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Autore: icered jellyfish    15/01/2014    6 recensioni
[ THE BIG FOUR Hogwarts!verse | CROSSOVER – Rise of the Guardian/Tangled/How to train your dragon/The brave ]
• | Capitolo O7 | «Oh Merida» biascicò nuovamente lui, ricoprendo un ruolo da protagonista bello e dannato all'interno del discorso, «sei davvero simpatica quando te ne esci con queste stupidate».
Merida non poté credere alle sue orecchie, se solo avesse avuto a portata di mano il suo amato arco e le sue frecce, era certa non si sarebbe tirata indietro nello scoccargliene una dritta sulla caviglia ma, prima ancora che la sua rabbia fuoriuscisse dalla sua bocca con qualche disarticolata frase di rimando, Jack continuò quella che sembrava essere la conclusione al suo discorso.
«Io non ho paura di niente».
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 - Accio







C A P I T O L O   III

Accio







Non che ci fosse molto da dire in effetti, tutto ciò che in quel momento lo sovrastava era in fondo un'incontrollata e infinita immensità di nero brillante, una coperta impreziosita di innumerevoli diamanti grezzi incapaci di spegnersi anche solo per un istante.
Pulsavano, come se volessero fargli presente d'esser lì, come se aspettassero ansiosamente ed insistentemente anche solo un suo sguardo, sfidando con forza e naturalezza l'oscurità penetrante di quella notte artificiale.
Combattevano in quel manto scuro e vellutato per conquistare la loro posizione, come se volessero manifestare contro il mondo e urlare che loro non sarebbero sparite mai – e questo fu un pensiero bizzarro che lo fece sorridere di se stesso, considerando facessero parte di un soffitto incantato che, per quanto sconcertantemente realistico, era irreale, finto.
Forse gli facevano più specie le inquantificabili candele fluttuanti a un paio di metri sopra la sua testa, l'austerità di quell'immensa stanza, o forse era semplicemente tutto l'ambiente totalmente discostato dalle sue abitudini.
Non sapeva esattamente come dovesse comportarsi in una situazione di stallo come quella, dove tutte le nuove matricole se ne stavano riunite in un unico grande gruppo davanti alle lunghe tavolate delle quattro casate di Hogwarts – guardandole bramosi e timorosi al tempo stesso, non sapendo quale sarebbe stata la loro per i prossimi sette anni
ma, con la sua consueta e sconfortata espressione, Hiccup guardò distrattamente i numerosi studenti già consolidati e seduti ai rispettivi posti, in attesa che la cerimonia di smistamento iniziasse. Qualcuno ridacchiava guardando qualche soggetto in particolare tra di loro, altri parlottavano facendo probabilmente considerazioni personali, altri ancora se ne stavano semplicemente in silenzio invece – e questi erano quelli che sicuramente preferiva; di essere giudicato ne aveva decisamente abbastanza.
Non era in grado di darsi una spiegazione sensata sul come fosse riuscito a perdere di vista Merida ma, di fatto, era successo. Appena scesi dal treno la folla di nuovi studenti e non, aveva creato una confusione tale da alimentare sull'istante la sua già totale incapacità di gestire il suo gigantesco bagaglio, costringendolo a dedicare più attenzioni a questo che a quella che non sapeva se poteva definire una sua nuova amica, ma che di sicuro ci si avvicinava ad esserlo. Ed ora eccolo lì, di nuovo solo in mezzo a tutti quei volti sconosciuti, domandandosi chi tra loro sarebbero potuti diventare i suoi compagni di camera o, al contrario, coloro che lo avrebbero preso di mira per tutta la durata del suo tempo lì – perché lo sapeva, non poteva non essere vittima di derisa o prese in giro, o non sarebbe stato più lui.
Era spaesato più che al suo arrivo alla stazione di Londra e, tra involontarie spintonate e gomitate, rassegnato manteneva la calma, nel mentre che continuava a cercare tra tutte le teste che lo circondavano, la ribelle e fiammante chioma dell'unica persona che conosceva.
Finalmente l'uomo seduto sul trono posto al centro del tavolo dei professori, si alzò in piedi. Era piuttosto robusto di costituzione, incredibilmente alto e con una lunga e folta barba bianca – con tanto di baffi – che gli pendeva dal mento appoggiandosi morbidamente sul suo petto. Spinose e spesse sopracciglia nere indurivano la dolcezza del taglio dei suoi occhi vispi e azzurri come non credeva potessero nemmeno esistere, ma nel complesso il suo volto era gioioso e pieno di vita. Gli stava simpatico, ed era felice di questo primo impatto perché quello altri non poteva essere se non il famoso preside Nord – il ché gli imprimeva addosso qualche brivido di esaltazione, poiché non c'era mago di quel secolo che fosse più potente o importante di lui.
Dopo essersi sistemato il suo bizzarro copricapo – ricoperto della stessa identica stoffa degli abiti che indossava –, iniziò l'abitudinario discorso di inizio anno che era tenuto a fare per i nuovi arrivati alla scuola.
Un caloroso benvenuto, qualche raccomandazione e un paio di divieti assolutamente da rispettare; niente di eccessivamente difficile da ricordare, ma era certo che sarebbe stato capace di infrangere il regolamento già dal giorno successivo, si conosceva bene. Non erano però i dubbi sulla sua futura condotta ciò che lo preoccupava maggiormente in quel momento, perché finite le necessarie premesse venne finalmente annunciato l'inizio del loro – del suo – smistamento, e il foglio di appello venne srotolato. Improvvisamente si rese conto di non essere assolutamente preparato per quell'evento, nonostante ci avesse fantasticato per più o meno per metà della sua vita. Guardò freneticamente a destra e sinistra in cerca di Merida, anche solo uno sguardo di sostegno morale gli avrebbe sicuramente fatto piacere in un momento come quello – senza contare che lo considerava addirittura necessario; le sue gambe avevano iniziato a non riuscir più nemmeno a sorreggerlo.
«Hiccup Horrendous Haddock», la voce della professoressa incaricata di leggere l’elenco dei nomi risuonò nel silenzio generale, rimbombando tra le sconfinate pareti della Sala Grande – e ovviamente lui non poteva che essere il primo della lista, lo sapeva.
Domandandosi se fosse davvero necessario appellarlo con il suo nome per intero, fece un profondo respiro – convincendosi che con quel gesto si sarebbe riempito più di coraggio che di aria – e avanzò di qualche passo verso il centro del piano rialzato, consapevole di essere appena diventato il principale oggetto della curiosità di mille e più persone – e questo favorì un incremento della sua già inestimabile agitazione.
Diede un'ultima occhiata al gruppo da cui si era appena allontanato, speranzoso di scorgere finalmente il volto radioso e carico di positività di Merida ma di lei non c'era ombra – e anzi, quel che riuscì a rilevare furono solo diversi risolini forzatamente soppressi che sentiva essere rivolti a lui, e non lo convincevano per niente.
Non lo aveva previsto ma qualcosa catturò completamente la sua distratta attenzione; c'era una cascata di oro in mezzo a tutti quei ragazzi ed era convinto che una chioma come quella di Merida potesse battere tutte quelle esistenti al mondo eppure, nello stesso giorno, era riuscito ad incontrato qualcun altro che ne possedesse una particolare al punto di essere in grado di eguagliarla – se non batterla, addirittura, nella sua assoluta diversità.
Era un fiume infinito di preziosi fili dorati – brillanti e liscissimi come mai ne aveva visti prima – che si estendeva per una lunghezza che non sapeva nemmeno quantificare per quanto assurda, racchiuso tra le braccia della ragazza che li possedeva con candida gelosia e che se li portava al petto come un mucchio di libri di testo. Sicuramente quei capelli non avevano mai visto forbice in vita loro, e lui non riusciva davvero a capire per quale motivo avesse deciso di caricarsi di tanto ingombro e impegno.
Senza rendersene conto, contornò poi i lineamenti del suo volto innocente – deliziato da un angelico naso costellato di lentiggini esattamente come le sue – e, solo in quell'istante i loro sguardi si incrociarono davvero, provocandogli qualche battito più prepotente nel petto. Quelle iridi avevano la stessa colorazione muschiata delle sue ma vi era una sostanziale differenza, perché i boschi intrappolati in esse non erano bui e secchi come i suoi, ma splendenti e illuminati dal sole. Per secondi che gli erano parsi interminabili e incontrollabili, rimase a guardarla con la mente annebbiata – continuando comunque a camminare verso il punto di arrivo, ma dimenticandosi, quasi, cosa stesse facendo.
Non seppe mai spiegarsene il motivo, ma d'improvviso le labbra della ragazza si incurvarono appena e un confortevole sorriso nacque sul suo volto, accompagnato dal piccolo movimento della sua mano dedicargli un saluto come se lo conoscesse da sempre. Eccolo, lo sguardo di sostegno che stava cercando.
Si sedette sul trepiedi destinato a sopportare il peso di tutti loro ancora una volta, in attesa che il cappello parlante gli venisse messo sulla testa e decidesse quale, fra le quattro case, fosse quella più adatta a lui.
Il cuore era in procinto di schizzargli via dal petto e non era del tutto sicuro che i suoi polmoni funzionassero ancora correttamente, ma cercò di non curarsene
, prendendo consapevolezza che qualunque cosa avesse fatto non avrebbe cambiato una decisione che non spettava a lui e su cui non poteva influire in alcun modo – sebbene lo riguardasse.
Chiuse gli occhi, cercando di mantenere quanta più calma possibile e costringendosi addirittura ad estraniarsi da tutto, facendo ricadere ogni pensiero sul banchetto che di lì a poco avrebbe arricchito i tavoli su cui avrebbe mangiato, sperando con tutto il cuore che tra le portate non ci fosse troppo pesce.






C O N T I N U A




    » N O T E    A U T R I C E ;

Prima cosa da dire, sì, il titolo della raccolta è cambiato, e l'attuale mi è balenato in mente proprio mentre stavo bevendo un tè alla vaniglia, appunto! Lo trovo più accostabile con il senso di questa fiction, con ciò di cui parlo capitolo per capitolo ed è stata una voglia troppo forte quella sostituirlo con il precedente. x°
L'odore del tè alla vaniglia è il mio odore preferito in assoluto poiché ne ho bevuto veramente tanto – puntualmente, regolarmente, abbondantemente – durante il periodo in cui ho scoperto e guardato Fullmetal alchemist  – la prima versione, anni e anni fa, e che continua a detenere nel tempo il podio come mio anime preferito senza possibilità d'esser surclassato – e, quindi,
ogni volta che lo inspiro mi riporta inevitabilmente a quel periodo in cui mi sono immersa in una visione per me così intensa e significativa; è un aroma che mi ricorda molto i legami e penso che, sulla base di questo, un titolo del genere non possa che essere calzante.
Spiegato l'arcano (?), passo dunque con i miei ringraziamenti più sentiti a tutta quella miriade di persone che ha aggiunto la raccolta alle seguite e preferite *A*
Non so come esprimere la gioia bruciante che sento dentro il mio cuoricino hahaha, quattordici preferite e undici seguite! Siete fantastici, sul serio, e spero possiate presto lasciarmi magari qualche parere, anche piccolo, tramite una recensione che non farebbe altro che motivarmi e stimolarmi nella stesura del tutto! Grazie veramente, e grazie ancor di più a Ucha, P h o e e Shin92 per aver commentato come sempre – Shin, grazie soprattutto per avermi dedicato addirittura una recensione a capitolo; l'ho veramente apprezzato!
Oh, sì, prima che mi dimentichi, ci tenevo a dare le mie spiegazioni sul mio modo di aver trattato Merida nella scorsa uscita; mi è stato detto che è apparsa lievemente OOC, e non rizzo di certo il pelo per questo x°, ma vorrei comunque fornire la mia ottica su di lei, per giustificare il mio sostenerla, invece, IC. Secondo me si tende ad inquadrarla come ostile alle amicizie 
per via del suo negare categoricamente ogni possibilità di matrimonio ai suoi pretendenti, nel film ma, a mio avviso, se solo ne avesse la possibilità Merida in amicizia sarebbe una persona fantastica e non così burbera come invece viene spesso dipinta nelle storie – parlo della maggior parte di quelle che ho letto ovviamente. Non so, mi è sembrata lampante la sua gioia di vivere e il suo volersi godere le piccole grandi cose – ha voluto scalare una montagna solamente per bere da una cascata! Rendiamoci conto – e, idem, mi è sembrata piuttosto ben caratterizzata la sua indole giocherellona e vogliosa di esporsi eccentricamente nelle situazioni e nei discorsi – vedesi il suo scendere in campo con arco e frecce per ottenere la sua stessa mano, o il suo modo di intromettersi nella storia che suo padre stava raccontando ai tre gemelli sul come ha perso la gamba. E' uno spirito libero e con un pizzico di ingenua ed adorabile infantilità, con tanta voglia di prendere le cose con leggerezza e fuggire dalla realtà per rifugiarsi nella fantasia o nelle più incredibili sensazioni che il mondo può offrire. E' una ragazza che ride anche per i più bambineschi episodiucci e che sbuffa davanti alle questioni serie, perché non vede l'ora di lanciarsi in nuove avventure che lei stessa si crea. E' una persona piena di voglia di conoscere e, per tutta questa pappardella di roba da me elencata, trovo abbastanza sensato che nello scorso capitolo si sia spanciata – quasi – dalle risate alla battuta di Hiccup sui draghi – ricordiamoci che ha riso a crepapelle, nel film, quando un falco si è piantato in faccia a suo padre, per una sciocchezza insomma x° – e trovo atrettanto sensato che lo abbia voluto avvicinare vedendolo lì da solo – poiché Hiccup non appare certamente come un don giovanni o un marcantonio pronto a volersi maritare con lei, tutt'altro, e penso che i due possano avere feeling anche solo a prima vista ed per questo che, nella mia storia, Merida lo trova fin da subito, a pelle, 'simpatico'.
Detto questo, basta hahaha, volevo semplicemente argomentare le mie scelte perché credo sia sempre giusto per poter sostenere i propri punti di vista e, ad ogni modo, rispetto quelli che mi sono stati dati quindi è tutto un pour parlé. :))
Ora suppongo di potervi salutare tutti quanti con un ennesimo, enormissimo ringraziamento ancora per ogni cosa! Tutti, dal primo all'ultimo, siete stati incredibili e io spero solamente di essere stata alla vostra altezza – e di poter continuare ad esserlo!
Come sempre, spero inoltre di avervi appena fatto leggere un bel capitolo che possa aver stimolato la vostra curiosità e passione – se così possiamo chiamarla – per questa storia!
Grazie, grazie, grazie, e alla prossima settimana! ♡



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