Nell’archivio ho trovato diversi nastri con datazioni diverse. Sono vecchi, molto più dell’Impresa, e sono raggruppati in uno scatolone etichettato “Interrogatori”. Non riesco a capire se sia stata l’Impresa a metterli qui, o se fossero già presenti in questo vecchio magazzino e nessuno l’abbia mai notato. Se si trattasse del primo caso, sarebbe una coincidenza incredibile, e sono portato a crederlo. Dopo averne ascoltato uno, sono abbastanza sicuro che se ai piani alti ne avessero conosciuto l’esistenza, decisamente non li avrebbero lasciati nelle mani di uno di “loro”. In ogni caso, tutte queste congetture sono superflue.
 
I nastri sono molto danneggiati, ho quindi deciso di trascriverli il più fedelmente possibile. L’Impresa ha detto che ogni cosa avessi trovato nell’archivio avrei dovuto bruciarla dopo aver raggruppato tutte le informazioni in un solo documento.
 
La trascrizione che segue è il primo nastro presente nella scatola.
 
“Primo interrogatorio in seguito alla Ribellione. Interrogatore: agente Richard Frey. Interrogato: Erik Bishop. Data: 14 Giugno 1955.”
Una porta di apre.
“Siediti pure, Erik.”
Cigolio di una sedia.
“Niente manette?”
“Servirebbero?”
Momento di silenzio.
“Nulla. Nemmeno una vite o una graffetta. Avete fatto i compiti.”
“Non siamo stupidi quanto credi.”
“Finora mi è stato dimostrato il contrario.”
“Le tue generalità, per favore.”
“Mi chiamo Erik Bishop, ho 25 anni. È davvero necessario?”
“Sì, vai avanti.”
“Maschio, bianco. Sono nato in Germania, e dopo la guerra mi sono trasferito qui con mio padre. Mi sono laureato al MIT con il massimo dei voti e una tesi sull’elettromagnetismo.”
“Non è questo che vogliamo sapere.”
“Tanto sapete già tutto, che senso ha farmelo ripetere?”
“Serve per il tribunale. Ci serve una confessione.”
“Non ne avrete una da me. Non totalmente. Non potete scaricarmi addosso tutta la colpa.”
“Dillo.”
“Altrimenti?”
“Ti ficchiamo un paletto di legno nel cuore. Funziona con  i vampiri, sono abbastanza sicuro che funzioni anche con te.”
“Non è anticostituzionale minacciarmi in questo modo?”
“Dillo e basta, è più facile per entrambi.”
“Sono… ero a capo della Ribellione.”
“L’hai iniziata tu?”
“No.”
“Hai organizzato tu l’attentato?”
“No.”
Fruscio di fogli.
“Questo lo approfondiremo più avanti. Qual è il tuo dono?”
“È il termine scientifico?”
“Non credo che quello che fai abbia a che fare con la scienza.”
“Solo perché non riuscite a capirlo?”
“No, perché quello che fai è impossibile. Impossibile sotto ogni aspetto.”
“Per questo lo attribuite a Dio?”
“Meglio dire al Demonio. Non hai ancora risposto.”
“Pensavo doveste dimostrarmi di non essere stupidi…”
“Rispondi.”
“…e invece siete qui a blaterare di Dio e del Demonio…”
“Stai zitto.”
“…cristo, nemmeno avete capito cosa siamo e vi permettete di giudicarci.”
“’Vi’? Credi di essere qualcosa a parte? E sentiamo, cosa saresti?”
“Migliore di voi, migliore di te. Non ci vuole una ribellione per capirlo. E non provare a nasconderti dietro a Dio, perché non funziona. Lui ha creato voi a sua immagine e somiglianza, noi ci siamo creati da soli.”
“Non siete meglio di noi. Non siete migliori di noi. Siete solo uomini. Uomini che hanno ucciso altri uomini.”
“Davvero? Mi è sfuggita la parte della Bibbia che recita ‘E uno degli apostoli rinfrescò l’ambiente sparando ghiaccio dai palmi delle mani’”
“Sei solo un idiota presuntuoso.”
“I tuoi insulti mi lasciano indifferente. Potrei ucciderti in ogni momento. Stavo solo cercando di farvi un favore per collaborare. I tuoi superiori mi hanno proposto una convivenza pacifica.”
“Non puoi uccidermi, lo sai benissimo anche tu. E ora di’ cosa sei in grado di fare, lo voglio registrato.”
“Io, Erik Bishop, controllo i campi elettromagnetici a mio piacimento.”
“Sei così fiero mentre lo dici, ma qui e nella tua cella sei impotente.”
“La tua ignoranza dimostra quanto io sia superiore a te, anche solo come normale uomo.”
“È ironico che tu lo dica. Pensavo foste scappati proprio ad un uomo che si credeva superiore agli altri, vuoi essere il suo successore?”
“Mi sto irritando, agente.”
“Pensavo che lo odiassi, ha fatto uccidere tua madre.”
“È la sua vendetta per aver ucciso i suoi uomini?”
“Non ho bisogno di una vendetta. Il caro Führer che stai cercando di emulare si credeva invincibile, e noi abbiamo sterminato il suo esercito, così come stermineremo voi demoni.”
“Se mi paragona a lui ancora una volta la ucciderò, agente.  Non lo prenda come uno scherzo.”
Sbuffo/Risata . “E come pensi di fare, mein Führer? Non c’è nemmeno un grammo di metallo qui dentro.”
“Un’interessante novità. Si è fatto drenare il sangue?”
Urla seguiti da gorgoglii.
La porta si apre violentemente.
Il nastro finisce con scariche statiche.