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Autore: Magica Emy    14/01/2014    1 recensioni
Già, il mio Cri Cri adorato odia i cambiamenti, lo hanno sempre spaventato un po’, e poi…si, devo ammetterlo, adoro quella sua aria da cucciolo smarrito mentre si aggira per casa chiedendosi cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo…il solito esagerato. Ma che posso farci? È fatto così, ed è anche per questo che sono pazza di lui...
Seguito di "Une nouvelle vie"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Per tutta la notte mi rigiro nel letto senza riuscire a prendere sonno, perché troppo impegnata a piangere tutte le mie lacrime. Le sue parole continuano a ronzarmi nella mente, come un disco rotto, finchè non mi viene una voglia matta di mettermi a urlare per la frustrazione. Non mi ama più, vuole il divorzio, e più ci penso più mi sembra di trovarmi nel bel mezzo di un incubo senza fine e io…non credo di riuscire a sopportarlo. Non sono sicura di poter sopportare tutto questo ancora a lungo, perché la verità è che sono a pezzi e che il giorno dopo riesco a malapena a reggermi in piedi anche se, per il bene dei miei figli, cerco con tutte le mie forze di non darlo a vedere e di comportarmi come al solito. Non ho parlato con i bambini del ritorno del loro padre né di quello che è successo perché, anche se lo volessi, sinceramente non saprei da che parte cominciare. Come potrei farlo, quali parole dovrei usare per informarli che lui mi ha lasciata e che, da questo momento, non tornerà più a casa? Continuo a pensare a questa storia assurda per tutto il resto della mattinata, che passo in ufficio completamente sola perché Laly è in giro con quattro potenziali clienti e probabilmente ne avrà per l’intera giornata. Se non altro gli affari sembrano andare bene in questo periodo, e questa al momento è la mia unica consolazione. Non tocco cibo praticamente da ieri sera, ma poco importa perché ho lo stomaco in fiamme e anche volendo non riuscirei a mandare giù nemmeno un minuscolo tozzo di pane. Ho un mal di testa lancinante e per colpa di tutte le lacrime che ho versato ora ho la vista talmente annebbiata da non riuscire quasi a vedere a un palmo dal mio naso, ma nemmeno di questo mi importa. Non mi importa più di niente ormai, mi sento così…così inutile, vuota. La tremenda delusione e lo choc subìto mi hanno completamente stroncata, devastandomi dall’interno senza pietà. Che cosa ci è successo, perché è accaduto tutto questo? Come ha fatto a smettere di amarmi in così poco tempo, e che cosa ho fatto io per meritarmi una cosa del genere? Dove ho sbagliato? Forse sono stata troppo insistente, si, dev’essere proprio come dice lui. Sono insistente e insopportabile, e con tutte le mie stupide domande devo avergli reso la vita un inferno in quella clinica. Ma…non può essere stato solo questo ad allontanarlo da me in questo modo, e poi se vogliamo dirla tutta, non sono certo l’unica ad essere in torto in questa storia. Christian si sta comportando malissimo con i suoi figli, non li ha nemmeno salutati, non ha nemmeno detto loro che è tornato e tutto questo non è giusto. Accidenti a lui, chi diavolo si crede di essere per trattarci in questo modo? Lui è prima di tutto un padre adesso e come tale ha dei doveri verso la sua famiglia, doveri verso quei bambini ai quali non può certo sottrarsi in questo modo, ed è ora che qualcuno glielo faccia capire. Ma chi si crede di essere, è stato tanto facile per lui fare lo sbruffone con me e delegarmi tutte le conseguenze delle sue patetiche azioni senza senso! Ah, ma adesso ha finito di comportarsi come un idiota, adesso mi sentirà! Eccome se mi sentirà! Spinta così da una rinnovata determinazione mi alzo dalla mia scrivania con un rapido movimento, prendendo le chiavi dal cassetto con mani tremanti e decisa più che mai ad adempiere a quello che mi sono appena ripromessa di fare, e non mi interessa se manca ancora un’ora alla chiusura. Io chiudo lo stesso. È soltanto un vigliacco senza un briciolo di decenza, ma ha finito di fare il bello e il cattivo tempo come e quando gli pare. Ha finito di giocare con i miei sentimenti e con quelli dei bambini in questo modo! Mi avvio verso la spiaggia come una furia, decisa più che mai a non lasciarmi smontare da lui e dalle sue patetiche scuse, ma quando arrivo alla casa discografica e splalanco la porta del suo studio, senza nemmeno prendermi la briga di bussare, ritrovarmi davanti i suoi occhi arrossati e la sua espressione malinconica mi lascia un po’ spiazzata. Ma è solo un attimo, perché riappropriatami in fretta di tutta la mia determinazione comincio immediatamente ad aggredirlo, urlandogli dritto in faccia tutto ciò che penso di lui.

- Ok, apri bene le orecchie adesso perché quello che sto per dirti non lo ripeterò un’altra volta, perciò sei pregato di ascoltarmi senza interrompermi! Finora sono stata anche fin troppo comprensiva nei tuoi confronti, ma non ho più la minima intenzione di continuare a farlo ancora a lungo, e vuoi sapere perché? Perché mi hai veramente stancata con le tue stupide sceneggiate da vittima incompresa, e sai una cosa? Io sarò anche petulante, insistente e insopportabile oltre ogni dire, ma almeno non mi sono mai sognata di sottrarmi alle mie responsabilità! Ma tu preferisci rintanarti qui dentro, nascondendoti dal mondo intero e persino dai tuoi stessi figli che in questo momento avrebbero tanto bisogno di te, e ai quali invece non hai nemmeno detto che sei tornato! Già, non ti è passato nemmeno per l’anticamera del cervello di andare a vedere almeno come stanno, non è vero? Non hai nemmeno fatto lo sforzo di pensare a tutte le sofferenze che hai provocato loro col tuo imperdonabile comportamento, giusto? Perché è così, sei imperdonabile e io non dovrei nemmeno abbassarmi a parlare con te, in questo momento! Hai idea di quante notti, da quando sei partito tuo figlio abbia passato a piangere nel suo letto perché non riusciva proprio a prendere sonno, se suo padre non era lì a leggergli una favola o semplicemente a dargli il bacio della buonanotte? Hai la minima idea di come si sia sentita Grace, quando ha scoperto che chi l’ha messa al mondo non era altro che un tossico senza un grammo di cervello, e che non era nemmeno in grado di reggersi in piedi senza prima essersi strafatto di cocaina? Ma no, a te non importa niente di tutto questo, non ti interessa come stanno perché l’unica cosa che sai fare è restartene in questo fottuto studio senza muovere un dito, rischiando così di perdere tutto quello che hai! Sei solo un vigliacco, ecco cosa sei. Non mi ami più, non ti vado più bene? Benissimo, se il divorzio è ciò che vuoi, ciò di cui hai veramente bisogno per sentirti meglio, allora lo avrai! Chiedilo, chiedilo pure il divorzio, ti rendo la tua libertà! Coraggio, cosa aspetti? Lasciami, lasciami per sempre e non farmi mai più rivedere la tua brutta faccia nemmeno in cartolina!

Per tutto il tempo in cui ho urlato queste cose non sono stata un attimo ferma. Ho ribaltato sedie e scrivania e scaraventato a terra tutto quello che c’era sopra, calpestandolo con rabbia prima di correre da una parte all’altra della stanza come impazzita e prendere a calci anche il divano, rischiando più volte di azzopparmi e tutto questo senza smettere di piangere e singhiozzare nemmeno per un secondo, come una stupida. Ma lui non ha fatto una piega. È rimasto fermo in un angolo a fissarmi, completamente sbalordito, con le braccia incrociate sul petto e l’aria di uno che non riesce a credere ai propri occhi. Ora però si sta avvicinando lentamente, o almeno così mi sembra, perché la mia vista è talmente velata dalle lacrime che riesco a malapena a vederlo. Ma non importa, perché non ho più intenzione di guardarlo in vita mia. Faccio così un respiro profondo, decisa più che mai a voltargli le spalle ma lui, pronto mi afferra per le braccia, costringendomi a mantenere la posizione e ad incrociare il suo sguardo.

- Hai finito?

Mi chiede e a quel punto, presa da una rabbia incontrollabile comincio a dimenarmi contro di lui, riprendendo a insultarlo e a singhiozzare come una bambina capricciosa finchè mi attira a sé, stringendomi forte tra le sue braccia e impedendomi ancora una volta di muovermi. Cerco di nuovo di opporre resistenza ma la sua vicinanza e il suo profumo finiscono ben presto per stordirmi, confondendomi le idee e a quel punto, senza quasi rendermene conto mi ritrovo ad abbandonarmi contro il suo petto, singhiozzando ancora più forte mentre il mio cuore perde un battito. Sento le sue mani muoversi piano sulla mia schiena, accarezzandola dolcemente da cima a fondo e riuscendo così a consolarmi mentre la sua voce, bassa e tremante mi arriva come un’eco indistinta che faccio fatica a comprendere.

- Hai ragione. Hai ragione tu, sono un vero idiota, ma non capisci che è proprio per la tua serenità e per quella dei bambini che mi comporto in questo modo? Che restare lontano da voi è la soluzione migliore per tutti quanti, per permettervi finalmente di essere felici come meritate? Avete già sofferto abbastanza per colpa mia, vi ho già fatto troppo male con tutti i miei stupidi colpi di testa, e l’ultima cosa che voglio è continuare a farvene! Perché non lo capisci Johanna, perché ti rifiuti di comprendere? Cosa ci fai ancora qui, è da Charles che devi andare, lui ti vuole bene e saprà prendersi cura di te e diventare un buon padre per i bambini…vedrai, vi renderà felici…

Si interrompe bruscamente perché un improvviso nodo alla gola gli impedisce di continuare la frase, e mi accorgo che comincia a tremare mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime. Lo guardo, afflitta, prendendogli la testa fra le mani e sentendomi d’un tratto terribilmente in colpa per la sfuriata di poco prima.

- Ma che cosa stai dicendo, smettila di parlare così. Perché mi dici queste cose, quando sai benissimo che io posso essere felice solo se tu sei al mio fianco? Io voglio te Christian, amo soltanto te perciò piantala di tirare in ballo Charles e stammi a sentire adesso: Grace e Logan hanno bisogno del loro padre, non di un surrogato che non potrà mai dar loro quello che puoi dargli tu, lo capisci questo? Credi davvero che potrei amare un altro uomo, che ti lascerei andare in questo modo e senza combattere, pur di riavere indietro la mia famiglia? Io ti amo, lo sai che ti amo da morire e che non smetterò mai di farlo, perciò…ti prego, ti scongiuro, non provare mai più a…

Non riesco a finire la frase perché lui mi chiude la bocca con un bacio dolcissimo, mettendo così a tacere anche la mia anima mentre mi abbandono a lui e alle sue mani, che adesso si muovono fra i miei capelli per scompigliarli liberamente e attirarmi più vicina, facendomi aderire completamente al suo corpo.

- Anch’io ti amo, non ho mai smesso di amarti e mi dispiace, mi dispiace tantissimo di averti detto tutte quelle cose orribili. Pensavo fosse la cosa più giusta da fare, ma solo ora mi accorgo che non è così.

Mi sussurra infine sulle labbra, facendomi sorridere prima di percorrermi il viso con una scia di piccoli baci morbidi che in breve tempo asciugano tutte le mie lacrime, donandomi una meravigliosa sensazione di pace e benessere.

- Bè – rispondo – anch’io ci sono andata giù pesante, perciò siamo pari.

Lo sento ridacchiare divertito e mi bacia di nuovo, ma stavolta con più passione mentre le sue dita mi solleticano i fianchi e si insinuano lentamente sotto l’orlo della mia maglietta, accarezzandomi la pelle nuda e facendomi rabbrividire di piacere. Ma, quando le sue labbra scendono a stuzzicarmi il collo, percorrendolo dolcemente nei suoi punti più sensibili mi lascio sfuggire un piccolo gemito che però sembra quasi spaventarlo, costringendolo a tirarsi indietro e sento i muscoli delle sue spalle irrigidirsi improvvisamente sotto il mio tocco. Gli accarezzo il viso, cercando così di rassicurarlo e accorgendomi solo allora di quanto sembri pallido e stanco. Povero amore mio, quanto deve aver sofferto, e io sono stata talmente odiosa nei suoi confronti. Se solo avessi capito che in realtà stava cercando di proteggermi…

- Ehy, guarda che non mi stavo mica lamentando – gli sussurro, scherzosa – non fermarti, per favore. Non aver paura di toccarmi.

A quel punto mi sorride torna pian piano a rilassarsi prima di ricominciare a baciarmi con trasporto, e un minuto dopo crolliamo avvinghiati sul divano, dimenticandoci ben presto di tutto ciò che ci circonda e desiderosi solo di abbandonarci l’uno all’altra…

 

- Amore mio – continua a ripetere tra un bacio e l’altro quando, qualche ora più tardi, ci ritroviamo avviluppati in una calda coperta di emergenza – ho così tanto da farmi perdonare.

Sorrido, accarezzandogli i capelli arruffati e guardandolo con affetto.

- Si – rispondo – e credo proprio che potresti cominciare cambiando come prima cosa questo divano. È scomodissimo e la schiena comincia a farmi male, non capisco proprio come tu possa fare a tenerlo ancora qui!

- Bè, forse perché di solito non ho in programma di usarlo per incontri ravvicinati di un certo tipo!

Replica asciutto, facendomi ridacchiare divertita.

- Quindi vorresti farmi credere che non hai mai portato in questo posto nessuna delle tue amanti?

Lo punzecchio, giocosa.

- No, perché con loro preferisco avere a disposizione un bel letto comodo.

- Scemo!

Esclamo, colpendolo sulla schiena e facendolo scoppiare a ridere prima di alzare lo sguardo verso l’orologio da parete, proprio di fronte a me, accorgendomi che si è davvero fatto tardi.

- Accidenti, tra meno di un’ora Logan uscirà da scuola, devo sbrigarmi se voglio andare a prenderlo in tempo!

- E se ci andassi io? – propone inaspettatamente, lasciandomi piacevolmente colpita – Ho una voglia matta di vederlo, mi è mancato così tanto!

Annuisco con convinzione, posandogli un bacio leggero sulle labbra.

- È una splendida idea – rispondo – tuo figlio impazzirà di gioia, vedrai.

- Si – dice – prima però ti spiacerebbe aiutarmi a sistemare tutto il casino che mi hai combinato in giro? Questo posto sembra un campo di battaglia! 

 

 

   
 
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