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Autore: Charlotte Elizabeth Moon    18/01/2014    9 recensioni
In una notte di luna piena, in cima ad una collina coperta da un manto d'erba umida, se ne stava seduta una ragazza dai lunghi capelli neri, lo sguardo volto al paesaggio notturno. L'aria era fresca e smossa da una leggera brezza che soffiando faceva danzare i fili d'erba e le foglie dei pochi alberi presenti. Nemmeno il bubolare dei gufi turbava la mistica quiete di quel luogo.
Non ricordava esattamente da quanto tempo si trovasse lì né perché vi si fosse recata. Del resto, quello era il posto migliore per pensare.
Senza distogliere lo sguardo dal panorama, strappò un fiore dal terreno e iniziò a giocherellarci distrattamente.
Finalmente, dopo tanti anni di addestramento, erano quasi pronti . Si sarebbe presa la sua deliziosa rivincita. Perchè, si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo e la sua si era già raffreddata abbastanza.
Sogghignò impercettibilmente, prima di gettare lontano il fiore distrutto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da tanto che la aspettava. Non era passato giorno senza che la sua mente non fosse corsa al momento in cui sarebbe arrivata. Anni e anni trascorsi ad aspettarla, anni che sembravano non finire mai, intrisi di sforzi e di ricordi amari. Era cresciuta con il solo desiderio di conquistarla. Le avevano insegnato che il suo unico obiettivo era ottenerla, nient'altro contava, se non questo. Ora, finalmente, era vicina. L'impegno aveva portato i suoi frutti.
Un senso di liberazione invase il suo corpo. Poteva quasi toccarla, tanto era concreta nella sua mente.
La vendetta era vicina.

In una notte di luna piena, in cima ad una collina coperta da un manto d'erba umida, se ne stava seduta una ragazza dai lunghi capelli neri, lo sguardo volto al paesaggio notturno. L'aria era fresca e smossa da una leggera brezza che soffiando faceva danzare i fili d'erba e le foglie dei pochi alberi presenti. Nemmeno il bubolare dei gufi turbava la mistica quiete di quel luogo.
Non ricordava esattamente da quanto tempo si trovasse lì né perché vi si fosse recata. Del resto, quello era il posto migliore per pensare.
Senza distogliere lo sguardo dal panorama, strappò un fiore dal terreno e iniziò a giocherellarci distrattamente.
Finalmente, dopo tanti anni di addestramento, erano quasi pronti . Si sarebbe presa la sua deliziosa rivincita. Perchè, si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo e la sua si era già raffreddata abbastanza.
Sogghignò impercettibilmente, prima di gettare lontano il fiore distrutto.
Probabilmente quel piano avrebbe portato la morte di centinaia di innocenti. Anzi, era cosa certa. Ma a lei non importava. Le avevano insegnato che il fine giustifica i mezzi e che le vite umane sono sacrificabili, se ciò è necessario per portare a termine i propri bramati piani.
Un ruggito squarciò il silenzio. La ragazza parve non farci caso, come se fosse una cosa di tutti i giorni. Nessuna espressione deformò il suo volto, nessuna emozione saettò nel suo sguardo.
Il venticello parve farsi più freddo e più intenso. I chiassosi pensieri della ragazza presero a rimbombare nell'opprimente silenzio che regnava su quell'altura.
La magia venne spezzata dal rumore di passi in avvicinamento. Neanche questa volta si scompose. Sembrava una scena prodotta e riprodotta migliaia di volte.
Un ragazzo dal suo stesso sguardo cupo e i medesimi capelli scuri si fermò poco dietro di lei.


<< Dobbiamo andare >> disse secco fissandola leggermente scocciato, come se fosse stanco di doverla andare a pescare lassù.


<< Già?>> domandò la ragazza scrutando il cielo. << La luna è ancora bassa. Come mai oggi hanno deciso di anticipare gli addestramenti? Potrebbero vederci >>.


Il ragazzo lanciò uno sguardo nella stessa direzione per poi tornare a fissarla.


<< Evidentemente è stata organizzata una qualche riunione. O forse oggi gli andava di fare così, sai com'è fatto. Dai, andiamo >> concluse facendole cenno di alzarsi e seguirlo.


La ragazza indugiò ancora un secondo lì seduta, osservando il paesaggio un'ultima volta. Poi, con uno scatto, balzò in piedi e si sistemò la tuta in pelle.
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Possibile che le donne fossero tutte così lente?


<< Siamo in ritardo >> la incitò, indicandole il sentiero che portava a valle.


Lei lo guardò, alzando un sopracciglio.
Quello sguardo parve bastare per ricordargli con chi stesse parlando.


<< Va bene, scusami. E' solo che credo li abbiano già liberati e non penso che a quei bestioni piaccia aspettare >>.
Un paio di ruggiti eccheggiarono in lontananza come a sottolineare ciò che era stato appena detto.

 

N.d.A.

 

Allooora, ecco il prologo della mia storia. Questa storia nasce per diventare un libro, anzi una serie (triologia). Non so ogni quanto aggiornerò, lascio il prologo qui per vedere se vi piace. Appena avrò abbastanza capitoli pronti potrò aggiornare ogni settimana.

In ogni caso, se volete spiegazioni, chiarimenti o volete solo darmi un parere su twitter sono @charliemoon_
SU facebook, invece, potete trovarmi cliccando qui.
Fatemi sapere se il prologo vi è piaciuto. Baci, a presto.

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