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Autore: Nischino    02/06/2008    9 recensioni
Alla fine sente il suo nome. E allora la sente di nuovo "Lo so che puoi farlo, Harry, ce la farai. Che cosa hai scelto?" guarda la Refledouble, che ammicca nella sua direzione, e allora decide di risponderle. "Mercuzio, a me piace molto Mercuzio". Ma sa di mentire e, in qualche modo, capisce che anche lei lo sa "Non Romeo, Harry? Perché non Romeo?" "Non sono bravo in queste cose" "Lo sei, invece. Prova con Romeo, le parole te le suggerisco io". Ed Harry, in qualche modo, capisce che può fidarsi, così comincia "Amen, Amen!.."
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ti accorgi di quanto una cosa
sia importante
solo quando l’hai perduta.
Ma perderla, per me,
vorrebbe dire perdere anche    Giulietta & Romeo
quello che so di me stesso".


Ormai sono arrivati i MAGO, ed Harry non ha tempo di pensare ad altro. Si destreggia, andando a zigzagando tra lo studio delle materie più noiose, le ripetizioni di Hermione, i primi esami ed il pensiero di Draco, che non riesce a buttare fuori dalla sua testa.
Dopo essere stato interrogato di trasfigurazione e incantesimi, Harry decide che per quella mattina ne ha avuto abbastanza. Mentre sta tornando in dormitorio incontra Neville, che gli salta al collo, allarmato, dicendogli che la Refledouble sta facendo i bagagli, se ne sta andando dalla scuola senza dire niente a nessuno. Harry viene preso dal panico.
Si fionda giù per le scale, correndo all’impazzata, sperando di raggiungere l’ufficio in tempo, perché conoscendo l’attrice, potrebbe essere già sparita.
Quando arriva davanti alla porta, si riscopre esausto. Tira un profondo respiro, giusto per non fare la figura dell’imbecille, anche se la farà ugualmente visto il simpatico dono che possiede la Refledouble. Si piega un istante sulle ginocchia e, quando decide che il suo aspetto è più o meno decente, si mette diritto.
La porta si apre. Sulla soglia appare Draco.
Ha i capelli un po’ meno ordinati del solito, anche se pure così sono perfetti in confronto a quelli di Harry. E’ piuttosto pallido, e triste, pensa Harry.
Draco lo guarda per un istante, poi lo sorpassa senza dire una parola.
Harry sta per seguirlo, ma la voce della Refledouble lo richiama all’interno della stanza.
-Chiudi la porta, Harry- dice l’attrice, che sta finendo di sistemare le scatole in un angolo.
Il suo ufficio appare spoglio, morto quasi, senza le sue cianfrusaglie rosa e arancioni. Perfino il paesaggio è meno bello, visto che non è più incorniciato dalle tende variopinte.
Harry sente che la Refledouble gli mancherà da impazzire. Più che altro perché l’ha guidato alla scoperta di una parte di sé che non sapeva esistesse.
Shanna prende posto dietro alla scrivania vuota, su una sedia che non è la sua, e ciondola il capo di lato. I capelli biondi sciolti, gli occhi leggermente socchiusi. E trae un profondissimo respiro, annusando l’aria, per poi cacciarla fin in fondo ai polmoni.
-Questa è l’ultima volta- sussurra –L’ultima volta che siedo in questo ufficio e sento il suo profumo-.
Harry non pensa che il profumo dell’ufficio sia una cosa importante, ma cerca di concentrarsi per captarlo anche lui, per ricordare l’odore di Shanna, soprattutto.
-Vorrei che lei non se ne andasse- ammette, e si sente molto molto stupido, a dire una cosa del genere alla persona che, una settimana prima, aveva dichiarato di odiare –Mi mancherà, e lei lo sa-
-Molte cose ti mancheranno, Harry- ribatte Shanna e sorride –E sono onorata di essere tra queste. Ma io qui non servo più, e tra poco nemmeno tu vivrai più qui. Io devo continuare la mia vita, e tu devi intraprendere la tua strada-. Harry annuisce, ma gli viene incredibilmente da piangere, e non sa perché.
-Farò l’auror- gli viene fuori, ma sa che non centra niente –Hermione mi ha portato dei cosi, dei depliant, per dei corsi a settembre. Ha detto che mi prenderanno sicuramente, e così potrò fare l’auror. Hermione vuole fare il medimago. Penso che sia il mestiere perfetto per lei. Vuole anche andare a vivere con Ron, che è stato scelto dai Cannon come secondo portiere. Io andrò a Grimmauld Place. Remus ha detto che verrà a trovarmi, perché non vuole più sposare Tonks-.
Le parole vengono fuori a fiumi, rapide, indecenti, stupide, insignificanti. Ed ad un tratto si accorge di avere anche il classico groppo in gola che ti fa piangere. E così Harry cerca di trattenere le lacrime. Ma ha paura. Perché Hermione avrà Ron, e Ron avrà Hermione, mentre lui sarà solo ad affrontare il mondo là fuori. E lui non vuole essere solo, lui odia essere solo.
E si sente tradito, abbandonato un po’ da tutti. Ed è per questo che non vuole che Shanna vada via.
-O, Harry- sussurra l’attrice, con un tono di voce che s’avvicina a quello di Harry –Mi mancherai anche tu, mi mancherete tutti quanti- sorride dolcemente, quasi amorevole nei confronti di un Harry che non si è mai sentito così adulto e così bambino.
-Harry, tu non sarai solo. Io ci sarò sempre. Al Grande Teatro di Diagon Alley, ma ci sarò sempre. Ed anche Ron ed Hermione-.
Harry cerca di respirare, ma sa che piangerà se lo fa. Così si morde fortissimo le labbra, e gracchia qualcosa che assomiglia ad un "Lo So", ma avrebbe potuto essere qualsiasi altra cosa.
-Perciò questo non è un addio- geme, perché ormai ha mandato tutto a fanculo, e non gli interessa se quelle che scorrono lungo le sue guance sono lacrime.
-No, no che non è un addio! E’ un ciao temporaneo, un "arrivederci"-.
Harry annuisce, le sorride e capisce che non hanno altro da dirsi. Si avvia verso la porta, e la apre.
-Allora arrivederci- dice
-Arrivederci- ricambia Shanna "E ricorda Harry. E’ già morto uno, per aver frainteso".
Harry si volta di scatto.
-Romeo?- chiede
-Romeo- risponde Shanna, e allora lo sente l’odore dell’ufficio. Sa di menta. E non è l’odore di Shanna, ma è l’odore di Draco.

Harry, Ron e Hermione passarono i MAGO, chi più, chi meno soddisfatto.
Salire sull’Hogwarst Express è ancora più triste, perché c’è la consapevolezza che ti stai lasciando alle spalle qualcosa che non potrai rivivere mai più. Una parte della tua vita. Le prime risse, i primi baci, le prime insufficienze, le prime volte. Ed ora è il momento dei primi addii. Perché Harry sa che sarà molto difficile rivedere Calì, quando lei sarà in India, e sa che probabilmente Dean andrà a lavorare in Finlandia.
Così si abbracciano, si tirano pacche sulle spalle, qualche pugno. E tutto vuol dire la stessa cosa: fai parte di me. Qualunque persona, qualunque oggetto, qualsiasi esperienza fatta ad Hogwarst accompagnerà Harry ed i suoi amici per sempre. E quando saranno vecchi, ed i loro nipoti non riusciranno a dormire, si siederanno in fondo ai loro letti, e racconteranno di quando, nonostante le difficoltà, avevano recitato Giulietta e Romeo, facendosi immortali, nella memoria di coloro che li avevano applauditi.

Hermione sonnecchia appoggiata al finestrino, mentre Ron russa sonoramente lungo disteso sul sedile, con il capo riverso in grembo alla ragazza. Harry poggia il libro sul sedile, e si alza silenzioso.
Esce dallo scompartimento a passo felpato, e si sente un po’ ridicolo, ma l’importante è non fare rumore.
Passeggia per i corridoi, finchè non incrocia Zabini.
Blaise lo fissa, lo squadra, da capo a piedi. Poi si scioglie in un buffo sorriso.
-Draco è là in fondo- dice, ed indica uno scompartimento. Harry non gli rinfaccia le minacce, non pretende che gli venga chiesto scusa. Ma sorride a sua volta, e continua per la sua strada.
Raggiunge lo scompartimento indicato, e bussa.
La voce di Draco risulta assonnata: probabilmente come i suoi amici, era intendo a fare un pisolino, prima della fine definitiva del viaggio.
Fa scorrere la porta, e Draco lo vede. Sobbalza, e rimane immobile.
Harry si rilassa un po’, perché si era aspettato un avada kedavra.
Entra nello scompartimento, e si chiude la porta alle spalle, per poi sedersi di fronte a Draco.
-Potter- dice allora –Chi ti ha dato il permesso di sederti nel mio scompartimento?-
-Non ho bisogno del tuo permesso. Questo non è il tuo scompartimento-.
Seguono altri secondi di silenzio. Draco si alza, e si dirige verso la porta. Harry scatta in piedi, lo afferra per un polso e lo schiaffa sul sedile. Si china e lo bacia.
-Che cazzo vuoi da me, si può sapere?- sibila Draco assottigliando gli occhi, mentre cerca di divincolarsi dalla presa di Harry, che rimane troppo stretta per far scivolare fuori il polso.
-I tuoi ormoni si sono risvegliati, eh? Sei in crisi d’astinenza?- prova allora, perché se non funziona con la forza, bisogna provare con l’astuzia –Non mi importa niente. Vai dalla Patil, o dalla Weasley, o da qualunque persona che non sia io. Perché non mi interessa-
-Bugiardo-.
Draco sgrana gli occhi, e cerca con un ultimo disperato tentativo di liberarsi. Ma non ci riesce, così si lascia cadere all’indietro sul sedile, ingoiando anche quell’ultima fetta del suo orgoglio che era riuscito a tenersi stretta. Ma Harry gli ha rubato anche quello, ora, insieme ad un sacco di altre cose. Gli ha rotto l’anima, l’ha fatto a pezzi. E non gli basta ancora.
-Che vuoi?- mormora ancora, e scuote il capo –Dimmi cosa vuoi. Vuoi venire a letto con me? Vuoi umiliarmi? Vuoi uccidermi?-.
Harry sorride, e lo tocca sullo zigomo.
-O Romeo! Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega dunque tuo padre e rifiuta il tuo nome, o se non vuoi, legati al mio amore e più non sarò una Capuleti-.
Draco sgrana gli occhi, incredulo, e dalla sua bocca non esce una sillaba.
-Solo il tuo nome è mio nemico; tu, sei tu, anche se non fossi uno dei Montecchi. Che cosa vuol dire Montecchi? Né mano, né piede, né braccio, né viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro nome…-.
Draco si alza, pallido, e fissa Harry.
-Cosa significa?- chiede, perché non riesce, e non può crederci.
-Come il mare è profondo il mio amore…- recita ancora Harry, e Draco non ne può più.
Carina il sinistro, e gli sferra un pugno in pieno viso.
-Che cazzo vuoi da me, Potter!- grida, e sa che tutti l’avranno sentito e staranno accorrendo per vedere che succede. Ma non gli interessa.
-Te, Draco, che altro vuoi che voglia da te, Giulietta?-
-Io non sono la tua Giulietta!- la voce di Draco è smorzata, affaticata a negare qualcosa che non vorrebbe
-Si che lo sei Draco. Oh se lo sei-.
Draco si getta sul sedile, e si porta il viso tra le mani, ed affonda le dita tra i capelli.
-Ti prego- mormora –Vattene via-.
Harry si inginocchia davanti a lui, gli prende gentilmente le mani tra le sue, e gli sorride.
-Draco- dice solenne –Credo che tu sia importante, per me-.
Draco allora alza lo sguardo, lo fissa negli occhi, e capisce che non sta mentendo.
-Non ci saranno altri morti per stupidi fraintendimenti- sussurra Harry, e gli sfiora le labbra con le dita
-La Refledouble l’ha detto anche a te- dice Draco –Anch’io credo che tu sia importante, per me-.

La folla di curiosi si affaccia allo scompartimento, ma non vede nulla, a parte Giulietta, ed il suo Romeo.

 

FINE

eHm...

Siamo ormai giunti alla fine. Lo so, lo so che ho esagerato, lasciandovi ad attendere il seguito di questa storia per secoli e secoli ma...non so come giustificarmi. Chiedo scusa ancora e prego perchè questo capitolo non vi lasci delusi, in quanto, per tutto lo spirito che ci ho messo, e per tutto il cuore che gli ho dedicato, meriterebbe lui solo un miliardo di complimenti. Come tutti voi, che mi avete sostenuta per tutto questo tempo.
Grazie infinite. Questa storia non è solo mia, ma anche vostra. Di tutti voi che, una volta o l'altra, mi avete lasciato un commento. Mi avete scritto "brava" o avete semplicemente aperto la mia storia.
Per tutto questo un bacio.
E un piacere: continuate a leggermi, se questa storia vi ha emozionati almeno un pochino. Quel che basta per ripensarci, così, per caso, alla fermata dell'autobus in una giornata uggiosa.

Nischino

   
 
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