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Autore: Marion    23/11/2004    7 recensioni
E' il 6° anno per Harry e i suoi amici. Voldemort è pronto a seminare il terrore e i nostri neo-sedicenni sono costretti a crescere, a diventare giovani adulti. Nuove amicizie, nuovi amori, tristezza, dolore e un'antica e leggendaria creatura che provoca la morte di chi le si avvicina...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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HARRY POTTER E LA 
FENICE NERA

 

Capitolo 8      LA NUOVA SQUADRA

 

Nadia chiuse il libro di Aritmanzia e si massaggiò gli occhi, lo mise da parte e guardò interessata Harry, davanti a sé, intento a completare il tema di Trasfigurazione con le mani tra i ciuffi ribelli. Hermione si era rifiutata categoricamente di far copiare il suo, anche se Ron non si era ancora dato per vinto.

“Ti prego Herm, fammelo almeno leggere... tentò di convincerla.

“Assolutamente no, Ronald, devi fare da solo” Hermione sembrava irremovibile.

“Mi avrai sulla coscienza, però... Dai Herm, lo sai che ti voglio tanto bene... Allora, me lo fai vedere?” Hermione arrossì e sbuffando gli lanciò il tema. Nadia le sorrise e lei si immerse nella lettura di un pesante volume.

“Scusa Harry” cominciò sperando di non disturbarlo “Quando ci saranno le selezioni per i nuovi componenti della squadra?”

Harry alzò la testa da sopra la pergamena e si batté una mano sulla fronte. “Ron, domani ci sono le selezioni!!” gli ricordò disperato “E ora che faccio?” Ron lo guardò, ma non riuscì a dir niente.

“Avverti tutti quelli che vogliono segnarsi di scrivere il loro nome su questa pergamena” disse Nadia tendendogli un foglio.

“Grazie, allora...” si alzò in piedi e intimò il silenzio nella sala, tutti i ragazzi si voltarono a guardarlo “Scusate se vi disturbo” cominciò teso, a voce alta “Domani ci saranno le selezioni della nuova squadra di Quidditch – abbiamo bisogno di due Cacciatori e due Battitori - e, in quanto capitano...” fu bloccato da uno scroscio di applausi (“Vai, Harry!” i fratelli Canon non stavano più nella pelle) “Invito tutti quelli che vogliano presentarsi a scrivere il proprio nome su questa lista” e così si fece largo nella folla e attaccò la pergamena nella bacheca. Subito i ragazzi si misero in fila e cominciarono a segnarsi.

Harry tornò al tavolo e si gettò sulla sedia. “Fatto” disse molto più rilassato. Nadia gli sorrise e poi si alzò per andarsi a segnare.

“Che scopa hai?” le chiese quando Nadia tornò a sedersi; aveva completamente abbandonato i compiti.

“Ho una Nimbus 2001, è una buona scopa”

Ce l’hanno anche i Serpeverde” la informò Ron mentre copiava una frase dal tema di Hermione.

E tu Harry?”

“Una Firebolt

Cosa? Sul serio?! Cioè una vera Firebolt?” esclamò non riuscendo a trattenersi “Ti prego, posso vederla?” chiese con occhi brillanti.

“Vieni, ce l’ho su nel dormitorio” Nadia lo seguì saltellando eccitata nella camera dei ragazzi del sesto anno. Harry aprì il baule e ne estrasse il lucente manico di scopa, glielo tese e lei lo prese con mani tremanti.

“Te l’hanno regalata?” chiese ammirandola da tutte le angolazioni.

“Sì, tre anni fa, me l’ha regalata il mio padri...” si interruppe alle sue parole e abbassò lo sguardo; quel pensiero continuava a fargli male, soprattutto dopo l’articolo sulla Gazzetta del Profeta...

Nadia appoggiò la scopa sul letto, si avvicinò a lui e lo strinse forte. “Scusa, non volevo...” gli sussurrò all’orecchio.

“Non è colpa tua se è morto... è solo colpa mia!” disse mentre calde lacrime gli sgorgavano dagli occhi; non riusciva più a trattenersi, per troppo tempo aveva arginato quelle lacrime, non si era ancora sfogato con nessuno, ma non voleva farlo con lei. Non voleva che lo vedesse così debole, uno stupido ragazzino che piangeva come una fontanella...

Nadia lo abbracciò più forte, accarezzandogli i capelli, percepiva il suo dolce respiro sul collo. “E’ solo colpa di quella Mangiamorte, non tua... Lei si meriterebbe tutto il tuo dolore”

Harry si staccò da lei con gli occhi arrossati. “Mi dispiace, non volevo sfogarmi con te...

“Non ti preoccupare, sono contenta che tu ti sia confidato con me... perché io credo di provare qualcosa per te... aggiunse abbassando la voce.

Harry la guardò sorpreso, Nadia gli si avvicinò pian piano e si alzò sulle punte. Le osservò le palpebre chiudersi e le labbra rosse avvicinarsi sempre di più. Sfiorarono le sue. Non sapeva cosa fare, la testa gli si svuotò mentre un brivido gli percorreva il corpo. Nadia si staccò velocemente e si diresse a corsa verso la porta.

Sono una stupida, ho fatto una pessima figura... cosa peserà di me?, si chiese mentre le lacrime le riempivano gli occhi.

Sono un’idiota completo, si disse Harry, raggiunse la ragazza e la fermò prima che aprisse la porta.

Sono una persona orrenda, scusami Harry. Non ho il minimo interesse per i sentimenti degli altri” si scusò guardandosi i piedi; non avrebbe retto il suo sguardo, quei bellissimi occhi verdi... Aveva rovinato tutto.

Harry le prese il viso tra le mani e la costrinse a guardarlo. “Scusami” le sussurrò e dopo averla stretta a sé la baciò. Fu un bacio inizialmente timido, ma poi furono sopraffatti dalla passione che ardeva nei loro cuori, Harry fece pressione sulla bocca della ragazza che la dischiuse permettendo l’entrata della lingua calda, le lingue si sfiorarono e velocemente presero a esplorare attentamente le loro bocche.

Nadia si sentì fremere mentre il ragazzo le accarezzava dolcemente la schiena e giocherellava con i suoi capelli. Si staccarono solo dopo molti minuti, ansimanti, e si sorrisero.

Anche tu mi piaci” le rivelò il ragazzo.

“Lo sai che baci veramente bene!” esclamò facendogli l’occhiolino.

Anche tu non sei niente male... ehm... scendiamo?” solo in quel momento si era accorto che erano chiusi in una camera da letto, da soli... Ma che cosa stava pensando? Che razza di persona era? Scosse la testa per liberarsi di quei pensieri completamente impuri.

Nadia gli sorrise sensualmente. “Preferirei restare qui...” disse maliziosa accarezzandogli il torace muscoloso “Però è meglio se scendiamo” gli diede un ultimo bacio e, presisi per mano, si diressero nella sala comune dove Hermione stava aiutando Ron a terminare i suoi compiti, anche se, Harry notò, l’amico sembrava molto più attento alla ragazza che al tema.

“Finalmente, quanto ci avete messo!” disse loro Hermione, Ron, la testa appoggiata sulla mano, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. “Che c’è Ron, ho qualcosa nei capelli?” gli chiese notando il suo sguardo. Ron scosse la testa e si mise a giocherellare con la penna. Harry e Nadia sorrisero e si guardarono, le loro mani si intrecciarono sotto il tavolo.

“Voi non me la raccontate giusta!” disse Hermione osservandoli attentamente “C’è qualcosa che forse Ron ed io dovremmo sapere?”

“Be’...” cominciò Nadia “Noi...” I due giovani innamorati arrossirono furiosamente. Hermione si alzò di scatto, prese Nadia per un braccio e la trascinò emozionata in un angolino appartato.

“Vi siete baciati?” Ron gli era andato a sedere accanto e lo guardava con un ghigno malizioso.

Certo, cosa avremmo dovuto fare, la lotta!” gli rispose Harry infiammandosi.

“Certo che anche quella non era male come idea!” disse Ron sognante.

Che cosa? Tu piuttosto hai intenzione di muoverti, o no?” Quando mai ci siamo ritrovati a fare questi discorsi, si chiese Harry, si vede che stiamo crescendo, speriamo in bene, però...

“Io... veramente...” cominciò a balbettare, le orecchie si stavano arrossando “Come faccio a chiederglielo, Harry, ma soprattutto cosa faccio?”

“Segui quello che ti dice il cuore” E questa da dove l’ho pescata?Nei cioccolatini!, si chiese. Ron lo guardò, colpito dalle sue parole.

“Allora potrei parlarle quando andremo a Hogsmeade” rifletté “Però ho bisogno che tu mi lasci andare da solo a fare una commissione”

“Devi andare a comprarle il regalo di compleanno?” intuì Harry che aveva già risolto il problema richiedendo un libro via gufo; con Hermione andavi sempre a colpo sicuro con i regali.

Ron annuì, si voltò a guardare Hermione che stava parlottando eccitata con Nadia e Ginny.

Quando salirono nel dormitorio si infilarono il pigiama e si misero a letto, Harry chiuse lentamente gli occhi, sorrise al cuscino e si  passò la lingua sulle labbra riuscendo a cogliere ancora il dolce sapore della sua Nadia. Dimenticò completamente di fare i suoi esercizi di Occlumanzia e si addormentò fortemente appigliato a quel dolcissimo ricordo, quel bacio lo aveva cercato nell’inferno più oscuro e lo aveva riportato in paradiso. Ricordò che non aveva provato tutto questo quando aveva baciato Cho, gli sembrava così tremendamente lontano nel tempo, eppure non era passato neanche un anno...

 

☼☼☼☼☼

 

Scrutò le fiamme del camino, un calice di vino rosso in mano che muoveva piano creando un effetto quasi ipnotico.

Cosa devo fare con te, Codaliscia...” disse con una voce dura e fredda. Un fagotto stava accucciato per terra tremante, mentre un grande serpente gli strisciava intorno minaccioso, soffiando con la sua lunga lingua biforcuta.

“Non me ne sono a-a-cc-orto mio sig-gnore... balbettò cercando di difendersi; le due mani, tra cui una trasparente, erano strette intorno alla tasta lucida, come in un disperato tentativo di proteggersi dalle ire del padrone.

“Adesso sanno che sei ancora vivo, ha rovinato molti piani lo sai?” Codaliscia rabbrividì ancora di più “Potrei farti mangiare dalla mia Nagini, gliel’ho promesso già così tante volte, non posso deluderla ancora. Eh, che ne dici piccola di un succoso topo per cena, lo so che hai fame... comunque i miei piani procedono perfettamente anche con te che continui a combinare tutti questi guai” Harry rise, una risata glaciale senza la minima traccia di felicità.

Codaliscia parve più rincuorato da quelle parole e alzò lentamente la testa verso il suo signore comodamente seduto su una vecchia poltrona.

“Però non sarebbe nel mio stile non punirti, Codaliscia, quindi preparati... Codaliscia ritornò in posizione fetale tremando più che mai. “Non fare così” gli disse abbassandosi verso di lui “Rallegrati che lei non sia qui con me, ma con lui... non proverai lo stesso dolore di quegli schifosi Mezzosangue...”

La porta della stanza in cui si trovavano si aprì lentamente ed entrò scivolando un’alta figura incappucciata; le fiamme nel camino si spensero quasi completamente e li avvolse il gelo più totale. Codaliscia cominciò a piagnucolare: “S-signore la prego... non il ba... il b-bacio”

Harry guardò divertito il Dissennatore che si avvicinava a Codaliscia, una mano grigia, viscida, coperta di croste scivolò fuori dalla veste e si serrò intorno alla gola della sua vittima, la alzò facilmente da terra e lo avvicinò a dove doveva essere la bocca, sotto il cappuccio.

Codaliscia, gli occhi stretti, agitava le corte gambe urlando.

Arghhhh... la prego... pa-padrone... noooo!!” Harry osservò la scena sorseggiando il vino rosso. “Tu” disse con voce dura, il Dissennatore si voltò a guardarlo “Lascialo andare e vattene”

Il Dissennatore guardò per un’ultima volta quello che doveva essere la sua cena, lo lasciò cadere per terra con un tonfo e scivolò fuori dalla stanza.

“I Dissennatori hanno fame” decretò e scoppiò in una risata sguaiata.

 

Harry si svegliò saltando a sedere sul letto, la cicatrice bruciava terribilmente, sentiva la testa in fiamme. Mantenendosi la bocca raggiunse di corsa il bagno e vomitò, si alzò lentamente  si sciacquò la faccia pallida; era coperto di sudore gelido. Si guardò riflesso nello specchio e poi crollò a sedere sul pavimento freddo; aveva avuto una nuova visione, non doveva succedere... per una volta che si scordava di esercitarsi. Però quella conversazione poteva risultare utile, sempre che Voldemort non si fosse accorto della sua incursione nei propri pensieri. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla situazione che aveva appena vissuto; c’era Voldemort che stava rimproverando Codaliscia per essersi fatto scoprire dal Ministero, ma questo non aveva rovinato i suoi piani... diceva che andava tutto bene e poi aveva nominato una certa ‘lei’ che fortunatamente per Codaliscia non era lì ma con un certo ‘lui’... e poi era entrato quel Dissennatore che aveva quasi baciato Minus e Voldemort aveva detto che i Dissennatori avevano fame...

Quella ‘lei’ poteva trattarsi della famosa arma a cui aveva accennato Hermione, ma non poteva esserne certo. Con ancora tutti questi pensieri che gli affollavano la mente ritornò sul suo letto. Appena l’avesse visto, lo avrebbe riferito al professor Silente. Si soffermò per un attimo a guardare Ron che dormiva beatamente a braccia aperte, la bocca spalancata. Fortunatamente nessuno sembrava averlo sentito, Neville borbottò qualcosa a proposito di una carta di gomma Bolle Bollenti, (in questo momento mi fa tanta pena, non so a voi... NDA ç_ç) si girò e riprese a dormire tranquillamente. Harry raggiunse la finestra per sentire un po’ d’aria sulla faccia, si sentì un po’ meglio; lanciò uno sguardo verso il parco, il guardiacaccia si dirigeva barcollando verso la sua capanna. Intuì che dovesse essere di ritorno dalla Testa di Porco. Raggiunse il proprio letto a baldacchino sorridendo, la vista di Hagrid lo aveva un po’ confortato, il tempo di poggiare la testa sul cuscino che era già stato preso tra le braccia di Morfeo.

 

☼☼☼☼☼

 

Per tutto il giorno non riuscì ad essere molto attento (Piton colse l’occasione di togliere venti punti a Grifondoro quando lui rovesciò il contenuto del calderone per terra creando una grosso buco nella spessa pietra del pavimento) con il ricordo del sogno che gli riempiva la mente e la tensione per gli imminenti provini.

“Va tutto bene?” gli chiese Nadia scoccandogli un dolce bacio sulla guancia mentre si dirigevano nei dormitori per riporre i libri.

“Sono agitato per i provini” spiegò “E... continuò mentre gli amici lo ascoltavano in silenzio “stanotte ho avuto un altro sogno...” così si lanciò in una dettagliatissima descrizione della conversazione.

“Pensi che si stesse riferendo all’arma di cui parlavano Remus e Tonks?” chiese Ron sottovoce.

“Credo di sì, sappiamo che però non l’ha con sé, ma ce l’ha un altro...” rispose Harry.

“Il che non è detto che sia un bene...” fece notare Hermione spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Harry e Ron si avviarono al portone principale dove li aspettava Katie Bell e si incamminarono verso il campo.

Quest’anno la cosa sarà lunga; dobbiamo trovare due Cacciatori e due Battitori” rifletté Katie mentre entravano negli spogliatoi. Ne uscirono poco dopo con le loro divise, Harry, con il distintivo che luccicava al sole, trasportò il baule con le palle davanti a una piccola folla di ragazzi. Al loro arrivo calò il silenzio.

“Ciao a tutti! Per quelli che non mi conoscono...” cominciò Harry esitante, tutti quegli occhi puntati su di lui lo facevano sentire in imbarazzo.

“Non credo ci siano” gli fece notare Ginny in prima fila.

Comunque” riprese “Prima sceglieremo i Cacciatori quindi quelli che si sono segnati per quel ruolo si tengano pronti, le scope sono là” disse indicando un cumulo di scope della scuola in un angolo “Prendetene una per uno; proveremo a fare un po’ di passaggi e poi dovrete riuscire a superare il nostro portiere, Ron Weasley” tutti guardarono Ron che diventò rosso e intimò Harry a continuare “Ok, in sella”

Una dozzina di ragazzi uscirono dalla schiera e, recuperata una scopa, raggiunsero Harry, Ron e Katie nel centro del campo, all’altezza degli anelli.

Harry si sentì finalmente appagato, felice e libero dopo molto tempo mentre il venticello fresco gli batteva sulla faccia e i capelli si scompigliavano ulteriormente; quella sensazione era stupenda, si sentiva leggero, come se tutte la preoccupazioni fossero rimaste a terra. Il capitano li fece disporre a cerchio e cominciarono a passarsi la Pluffa sempre più velocemente. Notò con piacere che alcuni, molto pochi, erano abbastanza bravi e di riflessi pronti, mentre il resto non faceva altro che lasciarsi sfuggire la Pluffa, per riuscire a prenderla solo quando toccava terra (15 metri più in basso).

In seguito Harry fischiò nel vecchio fischietto che era appartenuto prima a Oliver Baston e poi a Angelina Johnson, recuperò una lista da sotto la divisa e lesse il primo nome mentre Ron raggiungeva i tre anelli.

Dean ThomasDean si avvicinò a Harry che gli lanciò la Pluffa “Devi solo tirare in porta mentre Katie cercherà di bloccarti, ok?” Dean annuì e Harry fischiò.

Nel giro di qualche secondo Katie gli aveva già preso la Pluffa. Harry fischiò di nuovo e si avvicinò a Katie.

“Prova a non dare il meglio di te, adesso” le sussurrò Harry.

“Ma io veramente non mi stavo impegnando; hai visto, quando mi sono avvicinata me l’ha praticamente passata” gli fece notare la ragazza.

“Andiamo bene” disse amaramente “Tieni Dean, prova di nuovo” disse all’amico lanciandogli la Pluffa, lui la mancò e si lanciò verso terra per recuperarla.

Dean riprovò ancora un paio di volte, facendo peggio ogni volta (Sempre che sia possibile NDA XD). Harry decise che era meglio non far durare ulteriormente quello strazio. Fischiò.

“Ok, vediamo il prossimo...” riprese la lista “Ginny Weasley... tieni e dai il meglio di te” si raccomandò Harry strizzandole l’occhio.

Quella di Ginny fu un’ottima prova; la ragazza evitò magistralmente l’attacco di Katie e tirò nell’anello di destra segnando. Riprovò più volte e riuscì quasi sempre a segnare (ci riuscì fin quando Harry urlò al portiere “Ron, cosa stai combinando, se non ti impegni trovo un sostituto!”)

Il provino continuò per la mezz’ora seguente, mancava solo l’ultimo e solo Ginny era stata brava.

“L’ultimo è Daniel Mailer” un ragazzo del quarto anno con grandi occhi azzurri dietro un paio di occhiali rettangolari prese la Pluffa e attese il fischio del capitano.

Harry notò con molto piacere che il ragazzo fu ancora più bravo di Ginny, il che era tutto dire, e Ron, nonostante si fosse realmente impegnato, non riuscì a pararne neanche una.

“Cavolo! E questo da dove è uscito!?” sussurrò Katie a Harry, entrambi meravigliati “Mi sa che anche quest’anno la coppa sarà nostra” aggiunse elettrizzata.

“Ma non abbiamo ancora visto le prove dei Battitori... le fece notare, ma la ragazza non lo aveva ascoltato e stava raggiungendo Daniel per congratularsi con lui.

Harry fischiò e scesero a terra. Gli altri ragazzi, che stavano guardando le prove dagli spalti, riscesero in campo e si fermarono davanti a Harry non po’ annoiati.

“Dimmi che tocca a noi, non ce la faccio più ad aspettare” gli disse Nadia stirandosi.

“Sì, ora tocca a voi. Vi chiamerò uno per uno e dovrete vedervela con un bolide mentre Katie, Ron ed io voleremo per il campo; dovrete difenderci, ma se non ci riusciste basterà che ci facciate un segno e ci penseremo noi, ok?” i ragazzi annuirono.

Sanni Rightly” molte ragazze si voltarono a guardare il bel ragazzo del terzo anno che prendeva una mazza e una scopa; aveva ciuffi mori che gli ricadevano su dei caldi occhi color nocciola e un fisico alto e atletico. Il ragazzo si alzò in volo insieme a Ron e Katie, Harry prese un megafono viola (non ditemi niente, la scuola ha solo quello! NDA) e urlò.

Sanni sei pronto, libero il Bolide?” il ragazzo gli fece un cenno con il braccio e Harry tolse le catene alla palla nera che si fiondò subito nella direzione di Katie. Sanni non perse tempo, si appiattì sulla scopa, raggiunse la ragazza e colpì violentemente il Bolide lanciandolo nella direzione opposta. Harry salì sulla sua Firebolt e volò in alto.

Il ragazzo se la cavò egregiamente e solo una volta Ron rischiò di essere colpito, ma riuscì a scansarsi all’ultimo secondo. Katie bloccò il Bolide con un incantesimo e Harry chiamò col megafono il prossimo candidato.

“Nadia Fay” la ragazza prese la scopa e Sanni le passò la mazza. “Buona fortuna” le augurò quando lei lo raggiunse.

“Grazie tesoro, ma adesso ti farò vedere di che pasta sono fatta” gli disse concentrandosi sul Bolide.

“Liberalo KatieKatie liberò la sfera nera dall’incantesimo e questa cominciò a saettare per tutto il campo cambiando continuamente direzione. Nadia non lo perdeva di vista un secondo e lo seguiva come un’ombra con la mazza levata, pronto a colpire. La ragazza salvò la testa di Ron e la gamba di Harry finché il Bolide non si diresse verso il gruppo di ragazzi. La folla cominciò ad urlare e con la braccia sulla testa cominciò a disperdersi, Nadia sterzò bruscamente e cominciò la picchiata.

Devo farcela, devo fermarlo a tutti i costi, pensò aumentando la velocità della scopa. Forza, più veloce...     

Prima che il Bolide colpisse una ragazza che era inciampata e stava per terra tremante, Nadia lo raggiunse e lo colpì lanciandolo in alto dove Harry, la bacchetta levata, lo bloccò a mezz’aria.

“Come state, tutto bene?” chiese mentre i ragazzi lo raggiungevano “Come ti senti?” andò dalla ragazza e la aiutò ad alzarsi, lei lo guardò e lo abbracciò forte cominciando a piangere.

“Oh Harry, ho avuto tanta paura!” sembrava non avesse nessuna intenzione di mollare il ragazzo che guardò Ron in cerca di aiuto.

“Non ti sembra che stia esagerando?” Katie chiese a Nadia che stava tremando di rabbia.

“Come si permette? Harry è solo mio!” sussurrò a denti stretti.

Harry riuscì a staccarla mentre molti li guardavano divertiti. “Ginny, puoi portare July in infermeria?” la rossa si avvicinò lasciando Dean alquanto irritato e, presa la ragazza per un braccio, la trascinò verso il castello.

“Allora...” cominciò Harry sistemandosi la divisa scarlatta e spostando un ciuffo che gli cadeva sugli occhi “Direi che dovremo continuare, anche se è meglio che gli altri seguano le prove in tribuna” I ragazzi eseguirono gli ordini ed era ormai ora di cena quando anche l’ultimo fu esaminato.

Harry chiamò Ron e Katie e insieme decisero in breve tempo chi sarebbe stato adatto a prendere i posti liberi nella squadra. Il capitano si avvicinò alla piccola folla che aspettava con trepidazione i risultati (Ginny era tornata da sola dall’infermeria).

“Adesso vi dirò chi entrerà in squadra e dopo ce ne andremo tutti a mangiare... allora per il ruolo di Cacciatori abbiamo scelto Daniel Mailer e Ginny Weasley” la rossina saltò di gioia cercando Dean con lo sguardo, ma lui se ne era andato infuriato senza neanche salutarla “ e come Battitori Nadia Fay e Sanni Rightly. Grazie a tutti gli altri e ora squadra venite che dobbiamo decidere per gli allenamenti”

La nuova squadra si diresse verso gli spogliatoi e si mise a sedere sulle panche.

“La prima partita è il mese prossimo contro i Serpeverde; dobbiamo vincere a tutti i costi, so che questa è un’ottima squadra, ma dobbiamo allenarci duramente se vogliamo che la coppa resti nelle nostre mani. Ho prenotato il campo per domenica mattina così faremo il primo vero allenamento. Be’ adesso potete andare”

Harry, Ron e Katie si cambiarono in silenzio. “Allora come vi pare che sia andata?” chiese Harry mentre si agganciava il mantello anche se voleva chiedere ‘Come sono andato?’.

“Harry, sei stato grande” gli disse Katie che aveva intuito tutto “Come hai detto tu quest’anno vinceremo di nuovo la coppa, sento che saremo una squadra imbattibile”

 

 ☼☼☼☼☼

 

Il resto della settimana trascorse velocemente sotto la pressione della montagna di compiti che dovevano svolgere, finché con grande timore di Harry arrivò il fatidico venerdì sera. Raggiunse Silente nella Stanza delle Necessità.

“Benvenuto Harry, ora ci aspetta la parte più dura della tua preparazione. Non sarà facile per un ragazzo della tua età, ma ho molta fiducia nelle tue capacità” Harry avrebbe voluto sentirsi onorato di quelle parole, ma percepiva solo una grande rabbia per ciò che si appestava a fare. “Per prima cosa voglio constatare se realmente riusciresti a contrastare la maledizione Imperius. Qualcuno mi aveva detto che ci riuscivi perfettamente, ma mi perdonerai se non mi fido delle parole del più fedele seguace di Voldemort... Se ti senti pronto... Uno, due, tre... IMPERIO!”

Harry si sentì galleggiare mentre tutte le sue preoccupazioni e i suoi pensieri si dissolvevano nel nulla, dopo qualche secondo di tranquillo silenzio sentì la voce di Silente che echeggiava remota nella sua mente:

Fai il verso del cane...

Harry stava per aprire la bocca, ma avvertì una vocina nella sua testa...

Non sono un cane e NON VOGLIO farlo.

Si risvegliò improvvisamente da quello stato di tranquillo niente con il preside che lo guardava sorridendo.

“Complimenti Harry, allora il Mangiamorte aveva ragione”

Perché mi ha chiesto di abbaiare?” chiese Harry senza trattenersi, il preside voleva fargli fare una cosa così stupida...

“Be’... veramente non sapevo cosa ordinarti, è stata la prima cosa che mi è venuta in mente...” cercò di giustificarsi “Comunque adesso passiamo alla parte seria del tuo allenamento” e detto questo recuperò un manichino con un lungo mantello nero con una grande V verde sul petto.

Harry cercò di non ridere alla vista di quella così divertente imitazione di Lord Voldemort. Spero che non stia leggendo i miei pensieri in questo momento, si ritrovò a pensare.

“Harry mi ascolti?” la voce di Silente lo riportò alla realtà “Adesso dovrai impegnarti; alza la bacchetta e pronuncia le parole Avada Kedavra contro il nostro manichino, mi raccomando devi concentrarti e pensare a tutto ciò che ti ha fatto. Harry devi ODIARLO”

Guardò il manichino con la bacchetta levata; sapeva di doversi impegnare, ma in quel momento sentiva solo che sarebbe presto morto dal ridere, come faceva a vedere Voldemort in quel coso con la faccia da cartone animato giapponese e la V sul petto come una brutta imitazione di Superman.

Pronunciò l’incantesimo e non successe esattamente niente.

“Non che mi aspettassi che ti riuscisse al primo tentavo... forza riprova” lo incitò il preside.

Era ormai passata un’ora e Harry non era riuscito a compicciare ancora niente a parte perdere quasi la voce. Si volse verso Silente che stava distrattamente creando origami con la bacchetta.

“Professore devo continuare ancora?”

“No, per stasera basta, alla prossima settimana”

“Ah, dimenticavo” disse richiudendo la porta alle sue spalle “qualche giorno fa ho avuto una visione...

“Racconta” disse semplicemente il Preside facendo apparire due poltrone. Harry narrò tutto ciò che aveva visto cercando di ricordare ogni minimo particolare. Silente ascoltò attentamente e poi si soffermò a riflettere per qualche minuto “Così ha detto che i Dissennatori hanno fame...” disse serio.

Harry annuì, il volto del Preside era preoccupato.

“Bene Harry, puoi andare”

Tornò di corsa verso la sala comune, la mente intenta a cercare di analizzare lo sguardo di Silente, una volta entrato gli riaffiorò davanti agli occhi l’immagine del manichino-Voldemort e cominciò a ridere con le lacrime agli occhi. Ron spuntò da dietro una poltrona vicino al fuoco scoppiettante.

“Harry, ti senti bene?” gli chiese preoccupato.

“Sì, sì, sta tranquillo non è niente” e si andò a sedere accanto a lui “E’ il tema di Pozioni, vero?”

“Devo per forza farlo adesso e poi Nadia mi ha prestato il suo” disse sventolando un foglio scritto fittissimo.

“In questo periodo ti va di lusso, vero Ron? Hai copiato i G.U.F.O. da Padma e ora ti fai prestare i compiti da tutte... Ah, il fascino del Portiere” gli fece notare ridacchiando “Perché Weasley è il nostro re, ogni due ne para tre...” cominciò a canticchiare mentre anche lui recuperava il tema.

“Idiota!” sbottò il rosso, però sorrideva “Veramente il tema me l’ha dato solo perché ho detto che serviva a te, sennò figuriamoci se... e comunque gradirei che tenessi per te quella storia dei G.U.F.O.

 

 Harry fece molta fatica a svegliarsi anche perché aveva fatto mezzanotte passata prima di terminare il tema di Pozioni e essersi allenato con un paio di nuovi incantesimi. Ron era già in piedi (cosa molto strana) e stava cercando di decidere tra un giacchetto di jeans e uno nero con la cerniera, sentì l’amico che si alzava e si voltò verso di lui con i due indumenti in mano.

“Secondo te quale mi sta meglio?” chiese.

“Uhm, meglio quello di jeans...” gli disse guardando fuori dalla finestra il cielo perlaceo “Mi ero completamente dimenticato che oggi c’è la gita a Hogsmeade” cominciò a vestirsi; era elettrizzato all’idea della sua prima uscita con Nadia. L’ultima volta che era uscito con una ragazza (Cho Chang) era stato un totale schifo e aveva anche fatto una figuraccia davanti a un sacco di persone. Sperò con tutto il cuore che non capitasse un’altra volta.

Dopo colazione tutti i ragazzi si misero in fila davanti al portone mentre Gazza controllava i loro permessi. Eric li raggiunse.

“Vengo con voi, va bene?” chiese mentre camminavano in fila lungo il lago.

“Ti stavamo giusto venendo a cercare” gli disse Harry amichevolmente “Ultimamente ti ho visto molto da solo, non credo sia facile trovare amici tra tutti quei figli di Mangiamorte, primo tra tutti Malfoy...” e sussurrò “E’ il figlio di uno dei Mangiamorte più vicini a Vol... scusa, Tu-Sai-Chi

In effetti non mi trovo per niente bene nella mia nuova Casa, per fortuna che ci siete voi, altrimenti non saprei come fare” i ragazzi gli sorrisero.

“Vieni con noi Eric, ti faremo passare una bellissima giornata” esclamò Harry avviandosi verso il paesino in fondo alla collina.

 “Ma Ginny dov’è?” chiese Ron ad un tratto notando la sua assenza “E’ con Dean?”.

“No, è rimasta al castello, non so cosa dovesse fare” rispose Hermione “E comunque lei e Dean si sono lasciati”

“Come?” chiesero gli altri all’unisono.

“Lui era talmente arrabbiato per non essere stato preso in squadra che la trattava male in continuazione, Ginny si è scocciata e lo ha mollato. Secondo me ha fatto proprio bene, ma guarda se per uno stupido gioco uno deve comportarsi a questo modo” spiegò arrabbiandosi.

Harry, Eric e Ron la guardarono male per un secondo; aveva chiamato il Quidditchuno stupido gioco’, ma poi pensarono a Ginny e si lanciarono in un’accesa discussione lanciando forti epiteti contro Dean.

“Andiamo a prendere qualcosa ai Tre Manici di Scopa?” Hermione indicò l’entrata del locale di Madama Rosmerta. Trovarono un tavolo libero e si accomodarono mentre Ron prendeva da bere. Mentre aspettava di essere servito, il rosso non riuscì a scollare gli occhi di dosso a Hermione; le lunghe gambe affusolate erano messe in bella mostra sotto la corta gonna di jeans, la maglietta aderente alle sue curve perfette e i lunghi riccioli ambrati che le ricadevano elegantemente sulle spalle lo stavano mandando in visibilio. Quanto sarebbe durata ancora quella tortura? Quando avrebbe finalmente potuto assaporare le sue labbra così invitanti?

Tornò con in braccio 4 Burrobirre e un rum di ribes rosso (volevo fargli prendere il Whisky Incendiario, ma non credo che gliel’avrebbero venduto NDA) aveva bisogno di qualcosa di forte per controllarsi dal saltarle spudoratamente addosso.

Ma Ron, quella cosa ti farà male” gli fece notare il suo angelo, lui la bevve in un sorso e si alzò.

“Devo andare a fare una commissione, torno tra un po’” Hermione lo guardò imbronciata, dio come era bella! Le fece un dolcissimo sorriso e se ne andò.

Cosa deve fare Ron?” chiese Hermione a Harry che aveva strizzato l’occhio all’amico, prima che uscisse.

“Non ne ho la più pallida idea, non mi ha detto niente” mentì cercando di essere il più convincente possibile.

“Vieni Nadia, ho bisogno di quella spuma per capelli per il ballo” disse alzandosi e guardando Nadia che si era attaccata al braccio di Harry.

“Uffa!!”

“Non vorrai mica che Eric faccia il terzo incomodo, lasciamo chiacchierare i due uomini” Nadia baciò il suo ragazzo e si alzò di mala voglia (“Uffa, uffa, uffa!”).

I due ragazzi rimasero da soli. Harry era logorato dalla curiosità verso quel nuovo ragazzo dallo sguardo magnetico; voleva conoscerlo, essergli amico e capire perché dietro quello sguardo deciso si nascondeva così bene una profonda tristezza che riusciva lievemente a scorgere.

“Non mi hai ancora detto perché ti sei trasferito qui?” gli chiese per rompere il ghiaccio.

“Semplicemente perché mia madre si è sposata con un tizio a cui io non piacevo e hanno deciso di mandarmi da un mio zio che abita qui” rispose tranquillamente mentre sorseggiava la sua Burrobirra. Harry rimase turbato da questa rivelazione.

E tuo padre?”

“Non ho la minima idea di chi sia, mia madre non ha mai voluto dirmelo, nonostante glielo chiedessi continuamente, ma a quanto ho capito deve essere già sposato e io sono solo il frutto di una sua scappatella... Che c’è, perché mi guardi così?”

“Scusami, è solo che mi sorprendo di come tu la prenda alla leggera. E’ una cosa orribile!” esclamò indignato.

In effetti hai ragione, ma mi trovo molto bene con i miei zii; sono loro adesso la mia vera famiglia”

“Io invece ho degli zii insopportabili, non vedo l’ora di diventare maggiorenne ed andarmene... continuarono a parlare senza accorgersi che il tempo passava, finché Ron li raggiunse.

“Ho incontrato Nadia e Hermione, ci aspettano da Mielandia” riferì loro il rosso con i capelli scompigliati dal vento.

Cosa le hai comprato?” gli chiesero i due moretti mentre raggiungevano le ragazze. Ron arrossì e tirò fuori dalla tasca una scatolina rossa. “Ah, il ragazzo ha intenzioni serie”

“Veramente è solo una normale collanina” disse mentre i due gli sfilavano la scatolina di mano ed ammiravano il regalo.

 

 ☼☼☼☼☼

 

La sera tornarono stanchi e felici al castello. Si stavano avviando verso la Sala Grande per la cena quando venne loro incontro Mark Evans di corsa.

“Ciao Harry, la professoressa McGranitt vuole parlarti nel suo ufficio” gli riferì il ragazzino.

Harry guardò gli amici che gli restituirono il suo stesso sguardo perplesso. Cosa vorrà?, pensava mentre si dirigeva verso il suo ufficio, anche se credeva di averlo intuito.

 

 

CONTINUA...

Questo è stato il capitolo più difficile da scrivere, almeno fino ad ora; non avevo la minima idea di come strutturare e descrivere i provini. Spero di esserci riuscita decentemente...

Sono SUPER DISPIACIUTA di averci messo così tanto per scrivere questo cap, ma purtroppo la mia fantasia si sta esaurendo e, leggendo le altre ff, la mia mi sembra sempre più banale, quindi per il prossimo cap spero prima di tutto di non metterci troppo e poi riuscire a scrivere un po’ meglio e soprattutto cose plausibili. I miei personaggi sono ancora un po’ da definire, dovrebbero avere una personalità più concreta e proverò a migliorarli (a volte sono stata costretta a inventarmi delle cose per poter rimediare a ciò che molto gentilmente mi avete fatto notare: GRAZIE PER QUESTO AIUTO). 

Adesso passo a ringraziare tutti coloro che hanno letto e soprattutto che è stato così gentile da recensirmi.

ThEo  Grazie, sono contentissima che ti piaccia come scrivo e ti chiedo ancora scusa per il tremendo ritardo. Continua e leggere e a recensire

Baci

MARION

 

Sphinx  L’hai letti tutti in un giorno! Io non credo che ce l’avrei fatta. GRAZIE mille per la tua recensione, é la migliore che mi abbiano mai fatto perché mi è stata di grande aiuto, in effetti non ero per niente sicura di voler mettere quella frase, per; ormai il guaio é fatto e grazie a te che me lo hai fatto notare cercherò di dare un perché, che verrò rivelato più avanti, sul perché non ha più contatti con i vecchi compagni e si lega così tenacemente al nostro trio che le concede subito la sua amicizia. GRAZIE ANCORA, spero che continuerai a leggere e recensire, mi farebbe un enorme piacere

Baci

MARION

EMMA  Scusa, ti chiedo umilmente perdono per aver abbandonato la scrittura, ma sono stata super impegnata con la scuola e poi avevo un po’ perso l-ispirazione, ma prometto di fare del mio meglio per essere più veloce per il prossimo cap. Scusami ancora, ma tu non abbandonare questa scrittrice un po’ pigra, continua a leggere e recensire.

Baci

MARION

 

*********  Eccoti accontentato/a anche se devo dire che, anche se hai pienamente ragione per il mio ritardo e ti chiedo umilmente SCUSA, non ho molto gradito il tono della tua recensione. Comunque gradirei che tu continuassi a leggere e recensire, grazie

Baci

MARION

   

Adesso se vi è piaciuto questo cap oppure volete dirmi qualsiasi cosa lasciatemi una recensione, please

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