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Autore: Margaret24    21/01/2014    2 recensioni
"Dov'è Ninfadora?" chiese preoccupata. [...]
L'uomo trasse un profondo respiro, sentendo le lacrime salirgli di nuovo agli occhi. Guardò Andromeda, le labbra contratte, e scosse il capo.
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Andromeda Tonks, Famiglia Weasley, Remus Lupin, Teddy Lupin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Colonna sonora consigliata: The Grey Lady – Harry Potter e i Doni della Morte, Parte II

 

"Salti tu, salto io, giusto?"
Titanic - 1997

 


Sebbene tutti e tre avessero passato l'ultima notte in bianco, e Remus fosse reduce da una battaglia, solo il piccolo Teddy dormiva profondamente nel suo lettino. Il papà e la nonna sedevano ai due lati vicini del tavolo della cucina, le mani gelide che stringevano convulsamente le due tazze di tè, ormai freddo. Nessuno dei due aveva ancora bevuto un sorso.
"Quindi..." cominciò Andromeda, parlando sommessamente. "Tu-Sai-Chi è stato sconfitto"
Remus provò ad annuire, ma la testa gli doleva, così disse:
"Sì. Harry l'ha... colpito"
Non riusciva a pronunciare la parola 'ucciso'.
"Come..." Andromeda deglutì. "Com'è successo?"
Remus capì che non si riferiva a Voldemort. Inspirò profondamente, combattuto. Lui voleva solo dimenticare, dimenticare tutto, quella notte, la sua vita, perfino sua moglie, se non poteva riaverla. Tuttavia, sua suocera aveva il diritto di sapere come sua figlia aveva perso la vita. Chiuse gli occhi e si massaggiò stancamente le palpebre.
"Stavo combattendo contro Dolohov..."


La battaglia continuava senza tregua, anche nei terreni della scuola. Acromantule, Giganti e Dissennatori facevano la loro parte insieme ai Mangiamorte, attraversando i campi di guerra. Remus e Dolohov combattevano, il secondo sembrava avere la meglio.

"Lui... continuava a colpire, e a colpire..." sussurrò Remus, volgendo lo sguardo verso la veste squarciata e imbrattata di sangue sulla spalla destra.

Dolohov continuava a lanciare fatture e maledizioni, e Remus aveva appena il tempo di contrattaccare. I suoi riflessi erano troppo lenti.
Nello schivare un Anatema Che Uccide che gli sferzò la spalla, Remus cadde a terra. Stringendo i denti, tenendo una mano sulla ferita che sanguinava copiosamente, tentò di rialzarsi, ma Dolohov lo sovrastette, puntandogli la bacchetta alla gola. Si fissarono per pochi istanti. Remus aveva la mente completamente sgombra, tutto ciò era surreale. Il suo avversario inspirò e aprì la bocca per pronunciare l'incantesimo.

"E poi..."

Con un urlo di dolore, Dolohov si ritrovò scagliato in aria, e atterrò circa a tre metri di distanza. Remus lo guardò con occhi sgranati, poi volse lo sguardo alla strega di fronte a lui, poco lontano.
Tonks.
La sua Dora era lì, lo sguardo trionfante e fiero, la bacchetta levata. Gli rivolse un sorriso felice e gli corse incontro. Remus si rialzò rapidamente, ma prima che potessero raggiungersi, una voce gridò:
"Incarceramus!"
Remus e Tonks furono legati al suolo, le funi che sbucavano dall'erba. Lui sentì sua moglie gridare:
"Maledetta!"
Alzò la testa, e con orrore vide che stavolta era Bellatrix Lestrange a puntare la bacchetta sul petto di Tonks. Il suo sguardo era pura perversione.
"No!" gridò, fuori di sé. "Prendi me! Uccidi me!"
Per tutta risposta, Bellatrix rise. Una risata fredda e crudele che lo fece rabbrividire.
"Crucio!" urlò un'altra voce alle sue spalle, e Remus non poté fare altro che contorcersi dal dolore, un dolore atroce che già sperimentava ogni mese. La piccola parte di lui che restò lucida seppe all'istante che Dolohov si era rialzato.
"Lui no, Bellatrix, lui lascialo stare"
Sentiva la voce di Tonks molto distante, ma poteva distunguere il tono fermo e gelido con cui si rivolgeva alla zia. Il dolore cessò com'era cominciato.
"E' una questione tra te e me" continuò Tonks.
"No..." disse Remus debolmente, lottando contro le funi. "Uccidi me..." ripeté, poi riprese ad urlare:
"Io sono la feccia, lei non ha colpa! Io sono sanguesporco, io sono quello da eliminare! Lasciatele una possibilità!"
Bellatrix rise di nuovo, e Dolohov la imitò stupidamente.
"Non credo proprio, lurido ibrido" disse con voce infantile, attenta a mantenere la bacchetta puntata verso Tonks. Quest'ultima non osava muoversi, forse temendo che li avrebbero uccisi entrambi all'istante. "Vedi, se elimino lei, tu per me non sarai niente. Niente. Nessun sudicio legame di parentela ci legherà. Sarà come se tu non fossi mai esistito. Inoltre..."
Con un breve gesto imperioso da parte di lei, si scambiarono il bersaglio, e la Mangiamorte mirò alla tempia di Remus. Gli sussurrò all'orecchio:
"... Ho promesso a quella feccia di Greyback che ti avrei risparmiato. Vuole ucciderti con le sue zampe. Sai, sarà un bello spettacolo vedere due lupastri che si azzuffano, tu non trovi?"
E Remus supplicò, per lei, per Dora, perdendo ogni briciolo di dignità.
"Ti prego..."
Bellatrix rise una terza volta. Remus guardò sua moglie negli occhi. Con sua enorme sorpresa, lei gli regalò un ultimo sorriso tra le lacrime. Mosse le labbra senza emettere alcun suono, ma Remus riuscì a capire la sua ultima parola.
Una luce gialla scaturì dalla bacchetta della Mangiamorte, e Tonks giacque a terra, immobile.


Remus non riuscì a continuare. Non riuscì più a star seduto. Si alzò e andò verso la finestra, tormentandosi le mani, sentendo lo sguardo di Andromeda sulle sue spalle.
"E poi?" chiese lei con voce che sapeva di pianto. "Remus, hai detto... una luce gialla?"
Remus sospirò e annuì.


Bellatrix Lestrange e Antonin Dolohov l'avevano lasciato solo con Tonks, incapace di muoversi a causa delle funi. Disperato, Remus cercò con lo sguardo la bacchetta, a pochi metri di distanza. Aprì una mano, non riuscendo nemmeno a tendere il braccio, ma l'Appellò comunque. Riuscì a liberarsi con un incantesimo Diffindo, e si precipitò da Tonks, in preda al panico.
"Dora... Dora!" la chiamò con voce acuta, mentre liberava anche lei e la metteva supina. Intorno a lui era puro caos ovattato. Il sollievo lo pervase quando notò che Tonks respirava ancora, ma fu momentaneo. La prese in braccio delicatamente, poi riprese ad urlare:
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti! AIUTO! AIUTATEMI!"
Corse fin dentro le mura di Hogwarts, ormai irriconoscibile. Nessuno stava più combattendo. Una tregua, una misera tregua dopo la battaglia. Trovò Madama Chips che sistemava alcuni corpi su delle barelle evocate dal nulla.
"Madama Chips!" la chiamò, correndo verso l'infermiera. Quando la raggiunse, lo sguardo di lei si illuminò di speranza.
"Lupin! Oh, grazie al cielo..."
"Madama..."
Remus posò Tonks su una delle tante barelle che galleggiavano a mezz'aria.
"La prego, faccia qualcosa" disse in preda alla preoccupazione e all'ansia. Non riconosceva più neanche se stesso. "E' stata colpita da una maledizione gialla, io non so cosa..."
Si bloccò, portandosi una mano alla nuca. Madama Chips si chinò sulla moglie e la esaminò. Remus le tenne la mano, tremando violentemente e aspettando.
"Resta con me" sussurrò. "Ti prego, non mollare..."
L'infermiera mormorò controincantesimi su controfatture, ma tutto ciò che Remus poté constatare era che Tonks alzava e abbassava il petto sempre più lentamente. Alla fine, non si mosse più.
Madama Chips sospirò e alzò gli occhi lucidi.
E il mondo crollò.

 

La voce gli si spense in gola.
"Chi è stato?"
La voce spezzata di Andromeda scattò, rompendo il silenzio.
"Non lo so" mentì Remus, senza voltarsi. Per tutto il suo racconto non aveva pronunciato il nome di sua sorella, né le aveva parlato del loro breve dialogo. "Aveva il volto coperto"
"Ma... perché ti ha risparmiato?"
"Non ne ho idea" rispose Remus, ora girandosi. "Forse... ci teneva a vedermi in quello stato" aggiunse amaramente. Ci fu una lunga pausa, in cui ognuno era immerso nei propri tetri pensieri. Poi Remus disse piano:
"C'è una cosa che devi sapere"
Almeno questo glielo doveva. Andromeda tacque, guardandolo.
"Bellatrix è stata uccisa da Molly Weasley"
Sul volto della suocera apparve un'espressione indecifrabile. Non disse nulla, si limitò a fissare la tazza di tè con sguardo solenne.
"Voglio vederla" disse infine. "Voglio vedere mia figlia"
Remus non rispose subito. Un po' se l'era aspettato, ma ora che la richiesta – non sembrava tanto una richiesta quanto un ordine – gli era stata fatta, si ritrovò impreparato. Provò a negargliela.
"No, tu... Andromeda..."
"Non osare contraddirmi, Remus Lupin" lo interruppe lei con le fiamme negli occhi, e per un attimo gli fece accapponare la pelle, tanto era simile alla strega che lo aveva torturato.
"Chi baderà a Teddy?" chiese lui.
"Tu, ovviamente"
"Io vengo con te"
"Non puoi"
Andromeda lo fissò severa. "E' ora che cominci a fare il padre"
Quelle parole ebbero l'effetto di una pugnalata. Remus sentì il dolore alla testa pulsare rapidamente, e capì che forse Andromeda non l'avrebbe mai perdonato. Non solo per essersene andato lasciando la moglie incinta di un potenziale mezzo-Lupo Mannaro. Forse non lo avrebbe mai perdonato soprattutto per essere andato a combattere, spingendo la figlia ad andare a salvarlo.
Senza aspettare una replica, Andromeda si alzò, rassettò brevemente la veste e uscì di casa sbattendo la porta.
Remus restò immobile di fronte alla finestra, le mani affondate nelle tasche. Il ricordo di se stesso che piangeva disperato sul corpo di sua moglie, finché Kingsley non aveva staccato da lei le sue braccia intorpidite, gli balenò davanti agli occhi. Li chiuse, desiderando per l'ennesima volta in poche ore di non essere mai esistito.

 




Angolo autrice:
Qua si sprofonda sempre di più nel drammatico...
Bellatrix gode così tanto del dolore altrui che risparmia a Remus la vita solo per saperlo sofferente, pur essendo nel bel mezzo di una battaglia, non immaginando che così facendo rischia di trovarsi di fronte ad un Remus più agguerrito. In effetti è un'imprudenza da parte sua. Ovviamente non sa di Teddy.
Come sempre, le recensioni sarebbero graditissime e se avete qualche dubbio basta chiedere ;)
Un enorme grazie a chi ha letto fin qui e a chi ha recensito il primo capitolo!
Meg

  
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