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Autore: fra_eater    20/01/2014    7 recensioni
(...) “Ma si tratta pur sempre di un marine! Siamo certi di poterci fidare?”
“Dobbiamo tentare per salvare Rufy e Zoro!”
“Rufy è stato catturato per proteggere me”
“Non angosciarti Nami- swan, ci riprenderemo sia lui che il marimo”
“Il problema maggiore rimane convincere quella donna”
cosa succederebbe se Zoro e Rufy, idue combattenti più forti, fossero arrestati dalla Marina? ovviamente i loro compagni si lancerebbero al loro salvataggio, dovendo chiedere, però l'aiuto di due persone "particolari"
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boa Hancock, Mugiwara, Tashiji, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Oh mio tesoro!” Hancock fremette dalla gioia non appena il suo Rufy varcò la soglia.
Nell’enorme sala grande sul galeone della Kuja, la ciurma di cappello di paglia entrò trionfante. Erano riusciti nel loro intento e il capitano era in cima al gruppo, con il suo meraviglioso sorriso stampato sul volto.
Quando li vide entrare, Usopp corse ad abbracciare i suoi compagni in lacrime “Siete salvi!” urlò “Avete visto quante frecce ho lanciato tutto da solo?”
“Davvero?” Chopper lo guardò esultante e Usopp ne approfittò per cominciare il racconto della sua impresa di lanciare venti frecce tutte insieme centrando 15 marines nonostante la fitta nebbia.
“Stai bene tesoro?” si affrettò a informarsi l’imperatrice pirata rossa in viso
“Certo” rispose Rufy “Mai stato meglio. Sanji” urlò rivolgendosi ai suoi uomini “Ho fame!”
“Subito, mio capitano” disse sorridendo il cuoco senza guardarlo, era troppo impegnato a fissare le guerriere con rivoli di sangue che gli uscivano dal naso. Quel posto era un paradiso per lui. Donne, donne ovunque. Bionde, more, rosse, con gli occhi chiari, scuri e con i corpi scolpiti che gli fecero dimenticare gli orrori che aveva visto nel regno di Kamabakka. Era così felice di trovarsi in mezzo a così tante bellezze, e avrebbe potuto provarci con tutte. Anche quella bellezza in divisa che aveva lasciato sulla nave di Smoker avrebbe capito che lui era notevolmente meglio dello stupido marimo una volta visto il suo regalo. Oltre alla bellezza delle Kuja, Sanji poteva aspirare a pieno la beltà delle sue due compagne, di certo radiose per la buona riuscita del loro piano. Ma dov’era Nami?
 
Tashigi si rinchiuse nella sua stanza, stanca per le forti emozioni della giornata.
Una volta chiusa la porta si toccò le labbra. Non credeva che avesse veramente baciato Zoro. Le sembrava un sogno. Si mise a ridere da sola. Lo amava. Non l’avrebbe mai detto a nessuno ma sapeva che era così. Si diresse verso l’armadio per rivedere la sua foto, per rivedere il volto dell’uomo che tante volte aveva sognato di amare e che finalmente era riuscita a baciare, ma il sorriso le si congelò sul volto “Ma chi diavolo… ?” qualcuno aveva scarabocchiato la taglia di Zoro: due enormi baffi neri arricciati partivano da sotto il naso, il resto del volto era cosparso da punti neri, una nuvoletta con scritto “Puzzo” usciva dalla sua bocca e il nome era stato sbarrato per scriverci sopra Marimo. La ragazza la fissò perplessa. Avrebbe dovuto trovare una scusa per procurarsene un’altra.
 
“Ehi!” Sanji gridò per attirare l’attenzione di tutti “Dov’è Nami?”
“E dov’è il mio capello?” aggiunse Rufy scattando in piedi.
Nessuno sapeva dove fosse la ragazza. Usopp disse che l’ultima volta che l’aveva vista era  stato sui tetti prima che si dividessero, ma poi credeva che fosse tornata dalle guerriere.
Hancock non disse niente, era felice che quella donna non fosse lì ad avvinghiarsi al suo amore.
“Sono qui” tutti si voltarono e, con enorme disappunto della principessa serpente, la rossa navigatrice comparve sulla soglia con il cappello di Rufy in mano.
“Il mio cappello!” gridò il ragazzo appena la vide, balzando verso di lei e mettendosi subito il suo tesoro al suo posto, sulla sua testa. “Grazie, Nami!” disse sorridendo, per tutta risposta la ragazza gli diede un forte schiaffo.
“Come ti permetti?” gridò Hancock alzandosi di colpo, ma l’archeologa si precipitò a bloccarla e a farla tacere con le sue mani “Lasciala stare” disse soltanto, senza guardarla “Si deve sfogare”.
La navigatrice continuava a picchiare il povero capitano gridando “Idiota! Perché ti sei lasciato catturare? Come hai potuto mettere la tua vita in pericolo per me?! Sei un idiota!”
Mentre gridava le lacrime salivano agli occhi e lei stringeva forte le labbra per impedirgli di scendere.
Zoro sghignazzò “Era prevedibile”, ma uno stivaletto della ragazza lo colpì in testa “Perché l’hai fatto, strega?” sbottò irritato.
“Perché l’hai assecondato, babbeo!” rispose lei “Se tu l’avessi liberato invece di starti fermo sarebbe stato più facile! E ce ne anche per te!” gridò lanciando l’altra scarpa al povero cuoco che rimase stupito dal gesto “Usopp mi ha detto che hai istigato Zoro ad andarsene! Se non l’avesse fatto avremmo salvato più facilmente Rufy!!”
Il cuoco fulminò il cecchino con lo sguardo. Sia lui che Zoro erano diventati rossi per la vergogna di essere sgridati dalla ragazza che ora aveva ricominciato ad inveire contro il ragazzo di gomma “Idiota! Idiota! Idiota!” i pugni si facevano meno potenti e le lacrime le scesero più velocemente e più numerose, rigandole il viso arrossato “Come hai potuto” singhiozzò “farmi preoccupare così? Avevo paura di non rivederti” disse queste parole  dando l’ultimo colpo al petto del ragazzo.
Quando ormai i singhiozzi avevano preso il posto dei colpi, Rufy la strinse forte a sé “Scusami, Nami!”, le accarezzava piano la chioma mentre lei inzuppava di lacrime la sua camicia rossa.
Hancock  si morse forte le labbra finchè non le fecero male. Rufy non l’aveva mai abbracciata così. Perché stava abbracciando quella ragazzina che fino a un momento prima lo aveva picchiato?
“Ora capisci che non hai speranze?”. L’imperatrice guardò confusa Zoro che sembrava avergli letto nel pensiero “Non potrai mai prendere il posto della mocciosa nel cuore del capitano”.
 
Qualcuno cominciò a piangere forte, evidentemente commosso da quella scena. I mugiwara guardarono Franky, ma il gigantesco Cyborg stava stringendo i denti per non cadere nei suoi soliti pianti, quindi non era lui a strillare così. Ma allora chi era?
Un uomo gigantesco apparve sulla soglia, gli occhi arrossati e il labbro tremulo “Che scena commovente!” gridò con un vocione autoritario.
L’uomo era veramente alto e molto muscoloso, la pelle del viso, olivastra, era segnata da una cicatrice sull’occhio sinistro, i capelli e la barba erano bianchi per l’età. Indossava una camicia a motivi floreali che sembrava essere troppo piccola per la sua stazza e ciò li dava un aspetto grottesco.
Rufy e Nami si allontanarono alla vista dell’uomo. “Che ci fai qui, nonno?” chiese il ragazzo.
“Nonno?” fecero le guerriere Kuja. “Il viceammiraglio Garp è tuo nonno?” domandò l’imperatrice, sorpresa di conoscere così poco dei parenti del suo amore. Rufy annuì come se niente fosse.
“Sono qui” disse Garp entrando nell’enorme sala “per portare in prigione i ricercati  Monkey D. Rufy e Roronoa Zoro”.
I Mugiwara si misero subito in posizione di attacco e Rufy portò istintivamente dietro di sé Nami.
“Ma” continuò il viceammiraglio per niente sorpreso dalla reazione “mi è stato ordinato di prelevarli dalla nave di Smoker e loro non sono lì”. Tutti si rilassarono nel vedere il sorriso che Garp gli regalò, un sorriso rassicurante che era così simile a quello del nipote.
“Ho incontrato questa ragazza sul molo” stava spiegando Garp passeggiando nella sala con le mani appoggiate una sulla spalla di Rufy  e l’altra su quella di Nami “Che mi ha spiegato cosa fosse successo in cambio di oro. L’ho minacciata di sbatterla in galera e ha risposto gratuitamente alle mie domande” Nami corrucciò le labbra con fare impertinente, ciò fece scoppiare nonno e nipote in una grossa risata “Un piano degno di uno stratega di Marina. Peccato che questa ragazza sia un pirata!”
“Lei è il miglior navigatore che possa esistere” disse Rufy, fiero, facendo arrossire la ragazza.
Garp lo guardò, poi guardò la ragazza “Il modo in cui ti ha picchiato mi ricordava tua nonna” disse “Era solita picchiarmi ogni volta che dicevo o facevo qualche sciocchezza. Che gran donna!” aggiunse con sguardo malinconico e sognante.
Rufy si liberò dalla presa del nonno “Ma qui non dovevamo festeggiare?” gridò .
E così fu.
La nave di Hancock era piena di gente urlante e di grida e di risate.
Brook e Sanji ci provavano spudoratamente con le belle guerriere, guadagnandosi sonore legnate che però non sembravano sortire alcun effetto sul loro spirito depravato.
Zoro beveva quantità esagerate di sakè in compagnia di ragazze che lo guardavano sognanti ma a cui lui non dava alcuna attenzione troppo preso a bere a più non posso.
Usopp intratteneva alcune Kuja e Chopper raccontando le sue fantasiose e gloriose imprese.
Nico Robin passeggera in compagnia di Franky esplorando tutta la nave.
Nami e Hancock litigavano furiosamente, la navigatrice non aveva dimenticato come era stata trattata dall’imperatrice quando era travestita  da guerriera e la donna aveva ancora impressa nella memoria l’immagine di Nami che baciava il suo grande amore.
Garp aveva portato fuori il nipote dopo aver mangiato a sazietà.
L’aria fresca della notte e l’odore di salsedine colpirono i loro visi sereni. Era da tanto tempo che i due non passavano del tempo assieme.
“Ho chiesto a quella ragazza di divenire un marine” disse Garp, rompendo il silenzio “le sue capacità da stratega sono ottime e, se lo diventasse, perderebbe la taglia che ha sulla testa”
Rufy non disse nulla, ma dentro di sé temette che Nami avesse preso il considerazione la cosa. Essere una ricercata non faceva per lei. Sapeva che avrebbe detto di no, ma temeva che un giorno gli avrebbe rinfacciato quella proposta.
“Mi ha guardato malissimo” continuò il nonno “dicendomi non tradirò mai il mio capitano!”
Sorrise al nipote che sorrise a sua volta, felice della reazione della sua navigatrice.
“È un ottimo membro della mia ciurma. E sono molto affezionato a lei”
Garp mise una mano nella tasca con un movimento impacciato a causa della sua enorme massa, ne estrasse una piccola scatolina che diede al nipote “Apri” ordinò.
Rufy obbedì: al suo interno brillava un anellino con una pietra rossa.
“Era di tua nonna” disse “Gli ho chiesto di sposarmi con quello. Mi ha picchiato tante volte con quella pietra. Era una donna molto amorevole”
Rufy immaginò Nami con quell’anello al dito, di sicuro non l’avrebbe mai picchiato con quello: il suo amore per le gemme era troppo grande.
“Se stai pensando a una donna e a lei che lo devi dare” disse Garp prima di scendere dalla nave “Stammi bene nipote”
 
Il mattino dopo i Mugiwara lasciarono la nave delle Kuja.
Hancock provò un’altra volta a convincere Rufy a sposarla, ma non ottenne nulla se non un abbracciò fraterno che la fece sognare.
Brook e Sanji salirono sulla Sunny con dei grossi lacrimoni dato che non erano riusciti a concludere con nessuna guerriera e inseguirono infuriati il povero Chopper quando disse loro che era stato coccolato da tante guerriere che lo trovavano tenero.
Quando presero il mare la vita sembrava essere tornata quella di sempre. Ognuno aveva ripreso le proprie mansioni come se niente fosse.
La sera dopo, quando tutti erano troppo indaffarati per prestargli attenzione, Rufy si avvicinò alla sua navigatrice che guardava l’orizzonte.
“Nami”
“Dimmi, Rufy” la ragazza si voltò a guardarlo e il capitano le stampò un bacio sulle labbra “Per una volta volevo essere io a baciarti” disse sorridendo e abbassandosi per evitare il pugno che stava lanciando la navigatrice.
“Non farti strane idee!” disse lei “L’ho fatto solo per salvarti!” ma Rufy sapeva che mentiva. Ormai la conosceva troppo bene. “Bugiarda” le disse baciandola di nuovo.
Questa volta Nami non provò a picchiarlo né si sottrasse, ricambiò il bacio con tutta la passione che aveva dentro e che non era mai riuscita a dimostrarli prima.
“Grazie per avermi salvato” disse lui.
“Era mio dovere” rispose la ragazza mettendogli le braccia intorno al collo.
Rufy la allontanò leggermente, la ragazza lo guardò incuriosita “C’è una cosa che devo darti” e mise una mano in tasca, estraendo la scatolina e dandola alla ragazza che la aprì avida di conoscenza.
Alla vista dell’anello Nami avvampò di colpa, impressionata sia dalla bellezza dell’oggetto sia dal significato che comunemente viene affibbiato al suo dono.
“Era di mia nonna” disse Rufy, arrossendo “Voglio che lo tenga tu”
“Perché?” chiese la ragazza
“Perché appena l’ho visto ho pensato a te. Questo anello è una promessa”
“Che promessa?”
“Diverrai la mia regina quando diventerò il re dei pirati?”
“Sì, lo voglio!”
  
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