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Autore: Kvothe97    19/01/2014    1 recensioni
"E arriverà un giorno in cui il Verbo avrà corpo e sarà di straordinaria bellezza. Per lei gli eserciti si schiereranno, per lei ci sarà morte e sangue, per lei si soffrirà.
Porterà rovina ma verrà chiamata Salvatrice.
Porterà Morte ma verrà chiamata Vita"
Profezia della Suprema Rivelazione
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 7

Andare contro il volere di Dio

 

Kalad era seduto, con la schiena appoggiata su un albero. Non era comodo ma non aveva nessuna intenzione di dormire.

Il fuoco al centro del piccolo accampamento lanciava bagliori contro le loro armature. Si rifletteva sul metallo delle corazze. Ball aveva la mano fasciata e guardava con assoluto disprezzo Kalad.

-Se non vuoi perdere anche l'altra mano smettila di guardarmi.-

Ball abbassò lo sguardo.

Loyd e Lymann parlavano tra di loro di una cameriera che avevano entrambi conosciuto. Joran stava mangiando un coniglio che aveva catturato. Petros e Oswald parlavano tra di loro, una conversazione fredda, pacata.

Atras Stava seduto e lucidava la sua spada. I suoi occhi erano persi nei perfetti lineamenti della lama.

Gli altri soldati sghignazzavano come degli idioti.

Ayliss stava rannicchiata qualche metro da Kalad. Aveva le ginocchia avvolte dalle braccia e il mantello porpora di Kalad la copriva completamente. Atras alzò lo sguardo dalla sua spada. I suoi capelli biondi e neri che gli ricadevano nel volto. Guardò Ayliss con fare animalesco. Come se fosse pronto a saltarle addosso e a strapparle il mantello. Ma forse non lo faceva perché Kalad lo stava fissando. Lo sguardo di Kalad era fisso sugli occhi di Atras. Le parole di giorni prima rimbombavano ancora nella sua testa. Come se un uomo lo colpisse con un martello.

Tuo padre... era... un codardo!

Impossibile. Suo padre era un uomo d'onore. Un uomo che metteva la famiglia al primo posto. Che sarebbe stato in grado di vendersi come schiavo se questo poteva portare dei soldi alla famiglia. Un uomo buono, generoso, saggio. Che voleva che suo figlio, Kalad, diventasse una brava persona. L'unica... in un esercito di malvagi. O forse era un uomo che voleva solo che il figlio... diventasse meglio di ciò che lui era. Diventasse ciò che lui non era riuscito ad essere? No, no era impossibile.

-Ti aspetti delle scuse per ciò che ho detto vero?- disse all'improvviso Atras.

-Delle tue scuse non me ne faccio un cazzo.- rispose freddamente Kalad.

-Non essere volgare vicino alla ragazza. Allora, ti aspetti delle scuse?-

-Non mi piace ripetermi, Atras.-

-Comunque sappi che non ne avrai. Ciò che penso di tuo padre resta. Era un perdente. Ma tu sei migliore.-

-Non conoscevi mio padre.-

-Lo conoscevo, invece. Ed era un codardo. Ma, come ho detto, tu sei diverso. Puoi rendere alto il nome della tua famiglia.-

-Mio padre ha reso onore al nome della sua famiglia. Un padre esemplare.-

-MA un pessimo soldato.-

-Non un'altra parola, Atras.- disse Kalad guardando Atras con gli occhi duri come il ferro.

Atras sorrise e iniziò a lucidare la lama di nuovo.

Ayliss guardò Kalad e si avvicinò gattonando a lui.

Oh Dio, non farlo

Lei si accucciò al suo fianco.

-Il tuo sguardo l'ha fatto smettere di guardarmi.-

-è una brutta persona.-

-Oh lo so, ho letto dentro di lui. Non ha tutte le rotelle apposto.-

-Questo è vero.-

-Sai... mi piace il tuo sguardo. Da lupo.-

Lui la guardò con la coda dell'occhio.

-Da lupo, mia signora?-

-Ayliss. Sì, da lupo. Lo sguardo penetrante, quello che ti legge dentro, quello che non ti aspetti la reazione successiva. È... accattivante.-

Oh Dio.

Kalad sorrise.

-Vorrei essere guardata anch'io da quello sguardo.-

Oh Dio falla smettere. Non posso trattenermi!

-In che senso?-

-Non lo so. Hai capito comunque.-

Non ho capito, invece! Cazzo. Non sarà mica... e forse anch'io... no no no no.

La sua mente vagava troppo con lei accanto. E la sua virilità non esitava a fare lo stesso.

-Vorrei che mi guardassi. Sarebbe eccitante.-

Oh Dio questo è troppo. Prima che le salti addosso...

-Quando sarà il momento.-

-Non adesso?-

Poi, con lentezza misurata, si volse verso di lei.

Era... incredibile. Ora che era lavata la sua pelle sembrava risplendere. Le sue labbra erano carnose, ti invitavano a tuffarti dentro di esse. I suoi occhi erano di un azzurro incredibilmente chiaro. I suoi capelli erano ancora un po' bagnati. Ed erano tirati indietro. Con ogni suo movimento sembrava una ninfa che usciva dall'acqua, pronta ad attrarre qualche sventurato.

Sventurato? Kalad voleva essere portato da lei nei meandri più oscuri e tenebrosi del mondo. Anche solo per avere un bacio.

Non poté fare a meno di guardarla. I loro sguardi si incontrarono con estrema naturalezza.

Gli occhi marroni di Kalad sembrarono dilatarsi alla vista di tale bellezza.

Ayliss lo guardava. Era molto, molto attraente. I capelli corti ma che sembravano crescere giorno dopo giorno. La barba tagliata in modo accurato. Gli occhi da lupo, da predatore, da guerriero. Le braccia forti come la roccia. Le mani ruvide ma allo stesso tempo delicate. Ma lo sguardo da lupo: Quello lo rendeva incredibilmente affascinante.

Quando si resero conto di quanto tempo era passato Kalad aveva già deciso.

-Voglio portarti via di qui.-

-Cosa?-

-Voglio portarti via di qui.-

-Lo faresti?-

-Per te prenderei la luna a mani nude e camminerei sul sole, maledizione. Per te fare tutte le follie di questo fottuto mondo. Non voglio portarti dal Grande Inquisitore, non voglio che tu diventi la sua schiava. Perché è questo che diventerai. Una servetta. Io voglio che tu sia libera. Io voglio vederti camminare scalza nell'erba. Voglio vederti lavarti su un ruscello. Voglio vedere il tuo corpo perfetto. Voglio guardarti negli occhi e viaggiare nella mia fantasia.-

Lei aveva la bocca aperta. Gli occhi spalancati.

-Prendimi con te. Portami via, scaldami col tuo abbraccio. Guardami così come io guardo te. Tienimi tra le tue braccia, accarezzami con le tue dita. Portami via con te.-

-Come vuoi... Ayliss.-

Nessun trucco, nessuna stregoneria. Le parole di Kalad erano uscite dal suo cuore e aveva riflettuto su cosa dire. E voleva farlo. Adesso.

-Andiamo ora. Voglio stare sola con te.-

-Non ora. Aspettiamo. Quando tutti dormiranno.-

-Ma ci sarà qualcuno che non dorme.-

-Allora lo ucciderò.-

Lei sorrise e posò la sua testa sulla sua spalla.

E per lui quello fu fantastico.

 

Tutti dormivano. Era un momento di quiete. Il momento migliore per scappare.

Ayliss non aveva più il mantello. Il suo corpo era fantastico, ma non era il momento di guardarlo. Si mossero lentamente, cercando di non emettere alcun suono. Lei aveva i piedi scalzi, forse soffriva. Il solo pensiero fece rabbrividire Kalad. Lei non doveva soffrire, non più. Lo aveva promesso. Erano abbastanza distanti, erano salvi.

No.

All'improvviso apparve Atras. Si stava riallacciando la cintura. A quanto pareva era andato a fare una pisciata. Il suo sguardo era... strano.

-Dove stai andando?-

Kalad indietreggiò.

-Rispondi, codardo! Dove stai andando... con la ragazza.-

-Via.-

Atras guardò la ragazza.

-Via? VIA?! Tu non puoi andare via! Questo è contro il volere di Dio!-

-Ti sbagli. La nostra fuga è... il volere di Dio-

Successe in un attimo. La spada di Kalad entrò nel fianco di Atras.

Continuò a guardarlo negli occhi e si godette quel momento. Fu troppo tardi quando capì che per quel colpo non sarebbe morto.

Atras non esitò ad attaccare. Kalad schivò il fendente è colpì Atras al volto con il manico della spada. Atras cadde al suolo, con la ferita sanguinante. Sentì il rumore degli altri che si svegliavano, imprecavano, prendevano le loro armi. Poi due gli furono addosso. Uno era Loyd. Un solo fendente obliquo. Il suo corpo venne tagliato senza pietà.

L'altro era... era... Joran. Aveva un pugnale. Stretto al pungo. Le nocche bianche.

-Vai! Vai avanti, io ti raggiungo!- lei lo ascoltò.

-Joran non voglio ucciderti!-

-Allora hai fatto la scelta sbagliata.- disse Joran.

È un mio compagno... non posso ucciderlo.

Si che posso.

La sua spada colpì la mano di Joran, tagliandola. Poi l'abbatté sul suo fianco. Joran sputò sangue e gemette.

Sta soffrendo, maledizione sta soffrendo!

La abbatté nuovamente e Joran cadde a terra morto.

Cazzocazzocazzocazzo. Si mise a correre, correre come se fosse il suo ultimo giorno.

Un sibilo improvviso lo scosse, poi venne il dolore alla gamba. Una freccia l'aveva colpito.

Thomas

Inciampò e cadde a terra, finendo in uno spiazzo sottostante.

Vedeva sfocato, aveva fatto un bel volo. Ai suoi lati saltarono due soldati. Uno non sapeva che nome avesse, l'altro era Okk.

Lo colpirono assieme ma Kalad evitò i loro colpi.

La freccia gli faceva molto male.

Con un affondo uccise il soldato di cui non ricordava il nome.

Okk lo colpì con un calcio.

Mi stavi simpatico Okk

Poi la sua spada penetrò il collo di Okk.

Dov'è Ayliss. Dov'è finita? Che l'abbiano presa?

Poi la vide, era qualche metro da lui, nel fitto della foresta. Andò verso di lei zoppicando, poi la raggiunse. Corsero senza parlare, corsero senza guardarsi indietro. Alla fine, stremati per la lunga corsa raggiunsero una cavità. Entrarono e si sedettero, non sentivano nessun suono là fuori.

-Oh Cielo! La tua gamba!-

-Va tutto bene, va tutto bene. Io sto bene. Tu?-

-Io sto bene. Ho... ho solo tanto freddo. Ma tu sei ferito!-

-Non importa... non importa. Vieni qui. Su.-

La accolse tra le sue braccia. Noncurante del dolore alla gamba.

Ma averla là, al caldo tra le sue braccia era ben al di sopra di quel dolore.

Era di certo il meglio che potesse desiderare. E in quel momento quella ferita non fece poi così male.

  
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