Un
oggetto dorato
luccicava proprio sopra di lui. Era il Boccino! Cercò di
afferrarlo, ma si
sentiva le braccia troppo pesanti.
Sbatté di nuovo le
palpebre. Lentamente, come attraverso una bruma, mise a fuoco il volto
sorridente di Albus Silente.
«Buon pomeriggio, Harry»
disse questi.
Harry lo guardò con tanto
d'occhi. Poi recuperò la memoria: «Signor
direttore! La Pietra! È stato Raptor!
Adesso ce l'ha lui! Bisogna far presto, signore... E Metis e Gideon!
Sono in
pericolo!»
«Calmati, caro figliolo,
sei rimasto un po' indietro con gli avvenimenti.» disse
Silente «La Pietra non
ce l'ha affatto Raptor, e tua sorella e il giovane Black sono al
sicuro. Se ti
giri lo puoi vedere da te.»
Harry fece come dettogli
dal preside e fu con un sollievo che vide i due sani e salvi. Si rese
conto di
essere nell'infermeria del castello e sospirò forte prima di
rivolgersi
nuovamente al preside.
«E allora chi? Signore,
io...»
«Harry ti prego di
calmarti, altrimenti Madama Chips mi farà buttare
fuori.»
Harry deglutì e vide che
sul comodino accanto al suo letto sembrava fosse stato trasferito un
intero
negozio di dolciumi. Lanciò uno sguardo a Metis e Gideon e
vide che anche i
loro comodini erano stracolmi di cibarie.
«Quelli sono pegni di
affetto dei vostri amici e ammiratori.» disse Silente
illuminandosi in volto «Quel
che è accaduto giù nei sotterranei tra voi e il
professor Raptor è
segretissimo, quindi naturalmente tutta la scuola ne è al
corrente. Credo che i
tuoi amici Fred e George Weasley abbiano cercato di mandarti la
tavoletta di
una tazza del gabinetto: devono aver creduto che ti saresti divertito.
Ma
Madama Chips non l'ha giudicata una cosa molto igienica, e quindi l'ha
confiscata.»
«Da quanto tempo siamo
qui?»
«Tre giorni. Mr Ronald
Weasley e Miss Granger saranno molto sollevati di sapere che hai
ripreso i
sensi. Erano preoccupatissimi. E scommetto che lo saranno ancora di
più quando
sapranno che anche Metis e Gideon si sono ripresi.»
Harry lo guardò stranito
prima di sentire con un sorriso le voci dei due.
«Salve, signore.» dissero
Metis e Gideon in coro sorridendo e smettendola di fingersi
addormentati.
«Quindi, la Pietra: Il
professor Raptor non è riuscito a portarvela via. Sono
arrivato in tempo per
impedirlo, anche se devo ammettere che ve la stavate cavando molto bene
anche
da soli. Sono arrivato giusto in tempo per togliere te e tua sorella di
mano a
Raptor... Ho temuto di essere arrivato troppo tardi.»
«C'è mancato poco. Non ce
l'avremmo fatta a lungo a tenerlo lontano dalla Pietra...»
commentò Metis.
«Non dalla Pietra, ragazza,
da voi! Lo sforzo che avete fatto per poco non vi è costata
la vita. Per un
orribile momento, ho temuto che fosse così. Quanto alla
Pietra, è andata
distrutta.»
«Distrutta?» ripeté
Gideon come inebetito «Ma il suo amico, Nicolas
Flamel...»
«Ah, sai di Nicolas?»
disse Silente con un tono di voce che sembrava deliziato
«Avete fatto proprio
le cose per bene, eh? Be', Nicolas e io abbiamo fatto due chiacchiere,
e
abbiamo deciso che era la cosa migliore.»
«Ma questo significa che
lui e sua moglie moriranno, non è così?»
«Dispongono di una
quantità sufficiente di Elisir per sistemare i loro affari,
dopodiché... ebbene
sì, moriranno.»
Harry, steso a letto,
sembrava aver perso la parola così come gli altri due.
Silente canticchiò un
motivetto e sorrise guardando il soffitto.
«Signore?» disse Metis «Stavo
pensando... Ehm, anche se la Pietra non c'è più,
Vol... voglio dire,
Lei-Sa-Chi...»
«Chiamalo pure Voldemort,
Metis. Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del
nome non
fa che aumentare la paura della cosa stessa.»
«D'accordo, signore.
Dicevo, Voldemort cercherà qualche altro modo per tornare,
non è vero? Voglio
dire, non se n'è mica andato per sempre, no?»
«No, Metis, non se n'è
andato per sempre. È ancora là fuori, da qualche
parte, forse in cerca di un
altro corpo da abitare... Visto che non è veramente vivo,
è impossibile
ucciderlo. Ha lasciato morire Raptor: ha tanta poca compassione per i
seguaci
quanto per i nemici. Comunque, Metis, se tu e tuo fratello avete
ritardato il
suo ritorno al potere, la prossima volta ci vorrà
semplicemente qualcun altro
che sia in grado di sostenere quella che sembra una battaglia persa...
Ma se il
suo desiderio di potere continuerà a venire ostacolato,
forse non lo
riconquisterà mai più.»
Metis annuì, ma smise
subito, perché quel movimento gli faceva dolere la testa.
Intervenne Harry, per
chiedere al preside cose che stavano ormai assillando entrambi da un
po’.
«Signore, ci sono alcune
altre cose che mi piacerebbe sapere, se lei può
rispondermi... cose sulle quali
vorrei – vorremmo - sapere la verità.»
«La verità…- sospirò
Silente. «È una cosa meravigliosa e terribile, e
per questo va trattata con
grande cautela. In ogni caso, risponderò alle tue domande, a
meno che non abbia
ottime ragioni per non farlo, nel qual caso ti prego di perdonarmi. Ma
non mentirò.»
«Bene... Voldemort ha
detto di avere ucciso mia madre soltanto perché lei cercava
di impedirgli di
uccidere me e Metis. Ma lui perché voleva farci
fuori?»
Questa volta, Silente
fece un sospiro ancora più profondo.
«Purtroppo, alla prima
domanda non posso rispondere. Non oggi. Non ora. Un giorno lo
saprete... ma per
adesso, ragazzi miei, non ci pensate. Quando sarete più
grandi... Lo so che non
sopportate di sentirvelo dire, ma... quando sarete pronti, lo
saprete.»
«Ma allora, perché Raptor
non poteva toccarci?»
«Vedi, vostra madre è
morta per salvarvi. Ora, se c'è una cosa che Voldemort non
riesce a concepire,
è l'amore. Non poteva capire che un amore potente come
quello di vostra madre,
lascia il segno: non una cicatrice, non un segno visibile... Essere
stati amati
tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che
ci ha
amato non c'è più. È una cosa che ti
resta dentro, nella pelle. Raptor, che
avendo ceduto l'anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di
ambizione,
non poteva toccarvi per questa ragione. Per lui era un tormento toccare
persone
segnata da un marchio di tanta bontà.»
«E il mantello che rende
invisibili... lei sa chi me l'ha mandato?»
«Ah... si dà il caso che
tuo padre lo abbia lasciato a me, e io ho pensato che avrebbe potuto
farti
piacere averlo. Sono cose utili... Quando era qui, vostro padre lo
usava
soprattutto per sgattaiolare in cucina e far fuori qualche buon
bocconcino. Be',
adesso basta con le domande. Propongo che tu cominci ad assaggiare
qualcuno di
questi dolci. Ah! Gelatine Tuttigusti+1! Da giovane ho avuto la
sfortuna di
trovarne una al gusto di vomito, e da allora devo dire che per me hanno
perso
ogni attrattiva... Ma se prendo una bella caramella mou, non dovrei
correre
rischi... Voi che dite?»
Sorrise e si cacciò in
bocca un cubetto dal bel colore ambrato. Appena l'ebbe masticata
esclamò, tra
le risate dei ragazzini: «Povero me! Cerume!»
Quando
i Malandrini si
avviarono alla festa di fine anno, la Sala Grande era già
piena: era parata a
festa con i colori di Serpeverde, verde e argento, per festeggiare il
fatto che
aveva vinto la coppa per il settimo anno di fila. Il
conteggio dei punti
era stato ultimato e, poiché Harry, Metis e Gideon erano
rimasti in Infermeria
durante l’ultima partita di Quidditch i Corvonero avevano
vinto a tavolino. Un
immenso stendardo con il serpente di Serpeverde copriva la parete
dietro alla
Tavola delle Autorità.
Si affrettarono a sedersi,
cercando di ignorare il brusio che aveva attraversato la Sala Grande al
loro passaggio.
Per loro fortuna, il preside prese presto parola.
«Un altro anno è
passato!» iniziò Silente con tono allegro
«E io devo tediarvi con una
chiacchierata da vecchio bacucco, prima che possiamo affondare i denti
nelle
nostre deliziose leccornie. Che anno è stato questo! Si
spera che adesso
abbiate la testa un po' meno vuota di quando siete arrivati... E ora,
avete
tutta l'estate davanti a voi per tornare a vuotarvela, prima che
cominci il
nuovo anno... Ora, se ho ben capito, deve essere assegnata la coppa del
dormitorio, e la classifica è questa: al quarto posto
Grifondoro, con duecento
punti; terzo Tassorosso con trecentocinquantadue punti; secondo
Corvonero, con
quattrocentoventisei punti e primo Serpeverde, con
quattrocentosettantadue.»
Un boato di ovazioni e
battimani esplose dal tavolo di Serpeverde.
«Sì, sì, molto bene,
Serpeverde.» continuò Silente «Ma ci
sono alcuni recenti avvenimenti che vanno
presi in considerazione.»
La Sala Grande piombò nel
silenzio più assoluto e a quelli di Serpeverde si
gelò il sorriso sulle labbra.
«Ehm... ho alcune
comunicazioni dell'ultimo minuto da fare, a proposito del punteggio.
Vediamo un
po'. Ecco... Primo, a Mr Ronald Weasley….»
Ron si fece tutto rosso
in faccia: sembrava un ravanello gravemente ustionato dal sole.
«...per la migliore
partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts da molti anni a questa
parte,
attribuisco al Grifondoro cinquanta punti.»
Gli applausi dei
Grifondoro raggiunsero quasi il soffitto incantato; le stelle, da
lassù,
sembravano fremere. Si sentiva Percy dire agli altri prefetti:
«È mio fratello,
sapete? Il mio fratello più piccolo! Ha passato la prova
alla scacchiera
gigante della McGranitt!» Finalmente si fece di nuovo
silenzio.
«Secondo, a Miss Hermione
Granger... per il lucido uso dell’intelletto quando altri
erano in grave
pericolo, attribuisco al dormitorio di Grifondoro cinquanta
punti.»
Hermione si nascose il
viso tra le braccia. Alla tavola di Grifondoro, i ragazzi non stavano
più nella
pelle... avevano guadagnato cento punti!
«Terzo, a Mr Harry
Potter, Mr Gideon Black e Miss Metis Potter...»
proseguì Silente. Nella
sala non si udì più volare una mosca.
«...per il loro sangue freddo e
l'eccezionale coraggio, attribuisco al Grifondoro altri centottanta
punti!»
Il frastuono divenne
assordante. Quelli che erano riusciti a fare il conto mentre gridavano
a
squarciagola, sapevano che il Grifondoro aveva raggiunto
quattrocentottanta
punti!
Chi si fosse trovato
fuori della sala avrebbe potuto credere che ci fosse stata
un'esplosione, tanto
fu il baccano che scoppiò alla tavola del Grifondoro. Harry,
Ron, Gideon, Metis
e Hermione si erano alzati in piedi gridando e battendo le mani.
«Ciò significa.» riprese
Silente sovrastando l'uragano di applausi dei Corvonero e dei
Tassorosso, anche
loro al settimo cielo per la sconfitta di Serpeverde «Che
dovremo ritoccare un
po' quelle decorazioni!»
Batté le mani, e
istantaneamente i parati verdi si fecero scarlatti