Non poteva di certo inventarsi una balla dicendole di aver trovato un ragazzo asiatico (per di più cinese) come lei. Avrebbe cominciato a farle ottomila domande e poi avrebbe voluto vederlo.

Tanto valeva dire la veritá.

< Un ragazzo che ho incontrato ieri sera. Mi ha riportato il portafogli >

< Ah ok. Non fare tardi. Hai il turno pomeridiano alle tre > Disse con un tono che nascondeva una nota di delusione.

< Si certo. A dopo >

Uscí dal locale e guardò l'ora: 12.03

Si guardó intorno finchè non sentí dei passi alle sue spalle. Si voltó e lo vide.

Si era cambiato e quella canotta nera metteva in risalto la sua pelle liscia e perfetta.

Gli andó incontro e lui le rivolse un sorriso imbarazzato.

< C-ciao >

< Ciao. Grazie per essere venuto >

< Ma figurati >

< No davvero, Non sai quanto ho bisogno di quella tastiera >

< Bhe allora sará meglio andare subito >

E detto ció Harry si avvio per la strada che portava al negozio e Jilin lo seguí.

Camminarono per un po' di metri in silenzio non sapendo proprio cosa dire.

< C-comunque io sono Harry >

< Piacere Jilin >

Allungarono le mani stringendole in una presa strettamente occidentale.

< Jilin?! Strano nome > Disse il ragazzo pronunciando quel nome a lui cosi strano, che aveva una pronuncia diversa da quella che si era immaginato leggendolo sulla carta d'identitá.

< Eh si, è un nome un po' strano e difficile da pronunciate per voi europei... la pronucia è Jailen > Disse scandendo bene ogni sillaba.

< J-I-L-I-N > Ripetè piano lui.

< Bravo >

< Wow avete degli strani nomi in Cina >

< Ahah, ho pensato lo stesso appena mi sono trasferita qua. Comunque credo che il mio sia uno dei piú difficili da pronuciare per voi. Quelli delle mie amiche per esempio non sono poi cosí strani >

< Come si chiamano? >

La ragazza abbassó tristemente lo sguardo cercando di non farsi notare. Non le piaceva parlare delle sue amiche che non vedeva giá da un paio di anni.

Ma non voleva mostrare la sua tristezza, cosí rialzó lo sguardo e tentó di sorridere.

< Jaejin, Yilun, Zija e infine Qian, la mia migliore amica >

< Eeeehhhh?!?!?! > Chiese stupito.

Jilin rise sotto i baffi per la reazione del ragazzo, almeno era riuscito a farla sorridere.

< Y-I-L-U-N >

< Ok, questo mi sembra semplice >

< J-A-E-J-I-N >

< Jaejin! Giá qui saliamo sul complicato >

< Ahah. Z-I-J-A >

< Zisa?! >

< Ahahah. No, ZIJA! >

< ZIJA! > Ripetè stavolta correttamente e ancora un po' imbarazzato.

< Bravo. Questo invece dovrebbe essere il piú facile, Q-I-A-N >

< Qian! Si è il piú facile ma anche il piú bizzarro >

Jilin scoppió a ridere e in men che non si dica arrivarono di fronte al negozio.

Non Appena la ragazza vi mise piede, rimase letteramelte affascinata dai numerosi strumenti musicali che arredavano quel locale.

Un commesso li condusse nel reparto pianoforti, dove si trovava di tutto, dalle piccole tastiere elettroniche ai grandi piani professionali. Il badget di Jilin non era molto ampio perció accquistó una semplice tastiera di quelle con i tasti che ti fanno cambiare tono della musica. Non molto costosa ma pratica e utile.

Uscí dal negozio soddisfatta e tutto contenta, come una bambina con un giocattolo nuovo.

< Grazie, grazie, grazie ancora >

< Ma figurati >

< No davvero. Tu non sai che favore mi hai fatto, se non l'avessi trovata in tempo non avrei potuto partecipare. Adesso i miei genitori dovranno per forza farmi rimanere >

Harry non capí le parole della ragazza e, nonostante volesse sapere a cosa si stesse riferendo, pensó che non erano affari suoi.

< Posso sdebitarmi in qualche modo? >

< Non ce nè bisogno grazie >

< No, sul serio. Voglio ricambiarti il favore, hai giá pranzato? >

< In realtá no >

< Perfetto, perchè non vieni da noi al ristorante? Ti offro il pranzo, sempre se l'altra sera ti è piaciuto il cibo cinese >

< Emh... Bhè >

" Accetta, che cè di male? " Le diceva una vocina nel suo cuore.

" Torna a casa. Non accetti mai gli inviti di nessuno, perchè dovresti accettare quelli di questa tipa? " Le diceva invece quella nella sua testa.

< Ok accetto >

< Bene > Rispose Jilin sorridente.

E si avviarono al ristorante.

" Certo che ha un bel sorriso... Ma che cavolo sto dicendo?!?! "

Continuavano a camminare ed Harry cercava di non guardare i suoi occhi perché sentiva le guance già prendere calore.

" Ancora??? " Pensó.

" Ma questa tipa cos'ha? uno strano virus? "

Non finí di pensarlo che, non appena i loro bracci si sfiorarono per una pura coincidenza, sentí lo stomaco tormentato di nuovo da QUELLA sensazione. La stessa del giorno prima.

" Oh dio. Ma perchè? "

Tentó di nascondere l'imbarazzo e per fortuna arrivarono presto al ristorante.

< Aspettami qui > Disse Jilin dirigendosi in cucina.

< Mamma! >

< Oh, sei giá tornata? >

< Si l'ho giá comprata >

< Mi fa piacere. Ma perchè sei giá tornata? Il tuo turno inizia tra un paio d'ore >

< Volevamo pranzare >

< Volevamo?!?! >

< S-si lo vedi quel ragazzo laggiú? > E indicó Harry che se ne stava immobile vicino all'entrata del ristorante.

< Si >

< È lui che mi ha portato al negozio, volevo sdebitarmi offrendogli il pranzo. Per te va bene? >

La madre esitó un momento poi disse:

< Oh, si. Fallo accomodare che vi porto del ramen* >

< Ok >

La signora Wong si avvió in cucina, prese due tazze e le appoggió sul bancone. Poi inizió a preparare il piatto.

< Mhh. Che buon odorino > Irruppe Xiumin in cucina.

< Per chi é? Non lo vuole mai nessuno il ramen... >

< È per tua sorella >

< Perchè sono due porzioni? >

< Ha invitato un ragazza a pranzo >

< Una ragazzo?!?! Mhh... Interessante, dov'è? >

< Lá > E indicó i due che nel frattempo si erano accomodati ad un tavolo per due.

Xiumin li squadró e notó uno strano sorriso sulle labbra di Jilin.

< Awww. Ma che carini >

< Xiumin! >

< Che c'è? Guarda che ragazzo carino, chissá magari la nostra piccola di casa si prenderá una bella sbandata >

< Non dirlo neanche per scherzo, lo sai che tra un po' deve partire proprio per trovarsi una sistemazione >

< Magari non ce ne sará bisogno >

< Si che ce ne sará bisogno >

< Ma perchè? Magari potrebbe trovarsi bene anche con un ragazzo europeo >

< Jilin non stará mai con un inglese! Lei è cinese. Tu sei cinese e avrai una moglie cinese cosi come lei tra poco andrá in Cina e avrá un marito cinese > Disse marcando piú volte il quel termine.

< Lo dici come se fosse una regola >

< Non è una regola ma... È cosi punto e basta. Hai mai visto un occidentale e un orientale sposarsi? No! Non è naturale, sono due culture diverse che non potranno mai andare d'accordo. Orientale sposa orientale e occidentale sposa occidentale >

E senza dire altro, si avvió al tavolo con le due ciotole piene di ramen.


 

*Ramen: Zuppa con pasta ondulata chiamata Noodles

   
 
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