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Autore: Amelie5397    21/01/2014    1 recensioni
< Avevo immaginato la mia vita in bel altro modo: studio, lavoro e soldi a palate.
Ed invece la mia vita ha preso tutt’altra piega, una svolta che non avevo proprio nei miei programmi. >>
Margot Frost, diciannovenne inglese, si ritrova attualmente a vivere nell’appartamento di Dean Scotch, il ventenne ricco obbligato dai genitori a vivere solo. “Devi imparare a cavartela da solo e ad organizzare la tua vita”, dicevano quei due, ma non sapevano mica che l’avrebbe organizzata ­­­sulle spalle di Margot.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Capitolo tre - Cambiamenti

Margot non era cosa da innamoramento e rose e fiori, anzi, tutt’altro. Odiava le smancerie e le cose dolci e mielose.
Non ci credeva proprio all’amore, lo considerava una grande presa per il culo. Quei fottutissimi “Ti amo” avevano lo stesso significato di “Ciao, come va?”, non c’era più sentimento nelle parole.
Milioni di coppie che scopano dopo un giorno e che si amano dopo una settimana.
No, l’amore non faceva per lei, per niente. Quindi ne era più che sicura. Non era innamorata di Dean. Trasformò dunque questa cosa che si sentiva nel petto in “stima”. Diceva di avere una profonda stima per lui, per il tipo di ragazzo serio e pacato che era. Anche se in casa faceva schifo, lo stimava. Joanne cercava di farle capire in tutti i modi che quella che lei chiamava “stima” era una cosa completamente diversa.
-Mar, ti piace. Dai forza, ammettilo. Sono quasi due anni che vivete insieme, si nota da come lo guardi, ti brillano gli occhi.- Joanne glielo ripeteva ogni giorno, sempre. Ma niente, Margot tirava dritto nella sua strada e non ne voleva sapere niente di queste cose. Per lei erano distrazioni. E lei con le distrazioni non voleva avere niente a che fare.
Dean intanto era ignaro di tutto ciò, continuava la sua vita da universitario, tranquillo come al solito, sempre affamato e con la testa perennemente tra le nuvole.
Si annoiava anche di respirare, se fosse esistito un lavoro che consisteva nel stare seduto 24h su 24h, beh, lui ne sarebbe stato il direttore.

I giorni passavano e i due ragazzi conducevano la vita di sempre. Margot sempre presa con le faccende di casa, e lo studio. E Dean studio e noia. Faceva la bella vita e ringraziava il cielo ogni giorno per aver incontrato Margot, altrimenti chissà come si sarebbe ridotto a vivere solo in quell’appartamento.
-Margot, ti sposto, giuro.- disse, ridendo e scherzando. Non l’avrebbe trovata in nessun posto un’altra come lei. Oltre che a tenere in piedi quella casa a diciannove anni, era una delle ragazze migliori che avesse mai incontrato. Oltre ad essere studiosissima, era di una serietà inaudita. Ce n’erano poche in giro come lei di quei tempi.
-La sorella che non ho mai avuto!- Dean era figlio unico ed era cresciuto come un qualsiasi bambino viziato. Aveva sempre avuto tutto e facilmente, non aveva mai combattuto per qualcosa seriamente. Non sapeva cosa volesse dire “lavorare duramente” per qualcosa. Nella vita infatti non aveva uno scopo ben preciso, semplicemente voleva fare psicologia perché lo affascinava quel ramo. Ma non perché un domani volesse fare lo psicologo. Era abbastanza complicato capire cosa ci fosse nelle testa di quel giovanotto.
Margot ogni qual volta Dean le dicesse che l’avrebbe sposata cominciava a ridere di gusto, ribadendo più volte che lei non si sarebbe mai sposata. Ma lui tutte le volte non le dava ascolto.
Margot con il passare dei giorni cominciava a rendersi conto che quella situazione dentro di lei stava lentamente degenerando fino a rendersi conto che quel vuoto che aveva nel petto non era stress, non lo studio ma era quel puzzone del suo coinquilino. L’aveva capito adesso, finalmente.
Ogni qual volta incrociava il suo sguardo quel vuoto al petto ritornata, il battito cardiaco accelerava. Ma lei non ci credeva all’amore, cos’era? Corse da Joanne per farsi aiutare prima che la testa le esplodesse in una massa di coriandoli colorati. Joanne ripropose la sua precedente teoria.
-Mar, sei innamorata, mettiti l’anima in pace e accettalo.-
Ma Margot non si capacitava, come aveva fatto ad innamorarsi, e perché di lui? Cosa le piaceva di Dean, che aveva di bello? Così decise di chiudersi nella sua stanza, prendere un foglio e scrivere da una parte i pregi e dall’altra i difetti. Era un giochino che forse le sarebbe tornato utile.
Pregi: bello, simpatico, ha un bel sorriso, serio, intelligente, dolce.
Difetti: puzzone, lascia in giro qualsiasi cosa, riesce a bruciare un uovo fritto, sparge il caffè dappertutto, dorme sempre, mangia troppo, non sa fare nulla, è troppo acido, è freddo.
Conclusione: Vaffanculo.
Bene, di male in peggio. L’aveva capito, gli piaceva e anche tanto. Ed era l’ultima cosa che avrebbe voluto che succedesse nella sua vita per un semplice motivo: NON L’AVREBBE MAI DETTO A DEAN. Era timida, anche se non sembrava. Non era tipo da confessioni. Sarebbe diventata un pomodoro e sarebbe morta lì davanti a lui. No, non era proprio il caso. Quindi l’unica soluzione era cercare di farglielo capire in qualche modo, ma come?
Joanne che conosceva Dean, aveva promesso a Margot di aiutarla in qualche modo a fargli capire ciò che provava senza riferimenti troppo espliciti. A casa anche lei si dava da fare, infatti il suo atteggiamento era notevolmente cambiato. Continuava a fare l’acida ogni qual volta Dean le dicesse che aveva fame ma allo stesso tempo, quando lui guardava la tv e lei aveva un momento libero, si buttava sul divano e si stendeva con la testa sulle sue gambe e guardavano la tv insieme. Di solito lei si sedeva accanto a lui, composta, tenendo le distanze perché si vergognava di un contatto troppo ravvicinato. Adesso la sera prima di andare a letto lei le stampava un bacio sulla guancia cosa che prima si sognava. Preferiva dirgli un semplice “buonanotte Dean” che sfiorarlo solo con il pensiero. Ma Dean non si accorgeva mica di queste prese di coraggio.
Joanne allora una sera, quando era sicura che Margot stesse dormendo, chiamò il ragazzo al telefono.
-Ehilà, buona sera Dean.- disse velocemente e con voce abbastanza bassa Joanne.
-Ciao Jo, tutto bene?-
Dopo essersi salutati e chiesto delle rispettive giornate, Joanne cominciò un discorso dicendo di voler parlare di Margot. Voleva capire cosa ne pensava lui e allo stesso tempo doveva stare attenta a non farsi scappare nulla, altrimenti per lei era la fine. Gli chiese se avesse notato qualche cambiamento quando stavano entrambi a casa ma Dean rispose di non aver notato nulla e che la sua coinquilina fosse sempre la stessa. Joanne da quelle parole capì che Dean era proprio un’idiota in questo genere di cose. Non accorgersi dei cambiamenti era da imbranato totale.
La mattina dopo Margot, dopo aver preparato la colazione, uscì di casa senza avvertire il ragazzo che ancora dormiva nella sua stanza. Avevano la giornata libera e la rossa aveva deciso di fare qualcosa di diverso quel giorno. Uscì a fare spese con Joanne e Loren, voleva comprare qualche vestito nuovo, giusto per cambiare un po’ e per cacciare via lo stress della settimana.
-Allora, con Dean?- chiese Loren che adesso supportava l’amica, dopo esser stata rifiutata.
-Niente, al solito. Fa quello che deve fare ed io faccio quello che devo fare.-
Loren e Joanne si guardarono negli occhi e rimasero sbalordite. Lei non ci sapeva fare tanto quanto lui era idiota. Praticamente si ritrovava davanti ad un caso disperato di due persone che non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire “stare insieme in senso romantico”.
Joanne e Loren quella mattina avevano intenzione di rivoluzionare Margot, a partire dal vestiario. Lei era abituata a portare i jeans stretti e le felpone, ma non era proprio il ritratto della femminilità. Così ritornò a casa con alcune buste con all’interno leggins, e magliette aderenti. Ovviamente nulla di troppo scollato o volgare, semplicemente qualcosa di più femminile. L’unica cosa che non riuscirono a levarle sono i suoi amatissimi scarponi Dr. Martens.
Avrebbe staccato un braccio a qualsiasi persona si sarebbe permessa a non farglieli indossare.
Quando varcò la porta di casa, Dean era seduto al tavolo del salone davanti al portatile intento a finire una relazione per l’università. Quando si voltò rimase circa cinque minuti ad osservare Margot. Adesso il cambiamento l’aveva notato, decisamente.


 
  
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