Crossover
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Autore: Antonio Testarossa    02/06/2008    5 recensioni
Un viaggio nell'inferno abitato da personaggi di Anime..ovviamente in terzine Dantesche (ora con parafrasi)
Genere: Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Canto VIII

Canto VIII

Arrivam, nonostan scalpore avuto

Ancor d’un cerchio scesi

Nell’oscurità del rosso imbuto

Esattamen, ne’ loco ove sono lesi

Uccisori, predon e tiran scorbuto

Che nuotano nel rio da lor genesi.

Rosso sanguigno che parea di pomo,

Nel Flegetonte parei n’soldato

Che mai lasciò vivo alcun omo.

“Come ti chiami o esser affogato?”

“Amico del bion austrio gentiluomo

Fui, dato che Sagara sono stato

Vissuto anchi’io a Tokio com la tua guida

Altro quartier, per vero, che arriva un po’ prima

Ove spensi tante anime che divenni omicida.”

Riprese il duca, tagliente come forca che lima:

“Io so che giace con te l’alter-ego della mia faìda!”

Ad’este parol dal mio timor mi scese una lagrima:

Se davver qui riposa l’nemico suo che diceva

In poco tempo ci sarebbe stata una guerra!

Prestatti attenzione a Ryoga che l’soldato interrogava

Chiedendo:Com se morto, chi t’ha buttato per terra?”

Soddisfammi con aria che non sdegnava:

“Accadde quel dì di luglio, dentro alla serra:

Il Testarossa armato di zappa, io con nulla,

fece la finta d’attacco, e per la prima volta

ci cascai, facen di lui balia e di me culla..

Un colpo secco in piena nuca, ch’era travolta

Di sangue, ma morì pensan alla fanciulla

Che di sicuro, di ciò, restò sconvolta!”

Non però il tempo di piagner che quel Ranma

Di cui tanto parlò lo mio compagno

Si fece strada nel fiume tra ‘l foco e fiamma

Desideroso, a me parve, di render lo sdegno

Della maledizione assassina sua e della mamma.

“Caro P-chan, come si sta nel bianco regno?”

“Prendimi in giro sporco codato, tanto

Io godo nell’are e tu nuoti nel sangue

Dato che mi uccisi anche con vanto!”

“Bastardo, sol buono a mover le lingue

Ma che in gesta non di certo è santo

Come sporc’olio che in padella pingue

Se ti tuffi,stai certo che bollirai.”

Disgraziato quel Ranma, si tuffò subito

Ryoga, non gliel’avesse detto mai.

I due levanti iniziarono con lo sputo

Poi calci,pugni a mo’ di samurai,

un attacco e ‘l codato rimase muto

Decretando, seppur non po’ soffrente

‘l mio amigo vincitor d’orgoglio

E definendo, sconfitto il nemico finalmente.

“Visto co si fa? Mio socio, io non sbaglio

Anche se sto in condizion non decente

Moviam ancor più sotto collo scandaglio

Ove ci son quelle anime dolente

Contro se stesse in realtà ed abbaglio.”

A sto detto, ci movemmo giù rapidamente.

  
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