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Autore: Shanax    18/01/2014    2 recensioni
Questa storia racconta alcuni casi sovrannaturali vissuti da Annika Green con i fratelli Winchester e il loro angelo Castiel.
Annika è una strega di venticinque anni, con alcuni piccolissimi problemi, che però renderanno la vita dei Winchester davvero complicata, molto più del solito.
Genere: Commedia, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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I McKinley, quel cognome girava nella mia testa da minuti ormai. La mia avversione verso la famiglia del mio futuro ‘marito’ forse accentuava i miei sospetti su di loro, ma... non sarebbe stata la prima volta che la loro sete di potere li portava a violare leggi della congrega. Era noto a tutti che mantenevano il loro ruolo di alti stregoni solo grazie al loro lignaggio e al sangue di drago che scorreva nelle vene. Questo però negli anni, aveva indebolito sempre di più i loro poteri, era quindi possibile che volessero riconquistare gli antichi fasti, grazie a qualche vecchio rituale. Questo era anche un buon motivo, per tenere gli omicidi sotto una cupola di silenzio.

 

“Credo di avere già qualche idea su chi si cela dietro la banda dell’omega, prima di confermare i miei sospetti però, devo fare alcune ricerche. Devo andare a casa... ma prima ancora, devo sistemare il caos qui dentro. Quando mia zia tornerà, è meglio che gli parli da sola, non so come reagirebbe alla presenza di due cacciatori.”

“D’accordo, non sono ansioso di aver a che fare con altre streghe, soprattutto tue parenti. Noi andremo in camera a lavorare al caso. Cas, tu facci sapere se scopri qualcos’altro.”

“Se scoprirò altro, sarete i primi a saperlo.”

 

Quando l’angelo scomparve, sentii un lieve rumore, come un fruscio d’ali e lo svolazzare del trench. Prima di seguire il fratello, Sam si avvicinò a me.

 

“Possiamo darti una mano a sistemare qui?”

“Ah... grazie, sei gentile, ma... è meglio di no. I miei problemi con la magia non riguardano solo gli scoppi emotivi, anche quando la uso consapevolmente, tendo a combinare disastri. È meglio se vi allontanate mentre cerco di risistemare qui... per il vostro bene.”

“D’accordo, senti... quando vai casa, credi potremmo venire con te?”

“?”

“Hai detto che tuo padre possiede una libreria ben fornita, visto quello che hai detto su questi Dei e rituali, mi piacerebbe saperne di più. Potrei anche aiutarti nelle ricerche se mi spieghi cosa hai in mente, quello è sicuramente il mio campo.”

 

Squadrai un momento il ragazzo, e poi suo fratello che stava sbuffando.

 

“Mh... non lo so, come ti ho detto mio padre non ama i cacciatori, se dovesse scoprire chi siete non sarebbe molto contento.”

“Saremo discreti, potremmo presentarci come dei wiccan.”

“Potrebbe funzionare, ma... chiederò a mia zia di reggere il gioco è meglio se oltre a wiccan, vi presento come suoi amici... ho anche la scusa giusta per farvi essere qui.”

“E sarebbe?”

“Ne parleremo dopo... ora è meglio se vai, tuo fratello continua a guardarmi male. Credo tema che io possa incenerirti per errore.”

 

Sam si voltò verso di lui, poi mi sorrise prima di andarsene, riducendo di nuovo drasticamente il mio contatto con la realtà.

Sospirai e dopo aver liberato la porta, usando nuovamente la levitazione sui calcinacci che la bloccavano, li guardai uscire e li seguii fin quando non imboccarono il corridoio che portava alle camere.

 

Quando mi voltai per studiare cosa fare per sistemare il bar, mi lasciai prendere dallo sconforto. Potevo rimuovere le macerie, e ripulire ma non sapevo proprio come riparare ai danni sul soffitto e sul muro.

Mia zia naturalmente avrebbe risistemato il resto, ma... per una volta sola avrei voluto dimostrare a lei e anche a me stessa di potercela fare.  Lo volevo davvero, anche perché convincerla a collaborare con dei cacciatori, non sarebbe stato facile. Se avesse visto la mia determinazione però... forse c’era qualche possibilità in più.

 

Mi misi al lavoro, cercando di prestare la massima attenzione a ogni mossa che facevo e quando finii, il bar era ancora uno scempio ed io sembravo appena uscita da una catacomba. Mia zia arrivò proprio mentre andavo a ripulirmi, stavo per entrare nella mia stanza quando la sua voce mi raggiunse.

 

“Annie tesoro, sono qui, com’è... oddio... come sei ridotta, cos’è successo?”

“Ciao zia...”

“Annie... stai bene?”

“Si zia ma... beh il bar ha bisogno di una sistemata più accurata e... devo parlarti. Lasciami solo darmi una rifrescata... ne ho bisogno, oggi più che mai.”

“Annie...”

“Ne parliamo tra dieci minuti, tu sistema il bar prima che gli ospiti si alzino.”

 

Non volevo esserci quando mia zia avesse visto il disastro della sala, l’unica consolazione era che aveva colpito solo quella stanza, non volevo pensare a cosa sarebbe successo se avesse ridotto nello stesso modo l’intero motel.

Dopo essermi lavata e cambiata, raggiunsi Susan, aveva lo sguardo stanco ma nonostante tutto mi sorrise. Nel bar era tornato tutto a posto e sembrava non fosse mai successo nulla.

 

“Com’è successo?”

“Beh... abbiamo altri due ospiti al motel e... siediti, è meglio che tu non sia in piedi mentre ti racconto tutto.”

 

Partii con una descrizione minuziosa degli eventi sin da quando lei era uscita la sera prima a questa mattina. Mia zia ascoltò tutto interrompendomi più volte preoccupata, sospirando e dandomi anche della pazza. Non potevo negare che forse un po’ lo ero, non sapevo nulla di questi ragazzi eppure sentivo che stavo facendo la cosa giusta.

 

“Annie... sono cacciatori… sei impazzita?”

“Zia, avrebbero potuto uccidermi... eppure sono qui.”

“Ti hanno legata e minacciata...”

“Poi, però mi hanno lasciato andare... e ciò su cui stanno lavorando ci mette più in pericolo di quanto lo facciano loro. Zia... hanno anche un angelo dalla loro parte... te ne rendi conto? Un angelo...”

“... e da come hai descritto questo... angelo, sembra tutto tranne che un esponente del paradiso...”

“Lo so ma... non credo mentisse. Anche se... è davvero sexy e...”

“Immagino il resto. Annie, dovremmo comunicare la loro presenza alle altre streghe, non aiutarli...”

 

Sapevo che mia zia aveva ragione, la stavo mettendo in guai seri, se qualcuno avesse scoperto che aiutava dei cacciatori l’avrebbero come minimo bandita dalla congrega. Per me al massimo ci sarebbe stato l’annullamento del matrimonio e non potevo dire che mi dispiacesse l’idea. Lei era quello che aveva più da perdere, ma... doveva fidarsi di me questa volta. Sin da quando avevo incontrato al bar questi ragazzi, avevo avuto la sensazione che avrebbero cambiato la mia vita, ora ne ero sicura.

 

“Zia, gli omicidi… il caso su cui lavorano... ascoltali almeno. Secondo me il vero pericolo al momento risiede fuori di qui.”

“D’accordo... li ascolterò, e poi sono curiosa di vedere da vicino questi due... come li hai chiamati prima? Ah sì, miracoli di bellezza e sensualità, assicurarmi solo che il tuo problema non c’entra nulla col volerli aiutare.”

“Beh... un pochino forse... ma solo in maniera secondaria... io...”

“Oh Annie. Quindi... vuoi aiutarli e speri anche in uno slancio di gratitudine uno di loro risolva anche il tuo problema.”

“Sì beh... non mi dispiacerebbe. Dubito però che succederà, uno di loro non è proprio al settimo cielo al pensiero di lavorare con una strega.”

“Beh, se ti consola neanch’io lo sono, i cacciatori hanno una pessima fama da queste parti... ad ogni modo andiamo a conoscerli. Vediamo se a parlare sono stati solo i tuoi ormoni impazziti o c’è davvero questo fantomatico caso. Dopo deciderò, cosa fare.”

 

Portai mia zia verso la loro camera, anche lei notò subito che era accanto agli alloggi del personale e non ci mise molto a farmelo notare.

 

“Ormoni... sicuramente ormoni...”

“Susan, per favore. Ci ha già pensato l’angelo a farmi vergognare dicendo a tutti che sono vergine. Ti prego non mettertici anche tu.”

“... non hai nulla di cui vergognarti, essere vergini non è un peccato.”

“Già... se io ci tenessi particolarmente... ma sappiamo tutte e due che non è così. Se fosse per me, probabilmente non lo sarei più da almeno sette o otto anni.”

“Dai, bussa e vediamo da vicino questi cacciatori che ti stanno facendo impazzire."

 

Lanciai una seconda occhiataccia a mia zia prima di bussare alla loro camera, pochi istanti dopo la porta si aprì e mi ritrovai davanti Dean. Dopo avermi osservato, sempre in quella maniera seccata e un po’ arrogante, si scostò per lasciarci entrare.

 

Sam era seduto al tavolino per la colazione, sotto la finestra, davanti a lui era aperto un portatile e appena entrammo abbasso lo schermo, celando ciò che stava facendo.

 

Mentre mia zia era intenta a squadrarli e dal suo sguardo si capiva perfettamente che anche lei non era del tutto immune al loro fascino, io feci le presentazioni.

 

“Zia, loro sono Dean e Sam Winchester. Lei è mia zia Susan, non è ancora convinta del tutto... prima vuole avere un resoconto completo dei fatti...”

“Fantastico... quindi quelli sotto esame adesso siamo noi?”

 

Dean sapeva essere irritante anche senza insultarmi, bastava il suo tono di voce per farmi perdere le staffe. Fu mia zia a rispondergli e sembrava molto più seccata di me, dal tono che usò.

 

“Tu non ti fidi di noi, quindi perché dovrei fidarmi di te sulla parola? In ogni caso devo saperne di più, anche se dovessi decidere di aiutarvi. Se mia nipote non avesse garantito per voi, vi assicuro che a quest’ora avreste già metà congrega addosso, ma... le ho promesso di ascoltarvi. Quindi parliamo.”

“Scusi mio fratello, signora... lei ha ragione, anche se pensavo che Annika le avesse già spiegato cosa sta succedendo.”

“Qualcosa ma... aspettate. Annika, torna di là, aspetta Barbara e occupati degli ospiti se dovessero alzarsi. Io farò una bella chiacchierata con mister simpatia e suo fratello.”

“Ma...”

“Va Annie.”

 

Ero abituata a essere ancora trattata come una bambina, anche da mia zia, per quanto mi capisse, lo faceva sovente. Il perché? Semplice, sempre a causa dei miei poteri, non li controllavo proprio come i bambini, quindi mi trattavano come tale.

Discutere era inutile, mia zia era accondiscendete con me il più delle volte ma la conoscevo abbastanza da sapere che quando usava quel tono, era definitivo.

Delusa uscii e mi sedetti alla reception, continuando a rimuginare sul perché non voleva che ascoltassi quello che si sarebbero detti.

Mia zia mi raggiunse quasi due ore, era scura in volto ma sembrava rassegnata...

 

“Allora?”

 

Mia zia scrollo le spalle stancamente, mi alzai e lasciai che si sedesse al mio posto.

 

“Barbara dov’è?”

“Sta risistemando le camere, gli ospiti sono andati via mezz’ora fa. Ora vuoi rispondermi?”

“... avevi ragione, quello che sta succedendo è strano. Non sapevo della morte di Demetra, di Jessica e di Vincent Gray. È tutto molto sospetto, dovrò chiedere spiegazioni a Robert.”

“Zia, non parlargli di Sam e Dean...”
“Non lo farò, ma... loro verranno a casa tua, questa storia mi preoccupa, voglio che tu e mia sorella siate al sicuro. E anche se normalmente non chiederei mai l’aiuto dei cacciatori, in questo specifico caso, credo sia meglio. Non posso fidarmi di altre streghe del circolo finche non scopriamo cosa c’è sotto. Loro li presenteremo come hai suggerito tu, due wiccan di Detroit, amici miei... qui per assistere al... tuo matrimonio.”

 

Spalancai gli occhi, fissando mia zia a bocca aperta, l’aveva sicuramente detto ai ragazzi...

 

“Susan... non...”

“L’avrebbero comunque scoperto poiché staranno in casa tua. E... gli ho spiegato tutto, per questo non volevo che ascoltassi, saresti nuovamente scoppiata, combinando qualche disastro. E... Annie non voglio che tu ti faccia illusioni, loro sono cacciatori e noi streghe, per quanto quei due siano sexy e sembrino diversi, non credo che possano essere la soluzione ai tuoi problemi.”

“... e oltretutto Dean odia le streghe... è stato sgradevole anche con te?”

“Abbastanza... ha dato di matto quando ho spiegato la storia del sangue misto dei McKinley, i draghi gli piacciono ancora meno delle streghe.”

“Beh... non ha torto, non sono esattamente gli esseri più amichevoli che conosca.”

“Vero ma i McKinley non sono draghi, sono anche convinta che quella di sposare vergini, sia solo una loro fissa ormai...”

“Sai... avrei anche potuto accettare l’idea del matrimonio concordato... Edward è un cretino, pomposo e con la puzza sotto il naso, ma... almeno è carino. La storia della concubina per una sola notte però... quella proprio non posso accettarla.”

“Lo capisco benissimo questo. Ascolta Annie, sei una bella ragazza e anche intelligente, saresti anche una grande strega, ma... se non impari a controllarti, non avrai speranze. Ci ho pensato molto in queste due ore e lasciarti indagare con quei due non mi piace, ma potrebbe essere un buon allenamento per te. Voglio però, che tu mi riferisca tutto quello che scoprite, io intanto farò le mie indagini da dietro le quinte.”

“Va bene...”

“Annika, è pericolosa questa situazione. Cerca di rimanere concentrata e tienilo a mente, ok?”

“Sì zia.”

“E... tieni lontani quei ragazzi dai McKinley...”

“Ma... se fossero loro quelli che stanno facendo tutto questo?”

“Non credo Annie, non piacciono neanche a me, ma... conosco Robert, se sa cosa succede e non ha detto nulla è perché sta indagando personalmente per non creare panico nella comunità.”

“... e se invece...”

“Annie, tu fai come ti dico io. Visitate i luoghi dei crimini, cercate informazioni sugli oggetti e poi... tu mi riferirai tutto quello che scoprite. “

“... d’accordo.”

“Bene, ora vai da loro, credo abbiano già preparato le loro cose, io chiamerò casa tua e informerò del vostro arrivo.”

 

Non avevo mai visto mia zia così preoccupata, la conoscevo da quando ero nata e sentivo chiaramente che mi stava nascondendo qualcosa. Poteva anche essere solo preoccupata per la situazione, però... il modo in cui mi aveva detto di stare lontana dai McKinley... era sospetto. Sapeva qualcosa su di loro, qualcosa che non voleva dirmi, sicuramene nulla di buono.

 

Appena bussai alla camera dei ragazzi, Dean venne ad aprire, ponendo l’accento col suo sarcasmo sul poco piacere che provava nello starmi vicino.

 

“Sam, è ora di andare, è tornata la strega pazza e fuori controllo.”

 

Il fratello non diede peso alle sue parole, si caricò in spalla le borse e mi raggiunse mentre Dean, prendeva la sua roba.

 

“Scusalo, mio fratello è sempre un po’...”

“... stronzo.”

“Sì, anche quello. Tua zia è una brava persona, avevi ragione, ci ha dato molto informazioni utili.”

“Non ne dubito...”

 

Evitai di chiedere se nelle informazioni utili erano comprese anche quelle su di me, anche se... ero curiosa di sapere cosa ne pensassero. Mia zia sosteneva che non c’era molto speranza, io però non ne ero ancora convinta. Sam si stava dimostrando estremamente gentile verso di me, il suo poteva essere un interesse puramente accademico naturalmente. Da quello che avevo capito, era la prima volta che incontrava un’embrava, la sua cordialità però, mi faceva venire i brividi, nel senso migliore del termine ovviamente.

 

“Le chiavi?”

 

Dean ci aveva raggiunto, capii immediatamente la sua domanda. Non mi ero dimenticata della promessa.

 

“Le ho alla reception... l’auto è nel garage del motel... piuttosto perché avete tanti bagagli? Non mi sembrate dei fissati per la moda...”

“... dentro la maggior parte delle sacche ci sono i nostri... ferri del mestiere, diciamo. Non potevamo lasciarli in macchina, mentre veniva riparata.”

“Capisco... e a proposito, visto che starete da me... chiederò a Daniel di rimorchiare la vostra auto nel mio garage, puoi ripararla lì a questo punto. Non è proprio un’officina ma... dovrebbe esserci tutto ciò che serve. Anche a mio padre piaceva sistemarsi la macchina da solo, prima almeno...”

“Prima di cosa?”

“Niente. Solo... non ha più molto tempo per queste cose ormai.”

 

La verità era un’altra, mio padre era cambiato da un po’ di anni. Più o meno da quando aveva capito che la sua unica figlia, non era capace di lanciare i più semplici incantesimi senza combinare disastri. Per anni aveva cercato di capire il perché i miei poteri fossero così fuori controllo ma quando si era reso conto che non c’era una causa vera e propria, aveva cominciato a mutare. Tutto quello che prima lo appassionava, era diventato superfluo e inutile, tutto il suo interesse si era concentrato nell’acquisire potere nel circolo, in modo da tenere alto il nome dei Green.

 

Passando alla reception salutai mia zia e presi le chiavi dell’auto che diedi immediatamente a Dean. Prima che uscissimo, mia zia ci fermò, più precisamente bloccò i due ragazzi.

 

“Se succede qualcosa a mia nipote... non c’è posto abbastanza lontano in cui possiate nascondervi... ricordatevelo.”

“... con tutto il rispetto... signora... è più facile che sia sua nipote a far fuori noi due considerando che in ventiquattro ore, ha già attentato alle nostre vite due volte con la sua stupidità...”

 

Ok, il tono di Dean era sempre odioso ma non potevo dargli torto, tanto che, nonostante gli insulti sorrisi e mia zia fece lo stesso.

 

Arrivati alla macchina e dopo che Dean la controllò fuori e dentro, senza aver nulla da dire sulle sue condizioni, finalmente partimmo. Mentre li guidavo verso casa mia, gli feci la domanda che mi girava in testa, da quando mia zia me lo aveva detto.

 

“Allora, mi spiegate come ha fatto Susan a convincervi a stare in casa mia durante le indagini?”

“... ha detto che sospetta che i prossimi colpiti possiate essere tu e la tua famiglia... non te l’ha detto?”

“No, ma... perché?”

“Gli oggetti rubati, sono degli artefatti antichi secondo lei e in casa ne possedete uno... per essere precisi, tua madre possiede la terza piuma nera. È tramandata da generazioni nella sua famiglia.”

“Quindi avevo ragione… le piume sono tre...  non sbagliavo sulle Morrigan. E...se distruggiamo la piuma, abbiamo già risolto il caso, giusto?”

“Non è cosi facile, se sono artefatti legati a delle divinità, potrebbero essere indistruttibili. E in ogni caso dobbiamo trovare chi sta facendo tutto questo, anche se fermassimo il suo piano attuale, potrebbe trovare un’altra strada.”

“Capisco... quindi cosa intendete fare?”

“Sai dove potrebbe tenere la piuma tua madre?”

“Non ne ho idea... non sapevo neanche che avessi qualcosa di simile in casa. Se è qualcosa di prezioso però... potrebbe tenerla nella cassaforte.”

“Va bene, la cercheremo, dobbiamo sorvegliarla, se tua zia ha ragione, potremmo cogliere sul fatto la strega che sta facendo tutto questo e... avendo accesso alla casa, non dovrebbe neanche essere troppo difficile.”

“Si beh... spero che abbiate buona memoria allora.”

“Perché?”

 

Indicai la casa verso cui ci dirigevamo, sempre che si potesse definirla tale, era una villa Vittoriana, ristrutturata e ampliata nel corso degli anni. All’esterno, c’era un ampio parco privato e la casa disposta su due piani, più seminterrato, misurava più di 2000mq.

 

“Benvenuti a casa mia.”

 

Entrambi i ragazzi si bloccarono per alcuni istanti guardando davanti a loro, mentre il cancello del parco si apriva elettronicamente per lasciarci passare. Mentre superavamo l’entrata, finalmente Dean riprese l’uso della parola.

 

“Sei... fottutamente ricca...”

“No, mio padre lo è. Può sembrare la stessa cosa ma non lo è... non per me almeno. Ad ogni modo se volete ficcanasare per la casa, è meglio se vi accompagno, almeno all’inizio. Sai Dean... non tutte le streghe abitano in capanne in mezzo al bosco.”

“Lo vedo... immagino che la magia aiuti anche a diventare ricchi...”

“Ci risiamo... no, sbagli ancora. La mia famiglia, si è arricchita nel tempo, i miei avi erano tutte persone di un certo peso nella società e... non grazie alla magia.”

“Certo... lasciamo stare.”

 

Ovviamente Dean non mi credeva, scossi la testa e gli indicai, dove parcheggiare, facendo cadere il discorso.

 

Quando scendemmo dall’auto, in pochi secondi mia nonna materna, ci venne incontro. Abitava nella dependance della casa da quando mio nonno era morto e mia madre non aveva voluto lasciarla sola. Era avanti con gli anni, ma era una donna forte e sveglia e insieme a mia zia, una delle mie poche sostenitrici.

 

“Annie tesoro... eccoti finalmente, ha chiamato Susan e mi ha avvertito che avremmo avuto ospiti... suppongo che questi due bei ragazzi siano i suoi amici... i due wiccan di Detroit.”

“Ciao nonna, sì, loro sono Sam e Dean... Plant.”

“Molto piacere di conoscervi, io sono Darla Morgan, la nonna di Annika... benvenuti a casa Green.”

 

Entrambi i ragazzi strinsero la mano di mia nonna, anche Dean si mostrò più cortese di quanto mi aspettassi da lui. Forse le donne anziane lo mettevano in soggezione o forse mia nonna non gli sembrava particolarmente pericolosa e... non sapeva quanto si sbagliasse. Questa però, lo conquistò totalmente con poche parole, non avrei mai immaginato che Dean avesse gusti molto simili ai miei sul cibo.

 

“Venite dentro ragazzi, potremmo chiacchierare davanti a una bella fetta di crostata di mele, intanto che i domestici preparano le vostre stanze.”

 

Gli occhi di Dean s’illuminarono a quelle parole, forse il detto che la via per il cuore di un uomo passa per lo stomaco, nel suo caso era vera. Annotai mentalmente che la torta di mele, sembrava notevolmente contrastare il suo astio verso le streghe.

 

Mia nonna mi prese sotto braccio e mentre ci avviavamo verso casa, mi sussurrò qualcosa all’orecchio.

 

“Annie, se quei due sono dei wiccan, io sono la prima ballerina del Bolshoi. Dimmi la verità... è un altro dei tuoi tentativi di mandare a monte il matrimonio, vero?”

“Nonna...”

“Tesoro, con due così, io manderei a monte anche una decina di matrimoni, soprattutto considerando chi è il tuo futuro marito. Se vuoi, posso preparare una delle mie pozioni per darti una mano.”

“Nonna...”

“Oppure posso stregarli per te.”

“Nonna...”

“Oh andiamo Annika, i matrimoni combinati erano fuori moda già ai miei tempi... e poi non vorrai mica dirmi che ti piace Edward? Avrà anche il nome di quel vampiro della tv che piace tanto a voi ragazze, ma... è un McKinley... tu meriti di meglio. Tuo padre, è uno stupido, avrai il suo cognome, ma tu sei una Morgan e noi non siamo fatte per fare da tappezzeria. Allora dimmi quale dei due preferisci? Quello alto come una montagna che se le proporzioni hanno ancora senso, potrebbe rivelare una bella sorpresa… oppure il biondino? Dà l’impressione di essere uno piuttosto esperto con le donne.”

“Nonna, sei unica... ma... non credo sia il caso stregarli o fargli bere qualche intruglio dei tuoi. Però, hai ragione... non sono wiccan, sono... solo amici. Ma, il resto è un mio problema, ok? Se papà ti sentisse parlare così, ti rinchiuderebbe in qualche ospizio per vecchie streghe con malattie mentali.”

“E... sarebbe meglio che continuare a vivere sotto lo stesso tetto di quel caprone di mio genero. Ancora adesso mi chiedo che abbia visto tua madre in lui...”

 

Sorrisi più a me stessa che a mia nonna. Nessuno in casa era riuscito a far cambiare idea a mio padre, anche se ci avevamo provato, l’unica che poteva mettere un freno a questa follia ero io. Era il mio futuro quello in gioco.

Quando mi voltai per vedere se i ragazzi ci stavano ancora seguendo, notai che anche loro stavano discutendo animatamente. Mi chiesi di cosa ovviamente, anche se non mi osai mai chiederlo. L’avrei scoperto solo molto più avanti e avrei capito anche perché Dean, sembrava sempre così seccato in mia presenza.

 

Dopo la torta, approfittammo del fatto che mia nonna si era messa a guardare la tv, per infilarci immediatamente in biblioteca, dove fu Sam quello a rimanere a bocca aperta. Non avevo scherzato dicendo che poteva far concorrenza a quella vaticana. Occupava entrambi i piani della casa, con scaffali altissimi disposti in file ordinate e catalogate per argomento.

 

“Abbiamo qualche ora... mio padre e mia madre torneranno per cena. Se per voi va bene, farei così: Sam, tu potresti fare le tue ricerche qui, mentre io accompagno Dean, in un giro della casa, in modo che impari a muoversi almeno lui. Se dobbiamo trovare questa piuma, faremo prima dividendoci, non credo che mia madre l’abbia lasciata in bella vista da qualche parte.”

“Per me va bene... questa biblioteca è fantastica... e anche ordinata. Non dovrebbe essermi difficile trovare ciò che cerco.”

“Sì, solo...  non toccare i libri nelle teche di cristallo. Sono... protette magicamente, solo una strega può aprirle. Se ne vedi qualcuno che t’interessa, segnatelo e quando torno, ci penso io. O... chiamo mia nonna... forse è meglio effettivamente.”

“Perfetto.”

“Dean, vogliamo andare?”

“... non vedo l’ora, questo posto puzza di noia e tristezza...”

“Finalmente capisco cosa intendeva Sam, dicendo che le ricerche sono il suo campo. Seguimi.”

 

Decisi di cominciare il giro della casa dalle stanze per gli ospiti, in modo che potesse memorizzare la strada, dalle camere che avrebbero occupato lui e suo fratello. E naturalmente... come seconda cosa, gli mostrai dov’era la mia stanza e non solo per potermi chiamare se avevano bisogno di me, e questo lo capì anche lui...

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Note dell'autrice: Mi scuso per il ritardo, purtroppo senza il portatile sono molto più lenta a scrivere. Probabilmente la storia subirà ancora slittamenti a causa di tutto ciò.

Sul capitolo: fin'ora abbiamo solo conosciuto un po meglio zia Susan, che come molti noteranno si pone verso Annika come un amadre quasi. E abbiamo avuto un breve incontro con nonna Morgan, che tornerà presto. Come si è capito, Annika assomiglia molto a lei caratterialmente, sopratutto nei gusti sugli uomini e la vedremo ancora nel prossimo capitolo, insieme anche ai signori Green. Sopratutto vedremo Annika e i ragazzi, cominciare a districarsi nel caso e qualcuno tramare nell'ombra.

Un saluto a tutti.

Shanax
  
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