2. SONO ZAYN, PIACERE.
Mi siedo sul letto. Non so per quale motivo ma continuo a pensare a quel ragazzo. Era strano, diverso. Non era come tutti i ragazzi che ci sono a scuola.
E se fosse stato lui a fare quei graffiti?
Forse domani non dovrei andare, forse a lui ha dato fastidio che io sia andata lì.
Cerco di distrarmi mettendomi mettendomi le cuffie e attaccando una qualsiasi canzone sul mio Ipod. Un’altra cosa che amo è la musica. Mi fa stare bene, come leggere.
Mi corico sul letto e mi addormento, con la musica che scorre nelle mie orecchie.
E se fosse stato lui a fare quei graffiti?
Forse domani non dovrei andare, forse a lui ha dato fastidio che io sia andata lì.
Cerco di distrarmi mettendomi mettendomi le cuffie e attaccando una qualsiasi canzone sul mio Ipod. Un’altra cosa che amo è la musica. Mi fa stare bene, come leggere.
Mi corico sul letto e mi addormento, con la musica che scorre nelle mie orecchie.
* * *
Era bellissima, quei capelli rossi con quel cerchiello di rose, quegli occhi marroni intensi e luminosi, ed era stata nel mio posto.
Nella mia casa.
Voglio vederla, devo rivederla.
Chissà cosa ha pensato dei miei disegni, chissà cosa stava facendo lì. E se decidesse di tornare?
Oh Zayn, basta ora. E’ una ragazza come tutte le altre mi dico.
Forse è meglio se dormo un po’, domani voglio stare lì, ad aspettarla.
Salgo lentamente le scale e sorrido alla vista di quei bellissimi capelli rossi. Sta guardando fuori, il cielo, il traffico, e non si è accorta che c’è qualcuno qui con lei.
Mi avvicino e sussurro piano un Ciao con tono dolce.
Si gira di scatto verso di me.
-Scusa, non volevo spaventarti.- Non dice una parola, niente.
-Sono Zayn, piacere.- Le tendo la mano e lei me la stringe piano -Rose.- risponde con voce dolce e sottile.
- Da quanto sai di questo posto?- chiedo sedendomi sui miei scalini preferiti, quelli in cui ho disegnato una lacrima, una bottiglia e un pacchetto di sigarette.
-L’ho trovato ieri, dopo scuola.- La luce del sole fa splendere i suoi occhi; ne rimango incantato.
-Ti piace qui?- chiedo facendole cenno con la mano di sedersi vicino a me. Mi guarda per un po’ prima di sedersi -Li hai fatti tu questi?- indica i miei graffiti.
Sorriedo e muovo la testa dall’alto verso il basso.
Abbassa la testa sorridendo e lasciamo passare il tempo in silenzio, guardandoci in giro.
La mia voce rompe il silenzio -Vieni.- la prendo per mano e la porto giù, sotto le scale, fino ad arrivare alla sponda del lago che abbiamo vicino.
Lei mi stringe timidamente la mano, e cammina piano, come se dovesse guardare tutto e conoscerne ogni minimo particolare.
Fa bene, questo è un posto meraviglioso, e davvero poche persone ne conoscono l’esistenza.
-Guarda.- sussurro. Lei sorride.
Dio, quanto amo il suo sorriso. E’ stupenda.
Tocca timidamente l’acqua limpida e pulita e sorride nel vedere il suo riflesso.
-E’ bellissimo qui-
-Lo so, passo le giornate qui, a guardare il sole, l’acqua, la gente che passa, ad ascoltare il rumore delle macchine, il canto degli uccelli e tutto il resto. Io, qui, da solo.- le dico.
-Da quanto conosci questo posto?- Dice appoggiando la testa sulla mia spalla, stendendo di lato le gambe e guardando fuori.
Piano piano, la ragazza timida e riservata sta iniziando ad aprirsi un po’ con me. E’ strano. Si è appoggiata sulla mia spalla, senza che glielo chiedessi, senza esitare, senza chiedermi il permesso con lo sguardo.
Le accarezzo i capelli dolcemente e le racconto come sono arrivato qui.
Due anni fa avevo litigato pesantemente con mio padre, scappai di casa senza sapere dove andare. Volevo trovarmi un lavoro, comprarmi una casa e poi forse farmi una famiglia.
Le prime notti andai a dormire dall’unico amico che avevo qui vicino.
Mi trovai facilmente un lavoro, e girovagando per le vie di Londra trovai questo posto.
Me ne innamorai e pensai subito che sarebbe stato un enorme quadro per i miei disegni.
Andai subito a comperare le bombolette spray e iniziai a disegnare ovunque.
Quello dove eravamo seduti prima è stato il mio primo graffito fatto qui.
Mi guarda e fa un piccolo sorriso, è la persona più dolce del mondo.
Nella mia casa.
Voglio vederla, devo rivederla.
Chissà cosa ha pensato dei miei disegni, chissà cosa stava facendo lì. E se decidesse di tornare?
Oh Zayn, basta ora. E’ una ragazza come tutte le altre mi dico.
Forse è meglio se dormo un po’, domani voglio stare lì, ad aspettarla.
Salgo lentamente le scale e sorrido alla vista di quei bellissimi capelli rossi. Sta guardando fuori, il cielo, il traffico, e non si è accorta che c’è qualcuno qui con lei.
Mi avvicino e sussurro piano un Ciao con tono dolce.
Si gira di scatto verso di me.
-Scusa, non volevo spaventarti.- Non dice una parola, niente.
-Sono Zayn, piacere.- Le tendo la mano e lei me la stringe piano -Rose.- risponde con voce dolce e sottile.
- Da quanto sai di questo posto?- chiedo sedendomi sui miei scalini preferiti, quelli in cui ho disegnato una lacrima, una bottiglia e un pacchetto di sigarette.
-L’ho trovato ieri, dopo scuola.- La luce del sole fa splendere i suoi occhi; ne rimango incantato.
-Ti piace qui?- chiedo facendole cenno con la mano di sedersi vicino a me. Mi guarda per un po’ prima di sedersi -Li hai fatti tu questi?- indica i miei graffiti.
Sorriedo e muovo la testa dall’alto verso il basso.
Abbassa la testa sorridendo e lasciamo passare il tempo in silenzio, guardandoci in giro.
La mia voce rompe il silenzio -Vieni.- la prendo per mano e la porto giù, sotto le scale, fino ad arrivare alla sponda del lago che abbiamo vicino.
Lei mi stringe timidamente la mano, e cammina piano, come se dovesse guardare tutto e conoscerne ogni minimo particolare.
Fa bene, questo è un posto meraviglioso, e davvero poche persone ne conoscono l’esistenza.
-Guarda.- sussurro. Lei sorride.
Dio, quanto amo il suo sorriso. E’ stupenda.
Tocca timidamente l’acqua limpida e pulita e sorride nel vedere il suo riflesso.
-E’ bellissimo qui-
-Lo so, passo le giornate qui, a guardare il sole, l’acqua, la gente che passa, ad ascoltare il rumore delle macchine, il canto degli uccelli e tutto il resto. Io, qui, da solo.- le dico.
-Da quanto conosci questo posto?- Dice appoggiando la testa sulla mia spalla, stendendo di lato le gambe e guardando fuori.
Piano piano, la ragazza timida e riservata sta iniziando ad aprirsi un po’ con me. E’ strano. Si è appoggiata sulla mia spalla, senza che glielo chiedessi, senza esitare, senza chiedermi il permesso con lo sguardo.
Le accarezzo i capelli dolcemente e le racconto come sono arrivato qui.
Due anni fa avevo litigato pesantemente con mio padre, scappai di casa senza sapere dove andare. Volevo trovarmi un lavoro, comprarmi una casa e poi forse farmi una famiglia.
Le prime notti andai a dormire dall’unico amico che avevo qui vicino.
Mi trovai facilmente un lavoro, e girovagando per le vie di Londra trovai questo posto.
Me ne innamorai e pensai subito che sarebbe stato un enorme quadro per i miei disegni.
Andai subito a comperare le bombolette spray e iniziai a disegnare ovunque.
Quello dove eravamo seduti prima è stato il mio primo graffito fatto qui.
Mi guarda e fa un piccolo sorriso, è la persona più dolce del mondo.