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Autore: Alepotterhead    17/01/2014    1 recensioni
Mags è l'adorabile ottantenne che tutti abbiamo conosciuto, ma anche lei è una vincitrice. O meglio una sopravvissuta.
Ecco a voi i Noni Hunger Games. Gli Hunger Games di Mags.
Dal capitolo 9
“Tributi prendete posizione”
La voce mi fa sobbalzare e la pedana si solleva leggermente, le ante del tubo che la circondano si aprono. Guardo il pacificatore alle mie spalle, non si muove di mezzo millimetro. Prendo un respiro profondo e faccio i due passi che mi separano dalla piattaforma, sento le gambe di gelatina. Prendo posizione come mi è stato detto.
“Cinque secondi rimanenti alla partenza”
Conto mentalmente… Cinque… Quattro… Tre… Due… Uno…Ci siamo.
Le porte si chiudono e la piattaforma inizia lentamente a sollevarsi.
Si apre una botola sopra la mi testa e una cascata di luce piove su di me.
Ci siamo davvero.
All’inizio non riesco a distinguere ciò che mi circonda, appena mi abituo alla luce, rimango senza fiato.
È un paesaggio incredibile."
Genere: Avventura, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mags, Nuovi Tributi, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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In un battibaleno vengo scortata al treno e scaricata nella mia cabina per fare non si sa bene cosa.
Mi guardo attorno, la stanza è carina, grande e luminosa, anche se un po’ troppo sovraffollata di tende, copri tavolini, orologi, quadri e ninnoli di vario genere. Tutto si può imputare alla Capitale, ma non che trascuri i dettagli, ma l’unica cosa che mi piace davvero è il letto a baldacchino enorme e soffice, sul quale mi lancio senza troppi problemi.

Sono sola.
La luce filtra calda dalle ampie finestre. Silenzio. Un silenzio talmente profondo da far rumore, da far male alle orecchie. Un silenzio che chiama il mio nome, che mi fa accapponare la pelle…
No, forse questa era solo la mia immaginazione, però devo fare qualcosa, non posso restarmene con le mani in mano chissà fino a quanto, quindi prendo la corda incrostata di sale che mi hanno regalato le mie amiche e che ho usato per farmi una coda ai capelli.


Un nodo, due nodi, tre nodi, li sciolgo.
Un nuovo nodo, un altro, un altro, li sciolgo.
E poi ancora. E ancora.


Se è un buon metodo per tenere le mani occupate, non lo è a sufficienza per non permettermi di pensare.

Odio quello che mi stanno facendo.
Mi stanno privando della libertà di scelta.
Sono obbligata a prendere parte a dei Giochi che di gioco hanno davvero molto poco, sono una cosa mostruosa.
Sono la dimostrazione della potenza schiacciante che Capitol City ha sui distretti dopo i Giorni Bui, con la forza costringe i loro figli a uccidersi l'un l'altro in assenza di regole di concorrenza, mi viene da chiedermi chi è la mente malata che ha inventato una cosa del genere. Questi Hunger Games sono la prova che il controllo della Capitale sul proprio popolo è così inesorabile e inarrestabile, che possono fare qualcosa di così sadico da costringere i figli dei loro nemici ad uccidersi. Perché è questo che siamo no? Nemici.
Nemici perché, più di una decina di anni fa, abbiamo osato dire che le condizioni di vita in cui versavamo non servivano a vivere, ma nemmeno a sopravvivere in modo decente.

E adesso?
Dopo il massacro?
Dopo che solo i Distretti più ricchi e benestanti come l’Uno, il Due e il mio sono riusciti a rimettersi in piedi, guadagnandosi anche il disprezzo degli altri Distretti, perché visti come “collaboratori” della capitale?
Dopo che il Distretto Tredici è stato brutalmente distrutto?
E ora?

Abbiamo perso.
E il prezzo che stiamo pagando è troppo alto.
Lo stanno pagando dei ragazzini innocenti, costretti a uccidersi, e lo stanno pagando tutti colori che sono obbligati a vederci, impotenti. Per Capitol siamo costretti a macellarci per intrattenimento, gli Hunger Games sono un evento televisivo nazionale, un reality show, per i Distretti sono una minaccia cupa e costante.

La cosa davvero preoccupante è che potrebbero continuare per sempre, cent’anni, duecento, mille.
Quanti ragazzi moriranno in tutto? Troppi.
Che colpa hanno? Nessuna.

Era davvero questo l’unico modo per controllare una nazione?

Odio quello che mi stanno facendo.

Devo assolutamente smettere di pensarci. Perché ho una sensazione di amaro in gola e male allo stomaco. Non vorrei essere qui.
Calde lacrime scendono dalle mie guance. Nemmeno mi sono accorta di quando ho iniziato a piangere.
Ripenso a ciò che mi ha portato qui. Mia sorella. Lei è al sicuro. Questo mi dà un po’ di forza, ma non toglie il fatto che ho firmato la mia condanna a morte. Lei è al sicuro a casa, con gli zii, sono felice per lei, ma adesso inizio a capire in cosa mi sono invischiata.
Quando ho sentito il suo nome ho avuto una reazione istintiva, ho preso il suo posto, non ne sono pentita, ma devo accettare l’idea che sto per morire.
E questo mi fa paura.

Capisco anche un’altra cosa, a cui non avevo mai trovato soluzione: il fatto che dei ragazzini diventino assassini. Com’è possibile che sia così facile uccidere? Adesso capisco: paura. Pura paura.

Paura di essere ucciso prima tu, paura di qualsiasi cosa e persona ti circondi, paura dell’aria stessa che respiri, paura.
E allora ti lanci sull’unica certezza che non ti è ancora stata strappata, la sola cosa che sai che puoi fare: uccidere. Con un’altra parola: istinto di sopravvivenza.

Adesso ho ancora più paura, non voglio uccidere, ma devo.
Come me ne esco da questa situazione?

Morire come persona integra o potenzialmente vivere, ma come assassina?

Essere uccisa o uccidere?

La paura rende crudeli, dovrò affrontare ragazzi terrorizzati quanto me, ma che non ci penseranno due volte se la scelta è uccidermi o morire. Cosa mi permetterà di non fare la stessa scelta?
E se mi rifiutassi di stare alle loro regole? Potrei lanciarmi nel bagno si sangue e semplicemente farmi uccidere subito, potrei saltare dalla pedana prima che il conto alla rovescia sia terminato e saltare in aria, potrei suicidarmi. Ma non ne sarei in grado, sono una codarda.
Potrei creare un’alleanza con altri ragazzi e rifiutarci tutti di combattere gli uni contro gli altri, ma Capitol non lo permetterebbe mai, salteremmo in aria nel giro di mezzo secondo e inoltre negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore.

Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, perdere tutto ciò che ti rende umano.
Capisco che non voglio vincere, non a questo prezzo.


Mi fa male la testa, sto pensando troppo, come mio solito. Forse dovrei smettere di pensarci e vedere come evolvono le cose, cosa pretendo di poter fare? Continuare una ribellione morta nove anni fa? Come se una stupida ragazzina negli Hunger Games potesse fare davvero qualcosa, come se potesse essere davvero la differenza. Sono un’illusa.

Inizio a vagare per la cabina come un’anima in pena, ci sono solo cose che non mi interessano, tecnologie, vestiti, stupidi soprammobili. Avverto un senso crescente di disprezzo e di insofferenza, finché un pannello si apre e vedo un bagno enorme, bene, almeno posso lavarmi. Mi dirigo verso la vasca da bagno, la riempio fino all’orlo e mi ci immergo, la sensazione è bellissima, ho sempre amato l’acqua, ma mi viene nostalgia di casa, davvero fantastico, poche ore lontano e già vorrei tornare, vorrei che l’acqua attorno a me fosse fredda e salata, vorrei vedere Lexi accanto a me.

Devo smetterla di pensarci, punto. Niente famiglia e niente amici.

Amici.

Questo mi ricorda un altro bel problema: Dave.
Sarebbe in grado di uccidermi? Io di sicuro non potrei farlo con lui. Quello che mi attanaglia lo stomaco pero  è sapere che probabilmente qualcun altro potrebbe farlo. Potrei perdere anche lui.

Esco in fretta dalla vasca perché mi sembra di svenire. Mi asciugo e vedo che i miei vestiti sono spariti, grandioso! La ciliegina sulla torta di una giornata già particolarmente perfetta.
Torno in camera e vedo biancheria e nuovi vestiti sul letto, sono lieta di constatare che non sono fuxia né verde fosforescente, anche se probabilmente avrei preferito indossare quei colori che andare in giro nuda. Mi vesto velocemente con quella che sembra una tuta grigia e nera, lascio i capelli bagnati sciolti in modo che si asciughino da soli, non mi importa di bagnare tutta la camera. Mentre sto per rilanciarmi sul letto si apre la porta della mia camera.

È Abby, l’accompagnatrice di Capitol assegnata al nostro distretto, è una ragazza carina sui venticinque anni, è vestita con un vestito color acquamarina ricamato con dei minuscoli pesciolini, decisamente in tema col distretto è anche il trucco sul viso che sembra fatto si scaglie di mille pesci diversi,  i capelli sono corti e riccissimi con ciocche dai colori più stravaganti, verde foresta, blu elettrico, rosa tenue, azzurro cielo, rosso fuoco, impossibile capire quale sia il colore originario dei capelli, sono davvero un pugno in un occhio, ma probabilmente lei pensa lo stesso dei miei lunghi capelli biondi.

È venuta ad avvisarmi che devo andare a cena, così la seguo in un’altra cabina dove trovo un banchetto che sarebbe bastato a metà distretto e Dave. Dovevamo cenare insieme? Io non voglio vederlo, maledizione!
Mi siedo senza dire una parola e mi riempio il piatto di cose a caso, giusto per potermi riempire la bocca e non dover parlare, quando Dave sembra essere sul punto di parlare viene anticipato da Abby, grazie al cielo.

“Allora ragazzi, voi siete i fortunati ragazzi del distretto Quattro che quest’anno potrebbero portare gloria e prosperità a casa…”  

l’inizio schifoso di un discorso schifoso, fortunati ragazzi? Ci sta prendendo in giro? Odio la mentalità capitolina. Portare a casa la gloria? Tutti volevano portare a casa la pelle! Mi ficco ancora più cibo in bocca per non dover rispondere in modo pungente, così lei prosegue

“…come sapete gli ex-vincitori diventano i mentori dei nuovi tributi, i quali si occupano preparare un piano e procurarvi sponsor, ma siccome nessuno del Distretto Quattro ha ancora vinto nelle scorse otto edizioni, a voi sarà assegnato uno stratega.
Avrete anche uno staff di preparatori e uno stilista che concorderà la linea da assumere col mentore per presentarvi alla cerimonia di apertura, che si svolgerà domani sera a Capitol City. Dopo la cerimonia andrete al centro di addestramento con tutti gli atri tributi, per una settimana circa, alla fine della quale avrete una sessione di allenamento privata in cui verrete valutati dagli strateghi e riceverete un punteggio da 1 a 12.
Più il punteggio è alto più attirerete sponsor, cosa molto importante! Inoltre per attirare gli sponsor la sera prima della vostra partenza per l’Arena ci saranno le interviste che serviranno per presentarvi in prima persona.
Ecco dovrei avervi detto tutto…. Comunque dovremmo arrivare a Capitol City nel primo pomeriggio di domani e…. Kyran! Dov’è?”

Abby divenne l’agitazione fatta persona, nemmeno le avessero detto che era un tributo

“Dovrebbe già essere qui! Voi non l’avete visto vero? Ok, ok, allora voi ragazzi finite di mangiare e poi raggiungetemi nella sala proiezioni, se tutto va bene riuscirò anche a recuperare il vostro stratega…”
uscì dalla stanza con grazia, lasciandomi sola con Dave e una montagna di cibo.

“Bene bene Mags, è un po’ che non ci vediamo” un sorriso insolente “e adesso siamo compagni di squadra…”
Probabilmente era caduto dagli scogli e aveva subito danni cerebrali molto gravi.

“Compagni di squadra? Ma sei scemo o cosa? Dave, hai capito dove siamo diretti? Hai capito cosa saremo costretti a subire?”

“Bè non sei più la piccola tredicenne di un paio di anni fa, questo è chiaro. Dai, non preoccuparti più del necessario, non hai opzioni, non hai niente. Se ti preoccupi cosa ci guadagni? Di stare peggio e se stai peggio, hai più possibilità di perdere…e loro vincono”.

“Tu credi davvero di poter vincere? Senza preoccuparti minimamente degli altri? Dando tutto quello puoi, guardando gli altri che te lo portano via? Pensi di riuscire a uccidere, a uccidere anche me?”

Con l’ultima frase lo avevo evidentemente messo in difficoltà, perché abbassa lo sguardo ed evita di guardarmi.
“Dai andiamo in sala proiezioni da Abby” dicendo ciò si alza ed esce, non posso far altro che seguirlo fuori dalla cabina…

Comunque ha accuratamente evitato di rispondere alla mia domanda.
 
  
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