Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Kvothe97    19/01/2014    1 recensioni
"E arriverà un giorno in cui il Verbo avrà corpo e sarà di straordinaria bellezza. Per lei gli eserciti si schiereranno, per lei ci sarà morte e sangue, per lei si soffrirà.
Porterà rovina ma verrà chiamata Salvatrice.
Porterà Morte ma verrà chiamata Vita"
Profezia della Suprema Rivelazione
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 17

Il profumo del mare

 

Adorava il profumo del mare. L'aria di mare era diversa da quella di terra. Più fresca, refrigerante, pura. L'odore della salsedine, il suono delle onde che si infrangevano sugli scogli, il verso dei gabbiani, i fischi dei marinai. Il sole batteva forte quel giorno. I marinai stavano a petto nudo, mostrando il loro corpo abbronzato. Uno lo saluto e Hidan ricambiò con un sorriso.

Hidan Naustrarer, secondogenito di Godan Naustrarer, amava la sua patria. Nessun altro regno poteva donarti le meraviglie di Aquamar. Il mare limpido, i pesci di mille colori diversi, le enormi conchiglie, i gabbiano che volavano fieri sopra il mare, le poderose barche di legno con le loro vele che venivano gonfiate dal vento.

Il vento.

Quella era la cosa che preferiva.

Il vento che, col suo soffiare, trasportava il meraviglioso profumo del mare. Il profumo del loro habitat. Loro che erano usciti dall'acqua nell'antichità, loro che avevano ucciso balene e costruito città al loro interno. Ma erano storie. Hidan era un tipico Uomo Acquatico. I capelli color della sabbia, corti e ben pettinati, la pelle abbronzata e sopratutto gli occhi blu. Blu come il mare, come le profondità misteriose del Grande Blu. Avevano gli occhi leggermente più allungati in orizzontale rispetto agli uomini normali, ma erano comunque uomini. Assieme ai Vurkaniani erano gli unici ad avere caratteristiche non umane. Ma loro non avevano la pelle rossiccia e gli occhi rossi. E non erano nemmeno così caldi. Avevano solo gli occhi blu come nessun altro... e delle sfumature azzurre sulla loro pelle abbronzata. Diverse per ognuno. Hidan, ad esempio, aveva una sfumatura azzurra sul braccio destro. La pelle semplicemente era azzurra, come se fosse un tatuaggio. Ma era il segno distintivo che li rendeva Uomini Acquatici.

Ricordava ancora quando, da ragazzino, andava qui, nel porto e si sedeva sulle casse a osservare l'orizzonte. Il mare era il luogo in cui voleva vivere e Aquamar, la sua isola, era il posto migliore.

Un isola di piccole dimensioni, aveva poche città di piccole dimensioni e una capitale. La capitale, con lo stesso nome dell'isola, Aquamar, era una città di enormi dimensioni. Si affacciava sul mare, con le mura bianche che si mischiavano abilmente con gli scogli. Le baliste posizionate sulle mura per difesa. Il Castello decorato con guglie dorate e pietre preziose. Lo stendardo di Aquamar, lo squalo bianco su sfondo blu. Hidan passava molto tempo nel porto. Che Uomo Acquatico era se non stava lì? Ma forse... lo faceva per non stare vicino a suo padre e a suo fratello. Non che li odiasse, anzi tutt'altro. Amava la sua famiglia con ogni fibra del suo corpo.

Vashet, il suo maestro, gli ripeteva sempre che soffriva di complesso di inferiorità.

“Ti senti inferiore, Hidan. Te lo leggo negli occhi.”

Come poteva essere al livello di Godan Naustrarer, suo padre? Condottiero dalla grande forza che guidò Aquamar in guerra e ne uscì vittorioso. O al livello di Kordovar Naustrarer, suo fratello maggiore? Un guerriero formidabile, abile con la spada, con la lancia e con l'arco. Navigatore di incredibile bravura e condottiero abile quanto suo padre. Hidan era il secondogenito, quindi non sarebbe mai salito sul trono. Lo sapeva sin da piccolo, Vashet glielo aveva spiegato. Ma Hidan era felice di ciò. Era felice di non essere importante. Lui non era al livello di suo padre e suo fratello: lui era insignificante. Viveva all'ombra di quei due colossi che erano Godan e Kordovar Naustrarer. Ma ciò non lo rattristiva. Sapeva per certo che non sarebbe stato a quel livello, sapeva fin troppo bene che loro erano perfetti. Lui no. Quello non era complesso di inferiorità, come diceva Vashet. Quella era pura e semplice consapevolezza. Vashet diceva che se avesse smesso di considerarsi una nullità al loro livello sarebbe sicuramente diventato uno dei migliori. Aveva enormi possibilità. Ma era la solita cazzata impostata. Decise di dirigersi al Castello.

 

Godan Naustrarer, Re di Aquamar e Sovrano degli Uomini Acquatici, Protettore della Scogliera e Navigatore del Grande Blu, capitano della “Occhio di Mare”, aveva le braccia aperte, mentre una serva prendeva le sue misure per l'abito nuovo.

Hidan si appoggiò sullo stipite della porta, sorridendo.

-Sei ingrassato.-

-Ah per Dio, modera il tono giovanotto!- sbraitò il re.

Poi sorrise.

-Miseria. Hai ragione, sono proprio ingrassato.- disse poi il re toccandosi la pancia e ridendo.

Godan Naustrarer era un uomo dalla barba grigia e i capelli corti, gli occhi blu con un segno azzurro sulla guancia destra. Era alto e in gioventù aveva avuto un fisico atletico. Ora le braccia erano rimaste muscolose ma il resto si era afflosciato. Rimaneva sempre un uomo di bell'aspetto ma la pace aveva portato alla sedentarizzazione e quest'ultima lo aveva fatto ingrassare.

-Per Dio... anni di guerra fratricida per arrivare alla pace. E quest'ultima porta a questa pancia.- poi rise. Adorava la risata rumorosa di suo padre.

-Vostra Maestà, dobbiamo allargare ancora il vestito.- disse la serva. Era giovane e carina. Hidan la guardò, cercando di sfoderare uno dei suoi migliori sguardi. Lei sorrise e abbassò timidamente la testa. Hidan sapeva di piacere alle ragazze, era un ragazzo di bell'aspetto.

-Ah fallo, fallo.-

-Come hai deciso di vestirti?- chiese Hidan al padre.

-Divisa da ammiraglio, ovvio.-

-Classico.-

-E tu?-

-Farsetto azzurro con sopra una giacca blu.-

-Ah, hai sempre avuto stile sui vestiti.-

Hidan sorrise.

-Sei emozionato?-

Godan tossicchiò in modo nervoso.

-Certo che lo sono. È il matrimonio di mio figlio, miseria. Ah... sembra passato così poco da quando era piccolo.-

Fra tre giorni ci sarebbe stato il matrimonio di suo fratello, Kordovar, con Lady Nalyssa. Una bellezza tipica di Aquamar, dagli occhi blu e dai capelli biondi. Finalmente Kordovar si sposava.

-Il prossimo sarai tu. Mi aspetto che ti trovi una bella ragazza. Magari con un bel culo come questa servetta.- disse il re schiaffeggiando da dietro la serva. Lei emise un gridolino.

Hidan rise. Suo padre faceva sempre l'idiota con lui, fin da piccolino e lo faceva sempre ridere.

-Forza dolcezza, va fuori. Voglio stare solo con mio figlio.-

Lei si allontanò e, passando a fianco di Hidan, gli sfiorò la mano. Aveva la pelle incredibilmente lisca.

Godan lo guardò con uno sguardo piuttosto chiaro. Aveva sempre spinto i suoi figli ad apprezzare le bellezze di Aquamar. Non solo quelle della natura.

E non lo ringrazierò mai abbastanza per questo.

-Voglio che tu sappia... che sono fiero di te. Per come ti comporti, per come affronti il fatto di non essere l'erede. Voglio bene a te tanto quanto ne voglio a Kordovar. Sei intelligente e brillante. Kordovar non è di certo uno studioso. Assieme vi completate. Ciò che lui non è lo sei tu e viceversa.- il tono di suo padre ora era serio.

Hidan sorrise.

-Grazie padre.-

Godan si spostò nella terrazza e guardò Aquamar. Da lì si vedeva tutta la città. Gli edifici bianchi risaltavano davanti al mare.

-Guardala. È bellissima. Aquamar è il luogo in cui voglio vivere per sempre. E fu il luogo in cui i nostri antenati si stanziarono, con l'intento di creare un regno. Non è passato poi tanto da quando quell'acqua così meravigliosamente blu era tinta di sangue.-

Suo padre gli aveva raccontato, da piccolo, della guerra combattuta contro suo fratello per la successione al trono. Astor Naustrarer, suo zio, rifiutava di non essere l'erede al trono, tanto da ribellarsi e iniziare una guerra. Ovviamente vinse suo padre, ma Godan non ne parlava mai. Era fratricidio, nulla di cui parlare alla leggera.

-Ricordo il bene che volevo a tuo zio. Ma ciò non fermo la mia spada quando lo uccisi. Ciò non fermo la mia voce quando diedi l'ordine di bruciare tutta la sua flotta. Vedi... tu non sei come Astor. Ricordatelo sempre.-

Sentirono un suono dietro di loro. Era entrato Kordovar, vestito di un elegante vestito nero, i capelli lunghi e biondi gli occhi blu, la barba ben curata. Il segno azzurro che procedeva verticalmente sul suo collo.

-Fratellino! Che bello vederti qui!- disse allegro Kordovar.

-Padre.- salutò poi cordialmente il re.

Godan lo guardò dall'alto al basso.

-Stai da favola! Ma dov'è Nalyssa? Dov'è quella sirena dei mari?-

Kordovar sorrise.

-Non vuole che io la veda. Posso viaggiare con l'immaginazione però. -

-Porta un vestito blu come il mare, ha i capelli avvolti con un nastro dorato, porta dei guanti bianchi eleganti ed è... bellissima... come sempre.- disse Hidan.

Kordovar lo guardò perplesso.

-L'hai vista?-

-Ricorda chi te l'ha presentata.-

Kordovar sorrise.

-A volte penso che tu abbia già dato con lei, fratellino. Se non sapessi che ti piacciono le contadine.- disse Kordovar ridendo.

Hidan lo colpì ridendo con un pugno leggero sulla spalla. Kordovar aveva spalle possenti il doppio delle sue.

L'aveva vista perché conosceva Nalyssa da quando aveva otto anni. Al porto, seduto sugli scatoloni. Le era passata a fianco e aveva sentito uno stupendo profumo di mare. L'aveva guardata e lei gli aveva fatto la linguaccia. Lui l'aveva rincorsa e avevano fatto la lotta. Poi erano giunte le presentazioni. Quando aveva scoperto che era Hidan Naustrarer era rimasta sconvolta, infondo aveva fatto la lotta col principe. Ma Hidan non si era arrabbiato, aveva otto anni. E poi lei era già molto carina. Nalyssa era la figlia di un Lord di Aquamar, vecchio amico di suo padre. Quando avevano partecipato ad un incontro e Hidan l'aveva vista con Lord Talloram l'aveva guardata con gli occhi spalancati.

Nalyssa era una ragazza con cui si poteva parlare di qualunque cosa. Era brava a tirare con l'arco, amava leggere ma odiava scrivere. Adorava camminare a piedi scalzi sugli scogli di Aquamar. Ma cosa più importante, sapeva cantare. E cantava in un modo tale da far sembrare il mare di Aquamar una pozza di fango. Aveva cantato per lui al Castello, quando suo padre aveva incontrato il re. Aveva una voce dolce e melodiosa. A quel tempo aveva undici anni (scoprì che era una Lady dopo ben due anni dall'averla conosciuta, teneva ben nascoste le sue origini) ed era un giovane pronto a sperimentare nuove sensazioni. Quella canzone così meravigliosamente cantata lo spinse a baciarla. Le sue labbra sapevano di miele. Lei si era allontanata e lo aveva guardato male. Poi gli aveva dato un bacio a stampo: Hidan aveva sorriso come un ebete e non aveva più parlato. Per i quattro anni successivi si erano baciati molte volte. Più che altro per esercizio. Lui forse l'aveva veramente amata. Ma lei cambiava ragazzo ogni mese. Sempre un baronetto diverso, un lord, un figlio di mercante. Ma Hidan sapeva di avere le sue labbra al miele sempre per lui. E sapeva, nel profondo del suo cuore, che anche se lei forse non lo amava, anche se lei cambiava sempre ragazzo e non si metteva mai con lui, che aveva un posto fisso nel suo cuore. E appena la vedeva andarsene sotto il braccio di un nuovo ragazzo sorrideva, perché sapeva che loro non avrebbero mai avuto quell'intimità, quell'affetto che era riservata solo a lui. Quando arrivarono ai vent'anni le presentò suo fratello. Ovviamente già lo conosceva.

E la commise il suo più grande errore.

Nalyssa si era veramente innamorata di Kordovar e Hidan pensò che fosse meglio smetterla con i baci. Kordovar quando parlava di lei sembrava un bambino.

Assomigliava a me quando avevo otto anni e l'avevo conosciuta nel porto.

Quando l'aveva baciata aveva parlato del meraviglioso sapore delle sue labbra.

Il sapore di miele, dolce come non mai, che avevo provato nella sua camera.

Quando parlava del suo profumo i suoi occhi vagavano lontano.

Il profumo del mare, così fresco e refrigerante. Così diverso da quello della terra. Io l'avevo sentito prima.

Ma lei amava Kordovar e aveva tutte le ragioni per farlo. Kordovar era sempre stato migliore di Hidan.

Nalyssa considerava Hidan il suo migliore amico e questo gli bastava.

Godan li guardò sorridendo.

-Guarda i miei ragazzi. Più vi guardo... e più rimpiango i momenti con Astor.-

Kordovar posò la sua possente mano destra sulla spalla sinistra di Godan.

-Non pensare al triste passato, padre. Pensa piuttosto al gioioso futuro!- Hidan sorrise e mise anch'esso la mano sull'altra spalla di suo padre.

-Abbiamo un matrimonio da organizzare. E abbiamo bisogno dei commenti sarcastici sulle servette.- disse Hidan.

Godan sorrise con gli occhi arrossati.

-Ah... se vostra madre potesse vedervi. Sono fiero di entrambi.-

 

Nalyssa si convinse di incontrare lo stesso Kordovar anche se cercò di guardarlo il meno possibile e di parlargli ancora meno. Kordovar la guardava come se fosse un fiore appena sbocciato. Crescendo Nalyssa era diventata una bellezza incantevole. Hidan voleva baciarla, sentire il sapore del miele sulle sue labbra. Ma non poteva. Si avvicinò a lei e le baciò delicatamente la mano.

-Mia signora.-

-Principe.- disse lei sorridendo. Quel sorriso che riservava solo per lui.

-La vedo bene quest'oggi.-

-Per bene cosa intende?-

-Una vista tale da rendere il meraviglioso sole di oggi cupo al confronto.-

Lei rise.

Ha ancora quella risata splendida.

-Il solito romanticone, eh?-

-Il lupo perde il pelo ma non il vizio.-

Lei lo guardò attentamente. Quando lo guardava il suo volto faceva risaltare la sua bellezza. La pelle lisca e priva di qual si voglia imperfezione.

-Se per “perdere il pelo” intendi diventare più alto, far crescere un elegante pizzetto, tagliarsi i capelli color sabbia corti e diventare dannatamente affascinante allora... ben venga perdere il pelo.-

Hidan sorrise e quasi si avvicinò per baciarla. Poi ripensò a dov'era. A quanti anni erano passati.

Ora è di Kordovar. Non è più mia.

Ma non lo è mai stata.

Kordovar fremeva dall'eccitazione. Mancavano ancora un po' di giorni al matrimonio ma per lui sembrava mancassero pochi secondi. Gli sembrava quasi di rivivere la prima volta che andarono assieme, non ascoltando le parole di loro padre, negli Scogli di Shilluvar. Loro padre gli aveva raccontato diverse volte di ciò che si nascondeva là. Esseri mostruosi, assetati di sangue umano. Kordovar l'aveva convinto ad andarci.

La voglia d'avventura dei bambini.

Andarono di notte, facendo il meno rumore possibile. Appena erano arrivati negli Scogli di Shilluvar, Hidan aveva provato un brivido lungo la schiena. Erano illuminati dai raggi spettrali della luna e le onde si infrangevano su di essi con una forza quasi brutale.

Il mare difficilmente è dolce.

“Avviciniamoci, oppure lanciamo una pietra. Ci sarà un modo per farli venir fuori, no?” aveva chiesto Kordovar.

“Sei sicuro di volerlo fare, fratellone? Ho paura.”

“Dai femminuccia! Ci sono qua io.”

Hidan pensò sorridendo che non avevano nessuna arma, avevano a malapena dieci anni.

L'indomito coraggio di Kordovar.

Kordovar aveva lanciato una pietra e si era messo ad urlare.

Era andato avanti così per diversi minuti. Proprio quando Hidan si era convinto di aver sprecato una bella dormita la bestia apparve.

Accompagnata dagli schizzi d'acqua e dall'urlo spaventato di Hidan.

Era un Litumano.

Il mostro aveva una forma umanoide, al posto della pelle delle piccole scaglie tutte uguali tra di loro. Il volto era nascosto dall'ombra ma i raggi della luna ne fecero vedere a Hidan una parte. Privo di naso, se non due minuscole fessure, le orecchie a forma di pinne, una grande pinna che passava per la sua testa priva di capelli e che continuava per tutta la schiena. Gli occhi di un blu talmente intenso da brillare al buio, i denti talmente affilati da provocare dolore solo a guardarli. Appena atterrato sulla scogliera il Litumano aveva colpito con il braccio Kordovar, facendolo cadere. Hidan aveva disperatamente provato di aiutare il fratello ma si ritrovò anche lui a terra, steso da un calcio del mostro. Il mostro poi aveva attaccato Kordovar, afferrandolo con una stretta spietata per il collo. Hidan si era rialzato a fatica e aveva corso, impugnando una pietra acuminata, contro il Litumano. Tenendola con entrambe le mani l'aveva sbattuta sulla schiena del mostro. La bestia aveva gettato a terra Kordovar e si era lanciato contro Hidan. Il mostro marino aveva preso per la maglietta Hidan e l'aveva sollevato. Poi il Litumano aveva spalancato la bocca e aveva tentato di azzannare la faccia del principe. Hidan ricordava in modo nebuloso ciò che successe poi. Si paralizzò e rimase a guardare fisso il mostro. Fisso in quegli occhi blu come le profondità del mare. Il Litumano poi... aveva serrato le fauci e aveva ricambiato con altrettanta intensità lo sguardo di Hidan. Per un attimo era come se i due stessero parlando in una lingua udibile solo a loro e che solo loro conoscevano. Poi, d'un tratto, il Litumano aveva lasciato Hidan e si era rituffato negli abissi.

Hidan scosse la testa allontanando quel ricordo.

Perché sto pensando a questo?

Nalyssa lo stava guardando con un sorriso sarcastico.

-Perché sorridi?-

-Perché sei rimasto esattamente uguale a quando eri giovane. Sguardo perso nel vuoto e attimi infiniti di silenzio.-

Hidan si sentì arrossire.

-Vorresti dire che sono invecchiato per caso?-

-Be' non sei più un bambino.-

-E neanche tu non sei più una bambina.-

-Si nota così tanto?- disse Nalyssa con una finta faccia triste.

Hidan le guardò palesemente il seno.

-Crescere ha i suoi pregi.- disse sorridendo.

Si ritrovò anche lei a ridere suo malgrado, poi lo spinse scherzosamente.

-Guardali i due amichetti che si spingono scherzosamente!- disse ridendo Kordovar.

-Tuo fratellino è un gran mascalzone lo sai questo? Allunga gli occhi!- disse Nalyssa divertita.

-Ma davvero? E dove esattamente?- disse Kordovar con un volto ridicolmente accigliato.

Hidan fece spallucce.

-Secondo te?-

Kordovar guardò la scollatura di Nalyssa.

-Oh... be'... che dire... è necessario dormire coi cuscini oggigiorno?-

Hidan rise in modo genuino e Nalyssa colpì con una sberla la spalla di Kordovar.

-Sei un idiota!-

-Sono l'idiota che ti ama più di ogni altra cosa al mondo.- disse l'erede al trono baciandola. Hidan prima venne scosso da un moto di gelosia, poi sorrise. Era giusto così, era così che doveva andare.

Inutile provare rabbia o gelosia. Come si può provare rabbia per una cosa che non ti appartiene. Come si può provare gelosia per una cosa che non ti è mai appartenuta nemmeno per un secondo?

Smisero di baciarsi ma Kordovar la tenne nel suo abbraccio. Hidan osservò la curva perfetta della sua schiena.

Placa i tuoi istinti, principe del nulla.

Per un attimo Hidan ricordò le giornate passate assieme a loro, sua fratello e quella che allora non era ancora la sua futura moglie. Giornate al mercato, giornate sul tetto del castello a guardare il mare, giornate nella spiaggia a tenere i piedi al caldo nella sabbia. Giornate lontane ma ancora presenti nel suo cuore. Nalyssa allungò la mano verso di lui.

-Un abbraccio di gruppo come ai vecchi tempi?-

Io vorrei abbracciare solo te, possibilmente distesi in un comodo letto, entrambi nudi.

Hidan sorrise.

-Come ai vecchi tempi.-

Gli abbracciò. Da una parte i duri muscoli di Kordovar, dall'altra il corpo snello e morbido di Nalyssa.

-Come ai vecchi tempi.- ripeté.

-è bello avervi qui. Ho bisogno di voi in questa dura vita, di entrambi. Siete la cosa migliore che mi sia mai capitata.- disse Kordovar e nella sua voce Hidan sentì un velo d'emozione.

Nalyssa aveva gli occhi leggermente lucidi e un dolce sorriso.

-Che questa pace possa durare.- disse Kordovar.

Hidan annuì.

-Che questa pace possa durare.- ripeté.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Kvothe97