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Autore: Kvothe97    19/01/2014    1 recensioni
"E arriverà un giorno in cui il Verbo avrà corpo e sarà di straordinaria bellezza. Per lei gli eserciti si schiereranno, per lei ci sarà morte e sangue, per lei si soffrirà.
Porterà rovina ma verrà chiamata Salvatrice.
Porterà Morte ma verrà chiamata Vita"
Profezia della Suprema Rivelazione
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 13

Tra le radici.

 

-Ti fanno male i piedi?- chiese Kalad.

-Ci sono abituata.- gli rispose Ayliss.

Aveva i piedi scalzi e pestava le radici degli alberi o le pietre. Ma non sembrava sentir dolore.

-Cammino a piedi scalzi sin da piccola. Kanda mi diceva sempre che era pericoloso. Ma lo facevo lo stesso.-

Kalad sorrise.

-Perché ci sono così tante foreste a Noveria? O paludi? Sono stufa di questa umidità.-

L'umidità ti bagna il vestito

Fai schifo, lo sai questo?

Cazzo sì.

-Meglio questo che il freddo Nord. O il calore esagerato di Vurkan.-

-Non esiste una via di mezzo?-

-Il mio villaggio.- disse Kalad sorridendo.

-Là si stava bene. D'inverno la neve decorava gli edifici con delicatezza, d'estate il sole colpiva con cattiveria le pietre.-

-Da dove vieni?-

-Da Gothfresh. A Nord.-

-Non l'avevo mai sentito.-

-è una piccola città. Ma sono sicuro che ti piacerebbe.-

-Andiamoci allora!-

Kalad ci pensò su, poi scosse la testa.

-No, là non saremo al sicuro. A Q'uoian saremo più al sicuro.-

-Ma chi ti dice che entreremo? Ci faranno entrare?-

-I Q'uoin sanno essere ragionevoli.-

-Ma tu sei un soldato dell'Inquisizione. I Q'uoin non amano l'Inquisizione.-

-Li convincerò a farci entrare.-

Con Kanda potremmo entrare, pensò Ayliss. Forse.

-Parlami di questo Kanda. Com'è?-

Ayliss si grattò la testa. Lo faceva spesso quando rifletteva.

-Be' è più alto di me. Ma questo è normale. Io sono piccoletta. Ha i capelli verdi lunghi e... gli occhi viola. Il naso aquilino ed è completamente senza barba e baffi. A differenza tua.-

Kalad si toccò la barba.

-Cerco di tenerla corta.-

-Non fraintendere. Mi piacciono gli uomini con la barba curata.-

Buono a sapersi.

-Voglio molto bene a Kanda. Sono sicura che ora mi sta cercando. Spero non sia ferito. Mi ha cresciuta, è la cosa più vicina ad un padre per me. Oppure potrebbe essere mio nonno. È un Q'uoin quindi potrebbe avere mille anni. Chissà?-

Li stava cercando. E presto li avrebbe trovati.

E a quel punto?

A quel punto... spero di non dover usare la spada.

Ma la usò nuovamente quel giorno stesso.

Sentirono dei rumori.

-Giù!- ordinò Kalad. Poco distante da loro c'erano quattro soldati

-Una piccola squadra Inquisitoria.- constatò Kalad.

Si alzò per andare verso di loro ma Ayliss gli prese la caviglia.

-Che fai?-

-Fermo! Non andare. Non ucciderli.-

-Perché no?-

-Non ci hanno visti! Se restiamo nascosti non ci faranno nulla.-

-è troppo pericoloso. Devo eliminarli.-

Kalad estrasse la sua spade e si diresse verso di loro.

Uno di loro venne colto alle spalle. La lama di Kalad lo trapassò alla schiena.

Meno uno.

Uno aveva un ascia. Kalad si abbassò schivando l'attacco e infilzò il soldato alla pancia. Dietro di lui un soldato lo colpì con una mazza. L'armatura aveva intercettato parte del colpo, ma la schiena gli doleva. Deviò un altro attacco e girò su se stesso. La lama tagliò la gola del soldato, inzuppandogli le vesti di sangue. Il soldato gorgogliò, come se fosse immerso nel fango. L'ultimo soldato aveva spada e scudo, mentre Kalad aveva solo la sua spada.

Kalad la afferrò con entrambe le mani e saltò all'attacco.

Il soldato parò il colpo con lo scudo.

Abbatté nuovamente la lama, un'altra volta.

Ma il soldato non si mosse.

Il soldato tentò un affondo.

Ma Kalad lo aggirò alla sua sinistra. Riuscì ad afferrargli il martello porpora, tirò con forza, spingendolo verso la punta della sua spada. Infine il soldato venne ucciso dalla lama di Kalad, che gli trapasso il collo da dietro.

Meno quattro. Erano tutti morti.

Ayliss lo raggiunse ma si tenne ben distante.

-Sono morti. Puoi venire.-

Ayliss guadò i cadaveri. Sembrava provare timore di quei corpi senza vita.

-Ti piace uccidere?-

-No, per niente. Ma lo faccio per sopravvivere, uccidere non è mai facile. Ma a volte, purtroppo, è necessario.-

Ayliss aveva il volto cupo.

-Non sempre. A volte uccidere non è la cosa giusta. Anzi... non è mai la cosa giusta. L'hai detto tu stesso. Non ha senso togliersi la vita. Si perderebbero tutte le piccole cose che la rendono speciale. Cosa permette a noi di togliere la vita degli altri? Cosa permette a noi di non far più provare quelle cose ai nostri nemici?-

Kalad rinfoderò la spada.

-Il fatto che sono nemici.- disse infine. Una risposta forzata. E lui lo sapeva.

-Ma cosa li rende nostri nemici?-

-Il fatto che ti vogliono. Tutti.-

-Ma potrebbero avere le loro ragioni.-

-E infatti ce le hanno. In guerra non esiste il buono e il cattivo. Siamo tutti uguali. Tutti sono mossi da sentimenti diversi. Chi dice che le motivazioni di una fazione siano sbagliate mentre quelle dell'altra siano giuste? Nessuno. È una questione soggettiva. Ma poi... sono i vincitori a decidere chi ha ragione. E decidono che ad aver ragione sono loro.-

Ayliss non rispose. Si limitò ad annuire. Ma nonostante tutto era ancora dubbiosa. Kalad era una brava persona ma era anche un guerriero. Era la sua natura. C'è chi nasce con la capacita di trasmettere le sue emozioni con la scrittura. C'è chi nasce con la capacità di estasiare le persone con un'arpa o un violino. Altri ancora nascono con la capacità di combattere.

Kalad sapeva combattere.

Ma Ayliss vedeva dentro le persone. Riusciva a vedere le parole che descrivevano la nostra anima. Le note musicali che guidavano i nostri passi.

Kalad aveva un grande cuore, aveva solo il problema di vivere in un mondo in cui serviva di più la sua spada che la bontà del suo cuore.

Arrivarono al centro della foresta. Gli alberi erano vecchi quanto le rocce e le loro radici uscivano dal terreno per poi rientrare, come facevano i mostri marini delle leggende.

-Guarda Kalad!- lo chiamò Ayliss. -è stupendo!-

Ayliss corse a fianco di un albero. Là c'erano dei fiori blu e rossi. Ayliss si accucciò. Li tocco con le mani, quasi per accarezzarli. Annusò il loro profumo.

-Sono bellissimi. E hanno un profumo splendido.-

Rimase a guardarla e sorrise.

Voleva restare con lei. Voleva andare a Q'uoian, vivere nei loro edifici nella foresta e stare con Ayliss. Abbracciarla, dormire al suo fianco, baciarla. Guardarla negli occhi e viaggiare con la fantasia. Sentire il suo profumo, il tocco delicato della sua pelle.

Quando si rese conto di ciò che stava succedendo era già troppo tardi.

Mai fantasticare in una foresta!

-No Ayliss! Non strapparli, sono una trappola!-

Troppo tardi.

Ayliss aveva già strappato i due fiori.

All'improvviso la terra iniziò a tremare.

Davanti a loro la terra sembrò sollevarsi. Dal terreno uscirono quattro zampe fatte di roccia e dotate di artigli. Un muso animalesco anch'esso di roccia con le fauci aguzze e gli occhi bianchi. Il dorso ricoperto di piante e due alberi.

Era un Gorvashor. La bestia era simile ad una tartaruga con al posto del guscio delle piante e degli alberi. Era di medie dimensioni, quanto due carri. Emise un boato sonoro che uscì dalla sua bocca come un avvampata di fuoco. Una radice, comandata dal Gorvashor, prese il piede di Ayliss e la sollevò. Era in testa in giù e urlava di paura.

-Kalad!- chiamò Ayliss.

Kalad partì all'attacco. Colpì con vari fendenti il muso del Gorvashor ma era come colpire roccia e legno. Il Gorvashor cercò di azzannare Kalad ma quest'ultimo indietreggiò cadendo a terra. Quando vide la zampa destra del Gorvashor sollevarsi rotolò di lato, schivando il pestone del mostro. Si rialzò e corse al fianco del Gorvashor. Si arrampicò sulle piante del suo dorso fino a raggiungere uno dei due alberi. Si arrampicò a fatica, causa i continui movimenti del mostro, in un ramo e saltò prima che si spezzasse. Tagliò in salto la radice che teneva Ayliss. Ayliss cadde sopra di lui, che la prese col suo braccio.

-Forza, spostati spostati!- le disse.

Il Gorvashor usò le sue radici per colpire come delle fruste Kalad. Le radici sembravano dei tentacoli che il Gorvashor controllava. Kalad ne tagliò alcuni ma venne sopraffatto. Cadde a terra e un tentacolo avvolse la sua gamba destra. Quella ferita. Strattonò con forza e Kalad urlò.

Ayliss si rialzò e vide Kalad urlare.

NO! No, non permetterò che tu muoia. Si disse.

All'improvviso i suoi occhi divennero bianchi e il dorso del Gorvashor esplose di fuoco. La radice mollò la presa su Kalad. La parte sinistra del dorso del Gorvashor andava a fuoco.

Poi Ayliss tese la mano sinistra verso la spada di Kalad. All'improvviso la lama divenne incandescente.

-Per il Supremo!- disse Kalad stupito. Approfittando di questo misterioso aiuto si alzò e corse verso il Gorvashor. Saltò sul suo muso e raggiunse il suo dorso. Menò fendenti nelle piante, dando fuoco a tutta quella vegetazione. Il Gorvashor urlava di dolore.

Scese dal dorso, esattamente di fronte al muso del Gorvashor. Kalad infilò la sua lama incandescente dentro la bocca del mostro. Rigirò la lama, mentre il Gorvashor emise un ultimo ruggito prima di morire. Si accasciò al suolo, morendo.

Ayliss tornò normale. Kalad aveva il fiatone. Si avvicinò a Ayliss poco prima che lei perdesse le forze per lo sforzo di aver usato quell'incredibile potere. Kalad la prese con il braccio libero.

-Devi farla più spesso questa cosa.-

Ayliss sorrise prima di perdere i sensi

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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