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Autore: Katie88    04/06/2008    8 recensioni
Come è nata la storia d'amore tra George e Angelina? Come si sono sentiti dopo DH? Attenti ci sono spoiler!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, George Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. MY SUN



Le vie di Diagon Alley erano illuminate a festa.

Mancava ancora qualche ora all’anno nuovo, ma, per strada, c’erano già persone che si abbracciavano, si stringevano le mani e si scambiavano gli auguri.

Alcuni si affrettavano lungo la via gremita, mentre altri correvano all’interno dei negozi per fare i soliti acquisti dell’ultimo minuto.

Angelina camminava tranquillamente, cercando di districarsi in mezzo a quella confusione.

Un uomo dall’aria afflitta la urtò, senza nemmeno accorgersene e si voltò verso la moglie, che gli camminava accanto.

“Mi dispiace tesoro” lo sentì dire Angelina. “Ma l’ho proprio dimenticato!”

La moglie lo guardò con rimprovero. “Sei sempre il solito, Peter. E adesso che cosa regaleremo al piccolo Josh stasera?”

“Oh coraggio! Sono sicuro che troveremo qualcosa...” gli rispose rassicurante il marito. E Angelina li vide allontanarsi e perdersi tra la gente.

Sorrise tra sé, immaginando come il povero Peter avrebbe rimediato alla sua piccola “dimenticanza”.

Dopo qualche minuto, Angelina arrivò finalmente a destinazione.

I Tiri Vispi Weasley era come sempre affollatissimo di ragazzini e non, e, proprio di fronte all’entrata del negozio, si era formata addirittura una piccola fila di gente che premeva per entrare.

Con non poche difficoltà, la ragazza riuscì ad entrare e subito si diresse verso il bancone.

Cosa avrebbe detto George di quella improvvisata?

Sarebbe stato contento della sua visita a sorpresa?

Angelina sperò vivamente di si.

Lei e George non si vedevano dal giorno della Vigilia e, nonostante i loro buoni propositi e gli enormi sforzi, non avevano più avuto l’occasione di incontrarsi.

Lui era impegnatissimo col negozio, che era rimasto aperto per tutto il periodo festivo, mentre lei, a causa dell’influenza che girava in ospedale, era stata costretta a sostituire alcune colleghe malate, facendo turni assurdi.

Si erano sentiti un paio di volte per telefono e si erano anche scritti via gufo, ma niente di più.

Ed adesso, dopo un’intera settimana di distanza, Angelina si era finalmente decisa ad andare a Diagon Alley per vedere che fine avesse fatto il suo “amico”.

Si guardò intorno in cerca di George, ma non lo trovò da nessuna parte.

‘Forse è impegnato sul retro’ pensò, mordendosi nervosamente il labbro inferiore.

Una ragazza dall’aria gentile, con addosso la divisa del personale, le si avvicinò silenziosamente.

“Posso aiutarla signorina?” le chiese.

Angelina si voltò sorpresa verso la ragazza, indecisa sul da farsi.

‘Sei ancora in tempo per dartela a gambe Angelina’ pensò. ‘Se George non ti ha chiamata vuol dire che non aveva voglia di vederti... E adesso con che faccia ti presenti qui?’

“Ecco... Io veramente...Stavo solo...” balbettò incerta Angelina.

Stava già pensando di prendere la porta e tornarsene a casa quando...

“ANGELINA!” Una voce piacevolmente familiare la chiamò dal retro del negozio.

La ragazza si voltò verso la fonte della voce.

Un istante dopo, un indaffarato George Weasley varcò la porta e le si presentò davanti, trasportando un’infinità di scatole e pacchi.

“Tieni Verity” disse rivolto alla ragazza lì vicino. “Ci pensi tu a sistemarli sugli scaffali?”

“Certo signor Weasley, non si preoccupi” e, prese alcune scatole, sparì dalla vista dei due ragazzi.

Angelina guardò il ragazzo che si trovava di fronte.

Da quanto tempo non lo vedeva? Cinque? Sei giorni? E allora come diavolo aveva fatto a diventare ancora più bello in quel breve lasso di tempo?

Si, non c’era altro da dire per descrivere George.

Era bello. Punto. O almeno lei lo considerava tale.

George si accorse dello sguardo profondo della ragazza e sorrise leggermente.

Angelina, di fronte a quel sorriso che tanto le era mancato, arrossì fino alla punta dei capelli.

“Allora? Come mai qui?” le chiese lui per sciogliere l’imbarazzo. “Non mi dirai che sei venuta per comprare qualcosa?”

“No” rispose Angelina. “Sono venuta a trovare te. Mi mancavi.”

Il sorrisetto di George vacillò per un istante di fronte a quelle inaspettate parole, ma poi tornò più bello di prima.

Eccola la sua Angelina. L’Angelina degli anni di Hogwarts.

Schietta. Sincera. Spontanea.

E, ovviamente, bellissima.

George le si avvicinò e l’abbracciò dolcemente, affondando il viso tra i morbidi capelli di lei, che non si ritrasse affatto.

“Anche tu mi sei mancata tantissimo. E mi dispiace di non essere passato a trovarti, ma proprio non...”

“Non preoccuparti” lo interruppe Angelina. “Lo so che sei occupato. Mandare avanti un negozio è molto impegnativo e non te ne faccio mica una colpa.”

George si staccò leggermente da lei per guardarla negli occhi.

Fu mentre fissava gli occhi scuri di Angelina che gli venne in mente un’idea.

“Senti Angelina” le disse gentilmente “Hai progetti per stasera?”

Angelina lo guardò confusa e scosse la testa.

“Bene!” esclamò lui, felice. “Allora che ne diresti di passare il Capodanno con me?”

Lei lo guardò un attimo perplessa e George mal interpretò la sua esitazione.

“Lo so, non è il massimo del divertimento, ma...”

“Si!” gridò la ragazza.

“Cosa? Davvero?” chiese incredulo lui.

“Si, George Weasley. Mi piacerebbe molto passare il Capodanno assieme a te.”

Il sorriso di George si allargò, se possibile, ancora di più e abbracciò di nuovo la ragazza. “Bene! Allora ci vediamo verso le nove a casa tua ok?”

“Si va benissimo” convenne lei “ma dove si va?”

“Eh no mia cara! Questa è una sorpresa! Lo scoprirai solo a tempo debito...”

Angelina ridacchiò divertita, non sapendo se fidarsi o preoccuparsi.

“Va bene allora ci vediamo più tardi” gli disse infine, separandosi da George “Adesso vado a casa a farmi bella. Ciao Weasley”

“Ciao Angelina.” E rimase lì a fissarla, con uno sguardo un po’ ebete, mentre lei usciva dal negozio.

Una volta fuori, Angelina vide uscire, proprio dietro di lei, l’uomo che l’aveva urtata in precedenza, molto più felice, accompagnato dalla moglie.

“Oh Peter, hai avuto un’idea fantastica!” trillò la donna “Sono sicura che Josh si divertirà un mondo stasera con i Mille Fuochi Magici Weasley...”

Angelina sorrise felice.

Qualcosa le diceva che quella sera sia lei sia il piccolo Josh avrebbero passato un Capodanno davvero spettacolare...



Stavano camminando da circa dieci minuti e George non accennava a volersi fermare.

Angelina, che portava un paio di scarpe col tacco alto, stava iniziando a stancarsi. Come se non bastasse, il ragazzo l’aveva persino bendata perché non voleva che lei capisse dove stavano andando.

“George...” lo chiamò, esausta “ Ti prego, dimmi che siamo quasi arrivati perché davvero non ce la faccio più! Queste maledette scarpe mi stanno uccidendo...”

George sembrò non sentirla e continuò imperterrito a tirarla delicatamente per un braccio.

Ad un tratto Angelina si accorse che i rumori attorno a lei erano aumentati...

Sentiva automobili, clacson, persone che chiacchieravano.

‘Dovremmo essere in una strada piuttosto affollata’ osservò. ‘Ma dove?’

Cercò di riconoscere qualche rumore o qualche profumo, ma niente.

Nulla che l’aiutasse a capire dove quel disgraziato la stesse portando.

“George, senti io non ce la faccio più! Mi dici dove cavolo mi...”

“Oh eccoci finalmente!” la interruppe lui, allegro. “Adesso mancano un paio di gradini e poi siamo arrivati, d’accordo?”

Angelina sbuffò, contrariata. “Un paio quanti?”

“Solo un paio, davvero.” La rassicurò lui.

Dopo un quarto d’ora di gradini e 6 piani circa, George comunicò ad Angelina, del tutto stremata, che finalmente erano arrivati.

“Scusa un momento, George” disse lei, cercando di parlare nonostante il fiatone “Ma non potevamo Smaterializzarci direttamente qui, invece di cinquanta km fa? I miei piedi avrebbero sicuramente apprezzato il gesto.”

George ridacchiò sadico. “Si, avremmo potuto. Ma non sarebbe stato così divertente...”

“DIVERTENTE?! Divertente? Ma come t’è venuta questa idea?” strepitò lei, ancora bendata.

“Su, su” la rimproverò scherzosamente George “Non fare la bambina capricciosa... Vedrai che ti piacerà!”

“Lo spero proprio per te!” borbottò Angelina.

In quel momento George aprì una porta e Angelina sentì nuovamente la fredda aria di dicembre colpirle il viso.

“Bene! Sei pronta per la tua sorpresa?” le domandò entusiasta George. “Uno, due e tre!” e le tolse la benda.

Angelina rimase senza fiato. E questa volta non a causa delle cinquanta rampe di scale.

Di fronte a lei, sull’ampia terrazza del palazzo in cui si trovavano, ‘qualcuno’ aveva sistemato un elegante tavolino, apparecchiato per due, con, sopra, un’infinità di leccornie e, per finire, candele profumate ad illuminare il tutto.

E, se questo non fosse bastato, l’atmosfera era resa ancora più magica e  romantica dalla meravigliosa vista.

In lontananza, la Tour Eiffel, completamente illuminata, si preparava a dare il benvenuto al nuovo anno insieme a tutta la città.

Angelina rimase in silenzio per qualche istante, non sapendo cosa dire.

Il suo ostinato silenzio fece preoccupare non poco George, che temeva di aver osato troppo con quel gesto.

Le se avvicinò con cautela e le sfiorò un braccio.

“Ehi Angelina, tutto bene?”

Lei annuì impercettibilmente, continuando a non proferire parola.

“Senti” riprese George “se non ti piace, non c’è problema... forse ho esagerato un po’, però credevo che ti facesse piacere... Mi hai raccontato che ami molto Parigi e quindi io...”

“George” la ragazza finalmente si era decisa a parlare di nuovo.

“Si, dimmi”

“Quando hai avuto il tempo di fare tutto... tutto... oh insomma tutto questo?” e indicò il tavolino, il cibo, le candele...

“Bè diciamo che sono stato aiutato e poi oggi Harry e Ron mi hanno dato una mano in negozio così...”

Angelina lo guardò negli occhi per la prima volta da quando erano saliti su quel tetto.

George gesticolava nervosamente ed era molto imbarazzato.

“Però se lo trovi esagerato, possiamo sempre tornarcene a casa e...”

In un secondo Angelina annullò la breve distanza che li separava e lo baciò.

Fu un bacio dolce, delicato, nient’altro che un leggero sfiorarsi di labbra.

Molto diverso dal bacio passionale che si erano dati al San Mungo, ma che valeva mille volte di più.

Si separarono subito, entrambi impacciati e rossi di vergogna.

“Wow!” esclamò George in estasi “Quindi la sorpresa ti è piaciuta!”

Angelina, con le guance ormai scarlatte, abbassò lo sguardo e finse con non curanza di ammirare il panorama.

George l’abbracciò teneramente da dietro e le sussurrò “Che ne direbbe di iniziare a mangiare qualcosa, madamoiselle?”

Angelina si voltò per guardarlo in viso e prese tra le mani la mano più grande di George. “Stavo solo aspettando un vostro invito, monsieur...”




“Merlino, Angelina! Avresti dovuto vedere la tua faccia! Era incredibile!”

“Come sarebbe a dire ‘incredibile’? Mi consideri forse buffa?” fece lei, offesa.

“No, no. Certo che no. Però era... come dire... curiosa. Un attimo prima eri lì che ti lagnavi delle scale, della strada troppo lunga e dei piedi che ti facevano male e poi... puff! ti sei ammutolita all’improvviso... Non sapevo davvero che pensare.”

“Dì la verità: ti sei preso una bella paura eh?”

“Puoi dirlo forte! Pensavo che non ti fosse piaciuta la sorpresa... che la trovassi troppo esagerata.”

“No, la sorpresa è stata fantastica, dico davvero... E’ solo che mi hai un po’ spiazzata. Non credevo che avessi un animo così romantico, George Weasley.”

Lui scosse le spalle noncurante, ma si vedeva che era piuttosto compiaciuto. “Che vuoi farci, donna? Sono pieno di sorprese, io!”

Angelina inarcò un sopracciglio. “Donna? Ehi, dì un po’, non è che ti stai allargando troppo? Nessuno in tutta la mia vita mi ha mai chiamato ‘donna.”

“Bè, c’è sempre una prima volta, no?” chiese lui, provocatorio. “E, anzi, se devo dirla tutta, stasera sei una splendida donna...”

“Solo stasera?”

George, accortosi della gaffe, quasi si strozzò col vino che stava bevendo. “No! Certo che no! Sei sempre bellissima, però stasera hai qualcosa di particolarmente affascinante... Di magnetico, direi.”

Angelina arrossì a quel complimento così dolce e allungò la sua mano sul tavolo per arrivare a prendere quella di George, che la strinse saldamente.

Merlino, come stava bene! Avrebbe potuto rimanere lì con George anche tutta la vita... Lui la faceva sentire così felice, spensierata e viva.

Viva.

Per la prima volta da anni, Angelina si sentiva di nuovo viva. E questo, tutto grazie a George. A quel fantastico ragazzo, che le sedeva di fronte e le teneva la mano.

Aveva forse ragione Alicia? Finalmente era arrivata la persona che l’avrebbe risvegliata da quel torpore in cui viveva da 5 anni? Era forse George quella persona?

Angelina sperava vivamente di si.

“Ehi, mi ascolti?” La voce di George la riportò alla realtà.

“Si, scusami. Ero soprappensiero... dicevi?”

“Dicevo che adesso c’è la seconda parte della sorpresa, quindi...” e tirò nuovamente fuori la benda per Angelina.

“Uffa! No, dai ti prego! Tengo gli occhi chiusi, lo giuro!”

“Si, si come no! E io dovrei crederci? Forza Johnson, non fare i capricci!” e le arrivò alle spalle per bendarla, come aveva già fatto qualche ora prima.

Ridiscesero ancora una volta tutte le scale (Angelina si tolse le scarpe, disperata), e arrivarono in strada.

Cominciarono lentamente a camminare per la strada, tenendosi per mano e ridacchiando divertiti, quando Angelina urtava per sbaglio qualche persona, a causa della benda.

Dopo parecchi pardon e excusez-moi, i due ragazzi arrivarono a destinazione.

George cercò un luogo un po’ appartato e prese Angelina per mano, Smaterializzandosi.

La prima cosa che notò Angelina, fu la scomparsa dei rumori e del frastuono della città.

O meglio, i rumori si sentivano, ma erano come distanti, ovattati.

“Allora? Quanto manca, George?”

“Ecco, ci siamo quasi. Avvicinati solo un altro po’ alla ringhiera...”

Angelina fece qualche passo avanti, fino a che non arrivò a toccare con le mani il freddo metallo del barriera, poi George le sfilò delicatamente la benda.

Ancora una volta, Angelina rimase senza parole.

Erano sulla Tour Eiffel!

Sotto di loro si vedevano le vie illuminate, le auto che sfrecciavano da una parte all’altra della città e gente che, in ogni dove, si preparava a lanciare fuochi d’artificio, in onore del nuovo anno.

George vide gli occhi di Angelina farsi improvvisamente lucidi.

“Spero che quelle siano lacrime di gioia, perché altrimenti giuro che mi butto giù dalla balaustra...”

Angelina sorrise, mentre alcune lacrime già scendevano lungo le sue morbide guance. “Stupido! Certo che sono lacrime di gioia!”

“Bè mi avevi detto che, quando sei venuta in Francia con i tuoi, non avevi potuto visitare la Tour Eiffel e voilà! visita privata soltanto per te!”

George le asciugò dolcemente il viso e si fece inaspettatamente serio.

“Angelina” le disse con voce profonda “Voglio che tu sappia una  cosa: stasera ho fatto tutto questo, Parigi, la cena, la torre, solo per dimostrarti quanto tengo a te.”

Il ragazzo, evidentemente in imbarazzo, si schiarì la gola e proseguì.

“Da quando ci siamo rivisti in quel piccolo bar a Londra...” Angelina sorrise ripensando a quell’incontro.

Sembrava fosse passato un secolo...

“...non faccio altro che pensare a te. Sei rientrata nella mia vita come un ciclone e ti assicuro che sei stata la calamità più bella del mondo. Non so se tu potrai mai ricambiare i sentimenti che io provo per te, ma non importa. Voglio solo che tu capisca quanto sei importante per me.”

Angelina annuì e George le prese la mano.

“Ti ricordi la sera del compleanno di Ginny? Quando ti ho detto che mi ero Smaterializzato lontano da casa per permetterti di vedere il panorama?”

Angelina annuì di nuovo.

“Bè, non era vero. In realtà quando ti sei avvicinata a me, mi sono talmente agitato che ho sbagliato la Smaterializzazione.” La ragazza rise, imbarazzata. “E quando Victoire ti ha chiesto se eri la mia ragazza, avrei voluto dirle si, mille volte si, che anche uno come me poteva avere al suo fianco una creatura meravigliosa come te. Da quando sei rientrata nella mia vita, Angelina, tutto è più bello. Tutto è più luminoso, rischiarato dalla luce del sole. Perché è questo che sei per me, Angelina Johnson. Tu sei il mio sole.”

Le lacrime ormai scendevano copiosamente dagli occhi scuri di Angelina. Quella di George era stata la dichiarazione più dolce, tenera e romantica che avesse mai sentito.

Non riuscendo a dire nulla, fece quello che riteneva più giusto.

Lo baciò di nuovo.

E questa volta fu un vero bacio.

Entrambi misero in quel contatto tutte le sensazioni, le emozioni e i sentimenti che provavano l’uno per l’altra.

“Nessuno mi aveva mai detto cose così dolci.” Gli disse lei, dopo che si furono separati.

“Vuol dire che hai frequentato solo cafoni...” scherzò George.

Angelina ridacchiò, abbracciandolo stretto e poggiando la testa sul suo petto. “Grazie George. Di tutto. Se non ci fossi stato tu, non so proprio come avrei fatto.”

Si staccò un attimo da lui, per guardare quegli occhi vivi e profondi che tanto amava. “Sei importante per me, George. Molto. E, anche se non sono molto brava con le parole e non credo che riuscirò a fare discorso bello come il tuo, volevo che sapessi che sono felice che tu ci sia. Per la prima volta da molto tempo, sono felice. E questo tutto per merito tuo.” E lo baciò dolcemente.

Rimasero abbracciati, in silenzio per qualche minuto finché George non parlò di nuovo.

“Devo ammettere che nemmeno il tuo discorso era male... Certo il mio sicuramente era meglio... L’ho studiato tutto il pomeriggio!”

“Presuntuoso!” lo prese in giro lei.

“Si forse è vero, però da quello che ho capito, tu sei cotta di questo presuntuoso...”

“Già, per mia immensa sfortuna...”

“Eh si! Hai proprio ragione...”

Continuarono a baciarsi per parecchio tempo e, quando a mezzanotte il cielo fu invaso da migliaia di fuochi d’artificio, nessuno dei due sembrò badarci, troppo impegnati a fare altro, di fronte ad una città che li osservava, unica testimone silenziosa di quel nuovo amore.





Scusate l’imperdonabile ritardo ma non ho avuto un attimo di pace! Sono completamente esaurita a causa della montagna di esami... spero che questo capitolo così romantico e smielato vi piaccia (ma vi avverto... non cantate vittoria troppo presto! Ce ne sono di ostacoli da affrontare per i nostri due piccioncini!). Scusate se non vi ringrazio tutte una per una ma è l’una di notte e sono distrutta...

Grazie a tutti quelli che leggeranno e recensiranno! Un bacio!



P.S. La storia sulla nuova generazione è in via di sviluppo... ho già scritto il primo capitolo che spero di poter mettere presto on line! Grazie ancora!

 


  
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