Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: ImProudOfMyIdols_    19/01/2014    1 recensioni
Una ragazza di 13 anni che soffre di autolesionismo,crede di essere assalita da un Killer pazzo che prova piacere nell'uccidere gente e vederla soffrire. Ma nessuno le crede,dicendole che è stata lei a procurarsi quelle ferite e finirà in un mare di guai e scoprirà giorno dopo giorno sempre più misteri sul suo conto.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7-Tristezza repressa


Quando mi svegliai, ormai era sera e decisi di salire in mensa a mangiare qualcosa, facendomi coraggio e affrontare Arianna come mi aveva consigliato Federico. Salii decisa le scale, presi quel poco di carne e poi, dopo aver individuato quei capelli arruffati con gli occhioni azzurri, mi diressi verso Federico che quando mi vide mi abbracciò e mi porse un foglietto.
Lo lessi veloce:
“Prima ero venuto a chiamarti me vedendoti rannicchiata sul letto che dormivi, col tuo bellissimi sorriso, ho deciso di lasciarti riposare.”
Io gli dissi un “grazie” timido e mi sedetti al suo fianco, mentre di fronte a me c’era Arianna che mi fissava con un’aria disgustata, così con tutto il coraggio che avevo dopo 3 minuti mi voltai e gli dissi:
 “cosa hai da guardare? Vuoi una foto?!”
Tutto quel coraggio scomparve quando lei rispose ancora più feroce:
“Proposta allettante, ma molto probabilmente romperesti l’obbiettivo della fotocamera quando la scatti.”
Io la guardai malissimo e, non sapendo cosa dire, mi limitai a mangiare in silenzio.
Nel frattempo parlavo con i gemelli che continuavano a fare le loro battute cretine e io e Federico ridevamo come dei pazzi, ma Arianna non accennava nemmeno un sorriso, rimaneva impassibile, anzi, si intravedeva nei suoi occhi un odio profondo verso di me quando Federico mi metteva il braccio intorno al collo o al fianco.
Pensai e ripensai a mille modi per poter farle capire che non volevo fare del male a nessuno, ma solo essere loro amica, ma nessuno andava bene così decisi di andare semplicemente nella sua camera quella sera per parlarle, anche se voleva dire rischiare di essere presa a pugni da questa isterica che ora tagliava un pezzo di carne con tanta forza da quasi rompere il piatto.
Anche se dentro alla sola idea ero terrorizzata, fuori mi mostravo normale, allegra.


Finito di mangiare scesi assieme a Federico e ci dirigemmo nella mia camera; appena attraversammo la porta, ci sedemmo sul letto e gli chiesi:
“Fede…vorrei andare a parlare con Arianna per provare in qualche modo ad avvicinarmi a lei…dici che è una buona idea? O forse è meglio lasciar perdere?”
Lui mi scrisse veloce:
“Si prova a parlarci, ma ricorda fatti sempre vedere dura e impassibile ad ogni suo insulto o minaccia, poi insultala a tua volta.”
Dopo che mi ebbe indicato la sua camera, mi incamminai nei corridoi, bussai alla porta tremando leggermente, ma non rispose nessuno, anche se la luce era accesa. Provai ad abbassare la maniglia e la porta si aprì con un leggero cigolio, così provai a chiamare:
“Arianna sei qui? Sono Sabrina, volevo parlarti!”
Silenzio tombale.
Entrai richiudendomi la porta alle spalle facendo attenzione a non sbatterla e cercai nella camera per vedere se si trovasse lì o se invece quella sera non era rientrata.
Entrai nel bagno e appena mi affacciai, mi si trovò di fronte una scena tristissima, Arianna si era appena infilata due dita in gola vomitando tutto quel poco che aveva appena mangiato e io rimasi a guardare la scena come pietrificata e quando lei si accorse della mia presenza iniziò a dare di matto:
“Cosa cazzo ci fai qui??! Esci subito dalla mia camera!!”
All’inizio iniziai a tremare e stavo per girarmi e correre fuori dalla camera, ma poi decisi di reagire come mi aveva detto di fare Fede.
“No non me ne vado! Sono venuta per parlarti e ti ho trovato qui in queste condizioni! Basta smettila di fare tutto questo, non lo vedi come sei magra??! Basta!!”
Lei furiosa mi rispose a tono:
“Ma cosa te en frega a te se sono magra o grassa e di tutto quello che faccio?! Se non esci dalla mia stanza chiamo il dottore e lo sai cosa ti farà se ti trova qui!”
Io tra un misto di rabbia e paura, la tirai su dal pavimento per un braccio e continuai a dirle di smetterla che lei era magrissima e non doveva rovinarsi in quel modo perché era stupenda e che la avrei aiutata se solo me ne dava la possibilità, che sarei stata al suo fianco e la avrei aiutata a mangiare poco per volta per farla tornare la bella ragazza di una volta, come quella che c’era nella sua foto appesa sopra il suo letto in quella grande stanza illuminata da una luce fioca.
Per la prima volta potevo notare negli occhi di quella ragazza qualcosa che si vedeva raramente, potevo vederla viva, umana come tutte le altre persone, con le lacrime che le scorrevano lungo il viso e disse balbettando:
“Io…”
Ma subito dopo si riprese e mi cacciò fuori dalla stanza e la richiuse a chiave. Inizialmente rimasi lì di fronte ancora un po’ scossa, ma poi decisi di tornare nella mia camera e di aspettare il giorno successivo quando si fosse calmata.


Una volta nel letto, presi una di quelle pastiglie che mi aveva dato la dottoressa Smith, ricordandomi di prenderne solamente una e subito dopo mi misi sotto le coperte al caldo a pensare a cosa avrei potuto dire a quella ragazza che dentro provava una tristezza infinita anche se non lo voleva dare a vedere.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: ImProudOfMyIdols_