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Autore: dalaric    14/01/2014    1 recensioni
"Ma sei pazzo a telefonarmi adesso? Cosa dico a tua sorella?" esclamai.
"Faccio presto, devo dirti solo due parole." disse Zach.
"Avanti di'" lo incitai.
"Ti amo" disse e riattaccò.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hayley

Volevo credere a ciò che mi aveva detto Cami, e un po’ ci credevo. Però non volevo illudermi per poi restarci male.
A uno come Zach, che aveva tutte le ragazze ai suoi piedi, io non avrei fatto né caldo, né freddo. Probabilmente per lui ero insignificante, sotto quel punto di vista. Ero un granello di sabbia nel deserto, una goccia in mezzo all’oceano, in pratica non facevo alcuna differenza per lui.
Eppure Cami sembrava così sicura di quel che aveva detto.
Ma non potevo farmi avanti con Zach. Se Cami non avesse avuto ragione, che figura ci avrei fatto?
Pensavo a quali sarebbero potute essere le sue reazioni: avrebbe riso di me, perché ho pensato di potergli piacere. E mi sentivo tremendamente a disagio e in imbarazzo, al solo pensiero.
Non avrei fatto niente, avrei aspettato che succedesse qualcosa da sé.

“Stasera andiamo a mangiare la pizza in quella nuova pizzeria, vicino al porto” mi disse Cami, mentre attraversavamo il cancello dell’edificio scolastico.
“Io, tu e?” chiesi.
“I soliti: James, Conor, Tyler, Hanna. Oh, e Tyler ha invitato anche Zach” sorrise, dandomi una gomitata “Sai che sono tanto amici”.
“Oh quindi non c’è bisogno che ti passi a prendere io” dissi facendo finta di niente.
“No, passiamo noi a prendere te” disse con lo stesso sorriso malizioso.
Non seppi rispondere e mi limitai a sorridere, mentre le farfalle invasero il mio stomaco.

All’uscita accompagnai Cami a casa sua, col motorino che finalmente era stato riparato.
Nel crotile c’era Zach che mi salutò spassionatamente con un “hey”. “A più tardi” disse Cami, mentre se ne andava.

Dovevo scegliere cosa indossare, come pettinarmi, ero in piena crisi.
Avrei indossato molto volentieri una felpa e dei jeans, ma volevo essere carina. E, decisamente, in quel modo non lo ero.
Cercai qualcosa di più adatto, di diverso dal solito, nel mio armadio. Ce n’era di roba, usata pochissimo però.
Alla fine optai per dei jeans comunque, solo un po’ più eleganti. Sopra una canottiera nera, ricoperta di paillettes e degli stivaletti abbinati.
Feci la doccia e mi vestii. Stirai i miei ricci neri e una volta lisci, li raccolsi in una coda con un fiocco nero. Infine misi un filo di matita nera, per far risaltare il verde dei miei occhi.
Ero pronta. Non mi restava che aspettare di sentir suonare il campanello e scendere.
Non aspettai più di dieci minuti per sentirlo suonare. Mi infilai il giubbotto, presi le chiavi di casa e la borsa e mi incamminai giù per le scale.
“Ciao” dissi timidamente uscendo dal cancelletto di casa mia.
Cami era in piedi davanti alla macchina. Da dietro lei spuntò Zach che mi scrutò da capo a piedi: “Ciao” sorrise, tornando a guardarmi in faccia.
“Andiamo” disse Cami salendo in macchina e invitandomi a fare lo stesso.

La pizzeria era vicino al mare e quando arrivammo tirava un forte vento.
Andammo verso l’entrata. Zach andò avanti e aprì la porta: ”Prima le signore” disse. Ci fece passare e ci seguì.
Raggiungemmo i nostri amici al tavolo. Hanna e Conor erano seduti vicini e quando Cami li vide iniziò a fare smorfie di disgusto. Io e Cami ci sedemmo vicine, di fronte a loro due e fra Zach e Tyler, che avevano occupato i due posti a capotavola.
Quando Zach mi passò vicino, per sedersi sentii il suo profumo. Seguii con lo sguardo tutti i suoi movimenti. Gli sarei saltata addosso da un momento all’altro.
Era meraviglioso, qualsiasi cosa facesse.
Era stupendo quando rideva, quando si passava la mano fra i ricci castani, quando parlava, quando stava zitto.
Non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Quando il cameriere ci portò le patatine cercai di metterne un po’ nel mio piatto, ma goffa e impacciata com’ero, feci quasi cadere la coca cola nel vassoio.
Per fortuna, grazie ai suoi pronti riflessi, Zach l’afferrò in tempo e non la fece cadere. Che figura di merda!
“Ti aiuto” disse ridendo, mentre mi levava dalle mani l’affare per prendere le patatine.
Che vergogna! Avrei voluto scomparire all'istante.
Per l’imbarazzo mi cadde anche la forchetta. Ero un completo disastro.
“Accidenti!” esclamai, chinandomi a raccoglierla. Il cameriere che passava di lì se ne accorse e venne in mio ‘soccorso’.
“Non preoccuparti dolcezza” sorrise, prendendo la forchetta che tenevo in mano “te ne porto una nuova”.
Zach si voltò verso di lui, guardandolo con disprezzo, mentre si allontanava. Poi mi porse il mio piatto con le patatine.
“Grazie” sorrisi timidamente, imbarazzata.
Arrivò il cameriere con la mia forchetta: “Ecco a te, bellissima” disse.
Zach girò gli occhi. Sembrava quasi essersi innervosito.
“Grazie” sorrisi falsamente al cameriere.
Era stata la serata più imbarazzante della mia vita.

Dopo aver mangiato, andammo a fare una passeggiata sul molo. La strada era illuminata dalla luce arancione dei lampioni e si sentiva l’odore del mare.
Dopo un po’ di cammino ci fermammo per sederci su delle panchine.
Io e James iniziammo a scherzare e prenderci in giro, come sempre.
Zach si allontanò un po’ per fumare la sua sigaretta senza dare fastidio.
Presi il cellulare di James e corsi via, e lui mi rincorse.
Mentre correvo sul molo, però, inciampai. Che tonta!
Sarei caduta in acqua. Già, ma non successe. Cercai di tenermi in equilibrio: sembravo una cretina che cerca, invano, di spiccare il volo.
Che paura. Il cuore mi batteva forte. Avevo quasi perso la speranza di riuscire a non cadere.
Ma improvvisamente sentii una mano grande e calda afferrarmi un polso. Era di Zach.
Mi trascinò a sé impedendo che cadessi e mi guardò dritto negli occhi.
Il cuore stava per uscirmi dal petto. Avevo gli elefanti che ballavano il tango nello stomaco.
Eravamo così vicini che potevo sentire il suo respiro sul mio viso.
Mi fermai a osservare le sue labbra. Avrei voluto tanto baciarle. Iniziarono a muoversi:
“Tutto ok?” chiese mollando la presa.
“S-sì” balbettai.
“Certo che hai un talento speciale nel cacciarti nei guai” rise, continuando a guardarmi.
Rimasi immobile, senza riuscire a dire niente, solo ricambiando il suo sguardo.
Inspirò del fumo dalla sua sigaretta e si allontanò.
Nessuno si era accorto di quel che era appena successo.
Mi raggiunse James e gli porsi il suo cellulare, continuando a guardare Zach che si allontanava e continuando a pensare a ciò che era accaduto .
James si prese il cellulare con un’espressione confusa, non capendo perché avessi smesso di giocare.
“Che.. sta succedendo? Ti senti bene?” mi chiese, vedendo la mia espressione sconvolta.
“Sì” dissi acida, andandomene.
James era ancora più confuso di prima.
Tornai a sedermi nella panchina di prima, accanto a Cami:
“Dov’eri finita?” mi chiese.
“Sapessi” risposi vagamente.

Dopo un po’ tornammo a casa e continuai a pensare per tutta la sera a Zach.






Angolo autrice.
Salve lettori! Dalle visite che sta ricevendo la mia storia, vedo che siete in molti e mi fa tanto piacere.
Che ne dite di farmi sapere cosa ne pensate della storia?
Cosa vi piace, cosa non vi piace, cosa dovrei aggiungere.
Recensite e fatemi sapere.
Vi voglio bbbene!
  
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