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Autore: dreamwithme    20/01/2014    3 recensioni
Varcò il cancello del cimitero e come sempre si diresse a destra, fece pochi passi e poi si fermò davanti alla tomba di marmo.
Harry Edward Styles. 01/02/1982 – 11/09/2001.
Vittima dell’attentano alle Torri Gemelle.
FF tratta da "Vieni a Prendermi".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quattordicesimo Capitolo.
 
 
Erano passate appena due settimane dalla fatidica cena e Violet non si era ancora ripresa. Il suo cellulare aveva suonato ininterrottamente per giorni e lei no aveva mai risposto. Liam era venuto solo una mattina mentre lei era al  lavoro e si era  preso le sue cose sparendo dalla circolazione, da quello che sapeva era andato a stare da Gemma, almeno per un po’. A Violet dispiaceva, a Violet faceva tanto male sentire il fratello così lontano ma non poteva fare altrimenti. Era convinta che le scuse non bastassero a chiudere quella ferita e lo stesso valeva per la sua migliore amica Noah, che sì, le mancava tantissimo, ma che sicuramente non era pronta a perdonare.
Stasera per lei non era un sabato qualunque, ma un sabato speciale: Niall sarebbe andato a cena da lei e avrebbe conosciuto ufficialmente Edward, visto che al ristorante non ce n’era stato modo.
“Harry risparmiati perché so già che sei alle mie spalle.” – disse secca la mora voltandosi –
“Uhm, perspicace.” – ammise lui prima di scoppiare a ridere –
Violet si voltò sorridendo: “E se sei qui per farmi la predica su Noah e Liam, puoi anche andartene.”
“Sei arrabbiata?”
“Delusa – mormorò – delusa è il termine giusto.”
“Io penso che comunque non l’abbiano fatto con cattiveria e che comunque ti vogliono bene.”
“Mi hanno dato della pazza e pensano che sia necessario che vada da uno psicologo.”
“Violet io…”
“Tu niente Harry, tu niente – sorrise appena - va bene così.”
Il riccio si avvicinò e la strinse in un abbraccio perché la conosceva Violet e lo sapeva che niente andava bene, lo sapeva che era rimasta delusa da quello che suo fratello Liam e la sua migliore amica Noah le avevano fatto e la conosceva, la conosceva bene e sapeva che le ci voleva tempo per metabolizzare le cose, per farsele passare.
“Che prepari di buono?” – domandò allora Harry staccandosi –
“Niall mi ha detto che ama il cibo italiano e  visto che mia madre lo è mi ha insegnato tante cose e quindi ho optato per pasta e vari stuzzichini italiani.”
“A me non cucinavi mai Italiano.” – ammise offeso –
Violet boccheggiò e poi scoppiò ridere: “Questo non è vero!”
Harry sbuffò, prese una fetta di pane a la mangiò sorridendo: “Ottimo lavoro tesoro.” – commenta poi –.
Passarono pochi secondi di silenzio prima che Edward arrivasse in cucina. Violet guardò prima il figlio e poi Harry e si sentì a disagio, perché sapeva cosa lui provasse ma quando lo vide immobile a sorridergli si tranquillizzò di colpo. Ci voleva tempo, ci voleva tempo prima che le cose tornassero alla normalità.
“Mamma posso chiederti una cosa?”
“Sì, certo, dimmi.”
“Questo Niall, ti rende felice?” – domandò Edward incerto –
Harry sorrise per suo figlio, che seppur piccolo riusciva già a capire la situazione.
“Sì – disse Violet - sì, Niall mi rende felice.”
“Ed è bravo come lo era papà?”
A Violet mancò per un attimo il fiato e poi sorrise appena: “Sì, è bravo come lo era papà.”
“E – sospirò – ultima cosa, ti rende felice come lo faceva papà?”
Alzò lo sguardo verso il riccio che era rimasto immobile e scosse la testa ridendo, suo figlio era più furbo ed intelligente di quanto pensasse.
“Mi rende felice come faceva papà, ma voglio che renda felice anche te, okay? – domandò – quindi se stasera non ti piacerà, o non ti starà simpatico, o qualunque altra cosa voglio che tu prima di dormire me lo dica. Ed, io e te siamo una squadra e finché non stiamo bene entrambi, non va bene.”
“Va bene mamma, ma sono sicuro che se è simpatico come dici, lo sarà anche per me.”
Violet sorrise prima di guardare Harry. Niall era quello giusto per lei e lo sapeva, aveva paura, una paura tremenda ma lo sapeva, e sapeva che sarebbe stato giusto che per Edward.
 
 
Liam si sedette sul divano e si massaggio le tempie stanco. Non parlava con Violet da due settimane e si sentiva così in colpa che non riusciva nemmeno la  dormirci la notte. L’aveva chiamata, eccome se l’aveva chiamata ma lei non aveva mai risposto e lui allora non aveva nemmeno tentato di andare a casa sua, perché sapeva che non era il momento, perché nonostante tutto sua sorella la conosceva.
Aveva preso le sue cose e si era trasferito momentaneamente da Gemma, perché con Gemma infondo stava bene.
“Non è stato molto carico trattare così Violet, lo sai vero?”
Una voce lo fece sussultare di scatto, appoggiò la lattina di Coca Cola sul pavimento e si guardò intorno.
“E lo so che non mi vedi, ma riesci a sentirmi – ammise la voce – e beh, devo ammetterlo, mi diverto abbastanza a giocare a nascondino.”
“Chi diavolo sei? – sbottò Liam – non è divertente e soprattutto non è il momento.”
“Ehi ehi, sentitelo - rise la voce – non trattarmi male che potresti pentirtene.”
“Dimmi chi sei o chiamo la polizia.”
Il ragazzo che parlava fece pochi passi e in un batter d’occhio si ritrovò al centro del salotto, le mani in tasca mentre lo sguardo vagava per la stanza.
“Ciao Liam” – disse Harry –
Il diretto interessato chiuse gli occhi a due fessure: “Oddio no, sto solo delirando.”
Harry alzò gli occhi al cielo seccato: “Sto delirando, non è possibile, tu sei morto e bla bla bla, quando ti riprendi fammi un fischio e parliamo.”
Liam aprì bocca e la richiuse subito dopo, le opzioni erano due: o lui stava davvero delirando o sua sorella aveva ragione. La seconda scelta risultava davvero disastrosa e davvero lui non aveva idea di come comportarsi.
“Andiamo, non posso vedere una persona morta.”
“In paradiso accade di tutto – commentò Harry sorridendo – in ogni caso se ti sei abbastanza ripreso parliamo.”
Liam annuì poco convinto, poi si ritrasse di poco e fissò Harry dritto negli occhi.
“Perché hai trattato Violet così? – domandò il riccio scuotendo la testa – ti sembra che dopo tutto si meriti un comportamento del genere? Liam è tua sorella, e sì, magari sarà pure pazza perché mi vede, e posso confermare che non lo è perché sono qui per un particolare motivo, ma non devi darle contro, devi supportarla e starle accanto come merita. Liam io amo Violet alla follia e pagherei l’oro del mondo per tornare qui e stare con lei e con mio figlio ma non posso, la vita è stata talmente ingiusta da portarmi via da quello che più amavo e conto su di voi, per Violet, conto su di voi per la donna che amo.”
Liam deglutì e sentì gli occhi farsi improvvisamente lucidi, Harry aveva ragione e lui non aveva parole per dire o per spiegare quanto gli dispiacesse.
“Ho fatto un casino, lo so – ammise – è che io, io sono rimasto così deluso dal fatto che non si sia confidata con me, ma con Niall e lui è un perfetto sconosciuto in confronto.”
“Liam lei si aggrappa ad ogni persona perché non ne ha a sufficienza accanto, Niall non è arrivato per caso, Niall è qui per un motivo come me.”
“Come scusa?”
“Io ho fatto arrivare Niall a New York, io l’ho fatto licenziare dal suo lavoro di barista irlandese e io ho invitato Louis ad assumere un nuovo dipendente, io ho spedito Niall qui e sempre io ho fatto il colloquio e l’ho fatto assumere.”
“Oh mio dio, credo di sentirmi male.”
“Che vuoi che ti dica, in paradiso mi annoiavo.”– sorrise alzando le spalle –
“Tu stai comandando tutti noi?” – domandò quasi spaventato Liam –
“Oh no – sorrise – in questi dodici anni vi ho osservato tutti, in particolare Violet e mio figlio, e ho visto come lei ha lottato da sola, come si è costruita una vita da sola. Poi ho capito che lei non deve stare sola, che lei deve aver una persona accanto che la ami e che la renda felice per il resto della vita, ha bisogno di un uomo che faccia da padre ad Edward e che faccia tutto quello che io non potrò mai fare – abbassò lo sguardo – mi sono messo a cercare ed ho trovato Niall, l’ho osservato per almeno tre anni ed ho capito che era quello giusto ed ho fatto in modo che si combinassero le cose.”
“Devo scusarmi con mia sorella, devo farlo ora.” – disse deciso Liam alzandosi –
“No! – esclamò Harry – stasera Niall è a cena da lei, conoscerà mio figlio. Vai domani da lei e parlaci, digli che ti sei sentito messo da parte e che comunque non te l’aspettavi e lei capirà, io ne sono sicuro.”
“Grazie Harry – accennò Liam – posso abbracciarti?” – domandò impacciato. –
“Puoi vedermi, ma non puoi toccarmi – spiegò il riccio – solo Violet può farlo.”
Liam sorrise ed Harry si alzò di scatto, doveva fare un bel discorsetto anche a Noah e non c’era davvero da perdere tempo. Salutò il suo amico e poi sparì nella luce fioca di quella fredda sera prima di riposarsi un po’ per poi riprendere il suo lavoro, e doveva ammettere che lo stava facendo davvero bene.

 


Buonasera a tutte, mi scuso per l'immenso ritardo, ma ho passato una settimana piena di impegni e l'ispirazione era andta a farsi fottere, inoltre ieri ho avuto dei problemi con internet e poche ore fa con questo editor, ma finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare.
Vado abbastanza di fretta quindi non mi dilungherò, lascio a voi i commenti e spero davvero che vi piaccia, anche perchè non manca poi tantissimo alla fine.
Baci a tutte, sam.

 
   
 
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