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Autore: thleosw    20/01/2014    0 recensioni
"Mi rendo perfettamente conto che questi discorsi possano presentarmi come una brutta persona, in effetti nessuno mi ha obbligata ad entrare qui: è stata una decisione di Simone. Io avrei potuto oppormi, dire che non ne avevo voglia, però stasera è il suo compleanno, e se non ci fossi andata mi sarei mostrata davvero come una brutta persona..."
Tutto parte da un compleanno in discoteca, si potrebbe definirla una serata come tante...ma in realtà non lo sarà per niente!
Genere: Demenziale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come da regola nelle discoteche italiane, la serata Halloween al Ritrovo finisce alle 4. Le luci si accendono, la musica si spegne, il locale si svuota.

Che strano, non sono mai stata in una discoteca così vuota e silenziosa, è una sensazione surreale. E, per come è stata la musica nelle ultime ore, direi anche piacevole.

Il cellulare di Francesca suona, lei risponde e si allontana leggermente da me. Chissà con chi sta parlando. Con suo padre? Sta chiamando la polizia perché venga ad arrestarmi? Sta parlando con il suo fidanzato? Un momento: cos'è sta curiosità? Devo imparare a farmi gli affari miei.

Mentre lei non c'è cerco di mettere a posto il bancone del bar, e quando lei torna usciamo assieme dal locale. Sembra più pallida di quanto non fosse in precedenza, e più sconvolta. Chissà con chi stava parlando. E di cosa. Basta Lorenza, smettila!

-Dove ce l'hai la macchina?

Chiede Francesca.

Merda. Io non ce l'ho la macchina.

-Sono a piedi, non ho la macchina. Doveva portarmi a casa un mio amico che non si è fatto vedere.

Simone, maledetto stronzo. Non ci stavo più pensando all'incredibile pacco che mi ha rifilato, ma ora mi torna in mente. Mi pagherà anche questa.

-Dai, allora ti porto io.

Ottimo! No, non iniziare a farti viaggi anche su Francesca, l'hai appena conosciuta. Non sai neanche quali siano i suoi gusti, cerca di non fare figure di merda. Ricorda che è sparita un quarto d'ora buono a discutere al telefono.

-...Sicura?Senza neanche sapere dove abito?

-Beh, se sei arrivata qui a piedi non credo abiterai tanto lontano...

Ha ragione, abito a dieci minuti in macchina dal Ritrovo.

Francesca si dirige a botta sicura verso una tamarrissima Punto gialla, piena di adesivi. Curiosa come macchina, questa ragazza mi risulta sempre più interessante ogni minuto che passa.

La magia mi scende quando gira la chiave per accendere il motore, e questo causa l'accensione dell'autoradio: dalle casse posizionate nel bagagliaio inizia a uscire una sequenza di suoni artificiali e ripetitivi. Oh no, un'altra discotecara folle!

A quanto pare la mia espressione tradisce il mio poco gradimento per la musica, perché Francesca mi chiede: -Non ti piace la musica? Vuoi che spenga?

-No, no, ci mancherebbe, è la tua macchina...

-...Però non ti piace, te lo si legge in faccia!

-No, in effetti no- rispondo io -non è propriamente il mio genere.

-E cosa ascolti?

-Metal.

Mi guarda stupita: -Non l'avrei mai detto: pensavo che i metallari fossero tutti vestiti di nero, con la pelle bianca le borchie. E soprattutto, non credevo che ad Halloween andassero in discoteca!

-Beh, se vogliamo vederla così sono una metallara un po' sui generis. Neanche te hai molto l'aria della truzza, comunque. Pensavo che tutte si rasassero la parte inferiore della testa, che avessero svastiche o croci celtiche tatuate da qualche parte e che girassero perennemente con le Air Max ai piedi e il cappellino della Lonsdale appoggiato in testa.

Mi guarda con aria scettica e risponde: -Sai, l'universo “truzzo” come lo chiami te è molto più complesso e variegato di quello che pensi...un giorno forse ti spiegherò.

E mi fa l'occhiolino. Fortunatamente non ho tempo di farmi dei viaggi mentali, perché siamo arrivate davanti a casa mia.

La saluto, ci scambiamo i numeri, ed entro nel palazzo. Nei 5 piani di ascensore che mi separano dal mio appartamento mi maledico per aver dato sfoggio dei miei peggiori preconcetti verso la musica da discoteca con Francesca. Proprio una bella presentazione. Però non mi sembra che se la sia presa. Speriamo di no.

Appena entro in salotto, mi rendo conto di aver dimenticato la borsa in macchina di Francesca. Bene, presentazione sempre migliore. Tiro fuori il telefono dalla tasca, e mentre sto per comporre il numero di Francesca mi arriva un messaggio, proprio da lei: “Credo che tu abbia lasciato la borsa nella mia macchina. Se ti va domani passa da me verso l'ora di pranzo.”

Dai, ha troppa padronanza del congiuntivo per essere truzza.

Faccio per risponderle: “Ok. Lo vedo come un invito? ;-)”, ma poi decido di provare ad essere spiritosa: “Confidi nel mio sesto senso oppure mi dai qualche indicazione per raggiungerti?”

Questo anche se odio mandare messaggi con due domande consecutive, mi urta un sacco. Sa di interrogatorio o, ancora peggio, di inseguimento.

Lei mi risponde un'ultima volta: “Potresti invocare Satana per farti indicare la strada, ma non voglio rischiare che si autoinviti pure lui. Abito in via delle Ripe 18, vicino al capolinea del 42. Se arrivi verso l'una e mezza è perfetto. A domani :)”.

 

E ti pareva che non rimanevo addormentata proprio oggi. I miei buoni propositi di svegliarmi presto, prepararmi come si deve e andare a comprare una bottiglia di vino da portare a casa di Francesca a mo' di ringraziamento per l'invito svaniscono miseramente quando leggo l'ora sul display del cellulare: mezzogiorno e mezza.

Mi butto sotto la doccia, quasi sfrattando Denise dal bagno dove si stava piastrando i capelli, mi vesto in due minuti e sono fuori casa. A questo punto rimane solo la ricerca di un supermercato aperto, missione che però fallisce miseramente: anche ammettendo di poter trovare un supermercato aperto il primo di novembre, con cosa pagherei la bottiglia?

Così, salgo sul 42, mi appoggio ai vetri e mi preparo pazientemente ad un viaggio fino al capolinea.

Francesca viene ad aprire alla porta in pantaloni della tuta e maglietta, con due tovaglioli in mano.

-Cavoli, puntuale come la morte!

Dice, guardando l'orologio.

-Beh, ho seriamente rischiato di arrivare tardi. Avrei dovuto?

-No no, è quasi pronto!

La seguo in cucina, e inizio a scusarmi per non aver portato niente.

Lei mi guarda, posa i tovaglioli in tavola e mi dice:

-Meglio così, non mi piace il vino. Troppo chic. Acqua, birra, o rum.

-A me piace solo la birra, e ogni tanto bevo un po' di vino. Ma non mi fa impazzire. E i superalcolici proprio no!

-Nella migliore tradizione metallara!

Risponde lei sogghignando.

Decido di non rispondere alla provocazione, e di cambiare argomento. È la prima volta in cui sento che una discotecara folle potrebbe farmi a pezzi distruggendo la mia presunta superiorità musicale.

-Che cosa hai preparato?

-Penne alla Guinness.

Scola la pasta, la butta nella padella e la porta in tavola.

Assaggio la prima forchettata, e devo dire che è deliziosa.

-Geniale. Dove hai imparato a cucinare?

-5 anni di alberghero indirizzo cucina.

-Volevi fare la cuoca?

-Mi è sempre piaciuto cucinare, ma andando avanti con gli anni mi sono resa conto che mi avrebbe decisamente impedito di uscire la sera e divertirmi. Così ho finito la scuola con ottimi voti, ma non ho mai cercato seriamente posto in un ristorante. Forse un giorno ne aprirò uno io.

-E nel frattempo come ti mantieni?

-Scrivo articoli per un blog e per un giornale locale. E nei weekend Ritrovo.

-A servire migliaia di persone da sola.

Continuo io per lei.

-Sì. In un posto dove ti guardano tutti dall'alto in basso e la musica fa schifo.

-Dovrai assolutamente insegnarmi qualcosa sul vostro universo truzzo, io non vedo la differenza tra la musica del Ritrovo e quella che avevi ieri in macchina.

-Quando vuoi!

Risponde. Poi continua: -Anche se il mio sogno sarebbe fare la DJ. Altro che Ritrovo!

-Beh, ma anche così lavoreresti mentre gli altri si divertono!

-Sì, ma starei facendo quello che mi piace, e sarei in qualche modo responsabile del loro divertimento. Sai, ho cominciato al Ritrovo ben per quello, e poi sono finita relegata dietro il bancone.

A questo punto sono incuriosita, e le chiedo di andare avanti a raccontare la storia.

-Uscivo con sta tizia, e una sera le parlo del fatto che mi piacerebbe fare la DJ. Lei allora mi dice che suo fratello gestisce una discoteca, che può parlare con lui e vedere di farmi provare. Morale della favola: suo fratello ha in gestione il Ritrovo, e un pomeriggio mi chiama dicendo di portargli qualcosa, tipo per fare un provino. Sulle prime non è stato negativo, e mi ha proposto di lavorare al bar mentre aspettavamo che si liberasse una serata per farmi esordire. Purtroppo andando avanti ho scoperto che lui stava solo cercando di prendere tempo, e che in realtà non mi avrebbe mai fatta suonare. Ieri sera ho sentito che parlava con quella vacca di sua sorella dicendo che la musica che faccio è musica da tossici, e che non attira la gente, e quindi non merita di esser passata nella sua discoteca.

-E quindi?

-Sai, ieri quando sono sparita stavo parlando al telefono con lui. Gli ho detto che non ho più alcuna intenzione di lavorare per lui. E poco prima che tu arrivassi mi ha chiamata sua sorella. Ho chiuso anche con lei.

Cavoli, sto iniziando ad affinare il radar: stavolta ho azzeccato la sponda. Meraviglioso.

-E tu invece?- mi domanda -Che ci facevi al Ritrovo con la Telasi?

-La chi?

-Dai, quella che ti stava inseguendo, e tu piuttosto che starci ti sei messa a lavorare.

Al che le racconto tutta la storia, di Simone che mi ha invitata al ritrovo dicendo che mi avrebbe presentato sta figa spaziale e poi non solo non si è presentato, ma la tizia era anche di qualità imbarazzante.

-Avrebbe potuto fare di molto meglio in effetti.

Dice lei ghignando e accendendosi una sigaretta, e rimanendo a fissarmi con un sorrisino malefico.

-Cosa vorresti dire? Cos'è quella faccia?

-Che tu hai le qualità per trovare di molto meglio, e senza aiuti esterni.

-Che ce stai a prova'?

Le chiedo io per allontanare il momento imbarazzante che poteva crearsi alle sue parole.

-Secondo me ne sei pienamente consapevole delle tue possibilità, e non le sfrutti apposta. Senti, adesso che non lavoro un sabato dobbiamo andare al Regina.

-Che è?

-Un posto “a tema”. Musica di merda, ovviamente, ma tanto non si va certo là per quello. Devi solo fare attenzione perché è il regno della Telasi e di un sacco di sue simili, ma per quello ti posso proteggere io. Ci facciamo scudo a vicenda.

La situazione mi sta sfuggendo di mano ad una velocità eccessiva. Cerchiamo di riportarci sulla Terra.

-Scusa, quando mai ti ho parlato dei miei gusti? Che ne sai che io sia “a tema”, per dirla con parole tue?

Mi guarda con una faccia del tipo Ma per chi mi hai presa, e allora io continuo:

-Sì, che ne sai che io non stessi scappando da lei perché non la volevo in quanto è una donna, e non in quanto è proprio lei?

Senza cambiare espressione mi risponde:

-Tu me l'hai appena detto. Che il tuo amico te la voleva presentare perché “le manca solo l'eterosessualità”.

Merda, ha ragione. Ma quindi mi sta a sentire quando parlo.

Ad ogni modo, l'argomento cade, e lei inizia a cercare di istruirmi alla musica da ravers.

Per cena ordiniamo take-away dal cinese sotto casa sua, e poi me ne torno a casa a dormire. Domani si torna a lezione.

Qualche settimana dopo, accompagnata da Francesca, faccio il mio ingresso trionfale al Regina. Non ero mai stata in un posto così, mi fa un sacco impressione. Uomini e donne che non si fanno problemi ad essere se stessi, atmosfera festosa, vocalist impertinenti e sboccati. Peccato che il posto sia terrbilmente buio, e che la maggior parte degli esseri di sesso femminile passi la serata in piccoli gruppi a scrutarti in cagnesco.

A un certo punto, mentre Francesca sta salutando delle sue amiche, una ragazza alta e bionda mi si avvicina chiedendomi se ho una sigaretta. Gliela giro, cenno a Francesca che sto andando fuori a fumare, e usciamo.

Fumo, discorsi, avvicinarsi in maniera velata, e inevitabile lingua in bocca. Francesca mi vede, rimane un po' ferma sembra stupita. Poi alza il pollice della sinistra in segno di trionfo.

Iniziano per me due anni di relazione con Betta. E per quanto concettualmente trovi inquietante fidanzarsi con gente conosciuta in discoteca, non sono stati due brutti anni. È finita perché doveva finire, perché abbiam fatto un sacco di cose troppo in fretta, e abbiamo provato a trascinarla il più possibile perché non volevamo ammettere che stava iniziando a cedere.

Ma in ogni caso, non serbo nessun rancore nei suoi confronti.

Betta decide di accompagnarmi a casa verso la fine della serata, e informo Francesca.

Lei annuisce, poi mi prende per un braccio e mi sussurra all'orecchio:

-Vedi, io te l'avevo detto!

E mi strizza l'occhiolino.

 

  
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