I
McKinley,
quel cognome girava nella mia testa da minuti ormai. La mia avversione
verso la
famiglia del mio futuro ‘marito’ forse accentuava i
miei sospetti su di loro,
ma... non sarebbe stata la prima volta che la loro sete di potere li
portava a
violare leggi della congrega. Era noto a tutti che mantenevano il loro
ruolo di
alti stregoni solo grazie al loro lignaggio e al sangue di drago che
scorreva
nelle vene. Questo però negli anni, aveva indebolito sempre
di più i loro
poteri, era quindi possibile che volessero riconquistare gli antichi
fasti,
grazie a qualche vecchio rituale. Questo era anche un buon motivo, per
tenere
gli omicidi sotto una cupola di silenzio.
“Credo
di
avere già qualche idea su chi si cela dietro la banda
dell’omega, prima di confermare
i miei sospetti però, devo fare alcune ricerche. Devo andare
a casa... ma prima
ancora, devo sistemare il caos qui dentro. Quando mia zia
tornerà, è meglio che
gli parli da sola, non so come reagirebbe alla presenza di due
cacciatori.”
“D’accordo,
non sono ansioso di aver a che fare con altre streghe, soprattutto tue
parenti.
Noi andremo in camera a lavorare al caso. Cas, tu facci sapere se
scopri
qualcos’altro.”
“Se
scoprirò
altro, sarete i primi a saperlo.”
Quando
l’angelo scomparve, sentii un lieve rumore, come un fruscio
d’ali e lo
svolazzare del trench. Prima di seguire il fratello, Sam si
avvicinò a me.
“Possiamo
darti una mano a sistemare qui?”
“Ah...
grazie, sei gentile, ma... è meglio di no. I miei problemi
con la magia non
riguardano solo gli scoppi emotivi, anche quando la uso
consapevolmente, tendo
a combinare disastri. È meglio se vi allontanate mentre
cerco di risistemare
qui... per il vostro bene.”
“D’accordo,
senti... quando vai casa, credi potremmo venire con te?”
“?”
“Hai
detto
che tuo padre possiede una libreria ben fornita, visto quello che hai
detto su
questi Dei e rituali, mi piacerebbe saperne di più. Potrei
anche aiutarti nelle
ricerche se mi spieghi cosa hai in mente, quello è
sicuramente il mio campo.”
Squadrai
un
momento il ragazzo, e poi suo fratello che stava sbuffando.
“Mh...
non
lo so, come ti ho detto mio padre non ama i cacciatori, se dovesse
scoprire chi
siete non sarebbe molto contento.”
“Saremo
discreti, potremmo presentarci come dei wiccan.”
“Potrebbe
funzionare, ma... chiederò a mia zia di reggere il gioco
è meglio se oltre a
wiccan, vi presento come suoi amici... ho anche la scusa giusta per
farvi
essere qui.”
“E
sarebbe?”
“Ne
parleremo dopo... ora è meglio se vai, tuo fratello continua
a guardarmi male.
Credo tema che io possa incenerirti per errore.”
Sam
si voltò
verso di lui, poi mi sorrise prima di andarsene, riducendo di nuovo
drasticamente il mio contatto con la realtà.
Sospirai
e
dopo aver liberato la porta, usando nuovamente la levitazione sui
calcinacci
che la bloccavano, li guardai uscire e li seguii fin quando non
imboccarono il
corridoio che portava alle camere.
Quando
mi
voltai per studiare cosa fare per sistemare il bar, mi lasciai prendere
dallo
sconforto. Potevo rimuovere le macerie, e ripulire ma non sapevo
proprio come
riparare ai danni sul soffitto e sul muro.
Mia
zia
naturalmente avrebbe risistemato il resto, ma... per una volta sola
avrei
voluto dimostrare a lei e anche a me stessa di potercela fare. Lo volevo davvero, anche
perché convincerla a
collaborare con dei cacciatori, non sarebbe stato facile. Se avesse
visto la
mia determinazione però... forse c’era qualche
possibilità in più.
Mi
misi al
lavoro, cercando di prestare la massima attenzione a ogni mossa che
facevo e
quando finii, il bar era ancora uno scempio ed io sembravo appena
uscita da una
catacomba. Mia zia arrivò proprio mentre andavo a ripulirmi,
stavo per entrare
nella mia stanza quando la sua voce mi raggiunse.
“Annie
tesoro,
sono qui, com’è... oddio... come sei ridotta,
cos’è successo?”
“Ciao
zia...”
“Annie...
stai bene?”
“Si
zia ma...
beh il bar ha bisogno di una sistemata più accurata e...
devo parlarti.
Lasciami solo darmi una rifrescata... ne ho bisogno, oggi
più che mai.”
“Annie...”
“Ne
parliamo
tra dieci minuti, tu sistema il bar prima che gli ospiti si
alzino.”
Non
volevo
esserci quando mia zia avesse visto il disastro della sala,
l’unica
consolazione era che aveva colpito solo quella stanza, non volevo
pensare a
cosa sarebbe successo se avesse ridotto nello stesso modo
l’intero motel.
Dopo
essermi
lavata e cambiata, raggiunsi Susan, aveva lo sguardo stanco ma
nonostante tutto
mi sorrise. Nel bar era tornato tutto a posto e sembrava non fosse mai
successo
nulla.
“Com’è
successo?”
“Beh...
abbiamo altri due ospiti al motel e... siediti, è meglio che
tu non sia in
piedi mentre ti racconto tutto.”
Partii
con
una descrizione minuziosa degli eventi sin da quando lei era uscita la
sera
prima a questa mattina. Mia zia ascoltò tutto
interrompendomi più volte
preoccupata, sospirando e dandomi anche della pazza. Non potevo negare
che
forse un po’ lo ero, non sapevo nulla di questi ragazzi
eppure sentivo che
stavo facendo la cosa giusta.
“Annie...
sono cacciatori… sei impazzita?”
“Zia,
avrebbero potuto uccidermi... eppure sono qui.”
“Ti
hanno
legata e minacciata...”
“Poi,
però
mi hanno lasciato andare... e ciò su cui stanno lavorando ci
mette più in pericolo
di quanto lo facciano loro. Zia... hanno anche un angelo dalla loro
parte... te
ne rendi conto? Un angelo...”
“...
e da
come hai descritto questo... angelo, sembra tutto tranne che un
esponente del
paradiso...”
“Lo
so ma...
non credo mentisse. Anche se... è davvero sexy
e...”
“Immagino
il
resto. Annie, dovremmo comunicare la loro presenza alle altre streghe,
non
aiutarli...”
Sapevo
che
mia zia aveva ragione, la stavo mettendo in guai seri, se qualcuno
avesse
scoperto che aiutava dei cacciatori l’avrebbero come minimo
bandita dalla
congrega. Per me al massimo ci sarebbe stato l’annullamento
del matrimonio e
non potevo dire che mi dispiacesse l’idea. Lei era quello che
aveva più da
perdere, ma... doveva fidarsi di me questa volta. Sin da quando avevo
incontrato
al bar questi ragazzi, avevo avuto la sensazione che avrebbero cambiato
la mia
vita, ora ne ero sicura.
“Zia,
gli
omicidi… il caso su cui lavorano... ascoltali almeno.
Secondo me il vero
pericolo al momento risiede fuori di qui.”
“D’accordo...
li ascolterò, e poi sono curiosa di vedere da vicino questi
due... come li hai
chiamati prima? Ah sì, miracoli di bellezza e
sensualità, assicurarmi solo che
il tuo problema non c’entra nulla col volerli
aiutare.”
“Beh...
un
pochino forse... ma solo in maniera secondaria... io...”
“Oh
Annie.
Quindi... vuoi aiutarli e speri anche in uno slancio di gratitudine uno
di loro
risolva anche il tuo problema.”
“Sì
beh...
non mi dispiacerebbe. Dubito però che succederà,
uno di loro non è proprio al
settimo cielo al pensiero di lavorare con una strega.”
“Beh,
se ti consola
neanch’io lo sono, i cacciatori hanno una pessima fama da
queste parti... ad
ogni modo andiamo a conoscerli. Vediamo se a parlare sono stati solo i
tuoi
ormoni impazziti o c’è davvero questo fantomatico
caso. Dopo deciderò, cosa
fare.”
Portai
mia zia
verso la loro camera, anche lei notò subito che era accanto
agli alloggi del
personale e non ci mise molto a farmelo notare.
“Ormoni...
sicuramente
ormoni...”
“Susan,
per
favore. Ci ha già pensato l’angelo a farmi
vergognare dicendo a tutti che sono
vergine. Ti prego non mettertici anche tu.”
“...
non hai
nulla di cui vergognarti, essere vergini non è un
peccato.”
“Già...
se
io ci tenessi particolarmente... ma sappiamo tutte e due che non
è così. Se
fosse per me, probabilmente non lo sarei più da almeno sette
o otto anni.”
“Dai,
bussa
e vediamo da vicino questi cacciatori che ti stanno facendo impazzire."
Lanciai
una
seconda occhiataccia a mia zia prima di bussare alla loro camera, pochi
istanti
dopo la porta si aprì e mi ritrovai davanti Dean. Dopo
avermi osservato, sempre
in quella maniera seccata e un po’ arrogante, si
scostò per lasciarci entrare.
Sam
era
seduto al tavolino per la colazione, sotto la finestra, davanti a lui
era
aperto un portatile e appena entrammo abbasso lo schermo, celando
ciò che stava
facendo.
Mentre
mia
zia era intenta a squadrarli e dal suo sguardo si capiva perfettamente
che
anche lei non era del tutto immune al loro fascino, io feci le
presentazioni.
“Zia,
loro
sono Dean e Sam Winchester. Lei è mia zia Susan, non
è ancora convinta del tutto...
prima vuole avere un resoconto completo dei fatti...”
“Fantastico...
quindi quelli sotto esame adesso siamo noi?”
Dean
sapeva
essere irritante anche senza insultarmi, bastava il suo tono di voce
per farmi
perdere le staffe. Fu mia zia a rispondergli e sembrava molto
più seccata di
me, dal tono che usò.
“Tu
non ti
fidi di noi, quindi perché dovrei fidarmi di te sulla
parola? In ogni caso devo
saperne di più, anche se dovessi decidere di aiutarvi. Se
mia nipote non avesse
garantito per voi, vi assicuro che a quest’ora avreste
già metà congrega
addosso, ma... le ho promesso di ascoltarvi. Quindi parliamo.”
“Scusi
mio
fratello, signora... lei ha ragione, anche se pensavo che Annika le
avesse già
spiegato cosa sta succedendo.”
“Qualcosa
ma... aspettate. Annika, torna di là, aspetta Barbara e
occupati degli ospiti
se dovessero alzarsi. Io farò una bella chiacchierata con
mister simpatia e suo
fratello.”
“Ma...”
“Va
Annie.”
Ero
abituata
a essere ancora trattata come una bambina, anche da mia zia, per quanto
mi
capisse, lo faceva sovente. Il perché? Semplice, sempre a
causa dei miei
poteri, non li controllavo proprio come i bambini, quindi mi trattavano
come
tale.
Discutere
era inutile, mia zia era accondiscendete con me il più delle
volte ma la conoscevo
abbastanza da sapere che quando usava quel tono, era definitivo.
Delusa
uscii
e mi sedetti alla reception, continuando a rimuginare sul
perché non voleva che
ascoltassi quello che si sarebbero detti.
Mia
zia mi
raggiunse quasi due ore, era scura in volto ma sembrava rassegnata...
“Allora?”
Mia
zia
scrollo le spalle stancamente, mi alzai e lasciai che si sedesse al mio
posto.
“Barbara
dov’è?”
“Sta
risistemando le camere, gli ospiti sono andati via mezz’ora
fa. Ora vuoi
rispondermi?”
“...
avevi
ragione, quello che sta succedendo è strano. Non sapevo
della morte di Demetra,
di Jessica e di Vincent Gray. È tutto molto sospetto,
dovrò chiedere
spiegazioni a Robert.”
“Zia,
non
parlargli di Sam e Dean...”
“Non lo farò, ma... loro verranno a casa tua,
questa storia mi preoccupa,
voglio che tu e mia sorella siate al sicuro. E anche se normalmente non
chiederei mai l’aiuto dei cacciatori, in questo specifico
caso, credo sia
meglio. Non posso fidarmi di altre streghe del circolo finche non
scopriamo cosa
c’è sotto. Loro li presenteremo come hai suggerito
tu, due wiccan di Detroit,
amici miei... qui per assistere al... tuo matrimonio.”
Spalancai
gli occhi, fissando mia zia a bocca aperta, l’aveva
sicuramente detto ai
ragazzi...
“Susan...
non...”
“L’avrebbero
comunque scoperto poiché staranno in casa tua. E... gli ho
spiegato tutto, per
questo non volevo che ascoltassi, saresti nuovamente scoppiata,
combinando
qualche disastro. E... Annie non voglio che tu ti faccia illusioni,
loro sono
cacciatori e noi streghe, per quanto quei due siano sexy e sembrino
diversi,
non credo che possano essere la soluzione ai tuoi problemi.”
“...
e
oltretutto Dean odia le streghe... è stato sgradevole anche
con te?”
“Abbastanza...
ha dato di matto quando ho spiegato la storia del sangue misto dei
McKinley, i
draghi gli piacciono ancora meno delle streghe.”
“Beh...
non
ha torto, non sono esattamente gli esseri più amichevoli che
conosca.”
“Vero
ma i
McKinley non sono draghi, sono anche convinta che quella di sposare
vergini,
sia solo una loro fissa ormai...”
“Sai...
avrei anche potuto accettare l’idea del matrimonio
concordato... Edward è un
cretino, pomposo e con la puzza sotto il naso, ma... almeno
è carino. La storia
della concubina per una sola notte però... quella proprio
non posso
accettarla.”
“Lo
capisco
benissimo questo. Ascolta Annie, sei una bella ragazza e anche
intelligente,
saresti anche una grande strega, ma... se non impari a controllarti,
non avrai
speranze. Ci ho pensato molto in queste due ore e lasciarti indagare
con quei
due non mi piace, ma potrebbe essere un buon allenamento per te. Voglio
però,
che tu mi riferisca tutto quello che scoprite, io intanto
farò le mie indagini
da dietro le quinte.”
“Va
bene...”
“Annika,
è
pericolosa questa situazione. Cerca di rimanere concentrata e tienilo a
mente,
ok?”
“Sì
zia.”
“E...
tieni
lontani quei ragazzi dai McKinley...”
“Ma...
se
fossero loro quelli che stanno facendo tutto questo?”
“Non
credo
Annie, non piacciono neanche a me, ma... conosco Robert, se sa cosa
succede e
non ha detto nulla è perché sta indagando
personalmente per non creare panico
nella comunità.”
“...
e se
invece...”
“Annie,
tu
fai come ti dico io. Visitate i luoghi dei crimini, cercate
informazioni sugli
oggetti e poi... tu mi riferirai tutto quello che scoprite. “
“...
d’accordo.”
“Bene,
ora
vai da loro, credo abbiano già preparato le loro cose, io
chiamerò casa tua e
informerò del vostro arrivo.”
Non
avevo
mai visto mia zia così preoccupata, la conoscevo da quando
ero nata e sentivo
chiaramente che mi stava nascondendo qualcosa. Poteva anche essere solo
preoccupata per la situazione, però... il modo in cui mi
aveva detto di stare
lontana dai McKinley... era sospetto. Sapeva qualcosa su di loro,
qualcosa che
non voleva dirmi, sicuramene nulla di buono.
Appena
bussai alla camera dei ragazzi, Dean venne ad aprire, ponendo
l’accento col suo
sarcasmo sul poco piacere che provava nello starmi vicino.
“Sam,
è ora
di andare, è tornata la strega pazza e fuori
controllo.”
Il
fratello
non diede peso alle sue parole, si caricò in spalla le borse
e mi raggiunse
mentre Dean, prendeva la sua roba.
“Scusalo,
mio fratello è sempre un po’...”
“...
stronzo.”
“Sì,
anche
quello. Tua zia è una brava persona, avevi ragione, ci ha
dato molto
informazioni utili.”
“Non
ne
dubito...”
Evitai
di
chiedere se nelle informazioni utili erano comprese anche quelle su di
me,
anche se... ero curiosa di sapere cosa ne pensassero. Mia zia sosteneva
che non
c’era molto speranza, io però non ne ero ancora
convinta. Sam si stava
dimostrando estremamente gentile verso di me, il suo poteva essere un
interesse
puramente accademico naturalmente. Da quello che avevo capito, era la
prima
volta che incontrava un’embrava, la sua cordialità
però, mi faceva venire i
brividi, nel senso migliore del termine ovviamente.
“Le
chiavi?”
Dean
ci
aveva raggiunto, capii immediatamente la sua domanda. Non mi ero
dimenticata
della promessa.
“Le
ho alla
reception... l’auto è nel garage del motel...
piuttosto perché avete tanti
bagagli? Non mi sembrate dei fissati per la moda...”
“...
dentro
la maggior parte delle sacche ci sono i nostri... ferri del mestiere,
diciamo.
Non potevamo lasciarli in macchina, mentre veniva riparata.”
“Capisco...
e a proposito, visto che starete da me... chiederò a Daniel
di rimorchiare la
vostra auto nel mio garage, puoi ripararla lì a questo
punto. Non è proprio un’officina
ma... dovrebbe esserci tutto ciò che serve. Anche a mio
padre piaceva
sistemarsi la macchina da solo, prima almeno...”
“Prima
di
cosa?”
“Niente.
Solo... non ha più molto tempo per queste cose
ormai.”
La
verità
era un’altra, mio padre era cambiato da un po’ di
anni. Più o meno da quando
aveva capito che la sua unica figlia, non era capace di lanciare i
più semplici
incantesimi senza combinare disastri. Per anni aveva cercato di capire
il
perché i miei poteri fossero così fuori controllo
ma quando si era reso conto
che non c’era una causa vera e propria, aveva cominciato a
mutare. Tutto quello
che prima lo appassionava, era diventato superfluo e inutile, tutto il
suo
interesse si era concentrato nell’acquisire potere nel
circolo, in modo da
tenere alto il nome dei Green.
Passando
alla reception salutai mia zia e presi le chiavi dell’auto
che diedi
immediatamente a Dean. Prima che uscissimo, mia zia ci
fermò, più precisamente bloccò
i due ragazzi.
“Se
succede
qualcosa a mia nipote... non c’è posto abbastanza
lontano in cui possiate
nascondervi... ricordatevelo.”
“...
con
tutto il rispetto... signora... è più facile che
sia sua nipote a far fuori noi
due considerando che in ventiquattro ore, ha già attentato
alle nostre vite due
volte con la sua stupidità...”
Ok,
il tono
di Dean era sempre odioso ma non potevo dargli torto, tanto che,
nonostante gli
insulti sorrisi e mia zia fece lo stesso.
Arrivati
alla macchina e dopo che Dean la controllò fuori e dentro,
senza aver nulla da
dire sulle sue condizioni, finalmente partimmo. Mentre li guidavo verso
casa
mia, gli feci la domanda che mi girava in testa, da quando mia zia me
lo aveva
detto.
“Allora,
mi
spiegate come ha fatto Susan a convincervi a stare in casa mia durante
le
indagini?”
“...
ha
detto che sospetta che i prossimi colpiti possiate essere tu e la tua
famiglia... non te l’ha detto?”
“No,
ma...
perché?”
“Gli
oggetti
rubati, sono degli artefatti antichi secondo lei e in casa ne possedete
uno...
per essere precisi, tua madre possiede la terza piuma nera.
È tramandata da
generazioni nella sua famiglia.”
“Quindi
avevo ragione… le piume sono tre...
non
sbagliavo sulle Morrigan. E...se distruggiamo la piuma, abbiamo
già risolto il
caso, giusto?”
“Non
è cosi
facile, se sono artefatti legati a delle divinità,
potrebbero essere
indistruttibili. E in ogni caso dobbiamo trovare chi sta facendo tutto
questo,
anche se fermassimo il suo piano attuale, potrebbe trovare
un’altra strada.”
“Capisco...
quindi cosa intendete fare?”
“Sai
dove
potrebbe tenere la piuma tua madre?”
“Non
ne ho
idea... non sapevo neanche che avessi qualcosa di simile in casa. Se
è qualcosa
di prezioso però... potrebbe tenerla nella
cassaforte.”
“Va
bene, la
cercheremo, dobbiamo sorvegliarla, se tua zia ha ragione, potremmo
cogliere sul
fatto la strega che sta facendo tutto questo e... avendo accesso alla
casa, non
dovrebbe neanche essere troppo difficile.”
“Si
beh...
spero che abbiate buona memoria allora.”
“Perché?”
Indicai
la
casa verso cui ci dirigevamo, sempre che si potesse definirla tale, era
una
villa Vittoriana, ristrutturata e ampliata nel corso degli anni.
All’esterno,
c’era un ampio parco privato e la casa disposta su due piani,
più seminterrato,
misurava più di 2000mq.
“Benvenuti
a
casa mia.”
Entrambi
i
ragazzi si bloccarono per alcuni istanti guardando davanti a loro,
mentre il cancello
del parco si apriva elettronicamente per lasciarci passare. Mentre
superavamo
l’entrata, finalmente Dean riprese l’uso della
parola.
“Sei...
fottutamente ricca...”
“No,
mio
padre lo è. Può sembrare la stessa cosa ma non lo
è... non per me almeno. Ad
ogni modo se volete ficcanasare per la casa, è meglio se vi
accompagno, almeno
all’inizio. Sai Dean... non tutte le streghe abitano in
capanne in mezzo al
bosco.”
“Lo
vedo...
immagino che la magia aiuti anche a diventare ricchi...”
“Ci
risiamo... no, sbagli ancora. La mia famiglia, si è
arricchita nel tempo, i
miei avi erano tutte persone di un certo peso nella società
e... non grazie
alla magia.”
“Certo...
lasciamo stare.”
Ovviamente
Dean non mi credeva, scossi la testa e gli indicai, dove parcheggiare,
facendo
cadere il discorso.
Quando
scendemmo dall’auto, in pochi secondi mia nonna materna, ci
venne incontro.
Abitava nella dependance della casa da quando mio nonno era morto e mia
madre
non aveva voluto lasciarla sola. Era avanti con gli anni, ma era una
donna
forte e sveglia e insieme a mia zia, una delle mie poche sostenitrici.
“Annie
tesoro... eccoti finalmente, ha chiamato Susan e mi ha avvertito che
avremmo
avuto ospiti... suppongo che questi due bei ragazzi siano i suoi
amici... i due
wiccan di Detroit.”
“Ciao
nonna,
sì, loro sono Sam e Dean... Plant.”
“Molto
piacere di conoscervi, io sono Darla Morgan, la nonna di Annika...
benvenuti a
casa Green.”
Entrambi
i
ragazzi strinsero la mano di mia nonna, anche Dean si mostrò
più cortese di
quanto mi aspettassi da lui. Forse le donne anziane lo mettevano in
soggezione
o forse mia nonna non gli sembrava particolarmente pericolosa e... non
sapeva
quanto si sbagliasse. Questa però, lo conquistò
totalmente con poche parole,
non avrei mai immaginato che Dean avesse gusti molto simili ai miei sul
cibo.
“Venite
dentro ragazzi, potremmo chiacchierare davanti a una bella fetta di
crostata di
mele, intanto che i domestici preparano le vostre stanze.”
Gli
occhi di
Dean s’illuminarono a quelle parole, forse il detto che la
via per il cuore di
un uomo passa per lo stomaco, nel suo caso era vera. Annotai
mentalmente che la
torta di mele, sembrava notevolmente contrastare il suo astio verso le
streghe.
Mia
nonna mi
prese sotto braccio e mentre ci avviavamo verso casa, mi
sussurrò qualcosa
all’orecchio.
“Annie,
se
quei due sono dei wiccan, io sono la prima ballerina del Bolshoi. Dimmi
la
verità... è un altro dei tuoi tentativi di
mandare a monte il matrimonio,
vero?”
“Nonna...”
“Tesoro,
con
due così, io manderei a monte anche una decina di matrimoni,
soprattutto
considerando chi è il tuo futuro marito. Se vuoi, posso
preparare una delle mie
pozioni per darti una mano.”
“Nonna...”
“Oppure
posso stregarli per te.”
“Nonna...”
“Oh
andiamo Annika,
i matrimoni combinati erano fuori moda già ai miei tempi...
e poi non vorrai
mica dirmi che ti piace Edward? Avrà anche il nome di quel
vampiro della tv che
piace tanto a voi ragazze, ma... è un McKinley... tu meriti
di meglio. Tuo
padre, è uno stupido, avrai il suo cognome, ma tu sei una
Morgan e noi non
siamo fatte per fare da tappezzeria. Allora dimmi quale dei due
preferisci?
Quello alto come una montagna che se le proporzioni hanno ancora senso,
potrebbe rivelare una bella sorpresa… oppure il biondino?
Dà l’impressione di
essere uno piuttosto esperto con le donne.”
“Nonna,
sei
unica... ma... non credo sia il caso stregarli o fargli bere qualche
intruglio
dei tuoi. Però, hai ragione... non sono wiccan, sono... solo
amici. Ma, il
resto è un mio problema, ok? Se papà ti sentisse
parlare così, ti
rinchiuderebbe in qualche ospizio per vecchie streghe con malattie
mentali.”
“E...
sarebbe meglio che continuare a vivere sotto lo stesso tetto di quel
caprone di
mio genero. Ancora adesso mi chiedo che abbia visto tua madre in
lui...”
Sorrisi
più
a me stessa che a mia nonna. Nessuno in casa era riuscito a far
cambiare idea a
mio padre, anche se ci avevamo provato, l’unica che poteva
mettere un freno a
questa follia ero io. Era il mio futuro quello in gioco.
Quando
mi
voltai per vedere se i ragazzi ci stavano ancora seguendo, notai che
anche loro
stavano discutendo animatamente. Mi chiesi di cosa ovviamente, anche se
non mi
osai mai chiederlo. L’avrei scoperto solo molto
più avanti e avrei capito anche
perché Dean, sembrava sempre così seccato in mia
presenza.
Dopo
la
torta, approfittammo del fatto che mia nonna si era messa a guardare la
tv, per
infilarci immediatamente in biblioteca, dove fu Sam quello a rimanere a
bocca
aperta. Non avevo scherzato dicendo che poteva far concorrenza a quella
vaticana. Occupava entrambi i piani della casa, con scaffali altissimi
disposti
in file ordinate e catalogate per argomento.
“Abbiamo
qualche ora... mio padre e mia madre torneranno per cena. Se per voi va
bene,
farei così: Sam, tu potresti fare le tue ricerche qui,
mentre io accompagno
Dean, in un giro della casa, in modo che impari a muoversi almeno lui.
Se
dobbiamo trovare questa piuma, faremo prima dividendoci, non credo che
mia
madre l’abbia lasciata in bella vista da qualche
parte.”
“Per
me va
bene... questa biblioteca è fantastica... e anche ordinata.
Non dovrebbe
essermi difficile trovare ciò che cerco.”
“Sì,
solo... non toccare
i libri nelle teche
di cristallo. Sono... protette magicamente, solo una strega
può aprirle. Se ne
vedi qualcuno che t’interessa, segnatelo e quando torno, ci
penso io. O... chiamo
mia nonna... forse è meglio effettivamente.”
“Perfetto.”
“Dean,
vogliamo andare?”
“...
non
vedo l’ora, questo posto puzza di noia e
tristezza...”
“Finalmente
capisco cosa intendeva Sam, dicendo che le ricerche sono il suo
campo. Seguimi.”
Decisi di cominciare il giro della casa dalle stanze per gli ospiti, in modo che potesse memorizzare la strada, dalle camere che avrebbero occupato lui e suo fratello. E naturalmente... come seconda cosa, gli mostrai dov’era la mia stanza e non solo per potermi chiamare se avevano bisogno di me, e questo lo capì anche lui...
________________
Note dell'autrice: Mi scuso per il ritardo, purtroppo senza il portatile sono molto più lenta a scrivere. Probabilmente la storia subirà ancora slittamenti a causa di tutto ciò.Sul capitolo: fin'ora abbiamo solo conosciuto un po meglio zia Susan, che come molti noteranno si pone verso Annika come un amadre quasi. E abbiamo avuto un breve incontro con nonna Morgan, che tornerà presto. Come si è capito, Annika assomiglia molto a lei caratterialmente, sopratutto nei gusti sugli uomini e la vedremo ancora nel prossimo capitolo, insieme anche ai signori Green. Sopratutto vedremo Annika e i ragazzi, cominciare a districarsi nel caso e qualcuno tramare nell'ombra.
Un saluto a tutti.
Shanax