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Autore: Mari Lace    14/01/2014    3 recensioni
La mia prima long... :'D
Dal testo:
Sorrise trionfante e soddisfatta. Era arrivata in cima all’albero. Abbassò la testa per guardare il moro, che era rimasto tutto il tempo sdraiato sul ramo su cui si era piazzato all’inizio, osservandola di tanto in tanto.
-Ce l’ho fatta!- esclamò, sudata e stanca, ma anche euforica.

Ah, sì. Potrebbe contenere spoiler.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Sorpresa | Coppie: Hinata/Naruto, Hinata/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Legenda: grigio = flashback

Era strano, abitare a Villa Hyuuga. Ad Hinata sembrava quasi di stare in una bolla al di fuori della quale viveva il resto del mondo. Era ormai una settimana che vi era tornata, ma ancora non riusciva ad abituarsi del tutto, si sentiva spaesata. Non riusciva a capire come dovesse comportarsi. L’unica che la avesse ‘accolta’ era stata sua sorella, che la aveva accompagnata nella sua stanza e aveva cercato di aiutarla ad ambientarsi. Suo padre invece, Hiashi Hyuuga, era stato piuttosto freddo nei suoi confronti. Ogni volta che incontrava il suo sguardo, le sembrava che quegli occhi così chiari cercassero di esaminarla, e di scrutare il suo animo nel profondo. Ma ogni volta, si limitava a rivolgerle poche parole, sempre con lo stesso tono apatico, che fosse per salutarla o per chiederle se avesse ricordato qualcosa. A volte, aveva quasi la sensazione che suo padre non accettasse la sua situazione, quasi come se perdere la memoria arrecasse un danno al nome della famiglia. Le sembrava assurdo.
Una volta, Hanabi le aveva confidato che suo padre, nonostante l’atteggiamento freddo, si preoccupava per lei. Le sarebbe piaciuto che lo dimostrasse un po’ di più.
Dopo i primi giorni in cui, sostanzialmente, si era limitata ad esplorare il Villaggio o a farsi raccontare della storia del Clan da sua sorella, aveva deciso di allenarsi con Hanabi, ogni pomeriggio. Si era stupita un po’ quando Hiashi le aveva comunicato che avrebbe assistito ai loro allenamenti, ma aveva annuito in silenzio. Che facesse pure, era abituata a non dar perso agli osservatori di uno scontro, concentrandosi solo su esso. Non sapeva però nulla sulla forza di Hanabi, quindi non sapeva come regolarsi; in più, non si era mai confrontata con un altro possessore del Byakugan: sarebbe stato interessante.
La prima volta che mise piede nella palestra del suo Clan, fu assalita da un turbine di sensazioni contrastanti tra loro. La sua mente si affollò di immagini che la vedevano combattere lì dentro. Rimase leggermente turbata nel vedersi, puntualmente, perdere ogni incontro, ma decise di non darvi troppo peso: era certa di poter vincere ora, e quei ricordi ebbero solo l’effetto di spronarla a dare il meglio di sé. Forse la freddezza di suo padre nei suoi confronti era dovuta anche a quello, e decise di dimostrargli quanto valeva.
Hiashi era già dentro; benissimo, pensò, e sfilò sotto il suo sguardo che, come sempre, non lasciava trasparire alcuna emozione.
Hanabi li raggiunse dopo poco. –Sei pronta, oneesan? Sappi che non mi tratterrò- disse, attivando il byakugan e stendendo un braccio avanti, con il palmo rivolto verso Hinata: la posizione basilare del Juken, le arti marziali in cui gli Hyuuga erano specializzati.
Hinata attivò a sua volta l’innata, e si preparò. –Meglio così- disse.
Osserva bene cosa so fare, padre.
Dovrò impegnarmi, Hinata è cambiata molto in questo mese, sa addirittura cambiare la natura del suo chakra.
Ma Hinata non ebbe bisogno di utilizzare il chakra del fuoco; per quella prima volta, decise di limitarsi a schivare i colpi di sua sorella. E sotto lo sguardo incredulo di Hiashi, ci riuscì: nonostante gli sforzi di Hanabi, la minore delle figlie del Capo clan, colei che era sempre stata ritenuta da tutti superiore a sua sorella, non riuscì a toccare Hinata neanche una volta. È molto più agile e veloce di quanto pensassi... pensò Hanabi affaticata e punta nell’orgoglio; accumulò il chakra nella mano, e si diresse in un ultimo slancio contro Hinata. Stavolta, sua sorella non si spostò, non avrebbe fatto in tempo.
Ma, contro ogni sua aspettativa, riuscì a deviare il colpo, spostandole il braccio con la mano destra, e dirigendolo verso il muro, che si incrinò.
Niente a che vedere con gli allenamenti con Sasuke... pensò Hinata, e disattivò l’innata. Poi si volse verso suo padre.
Lui stava fissando con incredulità a tratti Hanabi, a tratti Hinata. Sembrava che non riuscisse a credere a ciò che aveva appena visto. Come aveva fatto sua figlia a diventare così forte?
La guerra l’aveva cambiata, ma non l’aveva portata neanche lontanamente al livello a cui era ora; e la freddezza con cui la aveva accolta, era stata per spronarla a dare il massimo: temeva infatti che l’amnesia l’avesse fatta regredire anche dal punto di vista delle abilità combattive.
Hanabi non gli aveva raccontato dello scontro di Hinata con Hojiro, forse quasi per ripicca per il suo aver taciuto sull’amnesia della sorella; aveva solo comunicato che erano riusciti a riportarla a Konoha.
-Hinata...- mormorò.
-Mi scusi, padre, ma mi aspettano in ospedale per la visita di controllo. Tornerò per cena- disse lei, e uscì senza aggiungere altro. Non voleva il calore paterno solo perché aveva dimostrato cosa sapeva fare. Un padre dovrebbe amare sua figlia per ciò che è, non per ciò che fa.
Hiashi non aveva fatto nulla per fermarla. Si diede dello stupido per l’atteggiamento che aveva tenuto nei suoi confronti in quei giorni. Non vorrei averti persa, Hinata...

- Ciao, Hinata! Come stai? Hai ricordato qualcosa di nuovo? – le chiese Sakura con un sorriso.
- Solo spezzoni confusi, - rispose lei.
L’allieva di Tsunade annuì, comprensiva. – Capisco. Siediti, ti faccio un controllo generale -.
Hinata eseguì, chiedendosi se quelle visite quotidiane, che non sortivano alcun miglioramento, sarebbero continuate fino a quando non avesse ricordato tutto.
~
- Ciao Hinata, ci vediamo domani! Ricordati di fare gli esercizi che ti ha spiegato la signorina Tsunade, stasera! – si raccomandò Sakura.
Lei annuì, senza molta convinzione. Gli ‘esercizi’ consistevano nel provare a concentrarsi su un qualche dettaglio della giornata, qualcosa che le era suonato familiare, o su di una persona precisa. Ma non pensava che ce ne fosse davvero bisogno, la Hyuuga si era fatta un’idea sulla natura del suo problema. Quella sera di un mese e mezzo prima, lo shock, unito alla caduta, aveva fatto sì che tutti i suoi ricordi, senza alcuna distinzione, venissero sigillati dal suo subconscio, probabilmente allo scopo di proteggerla da quelli negativi. Poi, trovandosi in ambienti e situazioni a lei del tutto nuove, i ricordi non avevano trovato stimoli che li facessero riemergere, e erano rimasti come sopiti, chiusi a chiave in un cassetto della sua mente. A volte, quelli che per lei contavano di più ne uscivano, e nottetempo, quando la sua parte razionale taceva, fondendosi con il suo inconscio, la visitavano sotto forma di sogni. Ora, era tornata a Konoha, il Villaggio in cui era nata e cresciuta, il luogo che le era familiare più di ogni altro, e la sua mente si stava risvegliando, lasciando fuoriuscire, un po’ alla volta, i ricordi di una vita. La vita che aveva creduto di aver perso.
In silenzio, percorse la strada che conduceva al quartiere Hyuuga. Ormai riusciva ad orientarsi bene nel Villaggio.
- Sakura-chan, fcome fta Hidata? – chiese Naruto alla rosa, con la bocca piena, dopo aver posato sul tavolo, vuota, quella che era già la terza ciotola di ramen, quella sera.
Per tutta risposta la ragazza lo colpì forte in testa, con la tempia pulsante per l’irritazione. – Non parlare con la bocca piena, baka! – lo sgridò.
Lui ingoiò e si massaggiò la testa nel punto in cui era stato colpito.
- Mi hai fatto male Sakura-chan! – si lamentò.
Lei sbuffò. – Così impari. Hinata sta bene, piano piano sta iniziando a ricordare – disse poi, rispondendo alla domanda che lui le aveva posto prima.
Naruto annuì, senza smettere di massaggiarsi il bernoccolo. – Sei troppo violenta, Sakur... – l’occhiata tagliente che la ragazza, la mano stretta a pugno davanti a sé, gli rifilò, lo fermò dal finire la frase.
- Come dici, Naruto? Credo di non aver sentito – lo incoraggiò lei, e al biondo sembrò quasi di vedere un’aura demoniaca circondarla. Tremò.
- N, niente Sakura-chan... mi chiedevo se volessi un’altra ciotola di ramen... – inventò.
- Visto che offri tu, perché no -, rispose lei, sorridendo in un modo che spaventò Naruto.
Ayame, che aveva sentito, si affrettò a portare a Sakura un’altra ciotola fumante, mentre Teuchi consegnava a Naruto il conto. Stavolta non c’era Iruka, non c’era Yamato: per una volta, sarebbe stato proprio Naruto a pagare. Sospirò osservando la sua compagna soffiare sulla ciotola, per disperdere un po’ il fumo. Era così buffa. Sorrise istintivamente.
Sakura se ne accorse e arrossì. – Che hai da ridere, baka?! –
- Niente, niente! – rispose subito, e controllò quanto doveva a Teuchi. Per poco non gli venne un infarto, avrebbe dovuto dare fondo a tutti i suoi risparmi. – Ehm... Sakura-chan... non è che potremmo fare a metà..? –
~
- Chidori –
Osservò cadere a terra il suo avversario, impassibile. E questo era un Nukenin di livello A? pensò deluso. Sconfiggerlo era stato semplicissimo, ora doveva solo portarlo a Suigetsu, che avrebbe pensato a ritirare la taglia. Tutto come al solito.
Era tornato tutto come prima che Hinata entrasse nella sua vita.
Forse si sarebbe dovuto rallegrare per la ritrovata normalità, ma la verità era che non provava niente. I soliti incarichi da nulla, che potevano spaziare dal ricercare un oggetto prezioso al dare la caccia a dei banditi, non bastavano a distrarlo. Sasuke Uchiha trovava quella routine estremamente noiosa. 
Inspiegabilmente, ripensò ai banditi che aveva ucciso nei pressi di Iwa, allo sguardo terrorizzato della sua compagna di viaggio improvvisata.
Si chiese come stesse, come si trovasse a Konoha.
Ansimò, e si appoggiò con la schiena ad un albero, per riposare. Quasi non riusciva a crederci, era riuscita ad usare la Tecnica dei Leoni Gemelli! Peccato che consumasse così tanto chakra. Ora si sarebbe dovuta riposare per un po’. Notò che Sasuke la osservava con la coda dell’occhio, qualche metro più in là. Gli rivolse un’occhiata entusiasta. Lui si limitò a farle un cenno con la testa, che doveva significare che aveva visto cos’era riuscita a fare. Capì che quel cenno era tutto ciò che sarebbe riuscita a cavargli, e si adombrò un poco. Quel ragazzo era sempre così chiuso ed imperscrutabile... Avrebbe voluto conoscerne il motivo. 
- Prima di incontrarmi, cosa facevi, Sasuke? – chiese all’improvviso.
Lui la guardò per qualche secondo, poi rispose: - Vivevo -.
Gli rivolse un’occhiata stupita. Poi decise di fargli un’altra domanda. – E cosa ti spingeva, o ti spinge, a vivere? – Lo vedeva sempre così malinconico, forse sarebbe finalmente riuscita a scoprire lo scopo del ragazzo. Non poteva certo immaginare che Sasuke aveva rinunciato ad avere uno scopo da molto. 
- Niente, vivevo e basta – rispose lui, scocciato, ma con lo stesso tono di sempre. Sembrava quasi che l’argomento non lo riguardasse. 
Quell’affermazione colpì molto Hinata. – Che significa? – 
Lui sorrise amaro. – Significa che vivo senza motivo da molto tempo, Hinata -. 
Dopo qualche secondo di stupore, Hinata lo fissò con decisione. – Sono certa che troverai un motivo per continuare a lottare, Sasuke. Devi solo cercarlo –
Lui aveva scosso la testa, e le aveva voltato le spalle. Così, Hinata non aveva potuto vedere l’ombra di un sorriso, stavolta sincero, che era apparsa sulle labbra del ragazzo.
 ~
 Chissà se tu l’hai trovata, una ragione per vivere, Hinata.

Il giorno dopo. Konoha ~
- Per favore, Baachan! Devi lasciarmi andare! –
Lei lo guardò severa, infastidita dal ‘baachan’. – Sai che sono contraria, Naruto -.
- Sì, ma non capisco perché, dattebayo! – esclamò lui, furioso. Non riusciva a capire perché Tsunade volesse impedirgli di andare a cercare Sasuke. Era sicuro di poterlo trovare.
Lo sguardo di Tsunade si indurì. – Perché forse è meglio lasciare le cose così, Naruto. Se Sasuke vuole tornare, può farlo in qualsiasi momento, e questo lo sa. Che senso avrebbe portarcelo contro la sua volontà? – in un certo senso, sentiva che Konoha aveva un debito di riconoscenza nei confronti dell’ultimo Uchiha. Lasciargli decidere se tornare o meno le sembrava giusto.
- Potrebbe non rendersi conto di ciò che vuole veramente – disse Naruto, stranamente serio. Quel dannato orgoglio Uchiha potrebbe non far capire al Teme dov’è davvero il suo posto. 
- Ci penserò, Naruto. Ora vai -

*Angolino Lita*

Ciao a tutti, ecco il nuovo capitolo. Per scrivere la parte sui rapporti tra Hiashi, Hanabi e Hinata, ho avuto una specie di blocco, e ciò che è uscito non mi convince affatto :/ Al contrario, sono abbastanza soddisfatta della spiegazione che Hinata dà sulla sua Amnesia. Anche il flash back di Sasuke, che è abbastanza importante, penso sia venuto più o meno decentemente. Il resto non mi convince molto D: 
Ma lasciamo perdere le mie crisi! Grazie a tutti voi che siete arrivati a leggere fino a qui - a maggior ragione visto che il capitolo penso sia venuto male, siete coraggiosi, - e grazie di cuore ad angelika white _Emy_ , che hanno recensito lo scorso capitolo (: 
Mi farebbe davvero piacere sapere cosa pensate di questo, anche più degli altri, critiche costruttive sono ben accette! Se potete, usate un minuto del vostro tempo per dirmi se fa davvero schifo o se sono io paranoica ._. (opto per la prima @-@) 
Detto questo, scappo! Spero - ma non prometto niente, eh - di riuscire ad aggiornare sabato! 
Buona metà settimana (?) a tutti!

Lita 
  
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