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Autore: Rosmary    16/01/2014    10 recensioni
Era un normale pomeriggio alla dimora Black.
“Ti ho già detto di no.”
“E io ti ho già detto di sì.”
“Non puoi costringermi.”
“No, ma posso assillarti!”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K Rowling;
la oneshot è scritta senza alcuno scopo di lucro.


 


 
Facciamo un gioco?

 

“Facciamo un gioco?”
 
“No.”
 
“Invece, sì.”
 
“Ma io ti ho detto di no.”
 
“E io ti ho detto di sì.”
 
Sbuffasti contrariata: era già abbastanza insopportabile essere rinchiusa lì, a Grimmauld Place, e avere la consapevolezza che qualcosa d’importante fuori, oltre quelle mura, accadeva a tua insaputa; sopportare anche Fred Weasley e i suoi attimi di follia era veramente troppo.
 
“Allora,” tornò a insistere lui, seguendoti nel tuo giro di ricognizione – la signora Weasley t’aveva incaricata di controllare che nessun ragno fosse sopravvissuto alla disinfestazione. “Facciamo questo gioco!”
 
“Ti ho già detto di no.”
 
“E io ti ho già detto di sì.”
 
“Non puoi costringermi.”
 
“No, ma posso assillarti!”
 
Strabuzzasti gli occhi sconcertata: sapevi che sarebbe stato in grado di farlo. In effetti, da quando eri arrivata, lui non faceva altro che gironzolarti intorno, stuzzicarti, pretendere attenzione, e proprio non lo capivi, quell’atteggiamento. Cosa voleva da te? T’era stato talmente alle calcagna, che ormai riuscivi a distinguerlo dal fratello; non nell’aspetto, s’intende, da quel punto di vista restavano due gocce d’acqua per te, ma nei comportamenti. George era molto più pacato, almeno in apparenza, molto meno chiacchierone e, cosa più importante, non ti perseguitava!
 
“Mi spieghi cosa vuoi?” chiedesti d’improvviso, stimolata da tutti quei ragionamenti sullo strano atteggiamento di Fred.
 
“Solo fare un gioco.”
 
Lo vedesti ghignare all’affermazione e una parte di te suggerì che non poteva nascondersi nulla di buono dietro quel ghigno, ma non l’ascoltasti, la ‘ragionevole parte di te’, e annuisti, incrociando le braccia al petto e fissandolo dura, come a volergli dire ‘andiamo, Weasley, fai il tuo stupido gioco’.
Perché lo stessi assecondando non era chiaro neanche a te. In realtà, se accantonavi logica e buon senso, trovavi persino piacevole il gironzolarti intorno di Fred, piacevole esattamente come la sua irriverente compagnia, piacevole come il suo aspetto, che t’eri sorpresa più di una volta a osservare affascinata.
 
“È un gioco molto semplice! Devi solo chiudere gli occhi e rispondere alla mia domanda!”
 
“Quale domanda? E perché devo farlo con gli occhi chiusi?”
 
Sbuffò lui quella volta, scuotendo il capo. “Ah, quanto sei petulante!”
 
“Non sono certo io ad aver insistito per uno stupido gioco,” precisasti un po’ offesa.
 
“Durerà poco, Hermione, sul serio!”
 
Non rispondesti, ma gli rifilasti un’occhiataccia e chiudesti gli occhi. Eri preoccupata, perché certa che t’avrebbe giocato un gran brutto scherzo, ma eri anche infinitamente curiosa, e se la curiosità non t’aveva impedito negli anni di recarti in reparti proibiti, di infrangere le regole a scuola, infischiandotene del coprifuoco, e di rischiare la vita – poiché una piccola dose di curiosità è da sempre la scintilla degli animi più ardimentosi! –, sicuramente non t’avrebbe impedito ora di ‘affrontare’ un presunto scherzo di Fred.
Trascorsero solo pochi secondi, quando avvertisti un certo calore farsi a te vicino, era calore umano, un calore che non avrebbe dovuto essere lì, a un passo dal tuo viso… dalla tua bocca…
 
“Fred, ma cos…”
 
“Aspetta, non aprirli,” sussurrò a un soffio dalle tue labbra, e l’avvertisti dal tono, che sorrideva malizioso. “Dimmi un po’, Hermione, chi vedi?”
 
“Non vedo nulla,” rispondesti immediatamente, guidata dal crescente imbarazzo, perché lui era sempre più vicino e sentivi il suo respiro solleticarti prima la fronte, poi gli occhi, il naso, le gote, il mento… “Fred, ma cosa fai?”
 
“Non lo immagini?”
 
“Avevi detto che era un gioco.”
 
“Ma è un gioco! Un gioco per sapere chi immagina la tua testolina in una situazione simile.”
 
L’affermò stringendo le braccia attorno al tuo corpo, avvicinandolo in tal modo al suo, continuando a indugiare, tentatore, le sue labbra schiuse a un passo dalle tue. Cosa voleva sapere? Se stessi fantasticando su Viktor Krum? Sarebbe stato meglio, almeno per la tua sanità mentale, perché se fossi riuscita a pensare a Viktor, o a chiunque altro, quella situazione sarebbe stata meno adrenalinica e di conseguenza molto più gestibile.
 
“Potrei aprire gli occhi e mandare in fumo il tuo bel piano,” dicesti allora, vogliosa di tener testa a lui e alle tue stesse sensazioni, che indisciplinate tentavano in tutti i modi di spingerti a compiere il piccolo passo utile a baciare – baciare! Era assurdo! – Fred.
 
“E perché non lo fai?” chiese ancora lui, con quel suo maledetto tono provocatore e sarcastico a un tempo.
 
“Perché sarebbe inutile: continuerei a vedere te,” lo sussurrasti e arrossisti subito dopo, schiudendo le palpebre spaventata dall’ammissione. Insomma, l’avevi detto davvero tu? La conferma t’arrivò da ciò che i tuoi occhi videro, ossia Fred, il suo ghigno compiaciuto, la sua aria malandrina e le sue labbra che inghiottivano le tue, mentre faceva correre le mani ad avvolgerti il viso, mani che vennero ben presto raggiunte dalle tue, vogliose d'incastrare dita con dita.
 
Assurdo, improbabile, stravolgente, ma vero: tu, proprio tu, baciavi Fred Weasley e lui, proprio lui, baciava te. Ora, se qualcuno t’avesse detto che gli asini avevano preso l’abitudine di volare e i ragni di nuotare festosi nell’acqua salata, beh, tu gli avresti proprio creduto! D’improvviso, tutto t’appariva possibile.
   
 
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