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Autore: Mrs Maddox    20/01/2014    1 recensioni
-" William,c-che cosa sei...tu?"- balbettai, con la poca voce che mi restava.
Lui chiuse un attimo gli occhi,con aria disperata, e appena li riaprì mi disse quello che non mi sarei mai aspettata di sentire. Furono le ultime parole che percepii, prima di sentire le mie gambe cedere, cadere a terra e sprofondare nel sonno.
-"Io sono uno Shadowhunter, un cacciatore di demoni"-
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Storia ambientata nel XXI° secolo nonostante alcuni personaggi, che fanno parte di Shadowhunters- Origini, siano nel XIV° secolo. Inoltre i personaggi sono gli stessi ma la storia è completamente diversa: infatti nessuno degli avvenimenti di cui si parla nei libri di shadowhunters è già accaduto. Ci tengo a precisare che ho citato anche alcuni personaggi di TMI. Nonostante questi siano vissuti nel presente, nella mia storia fanno parte del passato. L'opposto avviene con quelli di Shadowhunters_le origini, che,invece, si ritrovano nell'epoca moderna.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EMILY’S POV
Io e Will corremmo a perdifiato attraverso i lunghi e ampi corridoi dell’istituto mano nella mano. Dopo una decina di minuti, finalmente, raggiungemmo un portone in legno, leggermente aperto.
-“Avanti, apri!”- disse Will. Cosa poteva mai esserci oltre quel muro che lo aveva emozionato così tanto ?
Senza esitazione feci quello che mi aveva detto.
Mi ritrovai davanti ad una scena mozzafiato.
La stanza era immensa, probabilmente grande tre volte il mio appartamento.
 A grandi linee poteva assomigliare alla palestra di una scuola. Il pavimento era rivestito col parquet  in legno massello di una sfumatura molto chiara. Alla pareti color crema erano appese moltissime attrezzature per addestrarsi, come per esempio le spalliere.
Dal soffitto pendevano grandi lampadari che disperdevano una luce forte quando calava la sera. Di giorno invece la stanza era probabilmente illuminata dalle numerose finestre a volta.  Una lunga scala a chiocciola, anch’essa in legno, conduceva al piano superiore, che era visibile anche dal basso e contornato da una ringhiera in ferro lavorato. Da lì pendevano delle assi da cui evidentemente gli shadowhunters si lanciavano verso il basso.
Al piano inferiore c’era l’attrezzatura per l’allenamento: spade, coltelli, corde, fruste e altri ancora. 
Adesso capivo l’eccitazione di Will.  Quel luogo era fantastico.
-“Ti piace?”-
-“Si moltissimo, è la sala dove vi addestrate, giusto?”-
-“Esatto. Ha ospitato centinaia di giovani shadowhunters che volevano imparare le tecniche di combattimento e di difesa. Volevo che tu lo vedessi perchè io ho sempre amato questo luogo. E’ qui che sono cresciuto e, cosa più importante, ho incontrato Jem per la prima volta.”-
-“wow,  come vi siete conosciuti?”-
-“E’ stato cinque anni fa, quando avevo compiuto da poco 12 anni. 
Charlotte me lo presentò esattamente qui dentro e facemmo subito amicizia. Lui era diverso dagli altri ragazzini che frequentavo prima.  Dove abitavo io, in Galles, avevo qualche amico ma nessuno mi ha mai dimostrato tanto affetto quanto Jem. Quando me ne sono andato di casa per diventare cacciatore non pensavo che avrei trovato altri amici e invece ho trovato lui.  Non fraintendermi, ho lasciato la mia famiglia ma vado a trovarla regolarmente una o due volte al mese.
Mio padre ha rinunciato ad esserlo perché non apprezzava questa vita. Io, invece,  ne ero molto affascinato e , nonostante volessi bene a tutti e l’amore fosse reciproco, ho preferito intraprendere quest’avventura. Ritornando al discorso di Jem, è in questo posto che lui mi chiese di essere il suo parabatai ed è per questo che è la mia stanza preferita qui all’istituto. Jem è la mia ancora, il mio pilastro e il mio principale punto di riferimento. <<Dove andrai tu andrò anch’io. Dove morirai tu, morirò anch’io, e vi sarò sepolto: l’Angelo faccia a me questo e anche di peggio. Se altra cosa che la morte mi separerà da te>>”-
-“E’ una storia bellissima, Will, davvero”-
Ero quasi commossa.
Quasi tutti i miei dubbi su tutta quella storia degli Shadowhunters erano stati praticamente cancellati. Avevo fiducia in Will e, per una volta, Alison aveva fatto centro.  Era incredibile che lui  avesse raccontato proprio a me quell’episodio così privato. 
Ci conoscevamo da pochissimo e già mi aveva aperto una parte del suo cuore. A quanto pareva Jem era veramente importante per lui.  Avevo finalmente capito il vero significato di quel termine: “Parabatai”. La loro era un’amicizia che era in grado di superare qualsiasi ostacolo.  
Non ne ero sicura ma mi pareva proprio che Will avesse gli occhi lucidi. 
Non avrei mai creduto che quel ragazzo dagli occhi blu mare, all’apparenza così sicuro di sé, avrebbe mostrato ad altri questa sua fragilità, anche solo per qualche secondo.
-“Però adesso basta fare i sentimentali. Ti ho portato qui anche per iniziare il tuo allenamento da Shadowhunter”-
-“Cosa? Ma io non sono una Shadowhunter … vero?”-
 Will aveva una strana espressione. Il suo era un sorriso strano, come quello che hanno le persone che sanno qualcosa in più di te. Avevo i battiti accelerati. Pian piano un dubbio si stava insinuando dentro la mia testa. Non è che magari …


-“Si, Emily, sei una Shadowhunters”-
 
 
 Poco dopo mi strinse in un caloroso abbraccio. 
Era un abbraccio vero, pieno d’affetto.
Non riuscivo a parlare, non sapevo se per l’emozione o per la confusione. Io? Una Shadowhunters? Come poteva essere possibile? . Ormai la Emily “pensa prima di fare le cose” era stata sostituita da quella “Fallo e basta”.
Così mi lasciai trasportare e infransi tutte le mie difese. Ero più convinta che mai  che tutto quel mondo magico esistesse e che io ne facessi parte.  All’inizio mi mostravo tanto dubbiosa solo perché in verità avevo paura. 
Non è mai stato facile per me dare fiducia alle persone, in particolare a quelle che conoscevo da così poco tempo. 
Così ho provato ad allontanarmi e tenermi a distanza dagli altri, anche se in realtà ero molto curiosa di sapere di più.
-“come è possibile? Chi lo ha detto? Cosa..”-
-“Ehi, ehi calma”- rise, e sciolse l’abbraccio ma continuò a tenermi per mano e fissarmi intensamente negli occhi.
. –“ Charlotte ha assicurato che sei una Shadowhunter al cento per cento. Adesso ti spiegherò come l’ha scoperto ma non spaventarti … okay?”-
-“okay”- Ero curiosa, ma anche nervosa.
-“ La notte della festa, quella in cui tu eri malata, nell’appartamento sono venuti i Fratelli Silenti. Sono i custodi della città silente e accorrono ogni volta che si chiede il loro aiuto in questioni importanti.
Charlotte li aveva mandati lì ma né io né Jem eravamo a conoscenza della loro visita.  Mi è stato detto che non ci sono voluti più di quindici minuti per constatare che sei a tutti gli effetti una cacciatrice. Pur non avendo ricevuto marchi, i Fratelli Silenti non avevano alcun dubbio.  Credo siano entrati nei tuoi pensieri per scoprire la verità ma stai pur certa che non ti hanno neanche sfiorata. Detto ciò, ho io il compito di addestrarti per diventare una perfetta cacciatrice di demoni.Ah e quasi dimenticavo, anche la tua amica lo è. Hanno fatto la stessa cosa a lei mentre dormiva.”-


Avevo ascoltato tutto con estrema attenzione.
Non è certo una bella cosa invadere la privacy di una persona come avevano fatto quei tipi che lui chiamava “Fratelli Silenti”. Evidentemente però non erano persone che mi avrebbero fatto del male e questo mi bastava per perdonare ciò che avevano fatto.
Non mi sentivo ferita, o offesa, per quello ma al contrario, ne ero quasi contenta. Era grazie a loro che avevo scoperto davvero cos’ero. 

-“Will, è tutto così strano ma terribilmente eccitante. Io non so cosa dire … “

-“Non dire niente. Prendi un coltello e cominciamo ad allenarci”- Sorrise.
Ricambiai il sorriso e feci come aveva detto. 
Ero tutta un fascio di pura adrenalina. Non riuscivo a non pensare alle parole di Will “si, Emily, sei una Shadowhunter” . Da quel momento in poi la mia vita sarebbe cambiata e così anche quella di Alison.  
 
ALISON’S POV
Il pranzo si era concluso verso le due del pomeriggio.
Era durato poco più di un’ora e mezza ma a me sembrava passato un’infinità di tempo. 
Non avevo toccato cibo e ogni cinque minuti guardavo l’orologio appeso alla parete, sperando che tutto finisse il prima possibile.
Non avevo ascoltato nulla di quello di cui si parlava a tavola,ero troppo impegnata a evitare lo sguardo di Benjamin. Era stato un incubo avere puntati contro i suoi strani occhi gialli per tutto il tempo. 
Dopo il mio finto calo di zuccheri nessuno aveva più fatto caso alla mia agitazione, tranne Jem. Era stato l’unico ad accorgersene ed infatti ogni tanto mi chiedeva come stavo, o cos’era che non andava.
Avrei voluto rispondergli “Quella specie di mostro  di fronte a noi è, in qualche modo, Benjamin, io e Emily lo conosciamo, e dal suo sguardo non sembra avere buone intenzioni”. Però era come se quelle parole si rifiutassero di essere pronunciate.
Era la paura, che mi attanagliava come una morsa. Quel “coso” mi aveva fatto segno di non dire nulla e aveva accompagnato questo suo gesto con un sorriso maligno.  Non volevo mettere in pericolo nessuno, così non avevo aperto bocca.
 Quell’unica volta che mi capitò di entrare nella conversazione fu quando mi presentarono a Benjamin e ai suoi genitori.  Io gli avevo rivolto un mezzo sorriso forzato, giusto per non destare sospetti. Poco prima Charlotte e Henry  Branwell mi avevano ufficialmente dato il loro benvenuto all’istituto e si erano mostrati con me molto amorevoli e affettuosi.
Dopo il dolce di pere e cioccolato, finalmente il pasto ebbe fine. I primi ad alzarsi dal tavolo furono  Henry, Charlotte e loro figlio, seguiti a ruota dagli ospiti.
Stavamo per andare tutti insieme in salone, purtroppo per me. Avrei dovuto sopportare la compagnia di quei tipi dalla pelle verde e di loro figlio, quello che mi inquietava di più.  
Io ero rimasta a stringermi i lacci degli stivaletti mentre gli altri si erano già avviati, compreso Jem, che Charlotte aveva incaricato di andare a chiamare anche Emily e Will.
Solo in quel momento mi ero accorta che loro due erano gli unici a mancare all’appello. Dove era finita la mia migliore amica? Non feci in tempo a pensare alle possibili opzioni che Benjamin mi si parò davanti. Eravamo spaventosamente vicini.  Il contrasto della pelle olivastra con i capelli bianchi rendeva la sua figura ancora più strana.
Quelle iridi gialle simili agli occhi dei serpenti e i denti storti e giallognoli completavano il quadro macabro e raccapricciante. 
Indietreggiai di scatto e colpii lo spigolo del lungo tavolo in legno. Il dolore era forte ma niente a confronto dello spavento di qualche attimo prima.

-“Ciao, tesoro, sei contenta di rivedermi?”-

-“Cosa vuoi da me?”-
La mia voce era salda nonostante tremassi come una foglia.

-“ooh perché così di fretta? Prima di spiegarti quello che voglio fare mi piacerebbe passare un po’ di tempo con te e … Emily. Dov’è la tua amichetta?”-

-“Non è affar tuo”-
Contrasse la mascella. Il mio atteggiamento insolente gli aveva fatto perdere un po’ della sua calma.

-“Senti, questo … “-

-“Ehi voi due”- Era Jem. –“Benjamin ti aspettano di là.  Alison tu invece vuoi venire con me? Potremmo fare il giro dell’istituto come avevamo programmato prima. Saluta gli altri e andiamo “-

-“certo, subito!”-

Jem non avrebbe potuto scegliere momento migliore. Finalmente quell’incubo era finito.
 
 
Andai con lui nel salotto, salutai tutti con la mano tranne Benjamin. Lui era ancora nella sala da pranzo e non avevo alcuna intenzione di rivederlo. Presi per mano Jem ,  imboccammo il corridoio al lato opposto della stanza, e chiusi la porta alle nostre spalle.

-“Si può sapere che ti è preso?”- Jem aveva le mani saldamente chiuse sulle mie spalle. Non aveva alcuna intenzione di lasciarmi andare prima di sapere tutta la verità. Era un ragazzo dolce e comprensivo e mi erano bastati due giorni per capirlo. Oltre a questo, però, era anche molto determinato. Non si sarebbe arreso facilmente.

-“Nulla, cosa vuoi che sia successo?... “-
Cercai di divincolarmi dalla sua stretta ma ogni mio sforzo fu inutile.

-“No, invece. Dai dimmelo.”-
Sarei riuscita a mentirgli? No, sicuramente.

-“H-Ho detto nulla. Piuttosto dove sono il tuo parabatai e la mia migliore amica?”

-“Prima li ho chiamati e mi hanno detto che ci avrebbero raggiunto tra poco. Adesso però …”-
Fummo interrotti da alcune risate che provenivano dalla fine del lungo corridoio. Una apparteneva di certo ad un ragazzo, roca e bassa, l’altra ad una ragazza, più stridula e femminile. Will e Emily?
La mia ipotesi ebbe la conferma qualche attimo dopo. I due ragazzi si bloccarono davanti a noi e cambiarono subito espressione. All’inizio confusa, poi di nuovo felice , giusto un po’ maliziosa. Comprensibile, dal momento che Jem mi teneva stretta e quasi schiacciata contro la parete. Presa dall’ansia del momento non mi ero resa conto di una cosa. Eravamo terribilmente vicini.
Ci separammo di scatto e arrossimmo entrambi. Will rise, ma Emily mi travolse e mi strinse in un abbraccio, quasi soffocante.  Sussurrò delle parole incomprensibili, ma a furia di ripeterle capii il loro significato.

-“Siamo delle Shadowhunters”

Silenzio. Pensai di aver capito male. Dovevo sicuramente aver capito male. Non c’era altra alternativa.  Ma le parole diventavano sempre più chiare e a quel punto mi convinsi che non me lo stavo immaginando. Era reale.
-“c-cosa?”-

-“Si, Alison, lo siamo. Lo siamo entrambe”-
Non riuscii più a trattenere la mia felicità. 
Persi tutto il mio auto-controllo e scoppiai a piangere. Avevo gli sguardi compassionevoli di Will e Jem puntati su di me. Ero felice, davvero felice. Emily evidentemente mi aveva perdonata della mia sfuriata di stamattina, Jem per il momento aveva dimenticato la storia della bugia, e io mi ritrovavo da un momento all’altro a essere una persona diversa. Non ero cambiata molto, ero sempre la solita Alison, ma avevo qualcosa in più.
Qualcosa che non avrei mai immaginato. La storia degli Shadowhunters mi aveva affascinato ogni ora di più e ora scoprivo che ero una di loro. Non sapevo come l’avevano scoperto, se era davvero così, ma nessun dubbio avrebbe potuto cancellare la mia gioia.
Ma quel momento di infinità tranquillità non durò molto.
La porta che avevamo chiuso prima io e Jem si spalancò rivelando la figura piccola e minuta di Charlotte.
-“Oh care, vedo che avete saputo la bella notizia. Venite in salotto, vi spiegherò tutto meglio”-
Detto questo si avviò nell’altra stanza e si sedette su una delle comode poltrone.
Avevo ancora gli occhi che lacrimavano per l’emozione.
Emily mi rassicurava accarezzandomi la schiena. Anche lei era rilassata e un sorriso a trentadue denti le illuminava il viso. Non mi sarei aspettata da lei una simile reazione. Fino a quella mattina aveva ammesso di non essere ancora sicura dell’esistenza dei cacciatori di demoni ma forse si era convinta. Non c’era altro modo di spiegare quella sua strana tranquillità.
Io, Will, Jem e Emily ci scambiammo un rapido sguardo ed entrammo.
 


EMILY’S POV
Io e Will stavamo andando in salone per scusarci di non aver partecipato al pranzo insieme agli altri.
La nostra strada, però,  era stata intralciata da Jem e Alison, quasi avvinghiati l’uno all’altro. Non feci caso a quella loro strana vicinanza e rivelai a Alison che entrambe eravamo Shadowhunters. Inutile descrivere la sua reazione. In poche parole: era al settimo cielo.
Poco dopo però Charlotte ci venne a chiamare e ci invitò ad andare in salotto per rispondere alle nostre domande.

-“Ragazze, vedo che siete contente di questa scoperta. Giusto? Soprattutto tu, tesoro.”-   indicò Alison, che nel frattempo si era seduta vicino a me sul lungo divano di velluto rosso. Will era di fronte al caminetto acceso, Jem appoggiato alla poltrona dove sedeva Charlotte. La mia amica annuì e si asciugò il viso, ancora bagnato dalle lacrime.

-“Ah, dimenticavo. Io e te ancora non ci siamo presentate ufficialmente , Emily. Io sono Charlotte e dirigo quest’istituto ormai da una decina d’anni. Nell’altra stanza ci sono mio figlio e mio marito Henry, sempre impegnato con le sue strane invenzioni.  Allora, adesso vi racconterò nei dettagli tutto quello che volete sapere. Chiedete pure.”-

Iniziai io, dal momento che Alison era ancora abbastanza sconvolta.
-“Allora Mrs Charlotte,…”-

-“Oh no ,Emily, chiamami semplicemente Charlotte.”-

-“Okay. Allora, Charlotte, cosa ci facevano quei demoni alla festa a Kingsley?”-

-“ Erano lì per cercare voi, specialmente te, Emily. In qualche modo, purtroppo non sappiamo ancora quale, tu sei coinvolta in questa faccenda.  Non accade spesso che un gruppo così consistente di demoni attacchi nel pieno di una festa, con così tante persone, e senza una difesa visiva.  Anzi, è molto raro. Noi che facciamo parte del mondo invisibile usiamo delle protezioni per non farci vedere dagli umani, ogni volta che usciamo all’aperto. O almeno quando non vogliamo essere visti. La prima domanda che bisogna porsi è: perché hanno attaccato in modo così diretto?. Ma questo è solo uno degli interrogativi che ci stiamo ponendo tutti. Fortunatamente non hanno raggiunto il loro scopo.

Te.

 Già sapevamo da un po’ che avrebbero provato a catturarti ma chi avrebbe pensato proprio in quel momento? Noi, naturalmente, avevamo già provveduto. Mandare Will e Jem lì era l’unico modo per controllarti e tenerti al sicuro.
E devo dire, che siamo stati davvero fortunati. Quella povera ragazza che era morta era molto simile a te. Stessi capelli castano chiari, stessa corporatura. L’hanno scambiata per te e non ha saputo difendersi. Era solo una semplice mondana.
Noi pensiamo, però, che la mente di questo piano non siano i demoni Iblis ma qualcuno di molto più pericoloso. Non si sa chi possa essere ma stavamo …”-

-“Benjamin”- Era stata Alison a interromperla. Aveva gli occhi bassi, lo sguardo serio.  Il suo tono di voce era strano. Racchiudeva fermezza, disprezzo, quasi odio.

-“Benjamin Green ? Quello delle lezioni di chimica? Cosa c’entra in questo momento?”- chiesi io.

-“Lezioni di chimica?”- stavolta era stata Charlotte a parlare-“Benjamin è’ il figlio dei Green . Hanno pranzato con noi poco fa. Loro mi hanno detto di essere nuovi in città e mi era sembrata una buona idea invitarli. Mi avevano fatto un’ottima impressione.”-

-“Cosa?Benjamin Green è stato qui?”- Dalla mia voce traspariva confusione e sorpresa.

-“Si, Emily, con la sua famiglia. Se ne sono andati poco fa”- Charlotte sembrava non capire più nulla. Persino lei era tremendamente confusa –“ Mi avevano spedito una lettera qualche giorno fa per dirmi che avrebbero voluto conoscere il capo dell’istituto di Londra. Avevano aggiunto che si erano trasferiti poco tempo fa da Idris, la patria degli Shadowhunters.  Mi erano sembrati molto educati e io ho acconsentito. Cosa c’è che non va?”-

-“Charlotte, lui è pericoloso.”- Alison aveva ripreso a parlare. Aveva tutti gli occhi puntati contro. Will e Jem, sbigottiti, io e Charlotte più confuse che mai.  –“ Il calo di zuccheri che avevo avuto a pranzo in realtà era una bugia. 
Ero rimasta sconvolta nel vedere Benjamin lì, seduto a tavola con noi. Però non era il Benjamin che ricordavo: quello così strano, occhi gialli e capelli ossigenati. La cosa peggiore, però, era che mi aveva fatto segno di non dire nulla e gli avevo ubbidito.
Aveva un’espressione raccapricciante. Dopo pranzo mi blocco in sala da pranzo. Disse che voleva parlare con me … e con Emily. Poco dopo però arrivò Jem e mi salvò da quella situazione così scomoda. 
Avevo paura di dirlo a qualcun altro perché non volevo combinare guai. Forse avrei potuto mettere in pericolo tutti voi. Alla fine stavo per dirlo a Jem, ma sono arrivati  Will e Tessa e non ho potuto rivelarglielo.  Ecco, è tutto.”

Nessuno disse niente per un po’. Ognuno di noi aveva bisogno di assimilare per bene tutte quelle informazioni nuove. Fui io la prima a proferire parola.

-“Dunque, vediamo se ho capito bene. Benjamin Green, liceale e fanatico della chimica e dei fumetti è il famigerato super cattivo che mi vuole morta?-  Dalla mia voce traspariva del sarcasmo. Per me era impossibile credere ad una cosa del genere. La testa mi scoppiava. Erano successe troppe cose nuove in troppo poco tempo.

-“Emily,non è uno scherzo ”- era di nuovo Alison a parlare e sembrava fosse molto seria-“ E’ stata quella strana  scintilla che aveva negli occhi a farmi subito capire che lui non era dalla nostra parte. C’è qualcosa in lui che non quadra.”-
Nel frattempo dalla porta che dava sulla sala da pranzo apparve un bambino. Probabilmente era il figlio di Charlotte, data la straordinaria somiglianza. Il piccolo entrò in salotto e corse verso la mamma. Doveva avere 5 o 6 anni, non di più. Lo seguì a ruota un uomo, Henry, il marito di Charlotte. Aveva un’aria stanca, esausta.

-“Non sono riuscito a trattenerlo, correva a destra e a manca per cercarti e l’ho inseguito per tutto l’istituto.”- disse Henry.

-“Non preoccuparti,caro.”- rispose amorevolmente la moglie-“ Usiamo quest’occasione per presentare te e Buford alle nuove arrivate. Alison l’hai già conosciuta, lei invece è Emily.”- conlcuse,
indicandomi con un elegante gesto della mano.

-“Piacere di conoscerti, Emily ”- Aveva un sorriso amorevole mentre pronunciava quelle parole. Si vedeva da lontano che era un uomo buono e un padre affettuoso. Ricambiai il saluto. Anche il bambino mi fece un segno di saluto con la mano.
-“Comunque mi hanno detto i domestici che sono arrivate alcune missive da parte dell’enclave”-disse Henry rivolto alla moglie-“Dicono che è urgente”-

-“Ah, va bene. Il dovere mi chiama. Intanto vuoi continuare tu a rispondere alle loro domande, Henry?”- e senza aspettare risposta, si avviò a grandi passi verso l’uscita. Questo però, non prima di averci detto –“Continueremo il discorso di Benjamin più tardi, a dopo ragazze”-  Era rimasta scossa da quella notizia quanto noi. Probabilmente avrebbe riferito tutto a quella specie di governo che nel mondo invisibile si chiama  “Encalve”.
Nella stanza eravamo rimasti noi sei. Io, Alison, Jem, Will, Henry e suo figlio.

-“Allora, ragazze, cosa volete sapere? Ah e chiamatemi Henry. Non c’è bisogno che mi chiamate Mr Branwell o in altri modi formali simili. Ormai fate parte dell’istituto. Siamo una famiglia. ”-

-“Proprio a questo proposito Mr. B… Henry”- iniziò Alison, che nel frattempo si era calmata-“ come mai facciamo parte dell’istituto? Mi spiego meglio … come si è scoperto che siamo delle shadowhunters?”- Quando pronunciò quel nome, gli angoli della bocca le si incresparono in un sorriso.
Henry le raccontò la stessa storia che mi aveva già rivelato Will. Alla fine però aggiunse alcune cose di cui non ero ancora a conoscenza …

-“… C’è un motivo per cui voi due vi conoscete. Ascoltando i discorsi di Charlotte in questi ultimi giorni ho saputo alcune cose. E’ da un po’ che l’Enclave analizza la vostra storia. Qualche settiamana o giù di lì. Ebbene , sembra che voi due non siate amiche così per caso. A quanto pare,  cercando informazioni sulle vostre famiglie si è scoperto che voi non appartenete ai loro alberi genealogici. Chiedendo anche alle vostre madri adesso sappiamo che loro sono solo delle semplici mondane, ma con il dono della Vista. Possono quindi vedere anche loro il mondo invisibile pur non facendone parte. Hanno confessato che le vostre vere madri vi hanno lasciato a loro, per proteggervi, quando avevate poco più di qualche mese. Vi trovarono entrambe sulla porta di casa di tua madre, Alison. Quel giorno le vostre madri erano insieme. E accanto alla cesta in cui eravate state poggiate, c’era una lettera. Non si sa ancora cosa c’era scritto ma probabilmente riguardava l’accudire voi. Entrambe le vostre madri erano delle Shadowhunters e per di più erano migliori amiche come lo siete voi adesso. Il loro nomi erano molto conosciuti al tempo, Elizabeth Bowgold e Elly Whitenight , prima di morire. Purtroppo sappiamo che furono vittima di un incendio, o almeno così è scritto nelle testimonianze a Idris. Loro sì che erano delle Shadowhunters e per di più erano migliori amiche come lo siete voi adesso. Volevano che vi incontraste e così e stato…”-

Henry si fermò un attimo per schiarirsi la voce. Aveva raccontato quella storia guardando il soffitto, come se si fosse perso nei ricordi. Solo allora si accorse di essere l’unico nella stanza ancora calmo e tranquillo. 
Io e Emily eravamo entrambe ceree, bianche in volto come lenzuoli. Will e Jem un po’ meno sconvolti, ma anche loro abbastanza sorpresi.

 
-“Cosa c’è? Perché quelle facce cadaveriche?”-
---------------------
Ciaoooo di nuovo:) Ecco il 4° capitolo di questa ff, che ho impiegato un pò di più a scrivere. In questa parte della storia c'è una notizia importantissima: Emily e Alison sono entrambe Shadowhunters. Inoltre è approfondito il personaggio di Benjamin e c'è una presentazione vera e propria tra i capi dell'istituto e le nuove arrivate. Spero che vi piaccia e se vi va continuate a recensire. Un bacioo:*
  
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